00 27/08/2012 17:01

[SM=g1740758] Per secoli san Domenico ha rivissuto la sua Parola di Vita nei suoi figli. Il suo Ordine ha dato alla Chiesa 15 Santi canonizzati e 221 beati; e ne dà ancora.
san Pio X ha posto sugli
altari 11 domenicani; 3 Benedetto XV; 2 Pio XI; e ben 26 Pio XII.
L’Ordine Domenicano ha dato 4 Papi alla Chiesa, di cui uno Santo (san Pio V) due Beati (Papa Innocenzo V
e Benedetto XI) ed un servo di Dio (Benedetto XIII); innumerevoli dottori che hanno predicato dalle loro cattedre (ne ricordiamo due sant'Alberto Magno vescovo e san Tommaso d'Aquino), come tanti altri nelle chiese e nelle piazze: in terra cristiana e in terra pagana, attuando il disegno del Padre di evangelizzare gli infedeli.
Fucina
cattolica per i laici come santa Caterina da Siena Dottore e Patrona d'Italia e Compatrona d'Europa, e per le tante Congregazioni femminili riconosciute nell'Albo d'oro della Famiglia Domenicana.

[SM=g1740733] Altre piccole curiosità....

A causa della tremenda severità di riforma di Papa Innocenzo  VI (1352-1362) con la quale perseguì non pochi cosìddetti "spirituali francescani" mandandone molti in prigione.... intervenne duramente contro di lui niente meno che santa Brigida di Svezia che all'epoca si trovava a Roma (+1373) e che in un primo momento aveva salutato con entusiasmo la sua elezione. Santa Brigida addirittura lo denunciò pubblicamente come persecutore delle "pecore di Cristo"....
Papa Innocenzo ignorò queste denuncie e proseguì la sua riforma....

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Per quanto il dogma dell'Immacolata Concezione lo dobbiamo al beato Pio IX, la Festa dell'Immacolata Concezione fu dichiarata obbligatoria per tutta la cristianità nel 1708 da Papa Clemente XI.


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Papa Martino V (1417 - 1431) condannò la predicazione "violenta" contro gli Ebrei, proibì il battesimo forzato dei bambini ebrei inferiori ai dodici anni. Nel 1427 ricevette il riformatore francescano Bernardino da Siena e approvò il culto del Santissimo Nome di Gesù da lui propagato.

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Papa Marcello II (9 aprile 1555 - 1 maggio 1555). Pieno di santo zelo per la riforma della Chiesa, seppur regnò meno di un mese, ridusse tutte le spese curiali e, per evitare il rischio di nepotismo, vietò severamente a tutti i suoi numerosi parenti di avvicinarsi a Roma.... Il grande compositore Giovanni Pierluigi da Palestrina gli dedicò la  famosa "Missa Papae Marcelli", la cui importanza è legata alle riforme del Concilio di Trento.

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Papa Sisto V, Felice Peretti (1585 - 1590) fu davvero un papa "di ferro".
Provenendo dall'Ordine francescano ne mantenne per se lo stile vita, riducendo al minimo le spese di corte, ma al tempo stesso creò introiti mediante l'imposizione di nuove tasse. Papa Sisto accumulò più di 4 milioni di scudi, in parte in oro; ciò lo rese uno dei più ricchi principi d'Europa e gli assicurò una importante e strategica indipendenza finanziaria senza precedenti.
Per quanto questo quadro possa suscitare oggi qualche disagio a certa mentalità moralista, o a chi non ha ancora compreso cosa si intenda per povertà.... vi è da annotare che quel tesoro fu subito usato dal Pontefice per risanare completamente la città di Roma ridotta completamente in rovina. Dall'urbanistica all'edilizia, alle chiese, agli acquedotti, al funzionamento fognario, alla questione morale, risollevando l'occupazione.... Ricostruì il Laterano e completò i lavori della Basilica san Pietro, infine fondò la
tipografia Vaticana.... e il tutto senza dover fare compromessi con nessuno e senza dover rischiare di dover cedere ai ricatti di altri ricchi contribuenti.
Famosa nella memoria della tradizione popolare è l' "insalata sistina".
Quando era ancora frate francescano Felice Peretti strinse amicizia con un avvocato che si occupava di questioni giuridiche assumendo spesso la difesa di povera gente che si trovava sotto la protezione del convento. Appena eletto Papa, avendo saputo dal suo medico che questo amico avvocato si trovava in gravi difficoltà economiche a tal punto che non aveva più il "pane quotidiano", gli disse che lo avrebbe aiutato a guarire "con una buona insalata".... e poco dopo fece giungere a casa dell'avvocato una buona cesta.
Il medico si incuriosì e volle verificare di persona le proprietà mediche di questa presunta prodigiosa insalata, e così si recò a casa dell'avvocato. Quale sorpresa fu la sua quando, nello scoprire la cesta inviata dal Papa, vide che era piena di ducati che senza dubbio fecero ristabilire il fortunato destinatario.... Il fatto è che questa speciale "insalata" veniva consegnata ogni tanto a qualche famiglia in difficoltà, e sempre rigorosamente anonima, ma per tutta Roma si sparse la voce della capacità culinaria di Papa Sisto, e il popolo battezzò l'insalata di ducati con l'appellativo di "insalata sistina"....
Gioacchino Belli  dedicandogli alcune strofe, ingiustamente lo definisce "matto", ma papa Sisto era tutt'altro che matto.
Scettico per certe apparizioni o prodigi che fermavano i fedeli al sensazionalismo, avvenne un fatto che gli procurò il famoso detto: "Papa Sisto che non la perdonò neppure a Cristo!" Avvenne che in un campo appena fuori di Roma un Crocifisso ligneo cominciò a trasudare sangue.... e naturalmente la voce si sparse e tutta la gente correva lì per vedere il miracolo.... Appena che lo ebbe saputo anche Papa Sisto vi si recò e cominciò ad andare su e giù e per tutti i lati del Crocefisso, pensieroso.
A quel punto il Papa si fece protare un'ascia e dicendo: "come Cristo ti adoro, ma come legno ti spacco", spaccò il crocefisso e.... con non sua sorpresa, uscì fuori l'inghippo: una spugna imbevuta di sangue animale legata ad una corda che, tirata dal truffatore, faceva sgorgare il sangue....
Naturalmente il proprietario del campo e del crocefisso venne arrestato e giustiziato. Forse la condanna a morte ci risulta eccessiva per noi oggi, ma all'epoca questa era la legge, inoltre l'azione del truffatore, oltre ad ingannare la gente e ad essersi preso gioco della Chiesa, aveva costretto un Papa a distruggere un Crocefisso, e questo Papa Sisto non lo perdonava.

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C'è il detto proverbiale "stare da papa" per indicare l'agiatezza del Pontefice.
Non così fu per il povero Papa Leone XI (1 aprile 1605 - 27 aprile 1605), Alessandro Ottaviano dè Medici eletto Papa a 70 anni e già con una salute fragile.
Durante la presa di possesso del Laterano, prese una brutta infreddata che lo portò a morire in pochi giorni con una brutta polmonite.


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Più complessa la situazione di Papa Urbano V (1362 - 1370), sesto Pontefice della cattività avignonese, che riuscì a riportare a Roma almeno la Curia....
Provenendo dal monachesimo benedettino, ne conservò l'abito nero anche da Papa, continuando lo stile monacale che gli permise di respirare in quei tempi turbolenti e di viaggi continui.... Nel maggio del 1963 Papa Urbano aveva informato i Romani del suo desiderio di riportare la Corte pontificia a Roma, ma le condizioni abitative erano davvero inagibili, il Vaticano era in completa rovina, un tempo di lungo abbandono avevano reso inospitali tutti gli ambienti..... e così procedette prima ad una restaurazione.
Nel 1370, scoraggiato per i tanti problemi, decise di fare ritorno ad Avignone. E qui c'è un piccolo episodio degno di ricordo: Papa Urbano si era convinto che lo Spirito Santo che l'aveva prima portato a Roma, lo stava riportando ad Avignone. Così non volle ascoltare gli appelli dei Romani, le suppliche del Petrarca..... persino i tremendi richiami di santa Brigida di Svezia; la Santa aveva fatto  profezia al Papa di una morte prematura se avesse lasciato Roma..... i fatti andarono così: il 26 agosto Urbano partì, il 27 settembre fece il suo ingresso in pompa magna in Avignone, in novembre cadde gravemente ammalato e il 19 dicembre morì. Comunque sia venne beatificato da Pio IX nel 1870.

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Nell'estate del 1398 Papa Bonifacio IX (1389 -1404), avendo scoperto di un complotto contro di lui appena eletto Pontefice, abolì l'indipendenza della città affidandone l'amministrazione a dei senatori di sua nomina, retti, onesti e saggi. Incredibile, ma tutto il popolo fu soddisfatto dell'azione papale.
Per dimostrare di non provare rancori o vendetta nei confronti dell'antipapa Clemente VII, gli promise che se avesse abdicato con i suoi cardinali, gli avrebbe confermato la porpora nominandolo suo legato pontificio per la Francia e la Spagna....
Dal cuore grande e mite, tuttavia, Bonifacio IX si circondò anche di incompetenti e truffatori i quali lo spinsero a risanare le casse aumentando le tasse a tal punto da diventare proverbiale il detto "le annate di Bonifacio", queste andarono a colpire persino le indulgenze e i privilegi giubilari.... Responsabile di tal disatro fu il finanziere Baldassarre Cossa che divenne poi antipapa col nome di Giovanni XXIII.  Quando Bonifacio morì, il popolo romano ne fu addolorato e si sacgliò contro gli ambasciatori e i collaboratori definendoli responsabili di tutto.....

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Questa è carina!! [SM=g1740727]

Papa Leone XIII (1878 - 1903), Gioacchino Pecci, fu uno dei Papi più longevi, morì a 93 anni e 25 anni di Pontificato, lucido di mente e di parola, e conservò sempre un gran senso dell'umorismo.
Un giorno un anziano centenario espresse il desiderio, subito accordato, di essere ricevuto dal Papa. Il centenario era nato sotto il pontificato di Pio VI, e Leone XIII era il suo settimo Papa. Giunto ai piedi del Santo Padre, tutto emozionato si inginocchiò senza risparmiarsi, e gli dice: " Oh! Come sono felice! Alla mia età sono riuscito a conoscere Sua Santità! Pensate Beatissimo Padre, pochi giorni prima di morire anche Pio IX mi concesse l'udienza!"....
Leone XIII sorrise e nel sollevare il centenario gli rispose: "Figliolo! Se avessi saputo che siete così pericoloso per i Papi, avrei ritardato di qualche anno questa udienza...."




[SM=g1740771]

Quanto segue lo riprendo da un volume d'epoca, Movimento Cattolico Bollettino Italiano Anno IX  Bologna 1888 - riporta tutti gli eventi della Chiesa e in particolare tutti i testi di Papa Leone XIII fino al 1889, un anno, l'Anno del suo Giubileo Sacerdotale....

E c'è una simpatica curiosità...... a pag 74....

Berretta


Nel giorno 3 febbraio 1888, Papa Leone XIII firma un "Breve Pontificio" per autorizzare i Vescovi all'uso della "berretta color violaceo".....
Leggiamo il passo:

(..) Noi, perchè resti perenne la memoria di questo fausto avvenimento (l'Anno del Giubileo sacerdotale del Pontefice), e per dare ai Venerabili Fratelli un pubblico segno della Nostra benevolenza, abbiamo giudicato di adornare i Vescovi di tutto il mondo con qualche esterna insegna onorifica.
Però con questa Lettera, usando della Nostra Autorità Apostolica, concediamo in perpetuo, che tutti i Patriarchi, Arcivescovi e Vescovi possano adesso ed in avvenire liberamente e lecitamente usare della berretta di colore violaceo.
Vogliamo che ciò sia loro riservato così, che altri, il quale non sia insignito della Episcopal dignità, non possa assolutamente adoperare tale ornamento.
Non ostanti le Costituzioni e sanzioni Apostoliche e tutte le altre cose in contrario, quali si sieno, anche se degne di speciale e individuale menzione e deroga.
Dato a Roma presso San Pietro sotto l'Anello del Pescatore, il dì 3 febbraio 1888, Anno Decimo del Nostro Pontificato
Leone XIII

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[Modificato da Caterina63 10/10/2012 23:57]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)