00 04/06/2013 15:14

PROMULGAZIONE DI DECRETI

Città del Vaticano, 4 giugno 2013 (VIS). Lunedì, 3 giugno 2013, il Santo Padre Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare i Decreti riguardanti:

IL MARTIRIO:

- dei Servi di Dio Mauro (al secolo: Abel Angel Palazuelos Maruri) e 17 Compagni, dell'Ordine di San Benedetto; uccisi in odio alla Fede in Spagna nel 1936;

- dei Servi di Dio Juan de Jesús (al secolo: Joan Vilaregut Ferrer) e 3 Compagni, dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi, nonché Pau Segalá Solé, Sacerdote diocesano; uccisi in odio alla Fede in Spagna nel 1936;

- dei Servi di Dio Crisanto, Aquilino, Cipriano, José e 63 Compagni, dell'Istituto dei Fratelli Maristi delle Scuole (Piccoli Fratelli di Maria), nonché 2 Laici; uccisi in odio alla Fede in Spagna tra il 1936 e il 1939;

- delle Serve di Dio Aurelia (al secolo: Clementina Arambarri Fuente) e 3 Compagne, Suore professe delle Serve di Maria Ministre degli Infermi; uccise in odio alla Fede in Spagna nel 1936.

LE VIRTÙ EROICHE

- del Servo di Dio Joao De Oliveira Matos Ferreira, portoghese, (1879-1962), Ausiliare di Guarda (Portogallo), Fondatore dell'Associazione "Liga dos Servos de Jesus";

- del Servo di Dio Nicola Mazza, Sacerdote diocesano, italiano, (1790-1865), Fondatore di Istituti per l'educazione;

- della Serva di Dio Maria Celeste (al secolo: Giulia Crostarosa), italiana, (1696-1755), Monaca, Fondatrice dell'Ordine delle Suore del Santissimo Redentore;

- della Serva di Dio Teresa de San José (al secolo: Teresa Toda y Juncosa), spagnola,(1826-1898); Fondatrice della Congregazione delle Suore Carmelitane Teresiane di San Giuseppe.

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[SM=g1740758]  quanto segue non è un Decreto ma è ugualmente una vera ed ottima notizia...


PAPA: IL SORRISO MITE E LA GRANDEZZA DEL CARDINALE VAN THUAN



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di Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 6 lug.

Al momento della morte era orma un "principe della Chiesa", capo di un dicastero vaticano nominato da Papa Wojtyla dopo la sua liberazione dai campi di reclusione del Vietnam. Ma il Servo di Dio Francesco Saverio Nguyen Van Thuan rimane nel cuore di tutti come un martire strappato al suo destino perche' tutta la Chiesa e il mondo potessero conoscere le sofferenze dei suoi fratelli vietnamiti. E oggi Papa Francesco ha ricordato che "la sua fama di santita' si e' diffusa proprio attraverso la testimonianza di tante persone che lo hanno incontrato e conservano nel cuore il suo sorriso mite e la grandezza del suo animo".

Ieri il cardinale Agostino Vallini, vicario di Roma, ha presieduto l'udienza conclusiva del processo diocesano di beatificazione di Van Thuan e oggi Francesco ha ricevuto i promotori della causa, che approda dunque alla Congregazione vaticana per le decisioni definitive. "In effetti - ha detto nel suo discorso - sono molte le persone che possono testimoniare di essere state edificate dall'incontro con , nei diversi momenti della sua vita. Molti lo hanno conosciuto anche attraverso i suoi scritti, semplici e profondi, che mostrano il suo animo sacerdotale, profondamente unito a Colui che lo aveva chiamato ad essere ministro della sua misericordia e del suo amore". "Tante persone - ha rivelato inoltre il Pontefice - hanno scritto raccontando grazie e segni attribuiti all'intercessione del Servo di Dio cardinale Van Thuan". "Ringraziamo il Signore - ha dunque esortato Bergoglio - per questo venerato Fratello, figlio dell'Oriente, che ha concluso il suo cammino terreno al servizio del Successore di san Pietro". E, ha concluso, "affidiamo all'intercessione della Vergine Maria il proseguimento di questa causa, come pure di tutte le altre che sono attualmente in corso. La Madonna ci aiuti a vivere sempre di piu' nella nostra vita la bellezza e la gioia della comunione con Cristo".

Nella documentazione presentata al processo c'e' anche il racconto della messa celebrata dall'allora prigioniero Van Thuan in un campo di reclusione del Vietnam, fatto davanti a Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo del 2000: "alle 21,30 bisognava spegnere la luce e andare a dormire. Allora mi curvavo sul letto per celebrare la messa, a memoria, e distribuivo la comunione passando la mano sotto la zanzariera. Avevamo fabbricato sacchettini con la carta dei pacchetti di sigarette, per conservare il Santissimo Sacramento e portarlo agli altri". "Gesu' nell'Eucaristia e' stato adorato clandestinamente dai cristiani che vivevano con me, come tante volte e' accaduto nei campi di prigionia del secolo XX", testimonio' lo stesso Van Thuan davanti Giovanni Paolo II che aveva dovuto faticare a convincerlo a restare con un incarico di Curia.

"All'indomani del mio arresto - racconto' al suo arrivo a Roma il futuro cardinale - mi venne consentito di scrivere ai familiari per farmi inviare le cose necessarie. Domandai la medicina contro il mal di stomaco. I miei sapevano che non soffrivo di quel male, cosi mi mandarono il vino per la Messa in una piccola bottiglia con l'etichetta: 'medicina contro il mal di stomaco', e delle ostie in una fiaccola contro l'umidita'". A Papa Wojtyla che lo ha preceduto di poco nel cammino verso la beatificazione, Van Thuan confido' anche "la grande gioia" provata da detenuto quando "ogni giorno, con tre gocce di vino e una goccia d'acqua nel palmo della mano, ho celebrato la Messa. Era questo il mio altare ed era questa la mia cattedrale! Erano - disse - le piu' belle messe della mia vita! Cosi' per anni mi sono nutrito del pane della vita e del calice della salvezza".

Nato nel 1928 a Hue', in Vietnam, Van Thuan era stato ordinato sacerdote nel '53. Compiuti gli studi a Roma, era tornato in patria come professore e poi rettore del seminario, vicario generale e quindi vescovo di Nha Trang. Nominato da Paolo VI arcivescovo titolare di Vadesi e coadiutore di Saigon (ora Citta' Ho-chi-minh) il 24 aprile 1975, dopo pochi mesi, con l'avvento del regime comunista fu arrestato e messo in carcere. Ha vissuto in prigione per 13 anni, 9 dei quali in isolamento: nella sua cella aveva raccolto tutti i pezzetti di carta trovati, realizzando un'agendina sulla quale aveva riportato piu' di 300 frasi del Vangelo, celebrando l'Eucaristia sul palmo della mano e creando anche delle piccole comunita' cristiane che si ritrovavano per pregare insieme. Sempre in prigione, con l'aiuto di una guardia aveva forgiato con del filo elettrico una catena per reggere la croce che lui stesso aveva intagliato da un pezzo di legno. Le avrebbe portate sempre al collo, anche da cardinale.
Liberato dal regime, nel 1994 e' stato nominato da Papa Wojtyla vice presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, per divenirne poi presidente nel 1998. In questa carica rimase fino al 2002, quando mori' per un tumore affrontato dando prova di virtu' eroiche, cosi' come era avvenuto durante la prigionia.
Ed oggi nella Chiesa Santa Maria della Scala a Trastevere, della quale Van Thuan era il titolare e dove oggi riposa, e' stata celebrata una messa di ringraziamento per la conclusione della prima fase del processo. Il rito e' stato presieduto dall'arcivescovo di Trieste, monsignor Giampaolo Crepaldi, che fu stretto collaboratore di Van Thuan a Roma e che avvio' qualche anno fa la causa di beatificazione.


[SM=g1740733]



[Modificato da Caterina63 06/07/2013 19:43]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)