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CAPITOLO II   I SANTI

“Gli Ordini religiosi ‑ scrive il P. Lacordaire ‑ sono il maggiore sforzo della Chiesa, per vincere il mondo a forza di abnegazione e per conseguenza di santità”.
L’Ordine di S. Domenico non ha fatto il suo dovere su questo punto?
Alla storia spetta il rispondere. Quelli che conoscono gli annali dell’Ordine sanno che poche famiglie religiose ebbero la ventura di dare al Cielo tanti santi. Un vero esercito di Predicatori, che la voce della Chiesa o quella del popolo cristiano ha proclamati beati, circonda “d’una corona d’onore e di gloria” il Patriarca d’Osma: Papi, Vescovi, Dottori, missionari, vergini, martiri.
Si domandava al papa Clemente X quanti santi l’Ordine diede alla Chiesa: “Quanti santi nella famiglia dei Predicatori? ‑ rispose egli, ‑ conta le stelle del cielo, se puoi”.
“Fin dalla sua fondazione ‑ scriveva Clemente XIV ‑ quest’Ordine glorioso fu come un campo fertile, che non cessò di dare alla Chiesa uomini eminenti in dottrina e in santità”.
E Pio IX: “Dalla famiglia dei Predicatori, co­me da una miniera inesauribile, non cessano di uscire uomini illustri per la loro santità. Veramente l’Onnipotente fece grandi cose per quest’Ordine e l’arricchì di santi”.
Il P. Savonari, teatino, scrisse che, nello spazio di vent’anni, tremila Frati Predicatori sono morti in concetto di santità. Pio IX e Leone XIII collocarono sugli altari 120 figli di S. Domenico, come per mostrare che la fecondità domenicana era lungi dall’essere esaurita.
Quindi si dovette rinunziare a dare una festa speciale a ciascun santo dell’Ordine, e celebrare la loro memoria in una festa collettiva, che nella liturgia domenicana porta il nome di Tutti i Santi dell’Ordine.
Nella bolla che l’istituiva, Clemente X scriveva: “È giusto che l’Ordine celebri in un giorno speciale la festa di tutti i suoi santi, perchè, se noi volessimo assegnare un giorno proprio a ciascuno, bisognerebbe per loro soli comporre un nuovo calendario”.
Ora non vi è nulla di più vario di quest’immensa assemblea dei santi domenicani. Tutte le condizioni vi sono rappresentate. Ciascuno vi può trovare dei modelli.
Vi si vedono Papi: S. Pio V, il B. Innocenzo V, il B. Benedetto XI, il B. Benedetto XIII.
Cardinali: il B. Ugo di San Caro, il B. Giovanni Dominici.
Vescovi: Sant’Antonino, il B. Giacomo da Varazze, il B. Agostino da Lucera, il B. Bartolomeo di Breganze, B. Andrea Franchi.
Dottori e teologi: S. Tommaso d’Aquino, S. Alberto Magno, S. Raimondo di Peñafort.
Scrittori mistici: il B. Enrico Susone, il Ven. Taulero, il Ven. Luigi di Granata, Santa Caterina da Siena.
Predicatori: S. Pietro da Verona, S. Vincenzo Ferreri, il B. Reginaldo d’Orleans, il B. Giovanni da Vicenza, B. Ambrogio Sansedoni.
Missionari: S. Giacinto, S. Lodovico Bertrando, il B. Paolo d’Ungheria, il B. Alfonso Navarrete, il B. Angelo Orsucci, il B. Guglielmo Courtet.
Fratelli coooperatorii: S. Martino de Porres, S. Giovanni Massias, il B. Simone Ballacchi, il B. Giacomo da Ulma.


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La varietà non è meno mirabile se si considerano le loro origini. Siccome l’Ordine è diffuso per tutta la terra, non vi è popolo presso cui esso non conti personaggi eminenti in santità.
È forse la sua più bella gloria l’aver fatto sorgere santi da tutti i punti dei globo, anche dal suolo ingrato delle nazioni barbare ed ancor pagane. Citiamo il nome d’alcuni soltanto:
In Italia: S. Pietro da Verona, S. Tommaso d’Aquino, Sant’Antonino, S. Pio V,  B. Alberto da Bergamo, B. Ambrogio da Siena,  B. Raimondo da Capua, Sant’Agnese di Montepulciano, Santa Caterina da Siena, Santa Caterina de Ricci.

In Francia: B. Reginaldo d’Orléans, B. Bertrando Garrigue, B. Umberto de Romans, B. Innocenzo V, B. Guglielmo Arnaud, B. Nicola de Rochefort, B. Andrea Abellon, B. Guglielmo Courtet.

In Spagna: S. Domenico, S. Raimondo di Peñafort, S. Vincenzo Ferreri, S. Lodovico Bertrando, S. Francesco de Capillas, B. Alvaro di Cordova, B. Francesco de Possadas.

In Portogallo: B. Pelagio, B. Egidio, B. Pietro di Santarem, B. Pietro d’Aveiro, B. Vincenzo di Lisbona, B. Gondisalvo di Guimaraens, Beata Giovanna.

In Germania: S. Alberto Magno, B. Enrico di Colonia, B. Giordano di Sassonia, B. Enrico Susone, B. Giacomo d’Ulma.

In Inghilterra: B. Lorenzo, B. Brizio, Beata Eufemia.

In Irlanda; più di cento martiri di cui la Sacra Congregazione tratta attualmente la Causa.

In Belgio: B. Oddone di Gand, B. Servazio di Lovanio, B. Giovanni Lammens, B. Antonino Timmermans, Beata Margherita d’Ypres.

In Olanda: S. Giovanni di Gorcum, Beata Geltrude.

In Danimarca: B. Rano di Dacia, B. Steno.

In Polonia: S. Giaciuto, B. Ceslao, B. Sadoc e 48 compagni, B. Berengario di Cracovia, B. Bernardo di Halicz, B. Ermanno, B. Stanislao, B. Felice di Sirardz.

In Boemia: Santa Zedislava, B. Corrado di Praga.

In Ungheria: S. Margherita, B. Paolo e compagni, B. Fromento, B. Maurizio, Beata Elisabetta, Beata Elena.

In Svizzera: B. Corrado di Costanza, Beata Matilde di Stans.

A Malta: B. Andrea Xueres.

In Russia: B. Maynard, Beata Costanza.

In Armenia: B. Bartolomeo il Piccolo.

In Etiopia: B. Filippo di Sceva, Beata Arsenia.

In America: Santa Rosa da Lima, S. Martino de Porres, S. Giovanni Macias, Beata Anna degli Angeli.

Nell’Annam: B. Giuseppe Uyen, eati Vinronzo Yen, Domenico Hanh, * Tommaso De, B. Pietro Tu, B. Giuseppe Carib, e numerosi altri indigeni beatificati da Leone XIII e poi canonizzatio da Giovanni Paolo II.

Nel Tonchino: B. Pietro Thac, B. Giuseppe Tang, B. Vincenzo Liem.

Nel Giappone: B. Gaspare Cotenda, B. Vincenzo della Croce, Beati Paolo e Michele Fimonoya, B. Domenico Xohioya, B. Giovanni Tomaki, B. Lodovico Misaci, e una ventina d’altri giapponesi che Pio IX ha collocati sugli altari.


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Come facilmente si vede, questa moltitudine abbraccia tipi diversissimi. Non ce ne son due che siano simili. L’ideale domenicano, largo e comprensivo, ammette facilmente queste differenze di stirpe e di temperamento, ma, nel medesimo tempo, definito e fermo, esso risolve la moltiplicità nell’unità.
Poiché secoli e paesi diversissimi lavorano ad arricchirlo, l’immenso coro dei santi domenicani è vario. Ma esso resta uno perché tutti quelli che lo compongono portano il segno distintivo dei figli del Patriarca d’Osma.
Qualunque siano state le loro origini o le loro funzioni, i nostri santi furono dei contemplativi-apostoli. Attinsero in una contemplazione abbondante e ininterrotta il gusto e la forza delle fatiche apostoliche.

Inoltre la loro contemplazione riveste un carattere speciale: appartenenti ad un Ordine la cui divisa è Veritas e i cui forti studi teologici mantengono la vita intima, essi, se così si può dire, hanno una santità di luce. Vanno a Dio specialmente per la luce. Quello che essi cercano da per tutto è la Verità, ma la Verità prima, il Verbo vivente, il “Verbo fatto carne che abitò cogli uomini”.
Perciò tutti si segnalarono per un culto appassionato della Santa Umanità di Gesù, soprattutto nelle sue grandi manifestazioni, la Passione e l’Eucaristia.
Un sol fatto basta a mettere in luce la devozione dome­nicana alla Passione di Gesù: fra i Santi dell’Ordine, vi sono circa 90 favoriti delle stimmate. Quanto all’Eucaristia, tutti conoscono la parte che ebbe il B. Ugo di San Caro e S. Tommaso d’Aquino nell’istituzione della festa del Corpus Domini. La Confraternita del SS. Sacramento, fondato e propagata dai Predicatori, dipende dal Maestro Generale dell’Ordine.
Essi verificano a maraviglia le parole di S. Paolo: Divisiones quidem gratiarum, unus autem spiritus (Vi è molteplicità di carismi, ma uno solo è lo spirito). Nella famiglia spirituale di S. Domenico, vi è la divisione delle grazie nell’unità dello spirito.
A tutti questi grandi nomini, che ci tracciarono la via noi dobbiamo un’assoluta sottomissione e una filiale gratitudine. Son quelli che fecero l’Ordine e lo mantennero in uno stato di fedeltà così costante al suo ideale che in seguito non può scordarlo per molto tempo. Essi lo fanno conoscere nella sua verità manifestando la sua vita intima. Sono la sua prima ricchezza, l’esplicazione della sua durata, in sua tutela per sempre.

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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)