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[SM=g1740758]ATTENZIONE, ECCO LA VERSIONE UFFICIALE DELL'INTERVISTA RILASCIATA DAL PAPA SULL'AEREO IN RITORNO DAL BRASILE, DIFFIDATE DELLE ESTRAPOLAZIONI.....


VIAGGIO APOSTOLICO A RIO DE JANEIRO
IN OCCASIONE DELLA XXVIII GIORNATA MONDIALE
DELLA GIOVENTÙ

CONFERENZA STAMPA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
DURANTE IL VOLO DI RITORNO

Volo Papale
Domenica
, 28 luglio 2013

 

Padre Lombardi:

Allora, cari amici, abbiamo la gioia di avere con noi in questo viaggio di ritorno, il Santo Padre Francesco; è stato così gentile da darci un buon tempo ampio per fare con noi un bilancio del viaggio e rispondere con totale libertà alle vostre domande. Io do a lui la parola per una piccola introduzione e poi dopo cominciamo con la lista di quelli che si sono iscritti a parlare e li prendiamo un po’ dai diversi gruppi nazionali e linguistici. Allora, a Lei, Santità, la parola per iniziare.

Papa Francesco:

Buonasera, e grazie tante. Io sono contento. E’ stato un viaggio bello, spiritualmente mi ha fatto bene. Sono stanco, abbastanza, ma con il cuore allegro, e sto bene, bene: mi ha fatto bene spiritualmente. Trovare la gente fa bene, perché il Signore lavora in ognuno di noi, lavora nel cuore, e la ricchezza del Signore è tanta che sempre possiamo ricevere tante cose belle dagli altri. E questo a me fa bene. Questo, come un primo bilancio.
Poi dirò che la bontà, il cuore del popolo brasiliano è grande, è vero: è grande. E’ un popolo tanto amabile, un popolo che ama la festa, che anche nella sofferenza sempre trova una strada per cercare il bene da qualche parte. E questo va bene: è un popolo allegro, il popolo ha sofferto tanto! E’ contagiosa l’allegria dei brasiliani, è contagiosa! E ha un grande cuore, questo popolo. Poi, dirò degli organizzatori, tanto da parte nostra, come da parte dei brasiliani; ma io ho sentito che mi trovavo davanti un computer, quel computer incarnato … Ma davvero! Era tutto cronometrato, no? Ma bello. Poi, abbiamo avuto problemi con le ipotesi di sicurezza: la sicurezza di qua, la sicurezza di là; non c’è stato un incidente in tutta Rio de Janeiro, in questi giorni, e tutto era spontaneo. Con meno sicurezza, io ho potuto stare con la gente, abbracciarla, salutarla, senza macchine blindate… è la sicurezza di fidarsi di un popolo. E’ vero che sempre c’è il pericolo che ci sia un pazzo … eh, sì, che ci sia un pazzo che faccia qualcosa; ma anche c’è il Signore! Ma, fare uno spazio di blindaggio tra il vescovo e il popolo è una pazzia, e io preferisco questa pazzia: fuori, e correre il rischio dell’altra pazzia. Preferisco questa pazzia: fuori. La vicinanza fa bene a tutti.

Poi, l’organizzazione della Giornata, non qualcosa di preciso, ma tutto: la parte artistica, la parte religiosa, la parte catechetica, la parte liturgica… è stato bellissimo! Loro hanno una capacità di esprimersi nell’arte. Ieri, per esempio, hanno fatto cose bellissime, bellissime! Poi, Aparecida: Aparecida per me è un’esperienza religiosa forte. Ricordo la Quinta Conferenza. Io sono stato lì a pregare, a pregare. Io volevo andare solo, un po’ di nascosto, ma c’era una folla impressionante! Ma, non è possibile, quello lo sapevo prima di arrivare. E abbiamo pregato, noi. Non so … una cosa … ma anche da parte vostra. Il vostro lavoro è stato, mi dicono – io non ho letto i giornali in questi giorni, non avevo tempo, non ho visto la tv, niente –, ma mi dicono che è stato un lavoro buono, buono, buono! Grazie, grazie per la collaborazione, grazie di avere fatto questo. Poi il numero, il numero dei giovani.  Oggi – io non posso crederlo – ma oggi il Governatore parlava di tre milioni. Non posso crederlo. Ma dall’altare – quello è vero! – non so se voi, alcuni di voi siete stati all’altare: dall’altare, alla fine, c’era tutta la spiaggia piena, fino alla curva; più di quattro chilometri. Ma, tanti giovani. E dicono, mi ha detto Mons. Tempesta, che erano di 178 Paesi: 178! Anche il Vicepresidente mi ha detto questo numero: quello è sicuro. E’ importante! Forte!

Padre Lombardi:

Grazie. Allora, diamo la parola per primo a Juan de Lara, che è della Efe, ed è spagnolo, ed è l’ultimo viaggio che fa con noi: quindi siamo contenti di dargli questa possibilità.

Juan de Lara:

Santidad, buenas noches. En nombre de todos los compañeros le queremos agradecer estos días que nos ha regalado en Río de Janeiro, el trabajo que ha hecho y el esfuerzo que ha supuesto y también en nombre de todos los periodistas españoles, le queremos agradecer las plegarias y los rezos por las víctimas del accidente ferroviario de Santiago de Compostela. Muchísimas gracias. Y la primera pregunta, no tiene mucho que ver con el viaje, pero aprovechamos la ocasión de que nos da esta posibilidad y quería preguntarle: Santidad, en estos cuatro meses de pontificado, hemos visto que ha creado varias comisiones para reformar la Curia vaticana. Quisiera preguntarle: ¿Qué tipo de reforma tiene en mente, contempla la posibilidad de suprimir el IOR, el llamado Banco del Vaticano? Gracias.

[Santità, buona notte. A nome di tutti i colleghi vogliamo ringraziarla per questi giorni che ci ha regalato in Rio de Janeiro, per il lavoro che ha fatto e lo sforzo che ci messo. Ed anche, a nome di tutti i giornalisti spagnoli, la vogliamo ringraziare delle preghiere e dei gesti per le vittime dell’incidente ferroviario di Santiago de Compostela. Moltissime grazie. La prima domanda non ha molto a che vedere con il viaggio, ma cogliamo l’occasione che ci dà questa possibilità, e vorrei domandarle: Santità, in questi quattro mesi di Pontificato abbiamo visto che ha creato diverse Commissioni per riformare la Curia. Vorrei domandarle: Che tipo di riforma ha in mente, contempla la possibilità di sopprimere lo IOR, la cosiddetta Banca del Vaticano? Grazie.]

Papa Francesco:

Los pasos que fui dando en estos cuatro meses y medio, vienen de dos vertientes: el contenido de lo que había que hacer, todo, viene de la vertiente de las congregaciones generales que tuvimos los cardenales. Fueron cosas que los cardenales pedimos al que iba a ser el nuevo Papa. Yo me acuerdo que pedía muchas cosas, pensando en otro. O sea, pedíamos, hay que hacer esto….por ejemplo, la comisión de ocho cardenales, sabemos que es importante tener una consulta outsider, no las consultas que se tienen, sino outsider. Y esto va en la línea – aquí hago como una abstracción, pensando, pero para explicarlo- en la línea, cada vez de la maduración de la relación entre sinodalidad y Primado. O sea, estos ocho cardenales favorecen la sinodalidad, ayudan a que los diversos episcopados del mundo se vayan expresando en el mismo gobierno de la iglesia. Hay muchas propuestas que se hicieron, que todavía no están puestas en práctica, como la reforma de la Secretaría del Sínodo, en la metodología; como la comisión post-sinodal que tenga carácter permanente de consulta; como los consistorios cardenalicios con temáticas no tanto formales - como por ejemplo la canonización-, sino también temáticas, etc. Bueno, la vertiente de los contenidos viene de ahí. La segunda vertiente es la oportunidad. Les confieso, a mí no me costó, al mes de pontificado, armar la comisión de los ocho cardenales, que es una cosa… La parte económica yo pensaba tratarla el año que viene, porque no es lo más importante que había que tocar. Sin embargo, la agenda se cambió debido a circunstancias que ustedes conocen, que son de dominio público y que aparecieron problemas y que había que enfrentarlos. El primero, el problema del IOR, o sea, cómo encaminarlo, cómo delinearlo, cómo reformularlo, cómo sanear lo que haya que sanear, y ahí está la primera comisión de referencia, ese es el nombre. Ustedes conocen el quirógrafo, lo que se pide, los integrantes y todo. Después tuvimos la reunión de la comisión de los quince cardenales que se ocupan de los aspectos económicos de la Santa Sede. Son de todas partes del mundo. Y ahí, preparando esa reunión se vio la necesidad de hacer una misma comisión de referencia para toda la economía de la Santa Sede. O sea, que se tocó el problema económico fuera de agenda, pero estas cosas suceden cuando en el oficio de gobierno ¿cierto?, uno va por aquí, pero le patean un golazo de allá y lo tiene que atajar, ¿no es cierto? Entonces, la vida es así y, eso es lo lindo de la vida también. Repito la pregunta que me hacía del IOR, perdón, estoy hablando en castellano. Perdón… me venía la respuesta en castellano.

[I passi che ho fatto in questi quattro mesi e mezzo vengono da due versanti: il contenuto di quello che si doveva fare, tutto, viene dal versante delle Congregazioni Generali dei cardinali. Erano cose che noi cardinali abbiamo chiesto a colui che sarebbe diventato il nuovo Papa. Io mi ricordo che chiesi molte cose, pensando che sarebbe stato un altro… Chiedevamo di far questo, per esempio la Commissione di otto cardinali, sappiamo che è importante avere una Consulta outsider, non le Consulte che già vi sono, ma outsider.
Questo va ogni volta nella linea - qui faccio come un’astrazione, pensando, però lo faccio per spiegarlo - nella linea della maturazione della relazione tra sinodalità e primato. Ossia, questi otto cardinali favoriscono la sinodalità, aiutano i diversi episcopati del mondo ad esprimersi nello stesso governo della Chiesa. Ci sono molte proposte che sono state fatte e che tuttavia non sono state ancora messe in pratica, come la riforma della Segreteria del Sinodo, nella metodologia; come la Commissione post-sinodale, che abbia carattere permanente di consulta; come i concistori cardinalizi, con tematiche non tanto formali - come per esempio, la canonizzazione, ma anche altre tematiche, eccetera. Bene, il versante dei contenuti viene da lì!
Il secondo versante è l’opportunità. Vi confesso che a me non è costato, il primo mese di Pontificato, organizzare la Commissione degli otto cardinali, che è un primo punto. La parte economica pensavo di trattarla il prossimo anno, perché non è la cosa più importante che bisognava trattare. Ma l’agenda è cambiata a causa delle circostanze  che voi conoscete e che sono di dominio pubblico; sono apparsi problemi che dovevano essere affrontati. Il primo: il problema dello IOR, ossia, come incamminarlo, come delinearlo, come riformularlo, come sanare quello che c’è da sanare, e qui c’è la prima Commissione di riferimento, questo è il nome. Voi conoscete il chirografo, quello che si chiede, quelli che la integrano, tutto. Poi abbiamo avuto la riunione della Commissione dei 15 cardinali che si occupano degli aspetti economici della Santa Sede. Provengono da tutte le parti del mondo. E lì, preparando questa riunione, si vide la necessità di fare una unica Commissione di riferimento per tutta l’economia della Santa Sede. Ossia fu affrontato il problema economico fuori agenda, però queste cose succedono quando nell’ufficio di governo uno va da una parte, ma gli tirano una pallonata dall’altra parte, e la devi parare. Non è così? Quindi, la vita è così, ma anche questo è il bello della vita. Ripeto la domanda che mi ha fatto sullo IOR, scusate, sto parlando in castigliano. Scusate, la risposta mi veniva in castigliano.]

Con riferimento a quella domanda che mi faceva dello IOR, io non so come finirà lo IOR; alcuni dicono che, forse, è meglio che sia una banca, altri che sia un fondo di aiuto, altri dicono di chiuderlo. Mah! Si sentono queste voci. Io non so. Io mi fido del lavoro delle persone dello IOR, che stanno lavorando su questo, anche della Commissione. Il Presidente dello IOR rimane, lo stesso che era prima; invece il Direttore e il Vicedirettore hanno dato le dimissioni. Ma questo, io non saprei dirle come finirà questa storia, e questo è bello anche, perché si trova, si cerca; siamo umani, in questo; dobbiamo trovare il meglio. Ma, questo sì; ma le caratteristiche dello IOR – sia banca, sia fondo di aiuto, sia qualsiasi cosa sia - trasparenza e onestà. Questo dev’essere così. Grazie.

Padre Lombardi:

Grazie mille, Santità. Allora, adesso passiamo ad una persona dei rappresentanti del gruppo italiano, e abbiamo uno che Lei conosce bene: Andrea Tornielli, che viene a farle una domanda a nome del gruppo italiano.

Andrea Tornielli:

Santo Padre, avrei una domanda un po’ forse indiscreta: ha fatto il giro del mondo la fotografia, quando siamo partiti, di Lei che sale la scaletta dell’aereo portando una borsa nera, e ci sono stati articoli in tutto il mondo che hanno commentato questa novità: sì, del Papa che sale … non accadeva, diciamo, che il Papa salisse con il suo bagaglio a mano. Allora, ci sono state anche ipotesi su che cosa contenesse la borsa nera. Allora, le mie domande sono: uno, perché ha portato Lei la sua borsa nera e non l’ha portata un collaboratore, e due, se può dirci che cosa c’era dentro … Grazie.

Papa Francesco:

Non c’era la chiave della bomba atomica! Mah! La portavo perché sempre ho fatto così: io, quando viaggio, la porto. E dentro, cosa c’è? C’è il rasoio, c’è il breviario, c’è l’agenda, c’è un libro da leggere – ne ho portato uno su Santa Teresina di cui io sono devoto. Io sono andato sempre con la borsa quando viaggio: è normale. Ma dobbiamo essere normali … Non so … è un po’ strano per me quello che tu mi dici, che ha fatto il giro del mondo quella foto. Ma dobbiamo abituarci ad essere normali. La normalità della vita. Non so, Andrea, se ti ho risposto…


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)