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Se i Terziari porranno bene attenzione a quanto abbiamo detto, facilmente comprenderanno ciò che da essi, in quanto seguaci di Francesco, richiede l’ora che volge.

È necessario cioè che essi si specchino nella vita del loro Padre; considerino quale perfetto imitatore egli fu di Gesù Cristo, specialmente con la rinuncia agli agi della vita e con la pazienza nei dolori, fino a meritarsi il titolo di poverello e a ricevere nel suo corpo le stimmate del Crocifisso; e per non mostrarsi figlioli degeneri, abbraccino almeno in spirito la povertà e portino con abnegazione, ciascuno, la propria croce. Per ciò poi che riguarda in modo speciale le Terziarie, sia nel vestire come in tutto il loro contegno esteriore, siano esempio di santa pudicizia alle giovani e alle madri; e non credano di poter meglio meritare della Chiesa e della società che cooperando all’emendamento dei corrotti costumi.

E i membri di quest’Ordine, che per soccorrere gli indigenti hanno dato vita a molteplici opere di beneficenza, non vorranno certamente mancare di amorevole aiuto ai loro fratelli in bisogni ben più gravi dei materiali. E qui Ci viene in mente quel detto dell’Apostolo Pietro che, volendo esortare i primi cristiani ad offrire ai Gentili l’esempio di una vita veramente santa, diceva: «Vedendo le vostre buone opere giungano a glorificare Dio nel giorno del giudizio » [6]. Similmente i Terziari Francescani devono diffondere il buon odore di Cristo con l’integrità della fede, con l’innocenza della vita e con l’operosità dello zelo, che siano esortazione ed invito per i traviati fratelli a ritornare sul retto sentiero; questo da loro esige, questo si attende la Chiesa.

Noi pertanto nutriamo fiducia che i prossimi festeggiamenti centenari segneranno un felice rieveglio del Terz’Ordine; e non dubitiamo che voi, Venerabili Fratelli, insieme con gli altri pastori di anime, avrete ogni cura perché i sodalizi dei Terziari rinvigoriscano ove sono languenti, si moltiplichino ovunque per quanto è possibile, e tutti abbiano a fiorire nell’osservanza della disciplina non meno che nel numero di iscritti. Infatti si tratta di questo: di preparare con schiere numerose di credenti, attraverso l’imitazione di Francesco, la via e il ritorno a Cristo, nel qual ritorno è riposta ogni speranza di comune salvezza.
Quello infatti che di sé dice Paolo: « Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo » [7], può con tutta ragione ripetere di sé Francesco, il quale, imitando Gesù Cristo, diventò di lui fedelissima copia e immagine.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)