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15. Il mistero della Chiesa, dicevamo, risplende nel Concilio come non mai. Lo aveva già insegnato Papa Pio IX: «È nel Concilio Ecumenico che i santi dogmi della religione sono definiti con maggiore profondità, espressi con maggiore ampiezza, che la disciplina ecclesiastica è restaurata e più solidamente stabilita,… che si stringe il vincolo dei membri della Chiesa col capo, che si accresce il vigore di tutto il corpo mistico di Cristo…» (Const. Dei Filius, coll.. lac. VII, 248).

16. L’autorità somma del Papa non annulla perciò, come alcuni cattolici hanno sospettato (Dejaifve S.J., Pape et Evéques au premier Concile du Vatican, Desclée de B., 1961), e molti fratelli separati tuttora asseriscono. (Circa le questioni relative ai rapporti fra Episcopato e Papato si veda l’articolo di Mons. Carlo Colombo: Episcopato e Primato Pontificio nella vita della Chiesa,in «Scuola Cattolica» nov-dic. 1960, p. 401-434. La dottrina circa la derivazione della giurisdizione episcopale dal potere pontificio è stata chiarita dall’Enciclica Mystici Corporis AAS, 1942, 212. – Scrive il Colombo, ib. p. 421: «i Vescovi partecipano ai poteri apostolici nella Chiesa in quanto entrano legittimamente a far parte del Collegio episcopale e si mantengono in comunione con esso; ricevono i loro “poteri” da Gesù Cristo tramite il Collegio episcopale. E poiché il Collegio episcopale non è acefalo, ma ha un Capo, che anche da solo possiede la pienezza dei “poteri apostolici” necessari per la vita di tutta la Chiesa, per questo ogni potere dei singoli Vescovi è già contenuto in questo potere come nella sua fonte o nella sua radice. In questo. modo mi sembra si possa e si deva spiegare l’origine del potere di giurisdizione dei Vescovi dal Romano Pontefice, insegnata dall’Enciclica Mystici corporis: non come una trasmissione sempre attuale di giurisdizione, che storicamente non è esistita per lunghi secoli; ma come una derivazione radicale del potere particolare dal potere pieno, che secondo la dottrina cattolica esiste tutto già nel solo Romano Pontefice anche senza collaborazione del Concilio. La trasmissione attuale della giurisdizione è un fatto storico ora comune…»), l’autorità dei Vescovi. Dal sacramento dell’ordine i Vescovi ricevono la pienezza del sacerdozio, ma dal Sommo Pontefice è loro conferita la giurisdizione sulle loro rispettive diocesi. L’autorità pontificia non diminuisce, sostiene invece quella episcopale, e trova nella sua. dignità e nella sua stabilità il proprio onore. Lo affermava Papa Gregorio Magno, quando. scriveva al Vescovo di Alessandria: «Il mio onore è l’onore della Chiesa universale. Il mio onore è la forza e la prosperità dei miei fratelli. Allora io sono veramente onorato, quando l’onore che tocca a ciascuno di essi non gli è rifiutato!».4

17. Altre questioni vorrebbero qui risposta, alle quali l’avvenimento stesso con la sua risonanza risponderà; come, ad esempio, su la frequenza dei Concilii se sia fissa o da fissarsi, o arbitraria, o da chi e da che cosa dipenda, su l’esistenza di altri Concilii meno solenni e particolari, (su l’appello, ormai illegittimo senza dubbio, dal Papa al Concilio), su le votazioni nei Concilii, eccetera.

18. Una è da ricordare, quella cioè dei membri che oggi, secondo il Diritto canonico vigente, sono da convocare. Sappiamo a questo proposito, dalla Bolla citata, che saranno chiamati al prossimo Concilio: i Cardinali, i Patriarchi, i Primati, gli Arcivescovi ed i Vescovi sia residenziali, che titolari, gli Abati ed i Prelati aventi giurisdizione, l’Abate Primate e gli Abati delle Congregazioni monastiche, e i Superiori Generali degli Ordini religiosi clericali.

19. Il Concilio perciò non è come un parlamento di eletti dal popolo, ma un organo composto di ecclesiastici investiti di autorità propria; non è un’assemblea di esperti, di professori, di teologi e di canonisti, ma di pastori e di dottori della Chiesa di Cristo; a tale ufficio assunti non per qualche titolo personale, per successione nobiliare o dinastica, o per privilegio storico o locale, ma perché legittimamente chiamati a succedere, se Vescovi, agli Apostoli, e investiti di potestà e di dignità, che suppongono una chiamata dall’alto, e che possono cadere sulle spalle di qualsiasi individuo, senza distinzione di classe, di nazione, di razza, ritenuto idoneo all’altissima e grave funzione. L’autorità nella Chiesa viene dall’alto, cioè deriva soltanto da Cristo, non dalla comunità, ma non teme scendere al basso con liberissima scelta dei suoi eletti. Così è la Chiesa.

Anche questo aspetto della composizione del Concilio meriterà la nostra riflessione, per ammirare l’opera di Dio in uno spettacolare fenomeno umano.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)