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[SM=g1740733] Maria nel Vangelo e nel Corano 3 - Il posto di Maria nell'Islam

Autore: Trabuio, Gianfranco  Curatore: Leonardi, Enrico

Fonte: CulturaCattolica.it
venerdì 30 marzo 2012

La teologia musulmana non concepisce Dio come Essere personale, mancando nell’Islam lo stesso concetto di “persona” quale ente dotato di intelligenza e volontà.
È assai significativo, a tale proposito, che tra i novantanove nomi di Dio del Corano manchi quello di Padre (potremmo leggere, paradossalmente, che i nomi dati sono 99 mancante il centesimo, il più importate che da impersonale rende Dio Persona: PADRE)

Ciò è una conseguenza della negazione islamica della Trinità e dell’Incarnazione. Al concetto di Trinità è infatti strettamente connesso quello di persona, essendo il Dio trinitario un’unica sostanza in tre persone uguali e distinte, la seconda delle quali, il Verbo, si è incarnato ed è venuto ad abitare tra gli uomini. Nel Cristianesimo esiste, quindi, una intima relazione tra le creature e Dio. Nell’Islam, invece, non vi è partecipazione ontologica della creatura al Creatore; le creature sono un prodotto effimero della volontà divina.

Si dice che l’Islam abbia una grande venerazione nei confronti della Madonna. Se in alcuni passi del Corano si parla con rispetto di Maria, pur con errori e contraddizioni (la Madonna, infatti, viene presentata ora come figlia di Imran, padre di Mosè e di Aronne, ora come sorella di un altro Aronne, marito di Anna), Ella non trova nell’Islam una collocazione degna del suo rango.

Secondo la teologia cattolica, definita dal Concilio di Efeso: «Dio è veramente l’Emmanuele (cioè Dio con noi) e perciò la Santa Vergine è genitrice di Dio; ella infatti partorì il Verbo di Dio secondo la carne». Per contro, poiché i musulmani rifiutano la divinità di Gesù, conseguentemente non possono ammettere la maternità divina di Maria.
Questa verità è negata nei versetti 34-36 della sura 19: «Questo è Gesù, figlio di Maria, parola di verità di cui alcuni dubitano. Non si addice a Dio prendersi un figlio! Gloria a lui!». Gesù è detto “figlio di Maria” proprio per sottolineare che non è “figlio di Dio”; perciò, nel Corano, quando si parla di Gesù si aggiunge normalmente “figlio di Maria” (Isa ibn Maryam).
Si legge sempre nel Corano: «Dicono: “il Clemente si è preso un figlio”. Dite una cosa mostruosa! Poco manca che si spacchino i cieli, si squarci la terra e crollino in frantumi i monti, per aver essi attribuito un figlio al Clemente! Non si addice al Clemente prendersi un figlio!» (Cor., 19, 88-92).


In conclusione, si può dire che unico è il Dio dei cristiani e dei musulmani? Non abbiamo la presunzione di esaurire in così poco spazio un tema di tale importanza. Lasciamo, pertanto, la risposta ad un noto intellettuale musulmano, Muhammad Hamidullah, non sospetto di fondamentalismo essendo vicino al cosiddetto movimento del dialogo interreligioso: «Dire ai musulmani che essi adorano lo stesso Dio dei cristiani – egli afferma - non è esatto, perché il Dio cristiano è trinitario e un musulmano non adora come Dio né Gesù né lo Spirito Santo» (in Carlo Gasbarri, Cattolicesimo ed Islam oggi, Città Nuova, p. 173).

Il dogma della Trinità è invece decisamente respinto dall’Islam. Si legge nel Corano: «Sono miscredenti quelli che dicono: in verità, Dio è un terzo di tre» (Cor. 5, 73); ed ancora «Egli, Dio, è uno! Dio, l’Eterno! Non generò né fu generato, e nessuno gli è pari!» (Cor. 112, 1-4).

La negazione, da parte dell’Islam, della generazione divina, ha come conseguenza la negazione della concezione della paternità divina.
Dio, per i cristiani, è Padre. “Padre nostro che sei nei cieli”, recita la preghiera per antonomasia del Cristianesimo, insegnata direttamente da Gesù. Per l’Islam, al contrario, Dio non è vero padre degli uomini. Egli è troppo alto e inaccessibile perché la sua creatura si permetta di vedere in Lui un padre e di intrattenere con Lui una relazione di amore filiale.

È stato necessario fare questo percorso di approfondimento della teologia dell’Islam per chiarire in modo, mi auguro chiaro e definitivo, che il Dio del Cristianesimo non ha gli stessi attributi del Dio dell’Islam [SM=g1740733] , e che quando sentiamo affermare, anche in ambienti ecclesiali, che è lo stesso Dio siamo di fronte ad una affermazione blasfema e priva di fondamento per noi cristiani e anche per i musulmani.


Maria nel Vangelo e nel Corano 4 - La presenza di Maria nel Corano (Sura terza)

SURA TERZA: DELLA FAMIGLIA DI IMRAN (33-37) E (42-47)

33. In verità, Allah ha eletto Adamo e Noè e la famiglia di Abramo e la famiglia di Imrân*, al di sopra del resto del creato,
*[“la famiglia di Imrân”, questo è il versetto da cui trae il nome la sura. La famiglia di Imrân è quella che discende dall'omonimo nipote di Levi, figlio di Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo. Imrân fu il padre di Aronne e Mosè e antenato di Mariam e Isa (pace su tutti loro)]
34. [in quanto] discendenti gli uni degli altri.
Allah è audiente, sapiente.
35. Quando la moglie di Imrân disse: “Mio Signore, ho consacrato a Te, e solo a Te, quello che è nel mio ventre. Accettalo da parte mia. In verità Tu sei Colui Che tutto ascolta e conosce!”.
36. Poi, dopo aver partorito, disse: “Mio Signore, ecco che ho partorito una femmina”: ma Allah sapeva meglio di lei quello che aveva partorito. “Il maschio non è certo simile alla femmina! L'ho chiamata Maria e pongo lei e la sua discendenza sotto la Tua protezione, contro Satana il lapidato.”
37. L'accolse il suo Signore di accoglienza bella, e la fece crescere della migliore crescita. L'affidò a Zaccaria e ogni volta che egli entrava nel santuario trovava cibo presso di lei. Disse: “O Maria, da dove proviene questo?”. Disse: “Da parte di Allah”. In verità Allah dà a chi vuole senza contare.
42. E quando gli angeli dissero: “In verità, o Maria, Allah ti ha eletta; ti ha purificata ed eletta tra tutte le donne del mondo.
43. O Maria, sii devota al tuo Signore, prosternati e inchinati con coloro che si inchinano”.
44. Ti riveliamo cose del mondo invisibile, perché tu non eri* con loro quando gettarono i loro calami* per stabilire chi dovesse avere la custodia di Maria e non eri presente quando disputavano tra loro.
*[“non eri…”: Muhammad]
*[“quando gettarono i loro calami”: una tradizione racconta che ben ventisette notabili della tribù di Maria ambivano il privilegio di occuparsi di lei. Per decidere gettarono i loro calami nel fiume Giordano: rimase a galla solo quello di Zaccaria mentre gli altri andarono a fondo. Fu così che Maria gli fu affidata]
45. Quando gli angeli dissero: “O Maria, Allah ti annuncia la lieta novella di una Parola da Lui proveniente*: il suo nome è il Messia*, Gesù figlio di Maria, eminente in questo mondo e nell'Altro, uno dei più vicini.
*[“una Parola da Lui proveniente”: come già nel vers. 39, questa espressione si riferisce a Gesù (pace su di lui). Il termine arabo che traduciamo (“parola”), è “kalima”.]
*[“Messia”: in arabo “Masîh_”, l'Unto, uno dei nomi tradizionali di Gesù, ha il senso di “purificato”, “investito” di una particolare autorità spirituale]
46. Dalla culla parlerà alle genti e nella sua età adulta sarà tra gli uomini devoti”.
47. Ella disse: “Come potrei avere un bambino se mai un uomo mi ha toccata?”. Disse: “È così che Allah crea ciò che vuole: "quando decide una cosa dice solo Sii", ed essa è.

Maria nel Vangelo e nel Corano 5 - Sura diciannovesima: di Maryam

SURA DICIANNOVESIMA: DI MARYAM (16-35)

16. Ricorda Maria nel Libro, quando si allontanò dalla sua famiglia, in un luogo ad oriente.
17. Tese una cortina tra sé e gli altri. Le inviammo il Nostro Spirito* che assunse le sembianze di un uomo perfetto.
*[“il Nostro Spirito”: l'angelo Gabriele (pace su di lui)]
18. Disse [Maria]: “Mi rifugio contro di te presso il Compassionevole, se sei [di Lui] timorato!”.
19. Rispose: “Non sono altro che un messaggero del tuo Signore, per darti un figlio puro”.
20. Disse: “Come potrei avere un figlio, ché mai un uomo mi ha toccata e non sono certo una libertina?”.
21. Rispose: “È così. Il tuo Signore ha detto: "Ciò è facile per Me... Faremo di lui un segno per le genti e una misericordia da parte Nostra. È cosa stabilita"”.
22. Lo concepì e, in quello stato, si ritirò in un luogo lontano.
23. I dolori del parto la condussero presso il tronco di una palma. Diceva: “Me disgraziata! Fossi morta prima di ciò e fossi già del tutto dimenticata!”.
24. Fu chiamata da sotto: “Non ti affliggere, ché certo il tuo Signore ha posto un ruscello ai tuoi piedi;
25. scuoti il tronco della palma: lascerà cadere su di te datteri freschi e maturi.
26. Mangia, bevi e rinfrancati. Se poi incontrerai qualcuno, di': "Ho fatto un voto al Compassionevole e oggi non parlerò a nessuno"”.
27. Tornò dai suoi portando [il bambino]. Dissero: “O Maria, hai commesso un abominio!
28. O sorella di Aronne, tuo padre non era un empio, né tua madre una libertina”.
29. Maria indicò loro [il bambino]. Dissero: “Come potremmo parlare con un infante nella culla?”,
30. [Ma Gesù] disse: “In verità, sono un servo di Allah. Mi ha dato la Scrittura e ha fatto di me un profeta.
31. Mi ha benedetto ovunque sia e mi ha imposto l'orazione e la decima finché avrò vita,
32. e la bontà verso colei che mi ha generato. Non mi ha fatto né violento, né miserabile.
33. Pace su di me, il giorno in cui sono nato, il giorno in cui morrò e il Giorno in cui sarò resuscitato a nuova vita”.
34. Questo è Gesù, figlio di Maria, parola di verità della quale essi dubitano.
35. Non si addice ad Allah prendersi un figlio. Gloria a Lui! Quando decide qualcosa dice: “Sii!” ed essa è.

[SM=g1740733] CONCLUSIONE.

In Libano da due anni a questa parte il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione, è stato proclamato festa nazionale. Il Comitato Islamo-Cristiano è riuscito, nonostante gli ostacoli posti da alcune autorità religiose islamiche, a far adottare dal governo una decisione di straordinario impatto comunicativo per lo sviluppo del dialogo tra le religioni. Ancora una volta la Santa Vergine Maria ha compiuto il miracolo di amore per tutta l’umanità. Il Libano dimostra ancora una volta di essere, più che un paese, un messaggio.

[SM=g1740771]


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)