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CHIAVE TEOLOGICA DELLA MOSTRA

IL CAMMINO DI PIETRO
Cosa un uomo può fare per Dio.

Cosa Dio può fare di un uomo.

 INTRODUZIONE: Pellegrini sui passi di Pietro

Davanti all’opera:
1. Vitale degli Equi, detto da Bologna,
San Pietro benedice un pellegrino

Entrare nelle sale di una mostra d’arte è delizia per lo sguardo, arricchimento per la conoscenza, emozione continua.
Entrare in questa mostra è qualcosa di più.
È uscire dal tempo ordinario, lasciarselo alle spalle, per entrare nel tempo speciale del teatro. Gli attori sono le opere d’arte, interpreti scelti – di indubbio valore artistico, non troppi, portatori di radiazioni spirituali – che narrano la storia di un uomo nel quale tutti possono riconoscersi almeno in parte: Pietro, l’apostolo scelto da Gesù sul lago di Galilea e morto a Roma, a pochi passi da questo antico Castello.
Il cammino di Pietro lascia orme di entusiasmo e di sconforto, di convinzione e di dubbio, di forza e di crisi. Il credente e il non credente, seguendo di orma in orma l’avventura di quell’uomo, percepiscono cos’è davvero la fede, cosa un uomo può fare per fede e cosa la fede può fare di un uomo.
Non mancano, lungo il percorso, magnifici confronti storici e artistici tra iconografie, botteghe, autori, tecniche. Non mancano le sorprese, gli inediti che finalmente possono essere pubblicamente ammirati o i capolavori che mai avevano prima d’oggi lasciato la propria sede. Accanto a ciò, l’obiettivo della mostra è dare voce alla missione per cui queste opere furono pensate e volute: cancellare la distanza di tempo e di spazio che separa noi dagli eventi documentati nei Vangeli, per farcene diventare contemporanei.
Tra le molte testimonianze archeologiche e artistiche dedicate all’apostolo Pietro, qui si incontrano solamente opere in cui gli artisti hanno tentato di rappresentare la fede di quell’uomo, trascurando molte altre dedicate alle sue gesta o alla sua fisionomia. Le testimonianze più grandiose, poi, stanno oltre il confine della mostra, in questa stessa città di Roma: la necropoli vaticana sotto la Basilica di San Pietro; la Consegna delle Chiavi affrescata da Perugino nella Cappella Sistina; la Crocifissione di Pietro dipinta da Caravaggio, nella chiesa di Santa Maria del Popolo.
Chi era Pietro? Uomo di carattere impulsivo, irruente, certamente generoso, era di età non molto distante da quella di Gesù, nativo di Betsaida, in Galilea, sulle sponde orientali del lago di Tiberiade, figlio di una famiglia di pescatori – suo padre si chiamava Giovanni –. Suo fratello Andrea aveva un nome di origine greca, segno che la regione da cui venivano era terra cosmopolita, abituata al confronto e all’apertura mentale: un dato importante per capire tutta la storia umana di Pietro. Lui, invece, prima di incontrare Gesù si chiamava Simone: in ebraico è un nome che significa "colui che ascolta, il discepolo". Nel suo primo nome c’era il suo destino, nel suo nuovo nome ci sarà la sua missione.

 MOMENTO I: Incontro

Davanti alle opere:
2. Meister der Cabern'schen Gedächtnis-Stiftung,
Pesca miracolosa e chiamata di Pietro
3. Hans Harder,
Pietro cammina sulle acque
4. Anonimo pittore di Leuven,
Apparizione di Gesù sulle rive del lago di Tiberiade
5. Benedetto Tisi, detto il Garofalo,
Vocazione degli apostoli Pietro e Andrea
6. Andrea Camassei,
Vocazione degli apostoli Pietro e Andrea

 La fede non è una convinzione maturata ragionando: è la risposta ad un avvenimento.
Nella partita tra Dio e l’uomo, Dio gioca la prima mossa, rendendosi in diversi modi presente.
La fede consiste dunque anzitutto in un incontro personale.
Accostando le pagine dei quattro Vangeli si può ricostruire il primo incontro di Pietro con Cristo: Gesù lo vide per la prima volta a Betania, al di là del fiume Giordano. Gesù di Nazareth aveva già chiamato a seguirlo Giovanni e Andrea, discepoli di Giovanni il Battista. Tutto comincia con uno sguardo di Cristo: Andrea presenta il fratello Simone a Gesù, che "fissando lo sguardo dentro di lui" gli disse: "Tu sei Simone, il figlio di Giovanni: ti chiamerai Cefa". In un attimo, Pietro si sente dire ciò che lui era, ciò che lui è e ciò che lui sarà.
L'appuntamento successivo, decisivo per Pietro, avvenne a Cafarnao, una località sulla sponda occidentale del lago di Tiberiade. Qui lui e il fratello conducevano la propria attività di pescatori. Gesù un mattino li vede, sale sulla loro barca e chiede di scostarsi un pò da riva in modo che la folla che lo seguiva potesse ascoltarlo. Poi, a predicazione conclusa, Gesù chiede loro un gesto che, in forza della loro esperienza di pescatori professionisti appariva del tutto irrazionale: gettare le reti in pieno giorno benché, in condizioni decisamente più favorevoli, cioè nella notte, non fossero riusciti a pescare nulla. La pesca miracolosa che avviene a quel punto è la vera svolta nella vita di Pietro: il Vangelo scrive sinteticamente che lui e i suoi compagni, "tirate le barche a riva, lasciarono tutto e lo seguirono".
Pietro, lanciandosi in questa avventura, dovrà vincere il più grande nemico di sé, che è Pietro stesso. All’inizio, al primo impatto con la figura affascinante e misteriosa di Gesù, Simone si ritrae, sente quella sproporzione che, nella Bibbia, l’uomo di fede sperimenta di fronte al rivelarsi di Dio. Quando la nave quasi affonda per la quantità di pesci, Pietro reagisce spaventato: "Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù dicendo: ‘Signore, allontanami da me, perché sono un peccatore’. Grande sgomento l’aveva infatti afferrato, lui e tutti quelli che erano insieme con lui" (Lc 5, 4-9).
La fede è dunque un’esperienza altamente drammatica, perché costringe a misurarsi continuamente col proprio limite e a non averne paura.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)