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22. – La 22ma opera che Gesù realizzò in questo mondo per amore nostro è che dopo la sua sacra morte non volle direttamente salire al Cielo bensì per la sua grande umiltà volle prima discendere agli Inferi molto segretamente per dare la gloria ai santi padri, che al vederLo la ottennero. E i santi padri dicevano: “Glorioso Signore! Sono tanti gli anni che (Ti) aspettavamo”, difatti da cinquemila anni lo aspettavano con grandi aneliti e sospiri.
Questo si ripresenta nella Messa quando il sacerdote lascia cadere nel calice una parte dell’Ostia che ivi si impregna, per mostrare come nella visita dell’anima di Cristo al Limbo le anime dei santi si estasiarono di gloria e furono così inebriate e illuminate dall’amore di Dio che ignoravano quanto era loro successo e con dolce amore lodavano e benedicevano Dio, dicendo: Benedetto il Signore Dio di Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo … (Lc.1, 68).

23. – La 23ma opera che realizzò fu che dopo la sua benedetta morte volle esser deposto dalla croce per le mani di Giuseppe di Arimatea e di Nicodemo, che col permesso di Pilato lo tolsero dalla croce e lo posero sulla pietra [mensa del sepolcro].
E la Beata Vergine Maria con altre sante donne, e parenti e amici, stava d’intorno al corpo. E baciando gli occhi la Vergine Maria diceva: “O gloriosi occhi che scrutinavano i cuori umani con i loro pensieri!”. E baciava gli orecchi dicendo: ”O orecchi che udivano i canti che intonano in Cielo gli Angeli!”. Poi baciava il naso, dicendo: “O naso che percepisti il fragrante odore della gloria paradisiaca!”. Poi Gli baciava il Volto santo dicendo: “O Volto che dai gloria agli Angeli!”. Poi baciava la ferita del Costato, dicendo: “O porta gloriosa che ci introduci in Paradiso! O Fedeli cristiani che anelate entrare in Paradiso, venite, qui c’è la porta aperta, giacché mio figlio l’aprì per voi!”. Poi baciava le mani, dicendo: “O mani che creaste il cielo e la terra con tutto ciò che contengono!”. Poi baciava i suoi piedi, dicendo: “O piedi benedetti che misurarono la gloria del Paradiso!”. E (san) Lazzaro, santa Maria Maddalena, santa Marta, Giuseppe d’Arimatea e tutti gli altri fedeli si avvicinavano a quel sacratissimo corpo e pensavano il momento propizio per poterlo adorare e offrirgli totale riverenza.
Questo nella Messa lo ripresenta il sacerdote quando dopo aver dato la pace, per un breve momento sostiene nella sua mano l’Ostia prima di consumarla e allora il buon sacerdote se è devoto e immaginando il dolore della Vergine Maria, della Maddalena e dell’altra Maria e dei buoni cristiani che facevano quel cerchio intorno al corpo di Cristo, vedendo le piaghe e le ferite che Cristo sopportò per la redenzione del genere umano, deve piangere abbondantemente e sentire gran dolore e contrizione di cuore, ecc.

24. – La 24ma opera che il nostro Salvatore realizzò in questo mondo fu voler essere unto con balsamo e mirra e poi avvolto in una sindone bianca e immacolata ed esser posto e rinchiuso in un sepolcro di pietra, nuovo e senza alcuna alterazione o rottura.
Questo si ripresenta nella Messa quando il sacerdote riceve il corpo di Cristo, giacché il corpo del Sacerdote è il monumento nuovo di Gesù Cristo. E vi faccio notare che dico nuovo, perché nel corpo del sacerdote non deve esistere nessuna macchia, o immondezza di peccato come nel sepolcro di Gesù Cristo nel quale nessuno ancora era stato posto (Gv. 19, 41). Sì dev’ essere nuovo per la purezza e la castità. E come il monumento era di pietra resistente, così il presbitero deve essere forte e fermo in una vita buona e di fede.
E così come il corpo di Cristo venne avvolto in una sindone bianca e immacolata, altrettanto il corpo del sacerdote per la castità deve essere bianco e immacolato, perché dentro vi riposa il corpo di Cristo.
E così come il corpo di Cristo fu tutto imbalsamato ugualmente il corpo del sacerdote deve essere pieno di virtù, di giustizia e di perseveranza nella penitenza.
E così come Cristo riposa in quella bianca tela, ugualmente riposa nella coscienza del sacerdote, che è il sepolcro di Cristo.
Possiamo così ragionevolmente credere – benché non si trovi nei testi della Bibbia – che la Beata Vergine e gli altri fedeli cristiani credendo che Cristo risusciterebbe il terzo giorno, raccolsero il sangue ch’era stato versato ai piedi della croce e lo misero in un vaso limpido e fu posto nel sepolcro con il corpo, sì che la Vergine Maria sapeva che il sangue insieme col corpo risusciterebbe il terzo giorno. E perciò il sacerdote come sepolcro di Gesù Cristo che è santo e prezioso come il sepolcro di Gerusalemme – giacché quello è di pietra e tu sei a immagine e somiglianza di Dio, e il corpo del sacerdote è stato consacrato tutto, cresimato e unto e più santo.
C’è anche da considerare che in quel sepolcro fu posto il corpo di Cristo morto, e nel corpo del sacerdote si pone vivo. Ed ancora, ivi venne posto una sola volta, e il sacerdote lo riceve moltissime volte e alcuni lo ricevono tutti i giorni [e oggi più volte al giorno!].
Ed ancora il corpo di Cristo non si macchiò in quel sepolcro essendo avvolto nella sindone e perciò quel sepolcro è detto santo: molto più santo si dice il corpo del sacerdote, dove il corpo di Cristo non si pone avvolto, bensì tutte le carni, le ossa e le membra lo toccano. O sacerdote! Diligentemente medita in questo.

25. – La 25ma opera realizzata da Cristo in questo mondo fu che risuscitò da vita mortale a vita immortale. E poi fu trovato il sepolcro aperto.
E questo si ripresenta nella Messa quando il sacerdote dal centro dell’altare va all’angolo del medesimo per mostrare che così Gesù Cristo passò dalla vita mortale alla immortale. E il sacerdote presenta il calice vuoto per mostrare che il sepolcro di Cristo fu trovato aperto e vuoto. Allora il diacono piega i corporali per mostrare che nel sepolcro si trovarono le bende e il sudario ripiegati [su se stessi], ecc. (cf. Gv. 20, 5-7).


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)