00 22/10/2012 18:39
[SM=g1740771] Giovedì

In questo giorno penserai al Giudizio finale, perché, pensando ad esso, si ridestino nell'anima tua i due sentimenti principali che deve avere ogni vero cristiano, vale a dire il timor di Dio e l'odio del peccato.

Pensa dunque, in primo luogo, quanto sarà terribile il giorno in cui si investigheranno le cause di tutti i figli di Adamo, si concluderanno i processi della nostra vita e si darà la sentenza definitiva del nostro eterno destino. Quel giorno compendierà i giorni di tutti i secoli passati, presenti e futuri, perché in esso il mondo renderà conto di tutti i tempi e in esso proromperanno l'ira e lo sdegno raccolti in tanti secoli. Tanto precipitoso scorrerà allora il fiume prorompente dell'indignazione divina, che ha raccolto tanta ira e sdegno quanti peccati si sono compiuti dall'inizio del mondo.

Considera in secondo luogo i sintomi spaventosi che precederanno questo giorno, poiché, come dice il Salvatore, prima che questo giorno venga, ci saranno segni nel cielo, nella luna e nelle stelle e, infine, in tutte le creature del cielo e della terra" (Lc 21, 11-28).

Tutte infatti presagiranno la propria fine prima che avvenga e tremeranno e cominceranno a cadere prima di cadere. Gli uomini, dice, cammineranno secchi e smagriti dalla morte, udendo gli spaventosi muggiti del mare e vedendo le grandi onde e flutti che esso solleverà, preannunciando le grandi calamità e sventure che minacceranno il mondo con questi terribili segni. Così andranno attoniti e spaventati, coi volti lividi e sfigurati, misurando i pericoli col proprio timore, così in pena per se stessi da non ricordarsi di nessun altro, neppure del padre o del figlio. Nessuno potrà far nulla per nessuno, perché nessuno riuscirà neppure a badare a se stesso.

In terzo luogo, considera il diluvio universale di fuoco che verrà prima del giudizio e il terribile suono di tromba che suonerà l'Arcangelo per convocare tutte le generazioni del mondo, perché si radunino al proprio posto e siano presenti al giudizio e soprattutto la spaventosa maestà con cui il Giudice si presenterà.
Dopo di ciò, considera quanto severo sarà il conto che a ciascuno si chiederà. Veramente, dice Giobbe, l'uomo non può essere giustificato se posto a confronto con Dio (Gb 9, 2).

E se si vuol porre a giudizio con Lui, di mille imputazioni che gli siano fatte, non potrà rispondere a una sola.
Cosa proverà allora ciascuno dei malvagi quando Dio entrerà con lui in questo esame e dall'interno della sua coscienza gli dirà:
"Vieni qui, uomo malvagio, cosa hai visto in me per disprezzarmi tanto e per passare dalla parte dei miei nemici? Io ti ho creato a mia immagine e somiglianza. Io ti ho dato la luce della fede, io ti ho fatto cristiano e ti ho redento col mio sangue. Per te ho digiunato, camminato, vegliato, sofferto, sudato sangue. Per te ho subito persecuzioni, percosse, bestemmie, scherni, colpi, oltraggi, tormenti e croce. Ne fanno testimonianza questa croce e i chiodi che vi compaiono, queste piaghe dei piedi e delle mani che sono restate nel mio corpo, ne fanno testimonianza il cielo e la terra di fronte a cui ho sofferto.
Che cosa hai fatto di questa anima tua che ho fatto mia col mio sangue? A qual fine usasti ciò che io ho comprato a prezzo così alto? Oh, generazione stolta ed adultera, perché hai voluto servire con affanno il tuo nemico piuttosto che me, tuo redentore e creatore, con gioia? Tante volte vi ho chiamato e non avete risposto, ho bussato alla vostra porta e non vi siete destati, ho steso le mie mani sulla croce e non le avete guardate, avete disprezzato i miei consigli, le mie promesse, le mie minacce. Dite ora dunque voi, Angeli, giudicate voi, giudici, fra me e la mia vigna, cosa dovevo fare io più di quello che ho fatto?"

Cosa risponderanno allora i malvagi, coloro che si sono fatti beffe delle cose di Dio, coloro che hanno deriso la virtù, coloro che hanno disprezzato la semplicità, coloro che hanno tenuto in maggior conto le leggi del mondo che quelle di Dio, coloro che furono sordi a tutti suoi richiami, insensibili a tutte le sue ispirazioni, ribelli a tutti i suoi comandamenti, ingrati e duri ai suoi castighi e ai suoi benefìci?

Cosa risponderanno coloro che vissero come se Dio non esistesse e coloro che non tennero conto di nessuna legge, ma solo del loro interesse?

Che farete voi, dice Isaia, il giorno della visitazione e della sventura che vi verrà da lontano? (Is 10, 3) A chi chiederete aiuto? A cosa vi gioverà l'abbondanza delle vostre ricchezze?
In quinto luogo, dopo tutto questo, considera la terribile sentenza che il Giudice scaglierà contro i malvagi e quella tremenda parola che farà arrossire le orecchie di chi l'ascolterà.

Le sue labbra, dice Isaia, sono piene d'indignazione e la sua lingua è come fuoco che inghiotte (Is 30, 27). Quale fuoco brucerà come quella parola: Allontanatevi da me, maledetti, al fuoco eterno preparato da Satana e dai suoi demoni (Mt 25, 41)?
Ciascuna di queste parole da molto da meditare e da pensare: la separazione, la maledizione, il fuoco, la compagnia e, soprattutto, l'eternità.




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)