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Il battesimo è la salvezza, l'eucarestia è la vita anche per i bambini.

24. 34. Fanno ottimamente i nostri cristiani punici a chiamare il battesimo salvezza, e il sacramento del corpo del Cristo vita. Da quale fonte se non dalla tradizione antica e apostolica, come io ritengo, dalla quale le Chiese del Cristo hanno l'intima coscienza che senza il battesimo e la partecipazione della mensa del Signore nessuno può giungere non solo al regno di Dio, ma nemmeno alla salvezza e alla vita eterna? L'attesta infatti anche la Scrittura, secondo quanto abbiamo detto più sopra. Chiamando il battesimo con il nome di salvezza che altro ritengono se non ciò che ha scritto Paolo: Ci ha salvati mediante un lavacro di rigenerazione 93, e ciò che dice Pietro: In maniera somigliante ora salva voi il battesimo 94? Chiamando vita il sacramento della mensa del Signore che altro dicono se non ciò che ha dichiarato il Signore stesso: Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, e poi: Il pane che io darò è la mia carne per la vita del secolo, e ancora: Se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita 95? Se dunque, come conclamano testimonianze divine tanto numerose e tanto grandi, né la salvezza né la vita eterna si possono sperare per nessuno senza il battesimo e senza il corpo e il sangue del Signore, vanamente senza di essi si promette ai bambini la salvezza e la vita eterna. Ora, se ad escludere gli uomini dalla salvezza e dalla vita eterna sono soltanto i peccati, per mezzo di questi sacramenti non si scioglie nei bambini se non il reato di un peccato. E di questo reato è scritto che nessuno è mondo, nemmeno se fosse di un sol giorno la sua vita 96. Per questo anche nei Salmi si legge: Nella colpa sono stato generato, nel peccato mi ha concepito mia madre 97. O ciò infatti si dice in persona dell'uomo in genere, o, se Davide lo dice personalmente di se stesso, è certo che egli non nacque dalla fornicazione, ma da matrimonio legittimo. Non dubitiamo dunque che anche per i bambini da battezzare è stato versato il sangue, che prima d'essere versato fu dato e comandato nel sacramento con queste parole: Questo è il mio sangue che sarà versato per molti in remissione dei peccati 98. Coloro infatti che non vogliono riconoscere la soggezione dei bambini al peccato, negano la loro liberazione. Da che cosa infatti vengono liberati, se non sono sotto la schiavitù di nessun peccato?

Senza il battesimo i bambini rimangono nelle tenebre del peccato.

24. 35. Dice il Signore: Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre 99. Che cosa fa capire con questa dichiarazione se non che è nelle tenebre chiunque non crede in lui e che la fede è per l'uomo il mezzo per uscire dalle tenebre? Per tali tenebre che cosa intendiamo se non i peccati? Ma, qualunque altra cosa intendessimo per queste tenebre, il fatto è che rimane in esse chi non crede nel Cristo, e sono certamente tenebre di pena, non come le tenebre della notte che sono necessarie al riposo dei viventi.

25. 35. Perciò i bambini, se non passano nel numero dei credenti mediante il sacramento che è stato divinamente istituito a tal fine, certo rimarranno in queste tenebre.

Non c'è per nessuno una illuminazione estrabattesimale.

25. 36. Taluni però credono che i bambini vengano subito illuminati dopo la nascita, interpretando in questo senso le parole di Giovanni: Era la luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo 100. Se è cosi, c'è molto da meravigliarsi come mai, illuminati dall'unico Figlio, che in principio era il Verbo e Dio presso Dio, non vengano ammessi al regno di Dio, non siano eredi di Dio e coeredi del Cristo. Che ciò infatti non sia concesso a loro se non per il battesimo lo confessano anche i sostenitori di tale opinione. Inoltre, qualora fossero già stati illuminati, anche se non sono finora idonei a conseguire il regno di Dio, dovrebbero ricevere almeno lietamente lo stesso battesimo che li fa idonei. Vediamo invece che vi si oppongono con grandi pianti, e noi non ci curiamo della loro ignoranza a quell'età e compiamo in essi, nonostante la loro resistenza, i sacramenti che conosciamo utili per loro. Perché mai anche l'Apostolo direbbe: Non comportatevi da bambini nei giudizi 101, se le menti dei bambini fossero già state illuminate da quella luce che è il Verbo di Dio?

Dio solo è la luce.

25. 37. Pertanto le parole evangeliche: Era la luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo 102vogliono proprio ricordare che tutti sono illuminati da quella luce di verità che è Dio, perché nessuno pensi d'essere illuminato da chi lo istruisce, anche se ha per maestro, non dico un grande uomo, ma addirittura un angelo. Si porge, si, la parola della verità esternamente con il sussidio della voce materiale, tuttavia né chi pianta, né chi irriga è qualcosa, ma Dio che fa crescere 103. L'uomo appunto si mette ad ascoltare un uomo o un angelo che gli parla, ma perché senta e conosca la verità di ciò che viene detto, la sua mente è pervasa nell'intimo da quella luce che dura eterna e splende anche nelle tenebre. Purtroppo, come questo sole non viene accolto dai ciechi, benché in certo qual modo li investa dei suoi raggi, cosi quella luce divina non è accolta dalle tenebre della stoltezza 104.

L'uomo interiore rimane nelle tenebre senza l'illuminazione della fede.

25. 38. Perché mai dopo aver detto che illumina ogni uomo, aggiunge: Che viene in questo mondo? Da questo testo è nata l'opinione che nella nascita corporale ancora freschissima dal grembo materno il Verbo illumini le menti dei neonati, sebbene nel testo greco il participio sia posto in tal modo da potersi riferire anche alla luce stessa che viene in questo mondo. Se tuttavia fosse necessario intenderlo dell'uomo che viene in questo mondo, o penso che sia stato detto semplicemente senza una precisa intenzione, come capita di trovare molte espressioni nelle Scritture che anche a toglierle non fanno perdere nulla al senso, oppure se si deve credere che quel participio è stato aggiunto per una qualche precisazione, forse esso serve a distinguere l'illuminazione spirituale dall'illuminazione materiale, che illumina gli occhi del corpo sia per mezzo degli astri del cielo, sia con qualsiasi fuoco. Direbbe allora che a venire in questo mondo è l'uomo interiore, perché l'uomo esteriore è materiale come questo mondo. Quasi dicesse: "La luce vera illumina ogni uomo che viene nel corpo", in conformità a ciò che è scritto: Mi è toccata in sorte un'anima buona e sono entrato in un corpo senza macchia 105. In conclusione una delle due. O la frase: Illumina ogni uomo che viene in questo mondo è stata detta per fare una precisazione e allora significa: "Illumina ogni uomo interiore", perché quando diventa veramente sapiente non è illuminato se non da colui che è la vera luce. Oppure ha voluto chiamare illuminazione, come creazione d'un occhio interiore, la ragione stessa per cui l'anima umana si dice ragionevole e che nei bambini, pur rimanendo ancora quiescente e quasi sopita, tuttavia si cela come innata e in certo qual modo come seminata. Comunque non ci si deve rifiutare dal riconoscere che tale illuminazione avviene nel momento stesso della creazione dell'anima, e non è illogico intenderlo come il momento in cui l'uomo viene nel mondo. Ma tuttavia anche questo stesso occhio interiore, dopo esser stato creato, rimarrà necessariamente nelle tenebre, se non crederà in colui che ha detto: Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre 106. E che la fede sbocci nei bambini con il sacramento del battesimo non ne dubita la madre Chiesa, la quale presta ad essi il suo cuore materno e la sua bocca materna, perché i misteri sacri li compenetrino, atteso che essi non possono ancora con il proprio cuore avere la fede per essere giustificati né con la propria bocca professare la fede per essere salvi 107. Né tuttavia c'è uno solo tra i fedeli che esiti per questo a chiamarli credenti. È un appellativo che viene evidentemente da credere, quantunque i bambini non abbiano risposto di credere da sé, ma altri per loro durante la celebrazione dei sacramenti.

La coscienza della Chiesa universale include anche i bambini nello schema della redenzione.

26. 39. Diventerebbe troppo lungo se dedicassimo altrettanto tempo e spazio a discutere le singole testimonianze. Perciò credo che sia più pratico ammucchiare insieme i molti testi che possano offrirsi o che sembrino sufficienti a dimostrare che il Signore Gesù Cristo non per altro fine è venuto nella carne e, presa la natura di servo, si è fatto obbediente fino alla morte di croce 108 se non per vivificare, salvare, liberare, redimere, illuminare con questa somministrazione di grazia misericordiosissima tutti coloro dei quali, ammessi a vivere come membra nel suo corpo, egli è Capo per la conquista del regno dei cieli. Costoro prima vivevano nella morte, nella malattia, nella schiavitù, nella prigionia, nelle tenebre dei peccati, sotto il dominio del diavolo principe dei peccatori. Per loro Cristo diventò il Mediatore tra Dio e gli uomini, e per opera sua, distrutta l'inimicizia della nostra empietà dalla pace di quella grazia 109, siamo stati riconcilati con Dio per la vita eterna e strappati alla morte eterna che sovrastava ai peccatori. Quando poi ciò apparirà da testi ancora più abbondanti, la conseguenza sarà che non possono appartenere a questa somministrazione di grazia, fatta dal Cristo per mezzo della sua umiltà, coloro che non hanno bisogno di vita, di salvezza, di liberazione, di redenzione, d'illuminazione. E poiché alla somministrazione di questa grazia appartiene il battesimo, per mezzo del quale vengono sepolte insieme con il Cristo 110 per formare con lui un unico corpo le sue membra, cioè i suoi fedeli, logicamente nemmeno il battesimo è necessario a coloro che non hanno bisogno di quel beneficio di remissione e di riconciliazione, elargito per mezzo del Mediatore. Ora costoro ammettono la necessità di battezzare i bambini, perché non possono andar contro l'autorità della Chiesa universale, trasmessa senza dubbio attraverso il Signore e gli Apostoli. Ma è necessario che ammettano anche che i bambini hanno bisogno di quei benefici del Mediatore, perché, lavati per mezzo del sacramento e della carità dei fedeli e incorporati cosi nel corpo del Cristo che è la Chiesa, siano riconciliati con Dio e diventino in lui vivi e salvati e liberati e redenti e illuminati: in rapporto a che cosa se non alla morte, ai vizi, al reato, alla schiavitù, alle tenebre dei peccati? E di peccati, poiché non ne hanno commesso nessuno per colpa della loro propria vita a quell'età, non resta che il peccato originale.

Altre testimonianze evangeliche per dimostrare che i bambini non possono salvarsi senza il battesimo.

27. 40. Questo ragionamento sarà più forte, quando avrò radunato insieme le molte testimonianze che ho promesse. Abbiamo già riferito sopra le parole: Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori 111. Ugualmente, dopo essere entrato da Zaccheo, disse: Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo; il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto 112. Lo stesso anche nella parabola della pecora smarrita, ricercata e ritrovata, dopo aver messo da parte le altre novantanove; lo stesso nella parabola della decima dramma smarrita 113. Per questo bisognava, come ha dichiarato, che nel suo nome si predicassero a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati cominciando da Gerusalemme 114. Anche Marco alla fine del suo Vangelo attesta che il Signore disse: Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato 115. Ebbene, chi non sa che per i bambini credere vuol dire venir battezzati e invece non credere vuol dire non venir battezzati? Dal Vangelo di Giovanni, sebbene abbiamo già citato alcune testimonianze, nota anche le seguenti. Giovanni Battista dice di Gesù: Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo 116. E Gesù dice di se stesso: Le mie pecore ascoltano la mia voce, io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute 117. Poiché dunque i bambini non cominciano ad essere tra le pecore di Gesù se non mediante il battesimo, certamente, se non lo ricevono, andranno perduti, perché non avranno la vita eterna che egli darà alle sue pecore. Similmente in un altro passo dice: Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me 118.

Testimonianze dalla prima lettera di S. Pietro.

27. 41. Quanto agli Apostoli, osserva come hanno ricevuto questa dottrina e con quanta unanimità l'insegnano. Pietro nella sua Prima Lettera dice: Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo; nella sua grande misericordia egli ci ha rigenerato mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per la speranza della vita eterna, per una eredità immortale, incontaminata, fiorente, conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la vostra salvezza, prossima a rivelarsi negli ultimi tempi 119. E poco dopo dice: Fatevi trovare degni della lode e dell'onore di Gesù Cristo che ignoravate. Adesso voi credete in lui senza vederlo. Poi al vederlo esulterete di gioia ineffabile e gloriosa, nel ricevere la meta della fede, cioè la salvezza delle vostre anime 120. In un altro passo scrive: Voi siete la stirpe eletta, il regale sacerdozio, la nazione santa, il popolo di adozione, perché proclamiate le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce 121. E ancora: Il Cristo è morto per i nostri peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurci a Dio 122. Ugualmente, dopo aver ricordato che nell'arca di Noè furono salvate otto persone, dice: Cosi in maniera simile ora salva voi il battesimo 123. Da questa salvezza e luce sono dunque esclusi i bambini ed essi rimarranno nella perdizione e nelle tenebre, se mediante l'adozione non sono associati al popolo di Dio e non dànno la mano al Cristo, che giusto è morto per gli ingiusti al fine di ricondurli a Dio 124.




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)