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[SM=g1740758] DIO CONFONDE I SAPIENTI O I “SAPIENTI” CONFONDONO DIO?

Il bel volto di Henri de Lubac

Non v’è neppure dubbio che le università cattoliche e i seminari, dove questi teologi andavano per la maggiore, fino agli anni ’80 e anche dopo, si ridurranno nel luogo deputato dell’opinione, della confusione, dell’apostasia vera e propria. Dove tutto era smarrito: l’ecclesiologia, la teologia, il concetto di peccato, il senso della natura dei sacramenti e Dio stesso, il Dio cattolico. Ne rimase solo cenere e fumo. Spesso questi teologi saranno loro in persona a gettare, dalle loro cattedre, benzina sul fuoco, rivendicando teologie ormai palesemente post-cristiane, ribelli.

Eppure in tutti questi casi che dilagarono (prima sui giornali, nelle librerie e poi direttamente sulle cattedre e dai pulpiti) di deviazionismo, Roma sembrò voler rinunciare a punire. Salvo il caso eclatante di Kung. Come non servisse più a niente rivendicare anche canonicamente i diritti della verità. Perché Roma finito il Concilio rinunciò a punire? Perché lasciò queste persone alle loro cattedre a propalare eresie e non le rimosse? Forse condivideva? Forse riteneva fosse inarrestabile questo movimento?

Quanto abbiamo detto in precedenza, ci porta a fare questa riflessione: che necessità avevamo di complicare la dottrina della Chiesa quando, prima, era più facilmente comprensibile, seminava a pieno ritmo e sfornava fiumi di santi, vocazioni, conversioni e saggi maestri? Se penso, tanto per fare un esempio, alla conversione dell’ebreo Ratisbonne per mezzo di Maria Santissima e alla storia di una medaglia prodigiosa con la teologia bellissima e pura dell’Immacolata Concezione, mi viene in mente una fragrante cascata in mezzo ad un magnifico e sereno paesaggio collinare dove una semplice ragazzina di nome Bernardette diventerà la più grande “teologa” della Vergine, senza per nulla stravolgere il percorso della Chiesa; se penso invece ai frutti di certe moderne teologie e alle loro complicazioni nelle disamine dottrinali, mi vengono in mente un uragano o un fiume che rompe gli argini portando morte e devastazione, il cielo grigio e i vortici delle trombe d’aria a spazzare via tutto ciò che fino ad oggi era stato faticosamente costruito. Quante conversioni sono scaturite dai loro ragionamenti e quanta apostasia, invece, hanno prodotto?

L’immagine dell’Orgoglio. Nei tratti e nelle movenze di Congar c’era un misto di volgarità ed effemminatezza tutte francesi. Fu uno degli astri del deviazionismo conciliare e post

Un’altro esempio? La bellissima storia della Madonna delle Tre Fontane, a Roma, detta anche Madonna della Rivelazione nel cui messaggio, riconosciuto da Pio XII e dal Vicariato di Roma, c’è una sublime dottrina sulla Trinità Santissima, che converte senza troppi giri di parole il protestante Bruno Cornacchiola, la cui moglie, cattolica e con tre figli, passava il tempo a perdonare il marito e a fare i Primi Venerdì del mese al Cuore di Gesù come atto riparatore ma anche per chiedere la conversione del marito. E così avvenne perché le promesse di Gesù sono fedeli! E, ancora, nelle verdi praterie del Portogallo, a Fatima, dove tre bambini di 8, 9 e 10 anni, ricevono le confidenze della Vergine del Rosario, vedono l’Inferno – che questi teologi modernisti spesso rinnegano o che ritengono, a loro giudizio, vuoto – ricevono dalla Madre di Dio drammatiche profezie sulle sorti della Chiesa e sono “custodi” di una promessa: se vogliono andare in Paradiso e piacere a Gesù, devono pregare e fare sacrifici. Dice loro Maria: «Pregate incessantemente per le anime dei peccatori, perché non c’è nessuno che preghi per loro, e molte di queste vanno all’inferno»

Con l’arrivo di certi teologi, invece, tutto è stato rimesso in discussione. Negato financo, con aria di sufficienza, per giunta.

Ma la fede non era dei semplici? Quanti del piccolo gregge” passano davvero il tempo a leggere questi teologi? Il fatto è che questa ci sembra una guerra fra titani, fra i grandi del sapere del nostro tempo, e, quando questi si scontrano, a rimetterci poi sono sempre i piccoli.

E’ evidente che con il Concilio Vaticano II si è data la cattedra anche al suo pensiero opposto. Laddove bastava dire: “O Maria concepita senza peccato originale, pregate per noi, che ricorriamo a Voi”, si è andato a complicare tutto, con una tolleranza, spesse volte inaudita, da parte di certi pastori che non hanno trovato ostacoli nella Chiesa. Una tolleranza esasperata che ha raggiunto lo scopo di far desistere il fedele dalla sua pietà, e, anziché tranquillizzarlo con queste giaculatorie e con le pratiche devozionali, non ha fatto altro che smantellare, con delle pastorali complesse perché infarcite dei vani ragionamenti di questi teologi modernisti, l’autentica fede del credente.

Abbiamo le prove di tutto questo e sono l’insistenza sia di Giovanni Paolo II quanto maggiormente oggi di Benedetto XVI per un ritorno alla semplicità della fede attraverso l’adorazione eucaristica, il ritorno al sacro, la riforma della liturgia, la pratica del santo rosario. Un’insistenza che ci fa ritornare in mente il sogno “delle sue colonne” di san Giovanni Bosco.

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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)