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CAPITOLO 20

Dice come, sia pur attraverso vie differenti, non manchi mai il conforto nel cammino dell’orazione e consiglia le sorelle a parlare di continuo su questo argomento.

1. Sembra che io mi contraddica in quest’ultimo capitolo rispetto a ciò che avevo detto prima perché, volendo offrire una consolazione alle anime che non arrivano a questo grado, affermavo che il Signore guida a sé per diverse strade, come in cielo vi sono molte dimore. Lo riaffermo ora perché Sua Maestà, vedendo la nostra debolezza, vi provvide da par suo. Però non disse: «Gli uni verranno per questa strada e gli altri per quella»; anzi, la sua misericordia è stata così grande che non ha impedito ad alcuno di venire a bere a questa fonte di vita. Sia per sempre benedetto! Con quanta ragione avrebbe potuto impedirlo a me!

2. Poiché non mi ordinò di lasciare questo cammino, quando l’ebbi intrapreso, e fece sì che fossi tuffata nel profondo della sorgente, non c’è dubbio che non lo impedirà a nessuno, anzi, pubblicamente ci chiama a gran voce. Ma, essendo infinitamente buono, non ci costringe a farlo e offre da bere in molti modi a coloro che vogliono seguirlo, affinché nessuno sia privo di conforto né muoia di sete. Da questa fonte abbondante infatti derivano ruscelli, alcuni grandi, altri piccoli, e talvolta piccole pozze per i bambini. A costoro basta poca acqua, mentre il presentare loro molta acqua non farebbe che spaventarli: proprio i bambini sono quelli che si trovano al principio della via di orazione. Pertanto, sorelle mie, non abbiate paura di morire di sete in questo cammino: non manca mai l’acqua delle consolazioni a tal punto che la sete sia intollerabile. Poiché è così, seguite il mio consiglio e non fermatevi lungo la strada, ma lottate da anime forti fino a morire nella ricerca di questo bene, non essendo voi qui se non per combattere la vostra battaglia. Procedendo sempre con la ferma determinazione di morire piuttosto che lasciar di raggiungere la fine del cammino, se il Signore vi farà soffrire un po’ di sete in questa vita, vi darà abbondantemente da bere in quella eterna, ove non dovrete più temere che debba venire a mancarvi. Piaccia al Signore che non siamo noi a venir meno a lui! Amen.

3. Ora, per iniziare questo cammino di cui ho parlato in modo che non si sbagli fin dal primo momento, parliamo un po’ di come si deve iniziare il nostro viaggio, che è la cosa essenziale, vale a dire la più importante a tutti i fini. Non che non si debba intraprenderlo se non si ha la determinazione di cui parlerò, perché il Signore ci aiuterà gradatamente a perfezionarci, e quand’anche non si facesse che un solo passo, esso ha in sé tanta forza che non si deve temere sia un passo perduto né che non ci sarà molto ben ricompensato.

È – diciamo – come chi ha un rosario di indulgenze: se lo recita una volta, guadagna una volta le indulgenze; se, invece, più volte, ne guadagna altrettante di più, ma se non lo recita mai, tenendolo chiuso in uno scrigno, sarebbe meglio che non l’avesse. Pertanto, anche se non si prosegue in questo cammino, dopo averlo cominciato, il poco tratto che di esso si sarà percorso ci darà luce per avanzare bene in altre vie, e tanto maggiore quanto più ci si sarà inoltrati in esso. In conclusione, si può essere certi che non si avrà alcun danno, sotto nessun punto di vista, dall’averlo cominciato, anche se poi si sarà lasciato, perché il bene non è mai causa di male.

Pertanto, figlie mie, procurate di liberare tutte le persone che tratteranno con voi, se le vedete ben disposte e l’amicizia ve lo consente, dalla paura d’iniziare una ricerca così vantaggiosa. Vi prego, per l’amor di Dio, che la vostra conversazione sia sempre rivolta al maggior bene di coloro con cui parlate, perché la vostra orazione deve servire al profitto delle anime. E poiché dovete chiedere sempre questo al Signore, sarebbe male, sorelle, non cercare di adoperarsi in tutti i modi a conseguirlo.

4. Se volete comportarvi da buone parenti, questa dev’essere la vostra vera manifestazione d’affetto; se da buone amiche, sappiate che non potete esserlo se non in questo modo. Regni nei vostri cuori la verità, come dev’essere a causa della meditazione, e vedrete chiaramente quale sia l’amore che dobbiamo avere verso il prossimo.

Non è più il tempo, sorelle, d’intrattenerci in giochi da bambini, giacché altro non mi sembrano queste amicizie del mondo, anche se son buone; né abbiano mai luogo tra voi espressioni di tal genere: «se mi volete bene», o «non mi volete bene», né con parenti né con altri, a meno che siano dette in vista di un fine superiore e per il profitto di qualche anima. Può darsi infatti che per attirare l’attenzione e far accettare una verità da un parente, un fratello o altri, dobbiate prima disporveli con tali espressioni e manifestazioni d’affetto, che riescono sempre gradite alla nostra umana sensibilità. Forse stimeranno di più una di queste buone parole – come esse si chiamano – che non molte parole di Dio, e si disporranno meglio, col loro aiuto, ad accogliere, in seguito, quelle divine. Così non ve le impedisco, purché intese a giovare alle anime, ma se non è a tal fine, non potranno procurarvi alcun vantaggio, e potranno recarvi, invece, molto danno, senza che ve ne accorgiate. Si sa che voi siete religiose e che la vostra vita è fatta di orazione. Guardatevi, quindi, dal dire: non voglio che mi reputino virtuosa; il bene o il male che si vede in voi ricade su tutte. Ed è proprio un gran male che persone le quali hanno un obbligo così rigoroso di non parlare se non di Dio, come le religiose, credano sia meglio, in questo caso, far ricorso alle dissimulazioni, a meno che qualche volta non sia in vista di un bene maggiore. Questo dev’essere il vostro genere di conversazione e il vostro linguaggio; chi vorrà trattare con voi lo impari, altrimenti guardatevi da imparare voi il suo: sarebbe l’inferno.

5. Se vi dovessero considerare come persone grossolane, poco importa; se come ipocrite, ancor meno. Ne guadagnerete che non venga a farvi visita se non chi capirà il vostro linguaggio, perché è fuori d’ogni logica che chi non conosce l’arabo abbia piacere di intrattenersi a lungo con chi non conosce altra lingua. Così nessuno verrebbe più a stancarvi né a nuocervi, perché non sarebbe poco danno cominciare a parlare una nuova lingua, spendendo in questo tutto il vostro tempo. E non potete sapere, come me che ne ho fatto esperienza, il gran male che ciò arreca all’anima, perché nel cercare di apprendere una nuova lingua, si dimentica l’altra. S’incorre in una continua inquietudine, dalla quale dovete rifuggire a ogni costo, essendo soprattutto necessario, per entrare in questo cammino di cui ho cominciato a parlare, aver pace e tranquillità nell’anima.

6. Se le persone che tratteranno con voi volessero imparare la vostra lingua, siccome non è vostro compito insegnare, potete dire loro le ricchezze che si guadagnano con l’apprenderla. Questo no stancatevi di ripeterlo, ma insistete anche con la pietà, con l’amore e con la preghiera perché ne traggano profitto e, avendo compreso quali grandi beni possano ricavarne, vadano a cercarsi un maestro che le istruisca. Non sarebbe piccola grazia che vi farebbe il Signore concedendovi di incitare un’anima al desiderio di questo bene.

Ma quante cose si presentano alla mente nel cominciare a trattare di questo cammino, anche se lo si è percorso così male come ho fatto io! Piaccia al Signore, sorelle, che nel parlarvene io abbia migliore capacità di quella che ho avuto nel percorrerlo! Amen.




CAPITOLO 21

Dice quanto sia importante cominciare a praticare l’orazione con grande risolutezza e non badare agli ostacoli che il demonio frappone.

1. Non vi spaventate, figlie mie, se bisogna badare a molte cose, per cominciare questo viaggio divino, che è la strada maestra per il cielo. Percorrendolo, si guadagna un gran tesoro e non fa meraviglia che ci sembri costare ben caro. Verrà un tempo in cui si capirà quanto sia un nulla qualunque fatica di fronte a un tanto prezioso premio.

2. Ora, ritornando a parlare di coloro che vogliono percorrere questa strada senza fermarsi fino al termine di essa, cioè fino a giungere a bere di quest’acqua di vita, è cosa – ripeto – di grande importanza come debbano cominciare: devono cioè prendere una risoluzione ferma e decisa di non arrestarsi prima di raggiungere quella fonte, avvenga quel che avvenga, succeda quel che succeda, si fatichi quanto bisogna faticare, mormori chi vuol mormorare; bisogna tendere sempre alla meta, a costo di morire durante il cammino se il cuore non regge agli ostacoli che vi s’incontrano; sprofondi pure il mondo, visto che accade spesso di sentirsi dire: «ci sono pericoli», «la tale per questa strada si è perduta», «un’altra persona si è ingannata», «un’altra, che pregava troppo, è caduta», «fate torto alla virtù», «ciò non è cosa per donne, che possono essere soggette alle illusioni», «sarà meglio che se ne stiano a filare, non hanno bisogno di tali finezze, bastano il Pater noster e l’Ave Maria».

3. Questo lo dico anch’io, sorelle, e come se basta! È sempre un gran bene prendere come base della nostra orazione le preghiere pronunziate da una tal bocca qual è quella del Signore. In questo hanno ragione, perché se la nostra debolezza non fosse così grande e la nostra devozione così tiepida, non ci sarebbe bisogno di altri procedimenti, né di alcun libro di preghiere. Per questo mi è sembrato ora opportuno (poiché, come ho detto, parlo ad anime che non possono raccogliersi nella meditazione di misteri, per i quali sembra loro necessario far ricorso a mezzi speciali, e ci sono alcuni spiriti così esigenti che niente li contenta) stabilire, servendomi del Pater noster, alcune regole sul principio, il progresso e i fini dell’orazione, anche se non indugerò in considerazioni elevate. E non vi si potranno togliere libri perché, applicandovi con fervore alla recita del Pater noster e mantenendovi nell’umiltà, non avete bisogno d’altro.

4. Io ho amato sempre molto le parole del Vangelo che mi hanno procurato in ogni circostanza più raccoglimento di libri scritti assai bene; se, poi, l’autore non era di riconosciuto valore, non ho mai avuto voglia di leggerli. Ora, avvicinandomi a questo Maestro della sapienza, ne avrò forse suggerimenti per qualche considerazione che vi soddisfi.

Non dico che vi esporrò una spiegazione di queste orazioni divine (non oserei farlo, a parte il fatto che ne sono state scritte molte, e quand’anche così non fosse, sarebbe una stoltezza che lo facessi io), ma solo qualche considerazione sulle parole del Pater noster, perché talvolta sembra che con tanti libri si perda la devozione proprio di quelle cose di cui è assai importante averla. È evidente che quando un maestro insegna una cosa prende anche amore al suo discepolo, gode che il suo insegnamento lo soddisfi e l’aiuta molto nell’apprendimento di esso: lo stesso farà questo Maestro divino con noi.

5. Non fate pertanto alcun caso dei timori che cercheranno d’ispirarvi, né dei pericoli che vi prospetteranno. Sarebbe ben strano voler andare senza pericoli a impadronirsi di un gran tesoro per una strada che è piena di ladri. Forse che il mondo è divenuto migliore, oggi, per lasciarvelo prendere in pace?! Per il guadagno di un maravedi c’è gente capace di non dormire notti e notti e di tormentarvi nel corpo e nell’anima. Se, dunque, quando voi andate alla conquista di questo tesoro o a rapirlo – poiché, come dice il Signore, sono i violenti ad appropriarsene – per una strada maestra, per una strada sicura, per quella stessa strada percorsa dal nostro Re e da tutti i suoi eletti e i suoi santi, vi dicono che ci sono tanti pericoli e vi suscitano tanti timori, a quali pericoli non si esporranno coloro che credono di poter riuscire a guadagnare questo tesoro senza seguire una strada?

6. Oh, figlie mie, quanti di più senza confronto ne incontreranno, ma non se ne rendono conto fino a quando non cadono nel vero pericolo, e non c’è alcuno che dia loro una mano; perdono, così, del tutto l’acqua, di cui non possono bere poco né molto, né di pozzo né di ruscello. Vedete ora, dunque, come potranno, senza una goccia di quest’acqua, percorrere un cammino dove ci sono tanti nemici da combattere? È evidente che moriranno di sete nel momento che doveva essere per loro il migliore. E, che lo si voglia o no, tutti, figlie mie, camminiamo verso questa fonte, sebbene in diverse maniere. Credetemi, pertanto, e non lasciatevi ingannare da nessuno che voglia indicarvi altro cammino che non sia quello dell’orazione.

7. Io non entro ora in merito al fatto che debba essere mentale o vocale per tutti, ma dico che voi avete bisogno dell’una e dell’altra. Questo è il dovere dei religiosi. Se qualcuno vi dicesse che ciò rappresenta un pericolo, ritenete lui stesso un pericolo e fuggitelo: non dimenticatevi mai di questo consiglio, che forse vi sarà necessario. Un pericolo sarà non avere umiltà né altre virtù, ma che il cammino dell’orazione sia cammino di pericoli, Dio non lo vorrà mai. Sembra che il demonio abbia inventato questo spauracchio, e con tale artifizio è riuscito a far cadere alcuni che sembravano incamminati per la via dell’orazione.

8. Guardate un po’ quanto è cieco il mondo a non far caso delle molte migliaia di anime che sono cadute nell’eresia e in altri gravi mali, per non aver praticato l’orazione e aver seguito distrazioni mondane. Se, poi, nel gran numero di esse, il demonio, per meglio svolgere la sua trama, ha incluso alcune che praticavano l’orazione, ciò gli è servito per incutere gran paura ad altre e allontanarle dalla virtù. Chi si appiglia a questa difesa di fuggire dall’orazione per evitarne i pericoli, stia bene in guardia, perché fugge il bene per salvarsi dal male. Non ho mai visto un espediente così perfido: è chiaro che è opera del demonio. Oh, mio Signore, prendete le difese della vostra causa! Vedete come s’intendono al rovescio le vostre parole. Non permettete che i vostri servi cadano in simili debolezze.

9. C’è questo di buono: che voi avrete sempre qualche persona che vi aiuterà, perché il vero servo di Dio, al quale Sua Maestà ha dato la luce per scorgere il vero cammino, ha questo vantaggio: che fra tali terrori gli cresce il desiderio di non fermarsi. Vede chiaramente dove il demonio si prepara a colpirlo e non solo si sottrae all’urto, ma gli rompe la testa. Il maligno si affligge di questa sconfitta più di quanto possa godere di tutti i piaceri che gli arrecano le sue vittime. In tempi di disordini e di zizzanie da lui suscitate – in cui sembra che si trascini dietro tutti, quasi accecati dalle apparenze di santo zelo –, Dio fa intervenire qualcuno che apra loro gli occhi, esortandoli a rendersi conto che il demonio, per impedire che vedessero il cammino, glielo ha avvolto di nebbia. Grandezza di Dio! Uno o due che dicano la verità hanno, a volte, più potere di molti riuniti insieme! A poco a poco tornano a far scoprire il cammino, perché Dio infonde loro coraggio. Se si dice che l’orazione presenta pericoli, essi si adoperano a far capire quanto sia utile, se non con le parole, almeno con le opere. Se si dice che non è conveniente fare molto spesso la comunione, allora essi la fanno con maggior frequenza. Pertanto, non appena ci siano una o due persone che senza alcun timore seguono la via migliore, il Signore torna gradatamente a riconquistare ciò che aveva perduto.

10. Lasciate, dunque, sorelle mie, tutte queste paure; non fate alcun caso, in questioni del genere, dell’opinione della gente. Badate che non sono, questi, tempi di credere a chiunque, ma solo a coloro di cui vedrete la vita conforme a quella di Cristo. Cercate di avere coscienza pura, umiltà, disprezzo di tutte le cose del mondo, di credere fermamente a ciò che insegna la santa madre Chiesa, e non c’è dubbio che andrete per la strada buona. Lasciate perdere – ripeto – i timori dove non c’è di che temere. Se qualcuno tenta di suscitarveli, esponetegli con umiltà il cammino che seguite. Ditegli che la vostra Regola v’impone di pregare incessantemente – com’è vero – e che dovete osservarla. Qualora vi replicasse che ciò va riferito alla preghiera vocale, chiedetegli un po’ se la mente e il cuore non devono accompagnare le parole. Se vi risponderà di sì – perché non potrà certo dire altrimenti – vedrete la sua implicita confessione che dovete necessariamente fare l’orazione mentale e anche giungere alla contemplazione, se Dio ve la concede in quella circostanza.

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)