00 30/07/2013 17:27

Padre Lombardi:

Per il gruppo spagnolo, allora, adesso abbiamo Pablo Ordaz, de El País:

Pablo Ordaz:

Queríamos saber su relación de trabajo, no tanto amistosa, de colaboración con Benedicto XVI. No ha habido antes una circunstancia así, y si tiene contactos frecuentes, y le está ayudando en esa carga. Muchas gracias.

[Vorremmo sapere quale sia la sua relazione di lavoro, non solo di amicizia, e di collaborazione con Benedetto XVI. Non c’è mai stata prima una circostanza simile; e se ha contatti frequenti e la sta aiutando in questo lavoro. Molte grazie.]

Papa Francesco:

Creo que la última vez que hubo dos Papas, o tres Papas, no se hablaban entre ellos, estaban peleando a ver quien era el verdadero. Tres llegaron a haber en el Cisma de Occidente. Hay algo que…

[Credo che l’ultima volta che ci sono stati due Papi, o tre Papi, non abbiano parlato tra loro, stavano lottando per vedere chi fosse quello autentico. Sono arrivati ad essere tre durante lo Scisma d’Occidente. C’è qualcosa…]

C’è qualcosa che qualifica il mio rapporto con Benedetto: io gli voglio tanto bene. Sempre gli ho voluto bene. Per me è un uomo di Dio, un uomo umile, un uomo che prega. Io sono stato tanto felice quando lui è stato eletto Papa. Anche quando lui ha dato le dimissioni, è stato per me un esempio di grandezza! Un grande. Soltanto un grande fa questo! Un uomo di Dio e un uomo di preghiera. Lui adesso abita in Vaticano, e alcuni mi dicono: ma come si può fare questo? Due Papi in Vaticano! Ma, non ti ingombra lui? Ma lui non ti fa la rivoluzione contro? Tutte queste cose che dicono, no? Io ho trovato una frase per dire questo: “E’ come avere il nonno a casa”, ma il nonno saggio. Quando in una famiglia il nonno è a casa, è venerato, è amato, è ascoltato. Lui è un uomo di una prudenza! Non si immischia. Io gli ho detto tante volte: “Santità, lei riceva, faccia la sua vita, venga con noi”. E’ venuto per l’inaugurazione e la benedizione della statua di San Michele. Ecco, quella frase dice tutto. Per me è come avere il nonno a casa: il mio papà. Se io avessi una difficoltà o una cosa che non ho capito, telefonerei: “Ma, mi dica, posso farlo, quello?”. E quando sono andato per parlare di quel problema grosso, di Vatileaks, lui mi ha detto tutto con una semplicità … al servizio. E’ una cosa che non so se voi la sapete, credo di sì, ma non sono sicuro: quando ci ha parlato, nel discorso di congedo, il 28 febbraio, ci ha detto: “Fra voi c’è il prossimo Papa: io gli prometto obbedienza”. Ma è un grande; questo è un grande!

Padre Lombardi:

Allora, adesso diamo la parola ancora ad una brasiliana, Anna Ferreira; e allora si avvicina anche Gian Guido Vecchi per l’italiano.

Anna Ferreira:

Santo Padre, buonasera. Grazie. Vorrei dire “grazie” tante volte: grazie di avere portato tanta allegria al Brasile, e grazie anche di rispondere alle nostre domande. A noi giornalisti piace tanto fare domande. Vorrei sapere, perché ieri Lei ha detto ai vescovi brasiliani della partecipazione delle donne nella nostra Chiesa. Vorrei capire meglio: come dev’essere questa partecipazione di noi donne nella Chiesa? Se Lei, cosa ne pensa anche dell’ordinazione delle donne? Come dev’essere la nostra posizione nella Chiesa?

Papa Francesco:

Io vorrei spiegare un po’ quello che ho detto sulla partecipazione delle donne nella Chiesa: non si può limitare al fatto che faccia la chierichetta o la presidentessa della Caritas, la catechista… No! Deve essere di più, ma profondamente di più, anche misticamente di più, con questo che io ho detto della teologia della donna. E, con riferimento all’ordinazione delle donne, la Chiesa ha parlato e dice: “No”. L’ha detto Giovanni Paolo II, ma con una formulazione definitiva. Quella è chiusa, quella porta, ma su questo voglio dirti una cosa. L’ho detto, ma lo ripeto. La Madonna, Maria, era più importante degli Apostoli, dei vescovi e dei diaconi e dei preti. La donna, nella Chiesa, è più importante dei vescovi e dei preti; come, è quello che dobbiamo cercare di esplicitare meglio, perché credo che manchi una esplicitazione teologica di questo. Grazie.

Padre Lombardi:

Gian guido Vecchi, del Corriere della Sera: chiedo di avvicinarsi alla signora Pigozzi e a Nicole, poi, dopo.

Gian Guido Vecchi:

Padre Santo, Lei anche in questo viaggio ha parlato più volte di misericordia. A proposito dell’accesso ai Sacramenti dei divorziati risposati, c’è la possibilità che cambi qualcosa nella disciplina della Chiesa? Che questi Sacramenti siano un’occasione per avvicinare queste persone, anziché una barriera che li divide dagli altri fedeli?

Papa Francesco:

Questo è un tema che si chiede sempre. La misericordia è più grande di quel caso che lei pone. Io credo che questo sia il tempo della misericordia. Questo cambio di epoca, anche tanti problemi della Chiesa - come una testimonianza non buona di alcuni preti, anche problemi di corruzione nella Chiesa, anche il problema del clericalismo, per fare un esempio - hanno lasciato tanti feriti, tanti feriti. E la Chiesa è Madre: deve andare a curare i feriti, con misericordia. Ma se il Signore non si stanca di perdonare, noi non abbiamo altra scelta che questa: prima di tutto, curare i feriti. E’ mamma, la Chiesa, e deve andare su questa strada della misericordia. E trovare una misericordia per tutti. Ma io penso, quando il figliol prodigo è tornato a casa, il papà non gli ha detto: “Ma tu, senti, accomodati: che cosa hai fatto con i soldi?”. No! Ha fatto festa! Poi, forse, quando il figlio ha voluto parlare, ha parlato. La Chiesa deve fare così. Quando c’è qualcuno… non solo aspettarli: andare a trovarli! Questa è la misericordia. E io credo che questo sia un kairós: questo tempo è un kairós di misericordia.
Ma questa prima intuizione l’ha avuta Giovanni Paolo II, quando ha incominciato con Faustina Kowalska, la Divina Misericordia… lui aveva qualcosa, aveva intuito che era una necessità di questo tempo. Con riferimento al problema della Comunione alle persone in seconda unione, perché i divorziati possono fare la Comunione, non c’è problema, ma quando sono in seconda unione, non possono. Io credo che questo sia necessario guardarlo nella totalità della pastorale matrimoniale. E per questo è un problema. Ma anche - una parentesi - gli Ortodossi hanno una prassi differente. Loro seguono la teologia dell’economia, come la chiamano, e danno una seconda possibilità, lo permettono. Ma credo che questo problema – chiudo la parentesi – si debba studiare nella cornice della pastorale matrimoniale.
E per questo, due cose; primo: uno dei temi da consultare con questi otto del Consiglio dei cardinali, con i quali ci riuniremo l’1, il 2 e il 3 ottobre, è come andare avanti nella pastorale matrimoniale, e questo problema uscirà lì. E, una seconda cosa: è stato con me, quindici giorni fa, il segretario del Sinodo dei Vescovi, per il tema del prossimo Sinodo. Era un tema antropologico, ma parlando e riparlando, andando e tornando, abbiamo visto questo tema antropologico: la fede come aiuta la pianificazione della persona, ma nella famiglia, e andare quindi sulla pastorale matrimoniale. Siamo in cammino per una pastorale matrimoniale un po’ profonda. E questo è un problema di tutti, perché ci sono tanti, no? Per esempio, ne dico uno soltanto: il cardinale Quarracino, il mio predecessore, diceva che per lui la metà dei matrimoni sono nulli. Ma diceva così, perché? Perché si sposano senza maturità, si sposano senza accorgersi che è per tutta la vita, o si sposano perché socialmente si devono sposare. E in questo entra anche la pastorale matrimoniale. E anche il problema giudiziale della nullità dei matrimoni, quello si deve rivedere, perché i Tribunali ecclesiastici non bastano per questo. E’ complesso, il problema della pastorale matrimoniale. Grazie.

Padre Lombardi:

Grazie. Allora adesso abbiamo la signora Pigozzi che è di Paris Match, è ancora del gruppo francese …

Carolina Pigozzi:

Buona sera, Santo Padre. Vorrei sapere se Lei, da quando è Papa, si sente ancora gesuita …

Papa Francesco:

E’ una domanda teologica, perché i gesuiti fanno voto di obbedire al Papa. Ma se il Papa è gesuita, forse deve far voto di obbedire al Generale dei gesuiti… Non so come si risolve questo … Io mi sento gesuita nella mia spiritualità; nella spiritualità degli Esercizi, la spiritualità, quella che io ho nel cuore. Ma tanto mi sento così che fra tre giorni andrò a festeggiare con i gesuiti la festa di Sant’Ignazio: dirò la Messa al mattino. Non ho cambiato di spiritualità, no. Francesco, francescano: no. Mi sento gesuita e la penso come gesuita. Non ipocritamente, ma la penso come gesuita. Grazie a lei.

Padre Lombardi:

Se ha ancora resistenza, c’è ancora qualche domanda. Adesso, Nicole Winfield, che è dell’Associated Press, e ci sono … ma non era … ma, io ho avuto una lista e qui veramente, credevo che vi foste organizzati … Allora, va bè, Elisabetta, mettiti in lista anche tu, scusa.

Nicole Winfield:

Santità, grazie di nuovo per essere venuto “tra i leoni”. Santità, al quarto mese del suo pontificato, volevo chiederle di fare un piccolo bilancio. Ci può dire quale è stata la cosa migliore di essere Papa, un aneddoto, e quale la cosa peggiore, e qual è la cosa che l’ha sorpresa di più in questo periodo?

Papa Francesco:

Ma non so come rispondere a questo, davvero. Cose grosse, cose grosse non sono state. Cose belle sì; per esempio, l’incontro con i Vescovi italiani è stato tanto bello, tanto bello. Come Vescovo della capitale d’Italia, mi sono sentito con loro a casa. E quello è stato bello, ma non so se sia stato il migliore. Anche una cosa dolorosa, ma che è entrata abbastanza nel mio cuore, la visita a Lampedusa. Ma quello è di piangere, mi ha fatto bene quello. Ma quando arrivano queste barche li lasciano alcune miglia prima della costa e loro devono, con la barca, arrivare da soli. E questo mi fa dolore perché penso che queste persone sono vittime di un sistema socio-economico mondiale. Ma la cosa peggiore – mi scusi – che mi è venuta è una sciatica – davvero! – che ho avuto il primo mese perché per fare le interviste mi accomodavo in una poltrona e questo mi ha fatto un po’ male. E’ una sciatica dolorosissima, dolorosissima! Non l’auguro a nessuno! Ma queste cose: parlare con la gente; l’incontro con i seminaristi e le religiose è stato bellissimo, è stato bellissimo. Anche l’incontro con gli alunni dei collegi gesuiti è stato bellissimo, cose buone.

Domanda:

Qual è la cosa che l’ha più sorpresa?

Papa Francesco:

Le persone, le persone, le persone buone che ho trovato. Ho trovato tante persone buone in Vaticano. Ho pensato cosa dire, ma quello è vero. Io faccio giustizia, dicendo questo: tante persone buone. Tante persone buone, tante persone buone, ma buone buone buone!



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)