DIFENDERE LA VERA FEDE

LA CHIESA E GLI UFO.... parliamone si, ma seriamente!

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    Caterina63
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    00 21/08/2012 21:43

    [SM=g1740771] La Chiesa e gli Ufo


    L'esistenza degli extraterrestri metterebbe in crisi la Chiesa cattolica? Il pensiero del famoso scrittore di fantascienza, Isaac Asimov


    di Antonio Scacco

    ROMA, sabato, 18 luglio 2012 (ZENIT.org) - In questi ultimi tempi, si parla spesso dell’esistenza di esseri intelligenti di altri mondi - gli extraterrestri o Ufo, per intenderci - che ripetutamente verrebbero a visitare il nostro pianeta. Sulla vextata quaestio, condividiamo il pensiero di uno dei massimi scrittori di fantascienza: Isaac Asimov.

    Secondo il “good doctor” e come la logica scientifica insegna, di ogni fenomeno anche il più pazzo e il più ridicolo bisogna esibire le prove. Più un fenomeno è pazzo e ridicolo, più solide e sicure devono essere le prove (si veda: Isaac Asimov, Il vagabondo delle scienze, Ed.CDE, pp.61-65). Ora, di avvistamento di Ufo e di contatti con gli alieni si parla da tempo immemorabile, ma di prove tangibili neanche l’ombra: mai un manufatto o un oggetto di origine chiaramente non umana; mai un pulsante, uno straccio, o un pezzo di carta, esibiti da chi dice di essere salito a bordo di un Ufo.

    Ma certi i maître à penser laicisti saltano a piè pari le esigenze del metodo scientifico e danno per scontato ciò che non è. Addirittura, su un’ipotesi basata sul niente ma solo sui testi di fantascienza, arrivano a sostenere che la scoperta dell'esistenza di creature intelligenti nell'universo metterebbe in seria difficoltà la Chiesa cattolica.

    Secondo costoro, questioni basilari della fede, quali il rapporto privilegiato tra Dio e l'uomo, il mistero dell'incarnazione di Cristo, il peccato originale, l'Immacolata Concezione, ecc., porrebbero problemi di non facile soluzione al Magistero della Chiesa.

    Anche Aldani sembra condividere tale punto di vista, quando, nel suo romanzo La croce di ghiaccio (Perseo Libri, Bologna, 1989), ad un personaggio, il comandante Mac Kinley, fa dire: «E la verità prima, quella più crudele, è che anche questa volta lei ha perduto, padre Francisco. Il fallimento è totale, irreversibile. Lei ha creduto di poter cristianizzare i geroniani, si è illuso di poterli evangelizzare. La verità è che lei è diventato uno di loro, ha accettato i loro costumi, le leggi della tribù, mangia come loro, beve la shava-cianga come loro, si è accoppiato - horresco referens - con le loro femmine. Non è padre Francisco che ha converti­to i geroniani, ma sono i geroniani che hanno convertito padre Francisco» (p.198).

    Per la verità, il protagonista della vicenda narrata, padre Francisco Morales, nato su Marte nel 2205 da genitori ispanici, non ha proprio la stoffa del missionario. Anzi, è ben lontano dalla santità di un Francesco d'Assisi, un Curato d'Ars, un Domenico Savio, un don Bosco, un Massimiliano Kolbe, un Padre Pio, ecc. A malincuore, ha accettato di entrare in seminario, dove è stato, sì, uno studente brillante, ma ha anche rivelato un carattere poco umile e, soprattutto, ha sviluppato una passione morbosa per il gioco degli scacchi, tanto da costringere i suoi superiori a imporgli il voto di non più giocare.

    Ordinato prete, viene inviato su diversi pianeti extragalattici a svolgere la sua opera evangelizzatrice, finché capita su un pianeta di minatori, Ryfys. Qui, si schiera con gli operai contro lo sfruttamento delle compagnie minerarie del pianeta e organizza uno sciopero. Ma Van Buren, il suo diretto superiore, che era stato battuto da padre Francisco in una memorabile partita a scacchi, coglie l'occasione per vendicarsi e lo spedisce per punizione su Geron, un pianeta bello ma vampiro, dove un anno ne vale, a causa del rapido metabolismo, dieci volte di quello terrestre.

    Gli alieni che lo popolano non sono così ingenui e indifesi come sembrano, ma sono dotati di capacità intellettive e razionali. Soprattutto, il loro capo, Metzil-Nagua, nutre grande passione per il gioco degli scacchi, che ha appreso da uno dei colonizzatori.

    Padre Francisco, per rendere più incisiva la sua opera missionaria, lascia la sicura base terrestre e si trasferisce nel villaggio degli alieni, dove comincia a conoscere i loro usi e costumi, in cui l'assunzione di una droga chiamata shava-cianga è un fatto abituale, e a rendersi conto della loro religiosità, che è di tipo animistico e frammista a riti orgiastici. Rimasto completamente isolato per l'abbandono del pianeta da parte dei terrestri, il sacerdote comincia a subire le imposizioni dei geroniani, che egli accetta giustificandole come necessarie per conquistarli alla fede.

    Così, si abitua a drogarsi con la shava-cianga, con cui, in mancanza di vino, celebra anche la messa, gioca a scacchi con il loro capo, infrangendo il voto di non più giocare e - cosa ancora più grave per un consacrato - viola il voto di castità, accoppiandosi con una geroniana, dalla cui unione nasce una creatura mostruosa: un ektroma. L'aliena e il suo bambino muoiono e padre Francisco è costretto, dalle usanze tribali, a scegliersi un'altra moglie, sfidando a duello uno dei geroniani. Quando si vede comparire, nelle vesti di sfidante, Metzil-Nagua, che ha accettato di convertirsi alla fede cattolica, assumendo il nome di Eusebio, padre Francisco rifiuta il duello e si lascia uccidere.

    Lino Aldani usa tutta la sua perizia e abilità di scrittore per rendere umanamente e spiritualmente credibile la figura del prete-missionario incarnata da padre Francisco Morales; ma il risultato è diametralmente opposto ai suoi propositi. Per quanto riguarda la questione dell'osservanza della virtù della castità, padre Francisco conosce molto bene le leggi della Chiesa.

    Un giorno, proprio su Geron, gli si presenta una donna sposata, che lavora presso la base, la quale in confessione si accusa del peccato di prostituzione, giustificandosi col dire che non guadagna soldi a sufficienza da mantenere, sulla Terra, i figli e il marito ammalato. Il nostro sacerdote le rifiuta l'assoluzione, se prima non promette di smettere. La donna promette e padre Francisco l'assolve. Precedentemente, su un altro pianeta, aveva redento una prostituta.

    Di fronte a questi episodi, la capitolazione di padre Francisco nei confronti del peccato della fornicazione è del tutto ingiustificata, inverosimile e farsesca. Non abbiamo più un personaggio che vive autonomamente, ma un burattino nelle mani del suo Autore, che ne muove i fili secondo i suoi intendimenti. Quali? Un missionario di lungo corso, padre Piero Gheddo, in un articolo intitolato Il motore dello sviluppo è la cultura e apparso su "Zenit.org" del 6 dicembre 2011, spiegava che sulla questione del sottosviluppo si fronteggiano due concezioni antitetiche: quella spiritualista e quella materialista o meccanicista.

    Lino Aldani sceglie la seconda, come dimostra l'ampio spazio dato al gioco degli scacchi nel corso della vicenda narrata. In margine, a proposito della partita giocata, durante gli anni di formazione al seminario di Civitas, la capitale marziana, da padre Morales contro il suo compagno di studi Van Buren e conclusasi con un matto forzato, in realtà si tratta del matchavvenuto nel 1911 tra Lasker e sir G.Thomas. Per evitare il matto, alla decima mossa il nero avrebbe dovuto giocare e6 e non De7, che è senz’altro un aiuto-matto!

    La missione evangelizzatrice e la Chiesa stessa sono, dunque, viste da Aldani in un'ottica puramente umana. È l'equivoco in cui è caduta la cosiddetta teologia progressista, che ha ridotto il Cristianesimo a sociologia, filantropia, buonismo. Il messaggio di Cristo, invece, va in direzione opposta quando afferma, davanti a Pilato, che il Suo regno non è di questo mondo. [SM=g1740733]

    I compromessi, i calcoli, i machiavellismi, le doppiezze, gli inganni, il cedimento agli istinti, tipici delle istituzioni umane, non fanno parte del bagaglio spirituale dei discepoli di Gesù, come è evidente nel seguente brano evangelico: «Avendo poi convocato i Dodici, dette loro potere e autorità su tutti i demoni e capacità di gua­rire malattie. E li mandò a proclamare il re­gno di Dio e a guarire gl'infermi.

    E disse loro: «Non prendete niente per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né abbiate due tuniche. In qualunque casa entrerete, dimoratevi, restandovi sino alla vostra partenza. Se non vi ricevessero, uscen­do da quella città, scuotete la polvere dai vo­stri piedi in testimonianza contro di loro» (Lc 9, 1-5).

    [SM=g1740733]






    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
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    Caterina63
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    00 21/08/2012 21:52
    [SM=g1740771] Un esempio di travisamento del Cristianesimo: Robert Anson Heinlein

    Quando la fantascienza serve l'ideologia


    di Antonimo Scacco

    ROMA, lunedì, 6 agosto 2012 (ZENIT.org) - La produzione fantascientifica di Robert Anson Heinlein è comunemente suddivisa in tre fasi: la prima è quella della storia futura e si svolge nel periodo 1939-49; la seconda è quella dei juveniles e va dal 1950 al 1960; la terza è quella dei romanzi per adulti, che, iniziata nei primi anni Sessanta, si protrasse fino al 1988, anno della sua morte. Ad essa appartiene Straniero in terra straniera (Stranger in a Strange Land, 1961).

    Per capire il cambio di registro tematico e stilistico di questo romanzo rispetto ai precedenti, bisogna tenere presente il clima politico e culturale di quel tempo. Nel 1957, la gara per la conquista dello spazio è vinta dall'URSS con la messa in orbita dello "Sputnik". Dopo di questo, altri colpi vengono inferti all'orgoglio americano: la guerra nel Vietnam, le vicende del "Watergate", l'attività spionistica della CIA...

    Le mutate condizioni storiche e spirituali rendono caduchi gli sforzi della fantascienza - come scrive Jacques Sadoul nella sua Storia della fantascienza - «nei due campi della predizione e del realismo nella descrizione del futuro». L'esigenza di un rinnovamento è avvertita dalla maggior parte degli scrittori discience fiction.

    Anche Heinlein sente il bisogno di stare al passo coi tempi, anch'egli sente la necessità «di esaminare ciascuno dei fondamentali assiomi della cultura occidentale, di mettere sotto processo ciascun assioma, porlo in dubbio e, se possibile, mostrare come l'antitesi di ciascun assioma appaia possibile e forse addirittura desiderabile, anziché inconcepibile».

    Queste le parole con cui Heinlein presentò al pubblico la prima edizione di Straniero in terra straniera, dove si narra la storia di Valentine Michael Smith, un giovane terrestre nato su Marte e allevato dai marziani, che gli trasmettono poteri straordinari.

    Giunto all'età di venticinque anni, si reca sulla Terra. Resosi conto che tra gli esseri umani è diffusa la «convinzione che il sesso [è] 'malvagio' e 'vergognoso' e 'animalesco', qualcosa da rinnegare e da disprezzare», decide di fondare una nuova religione, basata su un nuovo codice sessuale.

    Al posto della monogamia che conduce inevitabilmente a «castità riluttante, adulterio, gelosia, amarezza, famiglie distrutte e figli rovinati», l'uomo deve adottare la «pluralità-nella-unità, il congresso sessuale condiviso-da-tutti».

    Inutile dire che Straniero in terra straniera è proprio sul piano religioso che fallisce più vistosamente. Ossserva Guido Pagliarino (cfr. "Future Shock" n.50): «Se l’Heinlein pare scrivere questo suo romanzo sulla falsariga della religione cristiana, in realtà ne capovolge i valori: il peccato dell’Uomo – Adamo – nel Giudeo-cristianesimo consiste proprio nel suo vedersi come Dio sostituendosi – illusoriamente – a lui; e secondo l’insegnamento di Gesú, gli esseri umani hanno sì grandissimo valore, ma in quanto figli di Dio-Amore e fratelli di Cristo, ed è per questo, non per il credersi falsamente iddii, che gli uomini devono amarsi e aiutarsi reciprocamente».

    Severe critiche sono state rivolte anche alla concezione che Heinlein ha del sesso. Riccardo Valla, nella sua presentazione all'edizione italiana del romanzo, scrive che «[...] è interessante constatare come i costumi sessuali della "religione" di Smith corrispondano alla sessualità atletica e disinibita che viene propagandata da riviste come "Playboy" [...].

    Questo modo di intendere il sesso è però un'utopia, ed è altrettanto parziale quanto lo era il puritanesimo vittoriano. L'errore consiste nel ritenere che il sesso sia sempre e necessariamente uno strumento positivo di conoscenza: ciò potrà essere vero in una utopia, ma non certo nella realtà, ed Heinlein non riesce a cogliere l'errore di fondo della sua posizione, e cioè che a volte il sesso diventa strumento di ricatto effettivo o mezzo per acquisire potere».

    Quanto all'influsso che Straniero in terra straniera avrebbe esercitato sul movimento hippie, ecco che cosa ne pensa Brian W.Aldiss in Un miliardo di anni: «La grottesca "religione" di Manson si componeva di molti fuscelli vaganti nell'atmosfera, tra i quali i testi della Bibbia, la musica dei Beatles e la droga.

    Egli assorbì inoltre un po' di scientologia, anch'essa il prodotto del cervello di uno scrittore di fantascienza, L.Ron Hubbard [...] soltanto un moralista potrebbe essere tanto stupido da immaginare, in piena guerra del Vietnam, che gli assassini di Sharon Tate e tutti gli altri componenti dell'odiosa setta feticista di Manson possano essere una specie di logica conseguenza finale della ben salda e rispettabile tradizione dei pulp dell'onnipotenza del maschio».

    La ragione del fallimento, dal punto di vista ideologico, di questo e di tanti altri romanzi della terza fase, sono da ricercarsi, secondo noi, nella mentalità pragmatica dell'Autore, poco incline alla riflessione filosofica. In un romanzo breve, L'eredità perduta (Lost Legacy, 1941), fa dire al protagonista: «In realtà, nella filosofia non c'è nulla. Avete mai provato a mangiare lo zucchero filato che vendono nelle fiere? Sembra che sia effettivamente qualcosa, ha un bellissimo aspetto e un sapore dolce: ma quando cerchi di morderla non riesci a stringerla tra i denti, e quando provi ad inghiottirla, in realtà non c'è niente».

    Parole, certo, ad effetto, ma anche sintomatiche. La crisi che, agli inizi degli anni Sessanta, serpeggiava in seno alla fantascienza e che portò alla chiusura di "Astounding", doveva, invece, spingere Heinlein & C. ad usare, non a svilire, lo strumento della riflessione filosofica, per chiarire, una volta per tutte, la vera natura della fantascienza e scoprire e valorizzare, per una nuova Età dell'Oro, la dimensione umanizzante della scienza.




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    Fraternamente CaterinaLD

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    00 21/08/2012 21:56

    Senza fede che c'è di bello nella vita?


    L'invito a riscoprire la fede di Ray Bradbury, l'autore recentemente scomparso delle "Cronache marziane"


    di Andrea Bartelloni

    ROMA, lunedì, 6 agosto 2012 (ZENIT.org) - «Nel 1859 Darwin ha aperto il passaggio verso un nuovo tipo di organizzazione ideologica del pensiero e della fede, organizzazione basata sull’evoluzione (…) Nel modo di pensare evoluzionista non c’è bisogno né spazio per il sovrannaturale. La terra non è stata creata, si è evoluta. Così gli animali, le piante, inclusi noi uomini, la mente e l’anima, come il cervello ed il corpo. Così la religione». Con queste parole Julien Huxley, nipote di Thomas Huxley, amico e promotore di Darwin, descriveva con grande onestà intellettuale l’opera dello scienziato inglese.

    Questa citazione torna in mente leggendo i racconti di Ray Bradbury, Cronache marziane (Oscar Mondadori, 2011). L’autore americano, recentemente scomparso, mette in bocca ad uno dei tanti protagonisti una frase che la dice lunga sul suo retroterra culturale. Si tratta di una riflessione sulla causa del declino della razza umana: la perdita della fede.

    Perdita della fede collegata alla comparsa di Darwin e delle sue teorie, assieme ad Huxley e a Sigmund Freud, il padre della psicanalisi (Negli anni in cui Bradbury scrive la psicanalisi freudiana furoreggiava negli Stati Uniti).

    Teorie abbracciate con gioia, ma che ci siamo accorti che stridevano con le religioni, non riuscendo a rimuoverle abbiamo rimosso le religioni, conclude il protagonista del racconto.

    La riflessione di Bradbury, fatta alla fine degli anni ’40 del secolo scorso, è molto interessante e continua così: «E abbiamo fatto un bell’affare: abbiamo perduto la fede e ce ne siamo andati in giro chiedendoci quale fosse lo scopo, il senso della vita. Se l’arte non era nulla più di un fremito di desiderio frustrato, se la religione non era che un’autoillusione, che cosa c’era di bello nella vita? La fede ci aveva sempre dato le risposte, ma con Freud e Darwin tutto è andato a finire nella spazzatura. Eravamo e siamo una razza perduta» (pag. 87 de le "Cronache marziane").

    E la causa sta nella perdita di rapporti tra scienza e religione che, invece di arricchirsi l’un l’altra, si sarebbero date battaglia.

    Il cardinale Ratzinger in un suo famoso discorso (Sorbonne, Parigi, 27 novembre 1999) ebbe a sottolineare come «la teoria dell’evoluzione si è sempre più venuta delineando come la via per far scomparire finalmente la metafisica e per far apparire superflua l’ “ipotesi di Dio” (Laplace) e per formulare una spiegazione strettamente “scientifica” del mondo».

    Qui appunto sta il problema: scienza e fede, scienza e religione sembrano essere alternative. La posta in gioco è alta e non solo Bradbury se ne rese conto, anche gli ultimi pontificati lo hanno sottolineato con forza. Si è dimenticato quello che diceva Leo Moulin (Tecnologia e cristianesimo): «Il cristianesimo, presentando all’uomo un’immagine del mondo che non si identifica con Dio, il cui mistero è a lui accessibile; affidando all’uomo, fatto a immagine e somiglianza di Dio, il compito di “dominare” la terra (…) ha aperto la strada alla conoscenza scientifica del mondo e alle applicazioni della tecnica».

    Non esiste contrapposizione, anzi, è il cristianesimo che ha permesso la nascita e lo sviluppo della scienza come noi la conosciamo.

    [SM=g1740771]

    Fraternamente CaterinaLD

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