00 09/10/2013 15:47

UDIENZA GENERALE

Piazza San Pietro
Mercoledì, 9 ottobre 2013

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 papa

Cari fratelli e sorelle, buon giorno!

«Credo la Chiesa una, santa, cattolica…». Oggi ci fermiamo a riflettere su questa Nota della Chiesa: diciamo cattolica è l'Anno della cattolicità.

Anzitutto: che cosa significa cattolico? Deriva dal greco “kath’olòn” che vuol dire “secondo il tutto”, la totalità. In che senso questa totalità si applica alla Chiesa? In che senso noi diciamo che la Chiesa è cattolica? Direi in tre significati fondamentali.

1. Il primo. La Chiesa è cattolica perché è lo spazio, la casa in cui ci viene annunciata tutta intera la fede, in cui la salvezza che ci ha portato Cristo viene offerta a tutti. La Chiesa ci fa incontrare la misericordia di Dio che ci trasforma perché in essa è presente Gesù Cristo, che le dona la vera confessione di fede, la pienezza della vita sacramentale, l’autenticità del ministero ordinato. Nella Chiesa ognuno di noi trova quanto è necessario per credere, per vivere da cristiani, per diventare santi, per camminare in ogni luogo e in ogni epoca.

Per portare un esempio, possiamo dire che è come nella vita di famiglia; in famiglia a ciascuno di noi è donato tutto ciò che ci permette di crescere, di maturare, di vivere. Non si può crescere da soli, non si può camminare da soli, isolandosi, ma si cammina e si cresce in una comunità, in una famiglia. E così è nella Chiesa! Nella Chiesa noi possiamo ascoltare la Parola di Dio, sicuri che è il messaggio che il Signore ci ha donato; nella Chiesa possiamo incontrare il Signore nei Sacramenti che sono le finestre aperte attraverso le quali ci viene data la luce di Dio, dei ruscelli ai quali attingiamo la vita stessa di Dio; nella Chiesa impariamo a vivere la comunione, l’amore che viene da Dio. Ciascuno di noi può chiedersi oggi: come vivo io nella Chiesa? Quando io vado in chiesa, è come se fossi allo stadio, a una partita di calcio? È come se fossi al cinema? No, è un'altra cosa. Come vado io in chiesa? Come accolgo i doni che la Chiesa mi offre, per crescere, per maturare come cristiano? Partecipo alla vita di comunità o vado in chiesa e mi chiudo nei miei problemi isolandomi dall'altro? In questo primo senso la Chiesa è cattolica, perché è la casa di tutti. Tutti sono figli della Chiesa e tutti sono in quella casa.

2. Un secondo significato: la Chiesa è cattolica perché è universale, è sparsa in ogni parte del mondo e annuncia il Vangelo ad ogni uomo e ad ogni donna. La Chiesa non è un gruppo di élite, non riguarda solo alcuni. La Chiesa non ha chiusure, è inviata alla totalità delle persone, alla totalità del genere umano. E l’unica Chiesa è presente anche nelle più piccole parti di essa.
Ognuno può dire: nella mia parrocchia è presente la Chiesa cattolica, perché anch’essa è parte della Chiesa universale, anch’essa ha la pienezza dei doni di Cristo, la fede, i Sacramenti, il ministero; è in comunione con il Vescovo, con il Papa ed è aperta a tutti, senza distinzioni. La Chiesa non è solo all’ombra del nostro campanile, ma abbraccia una vastità di genti, di popoli che professano la stessa fede, si nutrono della stessa Eucaristia, sono serviti dagli stessi Pastori. Sentirci in comunione con tutte le Chiese, con tutte le comunità cattoliche piccole o grandi del mondo! È bello questo! E poi sentire che tutti siamo in missione, piccole o grandi comunità, tutti dobbiamo aprire le nostre porte ed uscire per il Vangelo. Chiediamoci allora: che cosa faccio io per comunicare agli altri la gioia di incontrare il Signore, la gioia di appartenere alla Chiesa? Annunciare e testimoniare la fede non è un affare di pochi, riguarda anche me, te, ciascuno di noi!

3. Un terzo e ultimo pensiero: la Chiesa è cattolica, perché è la “Casa dell’armonia” dove unità e diversità sanno coniugarsi insieme per essere ricchezza. Pensiamo all’immagine della sinfonia, che vuol dire accordo, armonia, diversi strumenti suonano insieme; ognuno mantiene il suo timbro inconfondibile e le sue caratteristiche di suono si accordano su qualcosa di comune. Poi c’è chi guida, il direttore, e nella sinfonia che viene eseguita tutti suonano insieme in “armonia”, ma non viene cancellato il timbro di ogni strumento; la peculiarità di ciascuno, anzi, è valorizzata al massimo!

È una bella immagine che ci dice che la Chiesa è come una grande orchestra in cui c’è varietà. Non siamo tutti uguali e non dobbiamo essere tutti uguali. Tutti siamo diversi, differenti, ognuno con le proprie qualità. E questo è il bello della Chiesa: ognuno porta il suo, quello che Dio gli ha dato, per arricchire gli altri. E tra i componenti c'è questa diversità, ma è una diversità che non entra in conflitto, non si contrappone; è una varietà che si lascia fondere in armonia dallo Spirito Santo; è Lui il vero “Maestro”, Lui stesso è armonia.

E qui chiediamoci: nelle nostre comunità viviamo l’armonia o litighiamo fra noi? Nella mia comunità parrocchiale, nel mio movimento, dove io faccio parte della Chiesa, ci sono chiacchiere? Se ci sono chiacchiere non c'è armonia, ma lotta. E questa non è la Chiesa. La Chiesa è l'armonia di tutti: mai chiacchierare uno contro l'altro, mai litigare! Accettiamo l’altro, accettiamo che vi sia una giusta varietà, che questo sia differente, che questo la pensa in un modo o nell’altro – ma nella stessa fede si può pensare diversamente – o tendiamo ad uniformare tutto? Ma l'uniformità uccide la vita. La vita della Chiesa è varietà, e quando vogliamo mettere questa uniformità su tutti uccidiamo i doni dello Spirito Santo. Preghiamo lo Spirito Santo, che è proprio l'autore di questa unità nella varietà, di questa armonia, perché ci renda sempre più “cattolici”, cioè in questa Chiesa che è cattolica e universale! Grazie.


Saluti:

 

[Cari amici e fratelli di lingua portoghese, che oggi prendete parte a quest’Incontro con il Successore di Pietro: grazie per la vostra presenza e soprattutto per le vostre preghiere! Saluto tutti voi, in particolare i fedeli delle parrocchie di Rio de Janeiro e São José dos Campos e i Religiosi Brasiliani a Roma. Alla Vergine Maria affido i vostri cuori e i vostri passi al servizio dell’evangelizzazione e dell’annuncio della Parola di Dio. Su di voi e sulle vostre famiglie scenda la Benedizione del Signore.)

 

[Cari fedeli di lingua araba: un anno fa, il 10 ottobre 2012, Papa Benedetto, dopo il Suo Viaggio in Libano e la consegna dell’Esortazione Apostolica: “La Chiesa in Medio Oriente: Comunione e testimonianza”, ha inserito la lingua araba all’Udienza Generale, come era stato chiesto anche dai Padri sinodali, per esprimere a tutti i cristiani del Medio Oriente la vicinanza della Chiesa Cattolica ai suoi figli orientali. E oggi parlando dell’espressione “credo nella Chiesa Cattolica”, vi chiedo di pregare per la pace nel Medio Oriente: in Siria, in Iraq, in Egitto, in Libano e in Terra Santa, dove è nato il Principe della Pace, Gesù Cristo. Pregate affinché la luce di Cristo arrivi a ogni cuore e in ogni luogo, fino ai confini della Terra. La benedizione del Signore sia sempre con voi!]

Pozdrawiam serdecznie pielgrzymów polskich, a szczególnie lektorów i ministrantów z Archidiecezji gnieźnieńskiej. Niech przesłanie, które przywozicie, przyjęte podczas V Ogólnopolskiej Pielgrzymki Ministrantów i Lektorów, umocni wiarę i więź z Kościołem, was tu obecnych i waszych przyjaciół w Polsce. Bądźcie zawsze wierni Chrystusowi, znajdujcie radość w waszej służbie przy ołtarzu, bądźcie świadkami Ewangelii. Wam i wszystkim pielgrzymom z serca błogosławię.

[Saluto cordialmente tutti i pellegrini polacchi, in modo particolare i lettori e i chierichetti dell’Arcidiocesi di Gniezno. Il messaggio che portate, accolto durante il V° Pellegrinaggio Nazionale dei Ministranti e dei Lettori, rafforzi la fede e il legame con la Chiesa, in voi qui presenti e nei vostri amici in Polonia. Siate sempre fedeli a Cristo, attingete la gioia del vostro servizio all’altare, siate testimoni del Vangelo. Benedico di cuore voi e tutti i pellegrini.]

 

[Con gioia saluto e benedico tutti i pellegrini croati, in modo particolare i fedeli delle diocesi di Mostar-Duvno e Trebinje-Mrkan in Bosnia ed Erzegovina, insieme con il loro Pastore, Mons. Ratko Perić. Vorrei incoraggiarvi ad essere autentici testimoni di nostro Signore. Essere cattolico, essere missionario nel vostro ambiente multietnico e multiconfessionale significa amare tutti come Gesù Cristo ci ha amato. Portate tale amore nella vostra Patria. Siano lodati Gesù e Maria!]

* * *

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. Saluto le parrocchie, gli istituti religiosi, le associazioni, le scolaresche, i gruppi di preghiera, le famiglie. In particolare, saluto i pellegrinaggi delle diocesi di Pinerolo, Piacenza-Bobbio, Viterbo, Sulmona-Valva, Anagni-Alatri, Oria, accompagnati dai loro Vescovi. Saluto l’Ordine di Sant’Orsola e le Figlie di San Giuseppe, che stanno celebrando i rispettivi Capitoli Generali. Saluto le parrocchie di Andria, Mede, San Giorgio del Sannio, e l’Istituto Maestre Pie Filippini di L’Aquila, come pure il gruppo dei Polentari d’Italia. Rivolgo infine il mio pensiero ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Ringrazio tutti per la presenza a questo incontro, incoraggiando ciascuno a mettersi in ascolto delle “piaghe di Gesù”, mediante un’attenzione sollecita verso i più deboli e i più bisognosi.

Con speciale affetto, saluto i Vescovi della Chiesa di tradizione alessandrina di Etiopia ed Eritrea, ai quali sono particolarmente vicino nella preghiera e nel dolore per tanti figli della loro terra che hanno perso la vita nella tragedia di Lampedusa. 






Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)