4) Risposte della Bibbia
Dice il Signore: « Mi compiacerò forse della morte del cattivo, e non piuttosto che egli si converta e viva? » (Ez 18, 23).
Dice il Corano: « Qualunque segno e prodigio Dio facesse, gli uomini non crederebbero affatto, se non lo volesse Dio » (S VI, 111).
Dice la Bibbia: « Ecco, io pongo davanti a te la vita e il bene, la morte e il male. Se tu ascolti gli ordini del Signore Iddio tuo, che io oggi ti prescrivo, amando il Signore tuo Dio, camminando nelle sue vie, osservando i suoi comandamenti, le sue leggi e i suoi precetti, allora tu vivrai... Ma se il tuo cuore si volge indietro, e non vuoi obbedire e ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dei e servire loro, io ti dichiaro oggi formalmente che voi perirete ... » (Dt 30, 15-19)
Come si vede, Dio lascia all'uomo la libertà di amarlo e di obbedirlo; senza libertà non ci sarebbe merito, né demerito. Per questo Gesù non impone a nessuno di convertirsi, di diventare suo discepolo, ma soltanto propone: « Se vuoi...», egli sempre dice. E tutta la sua missione fu di cercare, di predicare, di invitare, di convincere a seguirlo, ad amare Dio e il prossimo. Egli non condanna nessuno; vuole salvare tutti.
Quando i giudei stanno per lapidare l'adultera, egli la salva e, dopo, l'ammonisce di non peccare piú.
Quando, giunti in un villaggio della Samaria, i samaritani non vollero ricevere né lui, né i suoi discepoli, questi, indignati, chiesero a Gesú che facesse scendere il fuoco dal cielo per castigarli; Gesú li rimproverò perché egli « era venuto per salvare gli uomini; non per farli perire » (Lc 9, 51).
Per salvare tutti gli uomini Gesú affronta la sua dolorosissima passione, va coscientemente a Gerusalemme per esservi arrestato e messo a morte, rimprovera Pietro che lo dissuade all'andarvi (Mt 16, 23); e quando lo stesso Pietro vuole uccidere il primo soldato che a lui si avvicina, Gesú lo rimprovera ancora dicendogli: « Rimetti la spada nel fodero; non berrò il calice che il Padre mi ha dato? » (Gv 18, 11).
Infine, morendo fra atroci tormenti nella croce, Gesú non solo non minaccia vendetta, ma prega per coloro stessi che lo avevano messo in croce, dicendo: « Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno » (Lc 23, 24).
E mentre Gesù manda i suoi discepoli come agnelli in mezzo ai lupi (Lc 10, 3) ad offrire a tutti la pace, Maometto parte con gli eserciti a conquistare quanti non vogliono seguirlo e ad ammazzare quanti non vogliono farsi mussulmani; e, contrariamente a quanto ha detto e fatto Gesù, egli dice: « Non tocca né al rasul, né ai credenti implorare perdono in favore degli idolatri, anche se fossero loro parenti, giacché sanno bene che saranno ospiti del gahim » (S IX, 113).
Conclusione: Come si vede, la dottrina del Corano in tanti argomenti importantissimi è opposta a quella rivelata nella Bibbia. E giacché Dio non si può contraddire, egli non può avere rivelato sia la Bibbia, sia il Corano; ma o ha rivelato la Bibbia, o ha rivelato il Corano. Quale dei due ha rivelato? La risposta può essere una sola: quella che egli ha garantito, cioè la Bibbia.
5) La morale
a) La morale del Vangelo
Dice Gesú: «Avete udito che fu detto: "Non commettere adulterio". Ma io vi dico che chiunque avrà guardato una donna, desiderandola, ha già commesso adulterio nel suo cuore. Ora, se il tuo occhio destro ti è occasione di caduta, cavalo e gettalo via da te; è meglio per te perdere uno dei tuoi membri, che tutto il tuo corpo sia gettato all'inferno. E se la tua mano destra ti è occasione di caduta, tagliala e gettala via da te, perché è meglio per te perdere uno dei tuoi membri che non tutto il tuo corpo vada all'inferno. Si disse pure: "Se uno ripudia la propria moglie, le dia il libello di ripudio"; ma io vi dico: chiunque ripudia la propria donna, eccetto in caso di concubinato, l'espone all'adulterio; e chi sposa la ripudiata commette pure adulterio » (Mt 5, 27-32).
« Ora, avvicinatisi i farisei, gli domandarono per tentarlo: "È lecito a un uomo ripudiare la moglie?". Egli rispose loro: "Che cosa vi ha comandato Mosé". Essi risposero: "Mosé ha prescritto di scrivere un libretto di divorzio e di ripudiare". Ma Gesú disse loro: "Per la durezza del vostro cuore egli ha scritto per voi questo precetto. Ma in principio della creazione Dio li fece maschio e femmina; per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre, si unirà a sua moglie, e i due saranno una sola carne. Non divida dunque l'uomo quello che Dio ha unito" » (Mc 10, 2-9).
b) La morale del Corano
Il Corano ammette che l'uomo possa avere tre o quattro mogli; ma non mette un limite preciso a quante l'uomo ne può avere; accetta poi che ogni uomo oltre alle mogli abbia delle concubine; e di queste ne può tenere quante ne vuole.
Basta che l'uomo preghi e faccia elemosine, poi può tenere mogli e concubine: S XXIII 6.
Infine, se si innamora della moglie di un altro potrà in una maniera o nell'altra togliergliela e farla sua.
« Se vi viene il desiderio di cambiare moglie con un'altra e a una di esse avete già dato un qintr, non riprendetevi nulla». « Vi sono dichiarate illecite le donne sposate, a meno che le vostre mani ne abbiano fatto oggetto di rubello e siano diventate vostre schiave. A parte questo vi è lecito cercare altre donne vivendo castamente, non come fornicatori. Poi ricordatevi: quelle da cui avrete tratto piacere, ricompensatele bene » (S IV, 20-24). « ... Sposate due, tre o anche quattro donne di cui siete innamorati...» (S IV, 3).
6) Il Paradiso
a) Nel Corano
Il Paradiso descritto nel Corano è fatto su misura per degli uomini primitivi; per quanto cioè, poteva loro interessare e poteva allettarli. Vi si parla di una specie di Paradiso terrestre di vestiti splendidi, di cibi succulenti, di frutta e di bevande deliziose di comodissimi letti e, sopratutto di stupende ragazze messe a disposizione degli eletti mussulmani.
Di Dio si dice soltanto che ci sta lui. Riportiamo alcune Sure:
«Ecco: per quelli ci saranno i gannat di Adn. Ruscelletti che scorrono. Braccialetti d'oro alle braccia. Abiti verdi di seta e di broccato. Troni comodi per accosciarsi. Ricompensa deliziosa, stupendamente comoda» (S XV 31).
Lo stesso viene ripetuto nella Sura XXII, 23.
« Faranno eccezione gli schiavi che Dio avrà scelto, ai quali come a bene familiare, verranno dati dei frutti, e saranno onorati. Circolerà fra loro la coppa di ma'in, coppa candida, piacevole ai bevitori.
Non c'è alcun senso di ubriachezza ed è inesauribile. Avranno per loro stupende fanciulle: occhi sgranati, sguardi casti ».
S XLIV, 51-55: « Ma i devoti vivranno in luogo sicuro, in mezzo a gannat e a sorgenti, vestiranno di seta e broccato; saranno collocati in faccia gli uni degli altri, e gli daremo per spose le huri dagli occhi grandissimi. Ivi chiederanno soavemente ogni specie di frutta ».
S LVI 10-38: « I primi arrivati, proprio i primi, staranno presso Dio nel gannat dei piaceri. Molti saranno gli antichi, pochi i recenti su troni avvicinati, adagiati staranno, e guarderanno. Efebi immortali fra loro circoleranno, porteranno le coppe, i boccali e tazze piene di bevanda fresca e pura. Non ne avranno mal di capo, neanche ebrezza, e frutti avranno a loro piacere e carni di uccelli a volontà. Ci saranno le Huri dagli occhi grandi, somiglianti alle perle di uno scrigno; compenso alle loro opere saranno... Vivranno tra piante di giuggiole senza spine, tra acacie abbondanti in frutti. Di un'ombra abbondante essi godranno e di murmuri acque e di frutti abbondanti, mai colti prima, né vietati e su letti alti dormiranno. Noi creammo le Huri invero in modo verginale, innamorate, della stessa età, destinate ai compagni della destra ».
S LXXXIII 22-28: « Che bello! I puri staranno fra le delizie, su troni gioiosamente guardando attorno; e sui loro volti potrai compiacerti e rimirare la vittoria della grazia. Abbeverati saranno di prezioso vino sigillato, e il sigillo suo sarà il muschio, e lo desidereranno con veemente desiderio, e sarà mescolato con acqua di tasnim, acqua con la quale si dissetano i vicini di Dio ».
« (Nel gannat) Vi saranno parchi e vigne, vergini dal seno turgido, coetanee, e calici ricolmi» (S LXXVIII 32-34).
Infine, per il Corano nel gannat non c'è differenza per quanti sono stati fedeli, né per 1'iman, né per il bambino, né per chi è morto nella guerra santa, né per l'infedele che alla fine si converte: il premio è per tutti uguale.
Gesù, invece, mostra la differenza nel premio che hanno gli eletti: anche un semplice «bicchiere d'acqua dato per amore del suo nome avrà la sua ricompensa» (Mt 10, 42); e nella parabola delle mine fa vedere la differenza del premio tra quelli che hanno fatto maggiori opere buone e tra quelli che ne hanno fatto di meno.
Come è diverso il premio per i buoni, in proporzione del bene che hanno fatto; cosí è diverso il castigo per i cattivi, in proporzione del male che hanno: lo rivela Gesú espressamente quando dice: «Darete conto anche di una sola parola oziosa». D'altronde la giustizia di Dio non può non essere cosí.
b) Nel Nuovo Testamento
Nella concezione islamica del Paradiso è assente Dio: si parla soltanto di quanto può allettare quelle menti primitive degli arabi di quel tempo: di piaceri di gola e di piaceri sessuali; le donne non vi hanno una personalità; esistono soltanto in funzione degli uomini e per soddisfare gli uomini.
Gesú, invece, espressamente rivela che in Paradiso non vi sono piú istinti sessuali perché c'è qualcosa che infinitamente li sorpassa: la visione beatifica di Dio.
Quando i sadducei gli chiedono di chi sarebbe stata nella resurrezione la donna che avevano sposato, l'uno dopo l'altro, i sette fratelli, Gesú rispose: « Voi sbagliate; non sapete comprendere né le Scritture, né la potenza di Dio. Perché nella resurrezione non si sposeranno, né si mariteranno, ma saranno come gli angeli di Dio » (Mt 22-29).
Il N.T. ci rivela che la felicità del Paradiso è nella visione beatifica di Dio: « Fin da ora noi siamo figli di Dio; ma non è stato ancora manifestato quello che saremo. Sappiamo che quando ciò sarà manifestato, saremo simili a lui, perché lo vedremo quale egli è » (1 Gv 3,2). Il Nuovo Testamento ci rivela che la felicità del Paradiso è tale che sorpassa qualunque immaginazione e qualunque desiderio umano: « Quel che occhio mai non vide, né orecchio mai udí, né mai cuore d'uomo ha potuto afferrare questo Iddio ha preparato per coloro che lo amano » (1 Cor 2, 9).
E l'apostolo Giovanni, rapito in Paradiso udí queste parole: « Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro; essi saranno il suo popolo e Dio stesso abiterà con gli uomini. Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà piú morte, né lutto, né grido, né pena esisterà piú, perché il primo mondo è sparito ». E colui che sedeva sul trono disse: « Ecco, faccio nuove tutte le cose ». Nel Paradiso, dice ancora Giovanni: « Non vidi alcun Tempio, perché il suo Tempio è il Signore Dio onnipotente e l'Agnello (cioè Gesù). La città non ha bisogno di sole, né di luna che la illumini, perché 1a illumina la gloria di Dio, e il suo luminare è l'Agnello » (Ap 2).
E l'apostolo Paolo conclude: « Squillerà, infatti, la tromba e i morti risorgeranno incorruttibili e saremo trasformati » cioè saremo resi incorruttibili (2 Cor 15, 22).
Gesú profetizza la sequenza dei fatti:
« Or subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà piú la sua luce, le stelle cadranno dal cielo, e le potenze dei cieli saranno sconvolte. Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo (la croce); tutte le tribú della terra si batteranno il petto e vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria. Egli manderà i suoi Angeli che, con tromba dallo squillo potente, raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un'estremità all'altra dei cieli. Quando verrà il Figlio dell'uomo nella sua maestà con tutti i suoi Angeli, si assiderà sul trono della sua gloria. E tutte le nazioni saranno radunate dinanzi a lui; ma egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e metterà le pecore alla sua destra, i capri alla sua sinistra...».
Quindi Gesú giudicherà tutti secondo le loro opere e manderà i cattivi nel fuoco eterno, e i giusti alla vita eterna (Mt 24-25).
Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)