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2. – La seconda opera che compì nostro Signore Gesù Cristo fu la Natività, perché Egli non volle nascere in un palazzo come il Pretorio pieno di magnificenze. E la notte fu chiara come il giorno. E volle nascere tra Giuseppe e la Vergine, e giacere coricato tra il bue e l’asino. Le schiere angeliche cantavano: Gloria a Dio nel più alto dei cieli (Lc. 2, 14). I pastori vennero ad adorarlo. Ecco allora che (Cristo) dapprima stava in quella gloriosa sacrestia, cioè la Beata Vergine, però in seguito si manifestò pubblicamente e si rivelò.
E questo lo ripresenta il sacerdote quando esce dalla sacrestia, giacchè il sacerdote ripresenta Cristo; mentre il diacono e il suddiacono stanno a ripresentare la Vergine e Giuseppe che stavano a ciascun lato di Cristo; i due accoliti ripresentano il bue e l’asino; e la luce che portano gli accoliti sui candelieri ripresentano quel chiarore che brillò alla nascita di Gesù Cristo, sommo sacerdote; il coro dei chierici che cantano “Gloria al Padre e al Figlio”, ecc. quando il sacerdote esce dalla sacrestia ripresenta il coro degli Angeli cantando: Gloria in excelsis Deo (Lc. 2,14) durante la nascita di Gesù Cristo. In alcune chiese esiste il lodevole uso che quando si dice “Gloria al Padre” suonano i campanelli, così si ripresenta la gioia dei pastori che suonavano le loro zampogne.
Così ugualmente, il sacerdote esce con il volto e le mani lavate, ben pettinato, per cui in alcune sacrestie esiste un pettine, ed esce con il piviale dorato [nel manoscritto: capa dorada] ed egli tutto puro senza colpa [sine taca] né macchia. Questo è così per dimostrare che Gesù Cristo esce, o nasce, senza alcuna colpa, né macchia, né corruzione della Vergine e nasce con grande gioia. Per questo il re Davide canta nel Salmo (Sal. 18,6): I cieli narrano … nel sole pose la sua tenda; ed egli medesimo come sposo che esce dalla stanza nuziale. Perché esce bello e rasato [nel manoscritto: affaytàs], così come lo sposo esce dall’abitazione con anelli alle mani. E tutto ciò nella Messa solenne.

3. – La terza opera realizzata meravigliosamente dal Figlio di Dio fu che l’ottavo giorno volle esser circonciso. E a quanti si interrogano con certa diligenza perché mai si esegua la circoncisione (cf. Lc. 2,21) (dico) guardate l’eccellenza di quest’opera, quanto Cristo si umiliò. Giacché così come il ladro si marca col fuoco, o gli si accorciano le orecchie in seguito a un furto perché sia conosciuto, così Dio per segnalare quel furto (latrocinio), quello che fece Adamo, ordinò di circoncidere gli uomini senza escludere il nostro Gesù Cristo per quanto Egli non era obbligato alla circoncisione perché non venne dalla corrotta generazione di Adamo, ma era puro e senza macchia, però volle ugualmente circoncidersi.
E questo il sacerdote lo ripresenta quando ai piedi dell’altare dice: “Io peccatore”, ecc. Giacché anche se il sacerdote si fosse già sacramentalmente confessato, sale all’altare con altre mancanze, e perciò si proclama peccatore benché sia santo, come santo è Giovanni Battista.
E così mostra e fa capire che Gesù Cristo, che possiede la pienezza e la fonte della santità, volle mostrarsi anche peccatore e soggetto alla legge della circoncisione. Così il sacerdote confessandosi è come se togliesse il velo o il panno che tiene davanti a sé, e questo ripresenta quanto avviene nella circoncisione di Gesù Cristo: la pelle fu tolta e messa a parte. E guardate a quanto con autorità afferma la lettera ai Romani (Rm. 8,3): Dio …: mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e in vista del peccato, Egli ha condannato il peccato nella carne, ecc. Non dice che avesse il peccato della carne, ma che inviò suo Figlio in una carne simile a quella del peccato e volle passare per la circoncisione, come se fosse carne del peccato, ecc.

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)