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L’amicizia come anticipo della felicità celeste

Marco: Devo ammettere che continua a fare effetto su di me l’idea di quelli che pensano che si viva più tranquilli senza amici.
Aelredo: Mi meraviglio! Nessuna vita può essere felice senza amici, nel modo più assoluto.
Marco: Perché? Spiegamelo.
Aelredo: Supponiamo che... tutto il genere umano scompaia dal mondo, e che tu sia l’unico superstite. Davanti a te hai tutte le delizie e le ricchezze del mondo, oro, argento, pietre preziose, grandi città, ville, edifici grandiosi, sculture, pitture. Immagina di essere ritornato indietro alle origini, con tutte le cose a tua disposizione: tutti i greggi, gli armenti, tutte le bestie della campagna, gli uccelli del cielo e i pesci del mare, che percorrono le vie del mare. Dimmi, dunque: forse che, se non avessi un amico, tutte queste cose potrebbero farti felice?
Marco: No.
Aelredo: E se ci fosse vicino a te qualcuno di cui non conosci né la lingua né il carattere, che non sai se ti vuol bene né com’è il suo cuore?
Marco: Se non riuscissi, almeno con qualche segno, a farmelo amico, preferirei non avere nessuno piuttosto che uno cosi.
Aelredo: Se invece ci fosse uno che tu ami come te stesso, dal quale sai con certezza di essere ugualmente amato, non è forse vero che tutte quelle cose che prima sembravano amare diventerebbero dolci?
Marco: Sicuro!


Aelredo: E se di persone così ce ne fossero tante? Non è forse vero che ti sentiresti tanto più felice?
Marco: Verissimo.
Aelredo: È proprio questa la meravigliosa felicità che aspettiamo, quando Dio stesso diffonderà tra sé e le sue creature che ha esaltato, fra i vari ordini e gradi in cui ha distinto le cose, fra le singole persone che ha scelto, tanta amicizia e tanta carità che ciascuno amerà l’altro come se stesso è potrà gioire dell’altrui felicità come della propria. Così la gioia dei singoli sarà di tutti, e la gioia di tutti apparterrà al singolo. Non ci saranno più pensieri nascosti e amori finti. Questa è l’amicizia vera ed eterna, che comincia qui e si perfeziona lassù; che qui è di pochi, perché pochi sono i buoni; là invece sarà di tutti, perché tutti saranno buoni. Qui è necessaria la prova, perché i saggi e gli stolti stanno assieme; là non ci sarà bisogno di prova, perché tutti saranno resi santi da una perfezione soprannaturale e quasi divina. Questo è il modello cui possiamo paragonare quegli amici che amiamo come noi stessi, di cui conosciamo tutto come un libro aperto, ai quali confidiamo tutti i nostri segreti, che sono sicuri, stabili e costanti in tutto. Pensi forse che ci sia qualche essere umano che non desideri essere amato?
Marco: Credo proprio di no.
Aelredo: Se tu conoscessi qualcuno che vive in mezzo a molte persone, ma sospetta di tutti, che ha paura che tutti tramino contro la sua vita, che non ama nessuno e pensa che nessuno lo ami, non pensi che sarebbe disperatamente infelice.
Marco: Infelicissimo.
Aelredo: E allora non puoi negare che straripa di felicità chi riposa nei cuori di coloro con cui vive, pieno d’amore per tutti e da tutti amato, in uno stato di dolcissima serenità da cui non lo allontana il sospetto né la paura”.
Marco: Si, è assolutamente vero.
Aelredo: Ma forse è difficile nella vita presente trovare queste cose in tutti, visto che ci attendono per quella futura. Però, proprio per questo, quanto più numerosi saranno quelli che ci amano così, tanto più saremo felici. L’altro giorno passeggiavo per il chiostro del monastero, dove stavano seduti gli altri fratelli, e quasi fossi in un giardino di delizie ammiravo le foglie, i fiori e i frutti di ogni singolo albero. Non c’era nessuno in quella moltitudine che io non amassi, nessuno da cui non mi sentissi amato. Mi ha inondato una gioia così grande da superare tutti i piaceri di questo mondo. Sentivo che il mio spirito si era riversato in tutti loro, e in me era entrato il loro affetto, proprio come dice il Profeta: “Come è bello e come è gioioso vivere insieme da fratelli (Sal 132,1)”.
Luca: Dobbiamo dunque pensare che hai accolto nella tua amicizia tutti quelli che in questo modo tu ami e dai quali ti senti amato?


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)