00 14/02/2013 15:23

Per capire meglio la "rinuncia" all'ufficio di Pontefice

 
Ann Schneible ha intervistato, per l'agenzia ZENIT, Manuel Jesus Arroba, professore di diritto processuale canonico alla PUL, riguardo alle implicazioni canoniche che si hanno quando un pontefice vivente sceglie di rinunciare. Davvero interessanti i risvolti spirituali a paritre dal punto di vista del Diritto che vengono mostrati da questa intervista.
Un "papa emerito" non può esistere
i risvolti giuridici della rinuncia di Benedetto XVI
 
All'indomani dello storico annuncio da parte di papa Benedetto XVI, un professore di diritto canonico presso la Pontificia Università Lateranense (PUL), fa luce sul processo di rinuncia secondo il Codice di Diritto Canonico.
Il Santo Padre ha dato il suo annuncio lunedì mattina durante un concistoro per proclamare tre imminenti canonizzazioni, informando i cardinali che avrebbe concluso il suo pontificato la sera del 28 febbraio 2013.

Quali sono state le sue impressioni alla notizia della rinuncia del Santo Padre?
Manuel Jesus Arroba: Ovviamente nell’apprendere qualunque notizia c’è una componente emotiva, quindi, in questo caso c’è stata una notevole sorpresa, unita ad emozione per l’affetto verso la persona di Benedetto XVI. Da “freddo intellettuale”, devo dire di aver provato una certa gioia nel vedere di fatto tradotto in un caso concreto qualcosa che è essenziale per la vita della Chiesa: gli uffici di responsabilità nel governo della Chiesa hanno l’occasione di manifestarsi come un vero servizio. Gli incarichi non esistono per le persone: sono le persone che sono chiamate a svolgere, attraverso gli incarichi, una vocazione alla quale sono stati chiamati dal Signore, naturalmente in questo caso attraverso la mediazione del Collegio Cardinalizio che affida questo ufficio. Ma ha senso mantenerlo solo se si è nelle condizioni di portarlo avanti. Da questo punto di vista ho ammirato l’autenticità vocazionale di Benedetto XVI.

Può spiegarci il funzionamento della norma canonica che permette la rinuncia di un Pontefice?
Manuel Jesus Arroba: Proprio perché si tratta di un ufficio e di un servizio, canonicamente per ogni ufficio sono previste norme di accesso e di cessazione dello stesso. La morte è solo una delle modalità di cessazione di un ufficio; altre modalità sono i trasferimenti e la rimozioni (anche penali). La modalità che meglio rispecchia la natura di servizio che svolgono questi uffici è la rinuncia. Nel caso del Papa essa è prevista dal Codice di Diritto Canonico ed è analoga ad ogni altra rinuncia, con una sola distinzione: tutte le rinunce devono essere compiute da persone capaci, quindi libere, non possono essere frutto di una coazione, di una violenza o di un momento di turbamento. Inoltre devono essere rese manifeste in modo valido: questa modalità per alcuni uffici richiede un atto solenne. Nel suo caso Benedetto XVI come modo di renderla formalmente manifesta, ha compiuto una dichiarazione, non una richiesta. L’ha comunicata ad un gruppo ristretto di cardinali durante un Concistoro. Infine ogni rinuncia per avere piena efficacia deve essere accettata dal superiore al quale è collegato ciascuno degli uffici: nel caso del Papa, non essendoci alcun grado superiore, la rinuncia non deve essere accettata da nessuno ma solo manifestata liberamente. Infatti il Papa non ha usato l’espressione “richiedo” ma “dichiaro”.

Da un punto di vista canonico, cosa succederà a Benedetto XVI? Sarà un “papa emerito”? Quando morirà, sarà sepolto a San Pietro come i suoi predecessori?
Manuel Jesus Arroba: Il fatto che la fine del pontificato non avvenga a causa della morte ma per una rinuncia, non preclude assolutamente che papa Ratzinger possa avere la tomba in San Pietro ma questa è una situazione un po’ lugubre da pensare… Giuridicamente di Papa ce n’è soltanto uno. Un “papa emerito” non può esistere: l’ufficio da lui ricoperto è supremo, ovvero il più alto in responsabilità. Benedetto XVI ha dichiarato che nei prossimi anni servirà la Chiesa in modo diverso, non più nell’ufficio di Sommo Pontefice ma nella preghiera e nello studio. Questo servizio è quello dello studioso, per certi versi del monaco e del contemplativo ma non più quello dell’uomo di governo. Di papa, quindi, ce n’è solo uno, anche se rimane in vita chi ne ha ricoperto precedentemente la carica e non è la prima volta che ciò si verifica nella storia della Chiesa, anche se questi casi non sono molto frequenti: qui in Italia tutti hanno presente il caso di Celestino V che fu un monaco eletto papa in un conclave difficile e che dopo poco tempo ritenne di non poter prestare adeguatamente il servizio, pertanto si ritirò. Ci sono tuttavia stati altri casi meno conosciuti.

È comunque una situazione straordinaria per la Chiesa ma non è la prima volta: è normale comprendere che è anche cambiata la componente della vita fisica delle persone che normalmente dura di più ma non per questo è sempre accompagnata dalla possibilità di servire ugualmente bene, come dice il Papa nel suo caso. In più sono anche cambiati il volume e la quantità della sfide che vengono presentate alla Chiesa non in quanto tale ma come Santa Sede, cioè come ufficio supremo. Nella società e nella comunicazione, in particolare, sono molto più abbondanti le sfide che richiedono sufficiente vigore, come ha detto il Papa.

In conclusione, ha altro da aggiungere?

Manuel Jesus Arroba: Il Papa ha il ministero di confermare nella fede, ovviamente, quindi per l’ufficio del Romano Pontefice, sarà eletto un altro per questo servizio. È interessante in questa circostanza vedere la normalità della Chiesa che passa da una sede piena a una sede vacante, per poi passare nuovamente ad una sede piena, secondo le norme già previste, quindi secondo la costituzione vigente nel caso di sede vacante. La sede vacante è una cosa, la morte del papa è un’altra. La morte del Papa è solo una modalità di produzione della sede vacante, la rinuncia è un secondo modo.

(13 Febbraio 2013)


Testo preso da: Cantuale Antonianum http://www.cantualeantonianum.com/#ixzz2KsppRqL8
http://www.cantualeantonianum.com

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anche se siamo in Quaresima e la situazione è drammatica, un sorriso a fin di bene ne vale la pena..... [SM=g1740733]


B16

[SM=g1740758]  un commento dal BLOG di Raffaella che condivido in totos:

Un’enorme pressione sui cardinali

Stefano Menichini


Lunedì Joseph Ratzinger li ha messi tutti davanti a una situazione unica, impensabile, difficilissima. 

La notizia di ieri è che non sembra aver intenzione di aiutarli a renderla più leggera. Al contrario.
Per i cardinali del conclave, e soprattutto per gli uomini della curia romana, la sfida è drammatica. Non solo colui che loro pensavano di aver eletto a vita al Sacro Soglio ha deciso di lasciare la sede vacante. 
Molto peggio: colui che rimarrà anche in futuro una presenza viva nel cuore della Chiesa non attenua minimamente la gravità del momento e mette allo scoperto davanti al mondo i mali dell’istituzione.
Il corpo della comunità ecclesiale attraversato da divisioni e rivalità. Il volto deturpato. L’egoismo di chi è bravo a denunciare gli scandali altrui ma non è disposto a mettere in discussione se stesso. Il dovere di servire la Chiesa e non di servirsi di essa.
Ieri, nella solennità di San Pietro e davanti a una folla ammutolita prima, e osannante poi, Benedetto non ha risparmiato nulla ai suoi ex pari. Certo, riprendendo temi e parole già usate nel passato con altrettanta durezza. Ma facendo capire che ora la sua stanchezza fisica è la ragione delle dimissioni ma evidentemente anche la conseguenza di una situazione estrema, di uno stato di conflitto che il Papa non è riuscito né a risolvere né a placare.
Sono soprattutto i media anglosassoni in questi giorni a proporre la crisi vaticana come l’apoteosi di un aspro scontro interno, mettendo una parte almeno della Curia nello scomodo ruolo di chi avrebbe «remato contro» la crociata di trasparenza e moralizzazione voluta da Ratzinger.
Che sia davvero così o no, sta di fatto che l’umore del popolo di San Pietro sta entrando in sintonia con questa interpretazione. Lo si capisce dagli applausi (che prima il Papa non avrebbe accettato e ai quali ieri ha sorriso), dalla tensione palpabile.
Ratzinger vittima dei Sacri Palazzi: una rappresentazione da incubo, alla vigilia del conclave. Sarà romanzesca, sarà estranea alle logiche che poi effettivamente presiedono alla scelta di un pontefice, sta di fatto che questa narrazione è destinata a imporre sui cardinali una pressione fortissima e sconosciuta prima d’ora. Non è una fiction, è la realtà, la storia che si fa sotto i nostri occhi con una velocità alla quale non riusciamo ad abituarci.

© Copyright Europa, 14 febbraio 2013


Mi riprometto di commentare piu' diffusamente la notizia della rinuncia del Papa nei prossimi giorni, ma questo articolo mi offre l'occasione di tentare un primo bilancio della situazione guardando al passato.

Si dice che ci sia una enorme pressione sui cardinali. Ah si'? Bene!
La tensione e' palpabile? Ovvio!
Si meritano fino in fondo questo stato di cose.
In questi anni NESSUNO si e' mai fatto avanti per assumersi un briciolo di responsabilita'. Si e' permesso che i media infangassero la veste bianca di un uomo puro e buono!
Nessuno ha ritenuto opportuno offrirgli il suo aiuto anche solo per portare la croce per un attimo.
Povera Chiesa!
Nessuno l'ha difeso a dovere nemmeno quando sarebbe stato facilissimo mostrare a tutti il lavoro che questo straordinario Pontefice stava facendo.
In tante occasioni non solo non c'e' stato aiuto ma in tanti hanno ben pensato di mettere i bastoni fra le ruote al Santo Padre.
Eppure, nel nostro piccolo, ci eravamo permessi di suggerire il rischio.
Tante volte abbiamo detto: fate attenzione, vescovi, cardinali, preti! Permettendo a chiunque di attaccare impunemente il Papa, vi infilerete in un vicolo cieco perche', quando Benedetto non ci sara' piu' e verra' meno il parafulmine, la Chiesa sara' cosi' indebolita dal rendere impossibile tornare indietro.
Ora siamo alla resa dei conti! La storia presenta il suo conto...inesorabilmente!
Mi dispiace? Certo che mi dispiace! Il Papa ha deciso di rinunciare perche' anziano e stanco ma dopo avere sopportato di tutto e di piu'.
Non posso rallegrarmi perche' vedo realizzato cio' che ho sempre immaginato.
Soffro moltissimo per Benedetto, capisco il suo incredibile atto di coraggio, di umilta' ed il suo estremo sacrificio anche se ancora non ho metabolizzato la sua decisione. Non so nemmeno se riusciro' a farlo!
In questo momento mi preme solo la serenita' del nostro amatissimo Papa. Di tutto il resto, in particolare dello stato d'animo dei cardinali, francamente, mi interessa poco o nulla.
E' arrivato il tempo della responsabilita' e di un serio esame di coscienza.
Ho sentito e letto tante parole, tanti omaggi ma nessuno ha ancora chiesto perdono in ginocchio a Joseph Ratzinger, professore, vescovo, cardinale e Papa per tutto cio' che ha fatto o che non ha fatto.
Sono troppo dura? Mi rincresce ma non ho intenzione di fare l'ipocrita.
R.


***

la mia riflessione:

Leggerò volentieri le tue riflessioni cara Raffaella perchè.... quante volte da queste pagine hai GRIDATO DAI TETTI che nessuno dalla Curia si metteva a nudo per difendere il Papa quando veniva brutalmente colpito...

Non dimentichiamo le ostilità persino rilasciate nelle interviste di MOLTI VESCOVI contro il Summorum Pontificum e il silenzio agghiacciante della Curia, o se parlavano era per giustificare il gesto di un "matto nostalgico"... l'abbiamo forse dimenticata la Lettera ai Vescovi? tremende quelle parole del Papa:
 Sono rimasto rattristato dal fatto che anche cattolici, che in fondo avrebbero potuto sapere meglio come stanno le cose, abbiano pensato di dovermi colpire con un’ostilità pronta all’attacco.

e ancora denunciava il Papa sempre ai Vescovi:
 A volte si ha l’impressione che la nostra società abbia bisogno di un gruppo almeno, al quale non riservare alcuna tolleranza; contro il quale poter tranquillamente scagliarsi con odio. E se qualcuno osa avvicinarglisi – in questo caso il Papa – perde anche lui il diritto alla tolleranza e può pure lui essere trattato con odio senza timore e riserbo.

A tirare fuori dagli interventi del Papa le denuncie di una persecuzione a lui ed al suo ruolo, ne uscirebbe fuori un libro... e quante volte lo hai fatto notare cara Raffaella, e quanti silenzi sono seguiti...
Questi pensavano di avere a che fare con uno che avrebbe sempre abbozzato....
Ratzinger è fatto così: è radicale, se decide una cosa la fa. Qui è tutto evidente il grado di esasperazione al quale lo hanno fatto arrivare....
Lui se ne assume tutta la responsabilità, che facessero loro, ora, vediamo cosa sanno tirare fuori!!

[SM=g1740720]

[Modificato da Caterina63 14/02/2013 23:13]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)