00 24/08/2012 23:20

Nomen omen


Breve rassegna dei  papi che hanno portato il nome Benedetto.



Una medaglia per Benedetto XV


Gli eventi più significativi del suo breve pontificato possono essere ripercorsi attraverso alcune medaglie annuali, incise da tre diversi artisti


di Roberto Saccarello


Un ritratto di Benedetto XV

Un ritratto di Benedetto XV

Nel conclave che iniziò il 1° settembre 1914 per eleggere il successore di Pio X erano presenti 57 cardinali e ci vollero dieci scrutini in tre giorni per arrivare a una conclusione; la scelta era in pratica tra la politica "sociale" di Leone XIII e quella "prettamente dottrinale-catechetica" di papa Sarto.

Nessuno parlava del cardinale Giacomo della Chiesa, ignoto ai più data anche la sua recentissima promozione alla porpora. Fu quindi una sorpresa generale quando il 3 settembre fu annunciata dalla loggia interna della Basilica di San Pietro la sua elevazione al Soglio di Pietro.

L’arcivescovo di Bologna assunse il nome di Benedetto XV in memoria dell’ultimo Papa con questo nome, il quale aveva tenuto la sede arcivescovile di San Petronio. E del celebre Lambertini il della Chiesa sembrava possedere, oltre alla vasta cultura giuridica, la sicurezza e la serenità d’animo.

Giacomo della Chiesa era nato a Genova-Pegli, in Liguria, il 21 novembre 1854, da nobile famiglia; il padre, marchese Giuseppe, discendeva da Berengario II; la madre Giovanna era una Migliorati, e nella sua genealogia figurava Innocenzo VII. Aveva studiato nella sua città natale fino a laurearsi in Giurisprudenza nel 1875, anno in cui si era trasferito al Collegio Capranica di Roma per seguire gli studi di Teologia. Ordinato sacerdote nel 1878, seguitò ancora a studiare nei corsi di specializzazione all’Accademia dei Nobili Ecclesiastici. Monsignor Mariano Rampolla del Tindaro lo volle, poi, come suo segretario alla nunziatura di Madrid, presso la quale rimase quattro anni approfondendo la sua conoscenza del mondo diplomatico.

Divenuto cardinale e segretario di Stato con Leone XIII, il Rampolla chiamò il della Chiesa nel suo ufficio con il grado di minutante di segreteria.

Diplomatici anziani ed esperti non esitavano a rivolgersi per pareri nei casi più difficili al “piccoletto”, alludendo con tale nomignolo alla bassa statura del bravo minutante, dalla fronte alta e dagli occhi penetranti. Nell’aprile 1901 fu promosso sostituto della Segreteria di Stato e in tale ufficio rimase anche dopo il ritiro del cardinale Rampolla, in seguito alla morte di papa Pecci.

Qui sopra e nell'immagine seguente, alcune medaglie annuali del pontificato di Bendetto XV

Qui sopra e nell'immagine seguente, alcune medaglie annuali del pontificato di Bendetto XV

Pio X lo nominò arcivescovo di Bologna nel 1907, elevandolo poi, nel giugno del 1914, due mesi prima della sua morte, alla dignità cardinalizia. Il 1° novembre dello stesso anno il della Chiesa, già assiso sul trono pontificio, indirizzava la sua prima enciclica a tutto il mondo cristiano, per invitarlo a ritornare alla pratica del Vangelo.
Le circostanze tragiche in cui venne eletto aprirono subito al nuovo Papa un campo di missione vasto e difficile. Egli doveva essere il padre della pace in un mondo che si dilaniava ferocemente, conservando una netta imparzialità tra i belligeranti. Il 24 maggio 1915 anche l’Italia, in un primo tempo neutrale, entrava in guerra. Benedetto, il 1° agosto 1917, esortò a terminare «l’inutile strage», con un messaggio appassionato e angosciato, suscitando però fra gli interventisti più accaniti, anche cattolici, aperto disprezzo. Il Pontefice cercò allora di alleviare le pene delle famiglie dei caduti; durante la guerra l’attività della Santa Sede fu immensa, capillare, imparziale.

Il prestigio che il papato venne acquistando nel periodo bellico apparve appena le armi furono deposte. Quando Benedetto era salito al pontificato, presso il Vaticano 14 Stati soltanto tenevano dei rappresentanti; quando morì, le rappresentanze erano salite a 27.
Il 27 maggio 1917 Benedetto, con la costituzione apostolica Providentissima mater, promulgava il nuovo Codice di diritto canonico. Al testo furono riconosciute dai giuristi di tutte le scuole una precisione e una chiarezza quali raramente si riscontrano nei codici degli Stati civili. Pose fine anche al “non expedit”, consentendo ai cattolici di fare politica e ai sovrani cattolici di visitare Roma e il papa.

La morte lo colse improvvisamente la mattina del 22 gennaio 1922.
Le sue spoglie mortali furono deposte nelle Grotte Vaticane di fronte alla tomba del suo predecessore.

A lui vivo era stata eretta nel 1919 a Costantinopoli una statua, recante questa iscrizione: «Al grande Pontefice della tragedia mondiale, Benedetto XV, benefattore dei popoli, senza distinzione di nazionalità o di religione, in segno di riconoscenza, l’Oriente».

Gli eventi più significativi del breve pontificato di papa della Chiesa possono essere ripercorsi attraverso le medaglie annuali, incise da tre diversi artisti. Francesco Bianchi realizza quella dell’anno I che reca l’aristocratico profilo e lo stemma di Benedetto XV (figura 1),e quella dell’anno II – l’anno in cui più violenta infuria la guerra – su cui compare il Pontefice implorante la Madonna che porge un ramo di olivo (figura 2); davanti, in ginocchio, le figure simboliche dei cinque continenti; attorno, «Regina pacis ora pro nobis», l’invocazione che fin dal 16 novembre 1915 il Papa ha permesso ai vescovi di adottare temporaneamente nelle litanie.
Più tardi, con lettera del 5 maggio 1917 al segretario di Stato, ordinerà che tale invocazione sia fissata per sempre nelle litanie lauretane .

Sono opera del Bianchi anche la medaglia dell’anno III – celebrativa della promulgazione del Codice di diritto canonico e che mostra il Pontefice in piedi davanti al trono circondato dalla corte con in mano un esemplare del Codice e legenda «Novo ecclesiae legum Codice publicato» (figura 3) – e dell’anno IV che ricorda la creazione nel maggio 1917 del Pontificlo Istituto per gli Studi Orientali: il Pontefice seduto in trono riceve l’omaggio di vari prelati cattolici di rito orientale ai quali indica l’edificio destinato agli studi superiori delle discipline orientali e legenda «Orientis christiani studiis auctis» (figura 4).

La medaglia dell’anno V, firmata da Giuseppe Romagnoli, fa memoria dei dolori sofferti dall’umanità a causa della guerra e assicura il conforto e l’aiuto della Chiesa ai suoi figli più bisognosi: il Redentore in piedi tra due gruppi di sofferenti, tra cui un reduce con il figlioletto tra le braccia; una donna che legge la lettera del figlio lontano; un ferito sulla lettiga confortato da una suora; un mutilato; una vedova che stringe a sé il piccolo orfano; attorno la legenda «Ministerio Sedis Apostolicae», all’esergo «Misereor super turbam».


La realizzazione della medaglia dell’anno VI (figura 5),che celebra le solenni canonizzazioni avvenute nel maggio del 1920, è affidata ad Aurelio Mistruzzi. Vi sono rappresentate santa Margherita Maria Alacoque, san Gabriele dell’Addolorata e santa Giovanna d’Arco, sulle nubi e irradiati dallo Spirito Santo, con legenda «Caelitum Sanctorum honoribus aucti». Anche la medaglia dell’anno VII, l’ultima del pontificato benedettino, è opera di Aurelio Mistruzzi, e descrive in modo originale la proclamazione di sant’Efrem dottore della Chiesa: accanto al santo orientale è seduto il grande dottore dell’Occidente san Girolamo, ritratto con la penna, il libro e il leone accovacciato; nel centro sopra un’ara la Bibbia irradiata dallo Spirito Santo, attorno la legenda «Doctorum Scripturae Dux celebratus» (figura 6).


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La “polizia” del Papa entra in sala d’incisione, settembre 2012

La Gendarmeria Vaticana

Nonostante gli impegni (non pochi) per le recenti indagini sul Vatileaks, la Gendarmeria Vaticana sbarca nei negozi di musica con una novità assoluta e un omaggio unico all’Italia.


Non si tratta di un’operazione d’intelligence e nemmeno di una copertura, ma dell’ultima fatica della Banda Musicale del corpo pontificio. Sarà presentato al pubblico solo martedì prossimo (nella Sala Conferenze dei Musei Vaticani) ma sta già facendo parlare di se in tutto il mondo il cd musicale inciso dalla “polizia” del Papa dal titolo: “1861-2011 Omaggio all’Unità d’Italia”, prodotto dalle Edizioni Musei Vaticani e dalla Carosello Records e contenente una serie di brani eseguiti dalla banda musicale.

Il primo a incidere un disco era stato Giovanni Paolo II, con il suo Abbà Pater, poi è toccato nel 2009 a Benedetto XVI con Alma Mater ed ora è la volta della Gendarmeria Vaticana con la celebrazione dell’Unità d’Italia in occasione dei 150° anniversario. Il più soddisfatto per la nuovissima produzione (la prima opera di una nuova collana musicale) è senza dubbio il Comandante Domenico Giani: fu lui infatti nell’ottobre del 2007, per volere dell’allora Presidente del Governatorato Vaticano, il Card. Giovanni Lajolo, a costituire il corpo bandistico.

La banda è formata oggi da 100 elementi, tutti volontari e diplomati in Conservatorio, provenienti dalle diverse bande militari italiane.. Come si legge sul sito ufficiale del Governatorato, “La Banda del Corpo della Gendarmeria riprende i compiti e le funzioni di rappresentanza propri della Banda della Gendarmeria Pontificia. Quest’ultima, nata nel luglio del 1851, era a quel tempo particolarmente rinomata provenendo dal Corpo dei Veliti Pontifici, dove l’organizzazione musicale era stata notevolmente curata”.


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[Modificato da Caterina63 23/09/2012 19:02]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)