00 29/07/2013 15:26



[SM=g1740758] riepilogo:
Papa Francesco è pienamente soddisfatto per il successo del viaggio in Brasile. "Credo che un viaggio papale fa sempre bene. Ma conta - ha tenuto a sottolineare durante la consueta conversazione con i giornalisti a bordo dell'aereo che lo riportava a Roma - non solo la presenza del Papa ma quella dei giovani della Gmg che si sono mobilitati. Aiuteranno la Chiesa". Il Pontefice ha reso omaggio in particolare - conversando con i giornalisti durante il volo di rientro da Rio - alla grande capacità dei brasiliani a reagire con allegria alle avversità. "Sono contento - ha confidato ai giornalisti che lo hanno accompagnato - è stato un viaggio bello, spirituale, che mi ha fatto bene. Sono stanco ma sto bene. Trovare la gente fa bene: il Signore lavora in ciascuno e da tutti possiamo ricevere le cose belle". Papa Francesco ha esaltato "la bontà e il cuore del popolo brasilero, grande anche nella sofferenza, perché trova una strada per stare allegro". "Ieri – ha aggiunto - hanno fatto cose straordinarie. Non posso crederlo: il Governo parlava di 3 milioni di presenze. Tutta la spiaggia era piena fino alla curva, e c'erano rappresentati di 178 paesi, un dato "importante", ha sottolineato Bergoglio. "Aparecida - ha poi aggiunto - è stata un'esperienza religiosa forte. Sono andato per pregare ma c'era una folla grande". Infine Francesco ha ringraziato i giornalisti per il "buon lavoro".




Il problema sono le lobby, non i gay
"Si scrive tanto sulla lobby gay nella Santa Sede, ma ancora non ho una cartella con le identità di
chi ne farebbe parte". Papa Francesco risponde così, ironicamente, alla domanda di un giornalista in aereo. Il Papa invita a guardare  la questione sotto un altro profilo e afferma: "il problema è fare lobby di qualsiasi tendenza: lobby politica, lobby massonica, e anche lobby gay".


[SM=g1740733] ATTENZIONE per dissipare ogni equivoco e dubbio sulle parole del Papa, visto che viene citato anche il riferimento al Catechismo, valgono le parole di Giovanni Paolo II che disse:

3. Un accenno ritengo, poi, doveroso fare alle ben note manifestazioni che a Roma si sono svolte nei giorni scorsi.
A nome della Chiesa di Roma non posso non esprimere amarezza per l'affronto recato al Grande Giubileo dell'Anno Duemila e per l'offesa ai valori cristiani di una Città che è tanto cara al cuore dei cattolici di tutto il mondo.
La Chiesa non può tacere la verità, perché verrebbe meno alla fedeltà verso Dio Creatore e non aiuterebbe a discernere ciò che è bene da ciò che è male.
Vorrei, a tale riguardo, limitarmi a leggere quanto dice il Catechismo della Chiesa Cattolica, il quale, dopo avere rilevato che gli atti di omosessualità sono contrari alla legge naturale, così si esprime: "Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione" (CCC 2358).
La Madre celeste ci assista con la sua protezione.
(Giovanni Paolo II 9 luglio 2000)

inoltre sempre dal sito vaticano delle NEWS leggiamo:
Poi, sui temi etici come aborto e unioni gay, il Papa ha ribadito che questi non erano argomenti su cui era necessario parlare a Rio, perché la posizione della Chiesa è fin troppo chiara in merito.

Lo Ior
Papa Francesco durate il viaggio ha risposto a una domanda sullo Ior. "Il presidente resta, ma il direttore e il vice direttore hanno dato le dimissioni e non so come finirà questa storia". "Provo dolore per queste cose, perché si dà scandalo", confida il Pontefice. "C'è un monsignore che è in galera, non perchè assomigliava precisamente alla beata Imelda", osserva ancora Francesco rispondendo in merito alla vicenda del sacerdote salernitano Nunzio Scarano. Ben diverso è invece il giudizio di Francesco sul "caso Ricca", cioè sulle accuse rivolte al nuovo prelato dello Ior (nonché direttore della Domus Santa Marta, dove risiede Francesco) che un dossier diffuso alla stampa dipinge come infedele agli impegni del sacerdozio a causa di presunti comportamenti immorali che avrebbe tenuto 13 anni fa in Uruguay, quando era consigliere di Nunziatura a Montevideo. "Non abbiamo trovato niente", assicura più volte. "Prima di nominare monsignor Ricca ho fatto quello che prevede il Diritto Canonico, cioè una 'investigatio previà. E non c'è niente di quello che puzza", assicura ringraziando la giornalista che con un po' di imbarazzo ha proposto questa domanda.

Giovanni XXIII
Papa Francesco ritiene probabile che slitti alla primavera la canonizzazione di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II. Bergoglio annuncerà ufficialmente la data nel concistoro del 30 settembre.

Papa Benedetto
La convivenza con il Papa emerito in Vaticano è una ricchezza per Francesco. "È come avere il nonno saggio a casa, è venerato, amato, ascoltato. È uomo di prudenza. È il mio papà. Se ho una difficoltà vado
da lui", spiega. "Se c'è qualcosa che qualifica il mio rapporto con Benedetto XVI - aggiunge Bergoglio - è che gli voglio tanto bene: sono stato tanto felice quando è stato eletto nel 2005 e l'ho seguito con affetto e obbedienza".

Divorziati risposati, la Misericordia è più grande
"La Misericordia è più grande". Papa Francesco ha risposto così a una domanda sulla comunione per i divorziati risposati. Nelle sue parole c'è una promessa: il prossimo Sinodo affronterà il tema e recupererà finalmente lo studio avviato da Joseph Ratzinger quando era prefetto della Dottrina della Fede per trovare una soluzione alternativa - alla quale fa cenno Bergoglio esplicitamente nel suo ragionamento - ai processi canonici di annullamento, che attualmente sono l'unica strada percorribile per chi vuole tornare ai sacramenti.

Sacerdozio alle donne
"Sull'ordinazione delle donne, la Chiesa ha parlato. Quella di Giovanni Paolo II è una formulazione definitiva.
È chiusa quella porta. Ma Maria era più importante che gli apostoli. E dunque le donne sono più importanti dei vescovi e dei preti". Papa Francesco usa una immagine emblematica: "una Chiesa senza le donne è come il collegio apostolico senza Maria". E lo fa per esaltare il ruolo della donna nella Chiesa. "La Madonna - sottolinea - è più importante degli apostoli".

Il ritorno a Roma
Papa Francesco è atterrato a Ciampino intorno alle 11.45, ed è sceso dalla scaletta sempre tenendo in mano la sua cartella nera, che aveva già alla partenza per la città brasiliana. Bergoglio
si poi fermato a parlare con il ministro degli Interni Angelino Alfano, che l'ha accolto sulla pista in rappresentanza del Governo. POi, a bordo di un Ford Focus, è andato verso Roma, fermandosi brevemente alla basilica di Santa Maria Maggiore dove si era già recato prima della partenza per Rio

LA VALIGETTA? «Non c'era la chiave della bomba atomica». Così ha risposto il papa circa il contenuto della valigia che si è portato da solo sull'aereo. «L'ho portata perchè lo faccio sempre - ha detto in volo da Rio a Roma - faccio così quando viaggio anche per essere indipendente nelle cose che mi servono senza doverle chiedere a nessuno, non mi va di disturbare: c'è il rasoio, il breviario, l'agenda che così posso leggere con calma, un libro da leggere, era su santa Teresina».


fonte: avvenire 29.7.2013

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[SM=g1740758] Lo stesso resoconto riportato da l'Osservatore Romano ma senza le affermazioni sui gay....

È poi seguita una lunga serie di domande, rivoltegli da rappresentanti delle varie realtà mediatiche internazionali che hanno assicurato la copertura degli avvenimenti. Nelle sue risposte Papa Francesco ha trattato il tema della riforma della Curia legato a quello degli scandali e ha poi accennato a importanti questioni di carattere antropologico, etico, teologico ed ecumenico.
Tra questi, la necessità urgente di valorizzare davvero la presenza femminile nella Chiesa e di seguire con attenzione pastorale la situazione dei divorziati risposati. Il Pontefice ha osservato che non bisogna mai prescindere dalla misericordia perché la Chiesa è soprattutto madre.

Quanto al primato romano e alla dimensione sinodale Papa Francesco ha detto che bisogna studiare ulteriori sviluppi, ma che il vescovo di Roma non è certo primus inter pares.


Dalle risposte del Papa è emersa anche un'agenda a medio termine dei prossimi impegni. Mercoledì 31 luglio farà visita ai confratelli gesuiti nella chiesa del Gesù di Roma per la festa di sant'Ignazio di Loyola. Sono poi previste le visite a Cagliari, il 22 settembre, e ad Assisi, il 4 ottobre. Più avanti è possibile una visita di un giorno in Piemonte per incontrare i familiari.
Papa Francesco ha quindi accennato alla possibilità di due viaggi internazionali: il primo a Gerusalemme anche per incontrare il patriarca Bartolomeo cinquant'anni dopo lo storico incontro tra Atenagora e Paolo VI; il secondo in Asia, forse nello Sri Lanka e nelle Filippine.
Non sono invece ancora prevedibili viaggi in Argentina o in altri Paesi latinoamericani.
Infine la canonizzazione di Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII nel corso di un'unica cerimonia, la cui data è ancora da stabilire ma potrebbe coincidere con la domenica della Divina Misericordia del prossimo anno, cioè il 27 aprile 2014.

Il Papa si è poi soffermato lungamente su diverse questioni: a proposito dell'Istituto per le Opere di Religione ha detto di non avere ancora preso decisioni ma di sapere bene quali sono le caratteristiche che dovrà avere l'istituto: trasparenza e onestà.
Ha rivelato che, pur avendo conosciuto e incontrato cardinali, vescovi, sacerdoti, suore e laici santi in Vaticano, il livello della Curia gli sembra effettivamente un po' calato rispetto a quello di un tempo, caratterizzato dalla figura del "vecchio curiale". Si è detto convinto di non incontrare resistenze nello svolgimento della sua missione al servizio della Chiesa e anzi di aver trovato collaboratori disponibili e leali.

Ma è soprattutto quando ha parlato di sé stesso che il Papa ha suscitato simpatia. Senza riserve ha rivelato cosa c'è nella sua borsa di pelle nera, che ritiene normale portare a mano personalmente. Certo "non contiene - ha detto con ironia - la chiave per la bomba atomica, ma più semplicemente un rasoio, il breviario, l'agenda e qualche libro". In particolare per questo viaggio un libro su santa Teresa di Lisieux, di cui è devoto. Ha poi detto che Dostoevskij è un autore da leggere e rileggere, perché "porta a noi occidentali l'aria fresca e la luce dell'oriente".
Papa Francesco ha anche confermato di aver scelto di risiedere a Santa Marta perché non vuole sentirsi isolato e che gli piace la gente capace di dirgli "non sono d'accordo". Ritiene che un vescovo debba servire il popolo e non pensarsi superiore o sentirsi un principe, e che lui personalmente si è sempre considerato un sacerdote, un vescovo e un Papa felice.
Ha detto che ama camminare per le strade - prete callejero, dicono in Argentina - e che a volte si sente un po' in gabbia; si è professato più gesuita che francescano soprattutto per la spiritualità. E infine ha confidato di aver pianto durante la visita a Lampedusa e anche di aver sofferto per una dolorosissima sciatica nel primo mese di pontificato.

Un fiume in piena: un uomo che ama conversare, scherzare, ridere, con un grande senso dell'ironia e una immensa semplicità; che si china per cercare di raccogliere le cuffie cadute a uno degli intervistatori, che si preoccupa di non dilungarsi troppo e chiede ai giornalisti se preferiscono interrompere la conferenza per cenare; che bacia affettuosamente alcuni di loro. E che al mattino seguente, pochi minuti prima dell'atterraggio, torna a sorpresa, per dare il buongiorno e ringraziare di nuovo per il lavoro fatto, tra lo stupore ammirato dei giornalisti del seguito, che lo applaudono ripetutamente.

Un cenno a parte merita infine il rapporto di Papa Francesco con i predecessori. Dopo aver ricordato come le ultime volte che ci sono stati due o tre Papi insieme non si parlassero certo ma piuttosto lottassero tra loro per vedere chi fosse il vero Papa, di Benedetto XVI ha evidenziato l'umiltà, la bontà e la memoria ferrea; non lo ritiene una figura ingombrante, anzi lo considera un padre a cui vuole molto bene o meglio l'anziano saggio della casa, ascoltato e venerato. Di Karol Wojtyla ha sottolineato l'attività evangelizzatrice, definendolo il grande missionario della Chiesa, un san Paolo; di Roncalli la mitezza, la bonarietà da prete di campagna, la preoccupazione costante per i poveri e la docilità alla voce dello Spirito che lo ha portato a indire il concilio. E quando ha annunciato che i due Pontefici saranno canonizzati insieme, il Santo Padre ha anche ricordato che sono in corso le cause per la beatificazione di Giovanni Paolo I e di Paolo VI.

Poche ore prima, nel pomeriggio, il Pontefice aveva avuto ancora il tempo per diversi incontri: nel primo al centro studi della residenza di Sumaré aveva partecipato alla riunione del Comitato di coordinamento del Celam. Con i 45 vescovi latinoamericani membri di quest'importante organismo ecclesiale del quale, in passato, il cardinale Bergoglio faceva parte in rappresentanza dell'episcopato argentino, ha parlato della Chiesa in America latina e delle sue principali sfide pastorali.
Quindi si è trasferito alla Cidade da Fé per ringraziare i volontari della XXVIII gmg. In almeno sessantamila hanno lavorato sul campo per la riuscita e quindicimila (un quarto del totale) erano presenti all'incontro di domenica. Poco meno di cinquemila appartengono a 15 nazioni diverse dal Brasile: argentini e italiani i più numerosi. Proprio come lo sono stati i pellegrini di questa edizione carioca della gmg.
All'aeroporto internazionale di Rio de Janeiro infine il congedo di Papa Francesco con l'ultimo discorso alle autorità civili ed ecclesiastiche e al popolo brasiliano. Più volte ha ripetuto la parola saudade, per esprimere la caratteristica nostalgia che colpisce chiunque lasci questo straordinario Paese.

Osservatore Romano 29-30 luglio 2013

[SM=g1740771]


[Modificato da Caterina63 30/07/2013 13:40]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)