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5/ Discorso 214/A. Nella spiegazione del Simbolo

1. Evidentemente, anche il credere fa parte del conoscere.

2. Non tutto quello che sappiamo, lo sappiamo per fede, ma tutto ciò che crediamo senza errore, noi lo conosciamo.

3. Conosciamo vedendo, conosciamo credendo.

4. Poni il caso che un cittadino stia parlando con me e, pur essendo un mio compatriota e compaesano, si metta a contraddirmi bistrattandomi e qualificandomi come un ignorante per il fatto che io non ho visto [una cosa]. A lui io chiedo come faccia a sapere che esiste la città di Alessandria, che egli mai ha veduto; che esistano tante altre città, nelle quali egli non è mai stato, eppure sa che esistono e ne è talmente sicuro che, se fosse provocato, sarebbe pronto anche a giurarci.

5. Ecco, io gli presento la domanda: " Come sai che esiste la città di Alessandria? ". Mi risponde: " Perché lo credo ". E io replico: " A chi lo credi? ". Cosa potrà rispondermi se non che lo crede sulla parola di uomini? Dunque tu, che esista Alessandria, lo credi perché alcuni l'han vista; io credo in Dio perché alcuni lo hanno profetato. Se ragioni secondo verità, se valuti l'autorevolezza dei testimoni, io credo a gente più attendibile della tua. Quanto ad Alessandria, infatti, tu credi a gente che, quando era lì, ha potuto vederla dinanzi ai suoi occhi; io credo a persone che, riguardo alle cose che accadono oggi, ne han parlato prima che accadessero prevedendole nel futuro.

6/ Discorso 215. Nella resa del Simbolo

Il Simbolo dev'essere sempre nella mente e nel cuore.

1. Il Simbolo del santo mistero, che avete ricevuto tutti insieme e che oggi avete reso uno per uno, sono le parole su cui è costruita con saldezza la fede della madre Chiesa sopra il fondamento stabile che è Cristo Signore. Nessuno infatti può porre un fondamento diverso da quello che è già posto, che è Cristo Gesù 1. Voi dunque lo avete ricevuto e reso, ma nella mente e nel cuore lo dovete tener sempre presente, lo dovete ripetere nei vostri letti, ripensarlo nelle piazze e non scordarlo durante i pasti: e anche quando dormite col corpo, dovete vegliare in esso col cuore. Per rinunciare infatti al diavolo, per togliere il pensiero e l'affetto dalle sue pompe e dai suoi angeli, bisogna dimenticare il passato e, nel rifarsi uomo nuovo, rinnovare anche la vita con santi costumi (dando l'addio alla vecchiezza della vita di prima); come dice l'Apostolo, dimenticando il passato e protesi verso ciò che ci sta davanti, bisogna correre verso la palma della superna vocazione di Dio 2 e credere ciò che ancora non si vede per poter conseguire quel che si crede. Infatti quel che uno già vede, come lo può sperare? Ma se speriamo quel che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza 3.

Credo in Dio Padre onnipotente.

2. La fede, dunque, é la regola della salvezza è questa, che noi crediamo in Dio Padre onnipotente, creatore di tutte le cose, re dei secoli, immortale e invisibile. Egli è il Dio onnipotente che nel principio del mondo creò tutto dal nulla, lui che è prima dei secoli, lui che ha fatto e regge i secoli. Egli non cresce nel tempo, non si distende nello spazio, non è chiuso o limitato in nessuna materia, ma rimane presso di sé e in sé piena e perfetta eternità che mente umana non può comprendere né lingua esprimere. Ché se il premio che egli promette ai suoi santi occhio mai vide, né orecchio udì né mai entrò in cuor d'uomo 4, colui che ha promesso questo premio come potrà concepirlo la mente, pensarlo il cuore o esprimerlo la lingua?.

Inenarrabile è la nascita del Verbo, sia eterna che nel tempo.

3. Crediamo anche in Gesù Cristo suo Figlio, nostro Signore Dio vero da Dio vero, Figlio Dio del Padre Dio, però non due dèi perché egli e il Padre sono una cosa sola 5; e questo lo insinua al suo popolo già per mezzo di Mosè, quando dice: Ascolta, Israele, i comandi della vita; il Signore tuo Dio è un Dio solo 6. Ma se tu cerchi di comprendere come l'eterno Figlio sia nato senza tempo dall'eterno Padre, te ne dissuade il profeta Isaia che dice: Chi potrà narrare la sua generazione? 7.

Perciò come Dio sia nato da Dio tu non sei in grado né di pensarlo né di esprimerlo; solo di credere ti è permesso, perché possa essere salvo, secondo quanto dice l'Apostolo: Chi si accosta a Dio deve credere che egli esiste e che ricompenserà coloro che lo cercano 8. Se invece desideri conoscere la sua nascita secondo la carne, che egli assunse benignamente per la nostra salvezza, ascolta e credi che egli nacque da Spirito Santo e da Maria Vergine. Per quanto anche questa sua nascita chi la potrà narrare?

Chi infatti potrà apprezzare adeguatamente un Dio che per gli uomini è voluto nascere uomo, una Vergine che lo concepì senza seme virile, che lo partorì senza corruzione e che dopo il parto rimase nella sua integrità? Infatti il Signore nostro Gesù Cristo si degnò di entrare nell'utero della Vergine, riempì immacolato le membra della donna, senza corromperla la rese madre, quando fu formato ne uscì da se stesso e rinchiuse ancora integre le viscere materne. In tal modo arricchì colei da cui si degnò di nascere con l'onore della maternità e con la santità della verginità. Questo chi mai lo potrebbe comprendere? Chi narrare? E quindi anche questa generazione chi potrà narrarla? Qual mente arriverebbe a pensare, quale lingua ad esprimere non solo che in principio era il Verbo che non ha nessun principio nel nascere, ma anche che il Verbo si è fatto carne 9, scegliendo una vergine per farsela madre, facendola madre pur conservandola vergine? Figlio di Dio non concepito da nessuna madre, figlio dell'uomo senza il seme d'un padre, che nel venire ha portato a una donna la fecondità, senza con questo toglierle l'integrità? Che è mai questo? Chi lo potrà dire? Ma anche chi tacere? E questa è la meraviglia: non siamo in grado di descriverlo, ma neanche possiamo tacerlo; ad alta voce annunciamo cose che, pensando, non riusciamo a comprendere. Davvero non sappiamo esaltare un dono cosi grande di Dio, perché siamo troppo piccoli per descriverne la grandezza; eppure siamo costretti ad esaltarlo, perché tacendo non restiamo ingrati. Ma grazie a Dio ciò che non può essere adeguatamente espresso può essere con sicurezza creduto.

Mirabile nascita di Cristo attraverso la fede di Maria.

4. Perciò crediamo in Gesù Cristo nostro Signore nato da Spirito Santo e da Maria Vergine. La Vergine Maria partorì credendo quel che concepì credendo. Infatti quando le fu promesso il figlio, essa domandò come questo sarebbe successo, dato che non conosceva uomo (e naturalmente le era noto quale fosse il solo modo di conoscere e partorire, ossia che l'uomo nasce dall'unione del maschio e della femmina, modo che essa non aveva sperimentato, ma che aveva appreso dalla normale frequentazione delle altre donne).

E l'angelo le rispose: Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo; colui dunque che nascerà da te sarà santo e chiamato Figlio di Dio. E dopo che l'angelo ebbe detto così, essa, piena di fede e concependo Cristo prima nel cuore che nel grembo, rispose: Eccomi, sono la serva del Signore; avvenga di me secondo la tua parola 10. Ossia avvenga la concezione nella vergine senza seme di uomo; nasca da Spirito Santo e da una donna integra colui per il quale integra possa rinascere da Spirito Santo la Chiesa. Il santo che nascerà dalla parte umana della madre senza l'apporto umano del padre si chiami Figlio di Dio; colui che è nato da Dio Padre senza alcuna madre, doveva in modo meraviglioso diventar figlio dell'uomo, e cosi, nato in quella carne, poté uscire piccolo attraverso viscere chiuse, e grande, risuscitato, poté entrare attraverso porte chiuse. Sono cose meravigliose, perché divine; indescrivibili, perché inscrutabili; non è in grado di spiegarlo la bocca dell'uomo, perché non è in grado di esprimerlo il cuore dell'uomo.

Maria credette e in lei quel che credette si avverò. Crediamo anche noi, perché quel che si avverò possa giovare anche a noi. Per quanto infatti anche questa nascita sia ammirabile, tuttavia, o uomo, tu puoi pensare che cosa il tuo Dio si è fatto per te, il Creatore per la creatura; il Dio che è sempre in Dio, l'Eterno che vive con l'Eterno, il Figlio uguale al Padre non ha disdegnato di rivestirsi della condizione di servo per dei servi empi e peccatori. E questa non è stata ricompensa a dei meriti umani; per le nostre iniquità semmai noi meritavamo delle pene; ma se egli avesse tenuto conto delle colpe, chi avrebbe potuto sussistere 11? È quindi per dei servi empi e peccatori che il Signore si è degnato di nascere servo e uomo dallo Spirito Santo e dalla Vergine Maria.

Cristo morto per noi quando eravamo ancora peccatori.

5. Potrà sembrar poco questo, che Dio per gli uomini, il giusto per i peccatori, l'innocente per i colpevoli, il re per gli schiavi, il signore per i servi sia venuto rivestito della carne umana, sia stato visto sulla terra, abbia vissuto insieme con gli uomini 12; ma per di più fu crocifisso, morì e fu sepolto.

Non credi? Chiedi forse quando sia successo? Ecco quando: Sotto Ponzio Pilato. Per precisartelo c'è anche il nome del giudice, perché tu non possa dubitare neanche del tempo. E allora credete che il Figlio di Dio fu crocifisso sotto Ponzio Pilato e fu sepolto. Ecco che nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici 13. Nessuno davvero? Proprio nessuno. È verità, lo ha detto Gesù stesso. Interroghiamo anche l'Apostolo; egli ci dice: Cristo morì per gli empi 14. E poco dopo: Mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo 15. E allora in Cristo noi troviamo un amore ancora più grande, perché egli non ha dato la sua vita per degli amici, ma per i suoi nemici. Quanto grande è l'amore di Dio per gli uomini, quanta tenerezza, amare i peccatori fino a tal punto da morire per essi di amore! Egli dimostra il suo amore per noi, sono ancora parole dell'Apostolo, perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi 16. Anche tu dunque credilo, e non vergognarti di confessarlo per la tua salvezza. Si crede infatti col cuore per [ottenere] la giustizia, e si confessa con la bocca per [avere] la salvezza 17.

Inoltre, perché non avessi dubbi, perché non avessi vergogna, quando cominciasti a credere ricevesti il segno di Cristo sulla fronte, che è come la sede del pudore. Ripensa che cosa hai in fronte, e non avrai paura della lingua altrui. Chi si vergognerà di me davanti agli uomini, dice il Signore stesso, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui davanti agli angeli di Dio 18.Non arrossire dunque per l'ignominia della croce che per te Dio stesso non ha esitato di accogliere. Ripeti con l'Apostolo: Per me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo 19. E ti farà eco ancora lo stesso Apostolo: Io ritenni di non sapere altro in mezzo a voi, se non Gesù Cristo, e questi crocifisso 20. Egli che da un sol popolo fu allora crocifisso, ora è fisso nel cuore di tutti quanti i popoli.

La fede nella risurrezione rende diversi i cristiani dagli altri uomini.

6. Se poi tu, chiunque tu sia, voglia trar vanto più dalla potenza che dall'umiliazione, eccoti consolato, eccoti soddisfatto. Quegli infatti che era stato crocifisso sotto Ponzio Pilato e sepolto, il terzo giorno risuscitò dai morti. Anche qui forse dubiti, forse trepidi ancora. Quando ti veniva detto: Credilo nato, credilo sofferente, crocifisso, morto e sepolto, ti era più facile crederlo perché più vicino all'uomo. Ora che ti si dice: Il terzo giorno risuscitò dai morti, puoi dubitare? Tra i molti, pensiamo ad un argomento solo: rifletti che è Dio, pensa che è l'Onnipotente, e non avrai più incertezze. Se egli ha avuto la potenza di far dal nulla te quando non esistevi affatto, perché non poté risuscitare dai morti la sua umanità che aveva già fatto? Credete dunque, o fratelli: quando si tratta di credere, non occorre far lunghi discorsi. È proprio questa fede che rende diversi e distingue i cristiani da tutti gli altri uomini. Che egli sia morto e sepolto, adesso lo credono anche i pagani e allora lo videro anche i Giudei; ma che il terzo giorno risuscitò dai morti non lo ammette né il pagano né il Giudeo. È dunque la risurrezione dai morti a distinguere la vita della nostra fede dai morti infedeli. E anche l'apostolo Paolo, scrivendo a Timoteo, dice: Ricordati che Gesù Cristo è risuscitato dai morti 21. Crediamo, perciò, fratelli; e quel che in Cristo crediamo già avvenuto, speriamolo per noi come futuro. È Dio che lo promette; egli non falla.

Ascensione di Cristo. Il giudizio.

7. E dopo esser risuscitato dai morti, salì al cielo e siede alla destra del Padre. Ancora stenti a credere. Ascolta l'Apostolo: Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli per riempire tutte le cose 22. Bada che quegli che non vuoi credere come risorto non l'abbia poi a sentire come giudice. Perché chi non crede, è già giudicato 23.Infatti colui che ora siede alla destra del Padre come nostro avvocato di là ha da venire a giudicare i vivi e i morti. Crediamo dunque, affinché, sia che viviamo sia che moriamo, siamo del Signore 24.

Lo Spirito Santo, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna.

8. Inoltre crediamo nello Spirito Santo. Egli infatti è Dio, come è scritto: Dio è Spirito 25. Per mezzo di lui riceviamo la remissione dei peccati, per mezzo di lui crediamo la risurrezione della carne, per mezzo di lui speriamo la vita eterna. Se li contate però, state attenti a non sbagliare, e non pensate che io abbia parlato di tre dèi avendo nominato tre volte l'unico Dio. Una sola nella Trinità è la sostanza divina, una la forza, una la potenza, una la maestà, uno il nome della divinità; come Cristo stesso, risuscitato dai morti, disse ai suoi discepoli: Andate, battezzate tutte le genti, non nel nome di molti, ma nel solo nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo 26. Perciò, o dilettissimi, che credete nella divina Trinità e nella trina unità, state attenti che nessuno vi faccia deviare dalla fede e dalla verità della Chiesa cattolica. E se qualcuno vi predicherà un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema. Ascoltate non me, ma l'Apostolo che dice: Se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema 27.

Nella santa Chiesa.

9. Certamente vi sarete accorti, o carissimi, che anche nelle parole del sacro Simbolo, come a conclusione di tutte le formule che riguardano il sacramento della fede, c'è aggiunto una specie di supplemento, in cui si dice: nella santa Chiesa. E allora tenetevi lontani il più possibile dai molti e svariati seminatori d'inganni le cui sette e nomi sono tanti che ora sarebbe troppo lungo elencare. Perché abbiamo ancora da dirvi molte cose, ma per ora non siete in grado di portarne il peso 28. Una cosa sola raccomando alla vostra attenzione, che teniate in tutti i modi il vostro animo e il vostro ascolto lontano da chi non sia cattolico, perché possiate conseguire la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna nell'una, vera e santa Chiesa cattolica, nella quale si conosce il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, unico Dio, a cui è onore e gloria nei secoli dei secoli.

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1 - 1 Cor 3, 11.
2 - Cf. Fil 2, 13.
3 - Rm 8, 24-25.
4 - 1 Cor 2, 9.
5 - Cf. Gv 10, 30.
6 - Dt 6, 4.
7 - Is 53, 8.
8 - Eb 11, 6.
9 - Cf. Gv 1, 1. 14.
10 - Lc 1, 34-38.
11 - Cf. Sal 129, 3.
12 - Cf. Bar 3, 38.
13 - Gv 15, 13.
14 - Rm 5, 6.
15 - Rm 5, 10.
16 - Rm 5, 8.
17 - Rm 10, 10.
18 - Mc 8, 38.
19 - Gal 6, 14.
20 - 1 Cor 2, 2.
21 - 2 Tm 2, 8.
22 - Ef 4, 10.
23 - Gv 3, 18.
24 - Cf. Rm 14, 8.
25 - Gv 4, 24.
26 - Mt 28, 19.
27 - Gal 1, 8-9.
28 - Cf. Gv 16, 18.



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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)