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MOMENTO III: Resistenza 

Davanti alle opere:
12. Giovanni Baglione,
Lavanda dei piedi
13. Marcello Venusti,
Orazione di Cristo nell’orto e risveglio di Pietro
14. Cavalier d’Arpino,
Orazione di Cristo nell’orto
15. Dirck van Baburen,
Cattura di Cristo ed episodio di Malco

 Veramente impressionante è osservare che non c’è nessuno degli apostoli, nessuno dei personaggi del Nuovo Testamento, come Pietro, così messo a nudo nella sua umanità, in tutta la sua debolezza e la sua fatica nel credere. In Pietro c’è qualcosa che oppone resistenza alla fede.
Ciò che più colpisce l’immaginario degli artisti è vedere come Simone reagisce, come si muove maldestro davanti alla preferenza immensa che Cristo ha nei suoi confronti, in un cammino di sgretolamento progressivo della propria sicurezza di sé.
È la fede come lotta, dramma fino alla resa finale, fino all’abbandono totale, quando gli potrà dire sulla riva del lago: "Tu sai tutto, tu lo sai che io ti amo" (Gv 21,16).
La resistenza di Pietro, lo scandalo interiore dell’apostolo, consiste nel non accettare del tutto la differenza tra come Dio si rivela e come l’uomo si aspetta una tale rivelazione.
Durante l’Ultima Cena, Pietro si oppone al gesto della lavanda dei piedi, che gli appare assurdo: "Non mi laverai mai i piedi!" (Gv 13, 8). Riaffiora, come sulla barca dopo la prima pesca miracolosa, la stessa testarda tentazione di mantenere una distanza tra sé e Gesù. Simone non riesce ad arrendersi all’idea che Dio sia così diverso da come lo immaginava.
Quasi stremato da un credere che sembra domandare troppo, Pietro si abbandona ad un invincibile sonno mentre il Maestro entra nella sua tremenda agonia nell’Orto degli Ulivi: è quasi il rovescio dell’esperienza della trasfigurazione sul monte Tabor. Giunto, dopo un’ora circa, il manipolo guidato da Giuda per catturare Cristo, l’istinto spinge Pietro ad un tentativo di difendere Gesù con la forza – manifestando ancora una volta di non voler credere ancora che l’amore è la forza suprema del mondo –. A quel punto, Pietro si preoccupa di difendere se stesso, abbandonando all’improvviso il Nazareno che non riesce a seguire fino alla fine.
Anche il credente può sperimentare l’incredulità.
Anche il non credente può desiderare la fede.

 MOMENTO IV : Crisi e rinascita

Davanti alle opere:
16. Georges de La Tour,
Pietro rinnega Cristo
17. Giovan Francesco Barbieri, detto il Guercino,
Le lacrime di Pietro
18. Pittore napoletano (tra Juan Do e Giovanni Ricca),
Le lacrime di Pietro
19. Eugène Burnand,
Pietro e Giovanni corrono al sepolcro all'alba

 Per tre volte, nel cortile della casa di Caifa, mentre il Sinedrio sta concludendo il processo notturno indetto per condannare Gesù, alcuni dicono a Pietro: "Tu sei di loro, tu lo conoscevi", e per tre volte Pietro rinnega. "E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore, voltandosi, fissò lo sguardo dentro Pietro, e Pietro si ricordò della parola del Signore, il quale gli aveva detto: ‘Oggi, prima che il gallo canti la seconda volta, tu mi rinnegherai tre volte’, e uscito fuori, pianse amaramente" (Lc 22, 60-62).
Pietro crolla del tutto e si arrende definitivamente all’amore di Cristo.
Il culmine della fede è scoprire la misericordia di Dio.
L’uomo vorrebbe essere amato perché vale, ma se vuole essere amato perché vale, in fondo ama se stesso e pretende di fondare su di sé la propria vita, non si lascia amare realmente.
La vera rinascita avviene il terzo giorno. Quello dopo il sabato.
Alla prima notizia del sepolcro vuoto, dove non è più presente il corpo di Gesù ma soltanto i teli intatti in cui era stato avvolto e rinchiuso dopo la morte poche ore prima, Pietro corre alla tomba insieme a Giovanni, sconvolto e confuso dal racconto di Maria di Magdala e da quanto verifica personalmente.
Le lettera di san Paolo ci consegnano un’importante testimonianza (1Cor 15, 3-7): Cefa viene presentato quale primo testimone della risurrezione di Gesù Cristo. Anche il Vangelo di Luca, al termine della pericope dei discepoli di Emmaus, ricorda una prima apparizione del Signore risorto riservata a Simon Pietro (Lc 24,34).
Il Vangelo di Giovanni, al capitolo ventunesimo, narra la terza apparizione del Risorto sulle rive del lago di Tiberiade, quasi riconducendo al punto di partenza l’intera vicenda, e come in un nuovo inizio avviene una nuova pesca miracolosa. Pietro riconosce il Signore e tra i due si rinnova con triplice confessione di amore l’intima confidenza che il triplice rinnegamento non aveva potuto distruggere.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)