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capitolo nono

3 - IL RENDIMENTO DI GRAZIE


Terminata la meditazione, segue il rendimento di grazie, per cui si deve prendere occasione dalla meditazione compiuta, rendendo grazie a nostro Signore per il dono che in essa ci ha fatto.
Se la meditazione è stata sulla passione, si deve ringraziare nostro Signore perché ci ha redento con tante sofferenze, se è stata sui nostri peccati, perché ha atteso tanto tempo il nostro pentimento, se sulle miserie di questa vita, perché da tante di esse ci ha liberato, se sul momento della morte, perché ci ha liberato dai suoi pericoli e ha atteso il nostro pentimento, se sul paradiso perché lo ha creato per tanto bene, e così di ogni altra cosa.
A questi doni aggiungerà tutti gli altri di cui prima si è parlato, che sono il dono della creazione, della conservazione, della redenzione, della vocazione, eccetera. E così ringrazierà nostro Signore perché lo ha creato a sua immagine e somiglianza, perché gli ha dato la memoria per ricordarsi di lui, l'intelletto per conoscerlo, la volontà per amarlo, perché gli ha dato un angelo che lo salvasse da tanti travagli e pericoli, da tanti peccati mortali e dalla morte, quando si trovava in essi; il che non fu altro che liberarlo dalla morte eterna; perché scelse di assumere la nostra natura e di morire per noi; perché lo ha fatto nascere da genitori cristiani e gli ha dato la grazia del santo Battesimo, dandogli in esso la sua grazia, promettendogli la sua gloria e accogliendolo come figlio adottivo; perché gli ha dato armi per combattere contro il demonio, la carne nel Sacramento della Confermazione; perché gli ha dato se stesso nel Sacramento dell'altare; perché gli ha dato il Sacramento della penitenza per recuperare la grazia perduta col peccato mortale e per le molte buone ispirazioni che sempre gli ha mandato e gli manda; per l'aiuto che gli ha dato nel pregare, nel fare il bene, nel perseverare nel bene intrapreso.

A questi doni aggiunga gli altri generali e particolari che riconosce di avere ricevuto da nostro Signore. Per questi e per tutti gli altri palesi e nascosti, renda grazie quanto più può e inviti tutte le creature sia del cielo che della terra perché lo aiutino in questo compito. Con questo spirito potrà dire, se vuole, il cantico Benedicite omnia opera Domini Domino, laudate et super exaltate (Dn 3,57). O il salmo Benedic anima mea Domino et omnia quae intra me sunt nomini santo ejus. Benedic anima mea Domino et noli oblivisci omnes retributiones ejus. Quia prospiciatur omnibus iniquitatibus tuis, qui sanat omnes infirmites tuas. Qui redimii de interitu vitam tuam, qui coronai tè in misericordia et miserationibus... (Sal 102,1-4).


capitolo decimo

4 - L'OFFERTA


Ringraziato di tutto cuore il Signore per tutti questi benefici, il cuore prorompe spontaneamente in quello slancio del profeta David che dice: Cosa darò io al Signore in cambio di tutti i doni che mi ha dato? (Sal 115, 12). L'uomo può in qualche modo soddisfare questo desiderio, dando ed offrendo a Dio, da parte sua, tutto ciò che ha e può offrirgli.
Per questo, in primo luogo, deve offrire se stesso in perpetua schiavitù consegnandosi e ponendosi nelle sue mani perché faccia di lui ciò che vuole, nel tempo e nell'eternità, e offrire insieme tutte le sue parole, le sue opere, i suoi pensieri, le sue fatiche, cioè tutto ciò che farà e affronterà, perché tutto torni ad onore e gloria del suo santo nome.
In secondo luogo, può offrire al Padre tutto quanto suo figlio fece e meritò, tutte le sofferenze che patì in questo mondo per obbedienza a lui, dal presepio fino alla croce, perché tutto questo è la nostra ricchezza e l'eredità che ci lasciò nel Nuovo Testamento per cui ci fece eredi di questo grande tesoro.
E così, poiché ciò che mi è dato per grazia non mi appartiene meno di ciò che ho acquisito con le mie forze, i meriti e i diritti che mi ha dati non mi appartengono meno di quanto accadrebbe se li avessi ottenuti col mio sudore e la mia fatica. E per questo si può fare quest'offerta non meno della prima, annoverando, per suo ordine, tutto quanto ha fatto e faticato, tutte le virtù della sua santissima vita, la sua obbedienza, la sua pazienza, la sua umiltà, la sua fedeltà, la sua carità, la sua misericordia con tutte le altre. È questa, infatti, la più bella e ricca offerta che possiamo fare.


capitolo undicesimo

5 - LA RICHIESTA


Fatta questa ricca offerta, certo possiamo chiedere per essa la ricompensa.
In primo luogo, chiediamo con slancio di carità, preoccupati della gloria di nostro Signore che tutte le genti del mondo lo conoscano, lo lodino e lo adorino come il loro unico, vero Dio e Signore, profferendo dall'intimo del nostro cuore quella parola del profeta: Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti (Sal 66, 4).
Preghiamo inoltre per i capi della Chiesa, Papi, Cardinali, Vescovi con tutti gli altri sacerdoti e prelati inferiori, perché il Signore li accenda e li illumini così che sappiano portare tutti gli uomini alla conoscenza e all'obbedienza del loro creatore. Dobbiamo anche pregare (come consiglia san Paolo) per i re e per tutti coloro che posseggono qualche autorità, perché possiamo noi, grazie alla loro tutela, vivere una vita tranquilla e serena.
Poiché ciò è gradito agli occhi di Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini si salvino e pervengano alla conoscenza della verità. Preghiamo anche per tutti i membri del Corpo Mistico, per i giusti affinché il Signore li conservi, per i peccatori affinché li converta, per i defunti affinché misericordiosamente li tragga da tanti patimenti e li porti alla pace della vita eterna.
Preghiamo anche per tutti i poveri, gl'infermi, i carcerati, i prigionieri... Che Dio, per i meriti di suo figlio, li aiuti e li liberi dal male.

Dopo avere chiesto per il nostro prossimo, chiediamo per noi; ciò che dovremo chiedere lo mostrerà a ciascuno la sua necessità, se saprà riconoscerla.
Tuttavia, per facilitare questo insegnamento, ecco le grazie che possiamo chiedere.
In primo luogo, chiediamo, per i meriti e le sofferenze di nostro Signore, perdono di tutti i nostri peccati e la forza di correggerli; specialmente chiediamo aiuto contro tutte le passioni e i vizi a cui siamo più inclini e da cui siamo più tentati, scoprendo le nostre piaghe al medico celeste perché le risani e le curi col balsamo della sua grazia.
In secondo luogo, chiediamo le altissime e nobilissime virtù in cui consiste la somma di ogni cristiana perfezione, che sono fede, speranza, carità, timor di Dio, umiltà, pazienza, obbedienza, forza per ogni tribolazione, semplicità di spirito, disprezzo del mondo, discrezione, purezza di intenzioni, con le altre virtù simili che sono in cima a questo edificio spirituale. La fede, infatti, è la radice prima di tutta la cristianità, la speranza è il sostegno e il rimedio contro le tentazioni di questa vita, la carità è il fine di ogni perfezione cristiana, il timor di Dio è il principio di ogni sapienza, l'umiltà è il fondamento di tutte le virtù, la pazienza è l'armatura contro i colpi e gli assalti del nemico. L'obbedienza è la graditissima offerta in cui l'uomo offre se stesso a Dio in sacrificio, la discrezione è gli occhi con cui l'anima vede e percorre tutte le sue strade, la forza è le braccia con cui compie tutte le sue opere, la purezza di intenzioni è quella che rimanda e indirizza tutte le nostre opere a Dio.

In terzo luogo, chiediamo le altre virtù che, oltre ad essere di per sé importanti, servono a custodire quelle più grandi, vale a dire la moderazione nel bere e nel mangiare, la moderazione della lingua, il controllo dei sensi, la misura e la compostezza esteriore, la dolcezza e il buon esempio nei riguardi del prossimo, il rigore e la severità nei riguardi di se stessi, con le altre analoghe virtù.
Dopo di ciò, termini con la richiesta dell'amor di Dio e in essa si trattenga, occupando la maggior parte del tempo nel chiedere al Signore questa virtù con profondi affetti e sentimenti (poiché in essa consiste tutto il nostro bene). Potrà dire così.

6 - Speciale richiesta dell'amore di Dio

Al di sopra di tutte queste virtù, concedimi, Signore, la tua grava affinché io ti ami con tutto il mio cuore, con tutto il mio animo, con tutte le mie forze con tutto il mio intimo, come tu comandi. O tu, che sci tutta la mia speranza, tutta la mia gloria, tutto il mio rifugio, tutta la mia gioia! O tu, più amato di tutti gli esseri amati!. O sposo fiorente, sposo soave, o tenero sposo! O dolcezza del mio cuore! O vita dell'anima mia e gioioso sollievo del mio spirito! O giorno luminoso e bello dell'eternità, serena luce del mio intimo e imito paradiso del mio cuore! O mio amabile principio, mia somma forza!
Prepara, Dio mio, prepara, Signore, un gradevole soggiorno per te in me. affinché, secondo la promessa della tua santa parola, tu venga a me e possa in me riposare.
Mortifica in me tutto db che non piace ai tuoi occhi e rendimi uomo secondo le intenzioni del tuo cuore. Colpisci, Signore, la più profonda intimità del mio cuore con le saette del tuo amore e ubriacala col vino della tua perfetta carità. Oh, quando questo accadrà? Quando ti sarò gradito in ogni mio aspetto? Quando sarà morto tutto ciò che in me ti è contrario? Quando ti apparterrò totalmente? Quando cesserò di essere mio? Quando avverrà che nessuna cosa vivrà in me al di fuori di te?
Quando ti amerò di amore ardentissimo? Quando mi brucerà tutta la fiamma del tuo amore? Quando sarò del tutto vinto e trafitto dalla tua soavissima dolcezza?
Quando aprirai a questo povero mendicante e gli scoprirai il tuo bellissimo regno che sta dentro di me, che sei tu con tutte le tue ricchezze? Quando mi trasporterai e annegherai e trascinerai e nasconderai in te, così che io non sia più io? Quando, eliminati tutti gli impedimenti e gli ostacoli, mi farai un solo spirito con te, così che non possa mai più separarmi da te?
O amato, amato, amato dell'anima mia! O dolcezza, dolcezza del mio cuore!
Esaudiscimi, Signore, non per i miei meriti, ma per la tua infinita bontà! Insegnami, illuminami, indirizzami, aiutami in tutte le circostanze perché niente sia fatto e sia detto se non ciò che è gradito ai tuoi occhi. O mio Dio, mio amato, altissimo bene dell'anima mia! O amore mio dolce! O mia grandissima gioia! O mia forza, veglia su di me! Luce mia, fammi da guida! O Dio del mio grande amore, perché non ti concedi al povero? Tu penetri i cieli e la terra e lasci vuoto il mio cuore?
Tu vesti i gigli dei campi, procuri il cibo agli uccellini e sostenti i vermi della terra ti scordi di me che tutto dimentico per te?
Tardi ti ho conosciuto, o bontà infinita! Tardi ti ho amato, o bellezza così antica e così nuova! Infelice il tempo che non ti ho amato! Me infelice quando non ti conoscevo! Cieco quando non ti vedevo! Eri dentro di me ed io ti cercavo all'esterno! Anche se ti ho trovato tardi, non permettere. Signore, per tua divina clemenza, che io ti abbandoni mai.
Se uno degli aspetti che più ti piacciono e più colpiscono il tuo cuore è che si abbia occhi per saperti guardare, dammi Signore gli occhi per guardarti, occhi semplici di colomba, occhi casti e timorosi, occhi umili e innamorati, occhi devoti e che sanno piangere, occhi assenti e discreti per comprendere e compiere la tua volontà, affinché, guardandoti io con essi, sia da te guardato con gli occhi con cui hai guardato Pietro, facendolo piangere per il suo peccato, gli occhi con cui hai guardato il figliol prodigo, quando gli andasti incontro per riceverlo col bacio di pace, gli occhi con cui hai guardato il pubblicano quando non osava alzare lo sguardo al cielo, gli occhi con cui hai guardato la Maddalena, quando con le sue lacrime ti lavava i piedi, gli occhi, infine, con cui hai guardato la sposa del Cantico dei Cantici quando le hai detto: "Sei bella, amica mia, sei bella! i tuoi occhi sono di colomba!".
Perché, compiacendoti degli occhi e della bellezza dell'anima mia, tu le dia quegli ornamenti di virtù e grazia che possono sempre farla apparire bella.

O altissima, clementissima, benigna Trinità, Padre, Tiglio, Spirito Santo, Dio unico e vero insegnami, guidami, aiutami, Signore di tutto! O Padre onnipotente, per la grandezza del tuo infinito potere, riponi e conferma in te la mia memoria e riempila di santi e devoti pensieri! O Figlio santissimo, con la tua eterna sapienza, purifica il mio intelletto, adornato della conoscenza della somma verità e della mia estrema bassezza! O Spirito Santo, amore del Padre e del Figlio, con la tua ineffabile bontà, trasferisci in me tutta la tua volontà, accendila di un fuoco d'amore così grande che nessun'acqua possa spegnerla!

O santa Trinità, unico Dio mio, che sei tutto il mio bene!
Oh, se potessi lodarti e amarti come ti lodano e ti amano tutti gli angeli!
Oh, se avessi l'amore di tutte le creature, con quanta gioia te lo darei e lo trasferirei in te, pur sapendo che non è sufficiente ad amarti come meriti!
Tu solo puoi degnamente amare e lodare tè stesso, perché tu solo comprendi la tua incommensurabile bontà e puoi amarla. quanto essa merita, così che solo nel tuo divinissimo cuore può trovar luogo un amore adeguato a te.

O Maria, Maria, Maria, Vergine santissima, madre di Dio, regina del cielo, Signora del mondo, tabernacolo dello Spirito Santo, giglio di purezza, rosa di pazienza, paradiso di gioia, esempio di castità, modello di innocenza! Prega per questo povero, esule e viandante e spartisci con lui la sovrabbondanza della tua traboccante carità.
O voi beati santi e sante, o voi beati spiriti che tanto ardete dell'amore del vostro Creatore e soprattutto, voi Serafini, che infiammate del vostro amore il cielo e la terra, non abbandonate questo povero, miserabile cuore, ma purificatelo come le labbra di I saia. di tutti i suoi peccati, fatelo ardere con la fiamma di questo vostro ardentissimo amore, perché ami solo il suo Signore, lui solo cerchi, in lui solo riposi e dimori per i secoli dei secoli.

Amen.



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)