00 27/09/2013 11:52

Quella chiesa che si sente a disagio con Francesco e le strategie della fede

 

Al direttore - Le reazioni all’intervista di Papa Francesco sono state varie e diverse, dall’entusiasmo al disagio, anche fra persone che condividono le stesse battaglie in tema di aborto, leggi ispirate all’ideologia del gender e critica della “dittatura del relativismo” contemporanea: un’espressione di Benedetto XVI che anche Papa Francesco ha usato nel suo discorso al Corpo diplomatico del 22 marzo. Il modo di esprimersi in un’intervista non è quello di un’enciclica: è molto più facile trovarci delle frasi suscettibili di essere staccate dal contesto e sbattute con malizia in prima pagina. E il contesto è di quelli che non è obbligatorio apprezzare. Ma è sempre utile cercare di capire, per trasformare anche il disagio in riflessione culturale e politica, anziché tenerlo dentro e sputarlo poi come veleno, come avviene con i tanti commenti irosi che proliferano su internet.

Il primo fronte di disagio si manifesta sul Vaticano II, che Francesco non mette a tema, non nel senso che non lo apprezzi ma che lo dà per scontato, e sulla Messa tradizionale, la cui liberalizzazione da parte di Benedetto XVI sembra ridotta nell’intervista al tentativo di venire incontro alle ubbie di gruppetti marginali, mentre Papa Ratzinger voleva che le ricchezze del vecchio rito fossero fatte conoscere a tutta la chiesa. Ma è anche vero che la celebrazione della Messa con il rito antico, e la giusta denuncia dei danni provocati da chi interpreta il Concilio come liquidazione di tutto il Magistero precedente, non possono essere occasione per rifiutare i documenti e le riforme del Vaticano II né per mettere in discussione la legittimità come strumento di santificazione dei fedeli, non solo la validità, della Messa nuova scaturita dalla riforma di Paolo VI, la Messa sempre celebrata dallo stesso Benedetto XVI. Chi promuove la Messa antica in polemica con la Messa nuova – o se ne serve per diffondere quello che Benedetto XVI chiamava “anticonciliarismo”, cioè il rifiuto di tutti i testi del Concilio che introducono elementi di riforma – davvero usa il vecchio rito in modo “ideologico”. Che questo non fosse lecito lo aveva già detto, più volte, Papa Ratzinger.

Il secondo disagio si manifesta quando Francesco annuncia che non intende parlare molto “delle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi”. Non afferma che non ne parlerà mai, e infatti subito, il 20 settembre, ha parlato di aborto, con chiarezza, ai medici cattolici. Ma che ne parlerà poco, che lascerà questi temi agli episcopati nazionali – in Italia il cardinale Bagnasco si sta esprimendo con particolare chiarezza – e che gli sembra perfino che qualcuno nella chiesa ne parli troppo. Perché questa scelta, che certo crea disagio in chi milita in prima linea per la vita e per la famiglia? In un mondo molto lontano dalla fede Francesco pensa che al Papa spetti ripartire dal primo annuncio. L’annuncio delle cose elementari: che Gesù Cristo è Dio ed è venuto per la nostra salvezza, che offre a tutti la sua misericordia, che convertirsi è possibile, che la conversione non è uno sforzo individuale ma passa sempre per la chiesa. Benedetto XVI aveva detto a Lisbona, l’11 maggio 2010: “Spesso ci preoccupiamo affannosamente delle conseguenze sociali, culturali e politiche della fede, dando per scontato che questa fede ci sia, ciò che purtroppo è sempre meno realista”. Francesco si preoccupa per prima cosa “che questa fede ci sia”, l’annuncia attraverso il volto misericordioso del Signore che offre il suo perdono a tutti, compresi gli omosessuali, le donne che hanno abortito e i divorziati risposati. Non che l’annuncio morale non faccia parte del messaggio cristiano, né che Francesco pensi di cambiare la dottrina. Ma l’insegnamento morale per il Papa viene dopo l’annuncio della salvezza tramite la misericordia di Dio.

Tutte le strategie pastorali hanno pregi e difetti, aprono possibilità di missione e comportano rischi. Non si manca certo di rispetto al Papa se si sottolineano anche i rischi, gravi, in un momento in cui in diversi paesi – compresa l’Italia – per mettere la chiesa ai margini della società l’attacco parte dalla morale. La dittatura del relativismo attacca la morale per distruggere la fede. Papa Francesco pensa di non dovere accettare questa scelta del terreno di combattimento fatta da altri. Rovescia la logica del mondo, e parla d’altro: annuncia la compassione e la misericordia, al mondo mostra Gesù Cristo misericordioso e crocifisso, invita tutti a gettarsi per prima cosa ai suoi piedi. Lo confermano tante inchieste sociologiche: sono tanti, in tutto il mondo, a lasciarsi commuovere da questo appello di Papa Francesco. Altri, che pure sono a disagio su strategie e priorità, potranno però lasciarsi entusiasmare dal cuore del Magistero di Papa Bergoglio: l’invito a “uscire” e ad annunciare la fede a chi in chiesa non ci va. Che il mondo abbia bisogno di tante cose, ma che senza la fede non possa sopravvivere, era – dopo tutto – anche il più grande insegnamento di Benedetto XVI. [SM=g1740721]

di Massimo Introvigne

Non è trascorso molto tempo da quando il Pontefice ha mostrato accoglienza verso divorziati e gay. L'ultima volta è stata nell'intervista rilasciata al direttore di Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro.
I mezzi di comunicazione hanno parlato di apertura su nozze omosessuali e aborto. In realtà, la posizione del Vaticano non è cambiata di un millimetro. E Papa Francesco non si discosta affatto da quella linea dottrinale che ha contraddistinto i suoi predecessori.

Ne è una prova la notizia della prima scomunica latae sententiae firmata da Papa Bergoglio. Padre Greg Reynolds, sacerdote australiano, ha infatti ricevuto la comunicazione di scomunica dal Vaticano attraverso l'arcivescovo della Diocesi di Melbourne, Denis Hart. Il motivo? Le sue posizioni di apertura sulle nozze omosessuali e sul sacerdozio femminile. Posizioni non in linea con l'orientamento della Chiesa.

La notizia è stata diffusa dal National Catholic Reporter, un portale di informazione religiosa con sede a Kansas City. Poi ha cominciato a diffondersi soprattutto sui media australiani. E ha trovato conferma in Vaticano. «Il dossier è stato curato dalla Congregazione per la dottrina della fede, anche se la scomunica è automatica - spiegano dai Sacri Palazzi - e significa essere fuori dalla Chiesa, ovvero non poter ricevere nessun sacramento. In questo caso la decisione è stata presa per le posizioni del sacerdote che non collimano con la dottrina della Chiesa. Si tratta della prima scomunica del Pontificato di Papa Francesco. Ovviamente il procedimento era iniziato con Benedetto XVI, ma la decisione finale è stata di Papa Francesco».

Il documento della Santa Sede, scritto in latino e senza una spiegazione dettagliata, porta la data del 31 maggio. Già nel 2011 il sacerdote era stato sospeso dal suo ministero dall'arcivescovo di Melbourne. Padre Greg, dunque, non avrebbe potuto più celebrare la messa. Ma nonostante ciò, il sacerdote ha continuato a presiedere pubblicamente la celebrazione e a predicare opinioni contrarie agli insegnamenti della Chiesa cattolica. Il prete ha anche fondato un movimento, chiamato «Inclusive Catholics», che esprime posizioni di apertura e sostegno verso le nozze gay.

Ora è arrivata la scomunica di Papa Francesco. «Mi aspettavo di poter essere ridotto allo stato laicale - ha affermato il sacerdote australiano - ma di certo non mi sarei aspettato di essere scomunicato. Un tempo la scomunica era considerata un qualcosa di enorme, ma oggi le gerarchie ecclesiastiche hanno perso ogni fiducia e rispetto. Nessuno dal Vaticano mi ha mai contattato - ha aggiunto il religioso - e non mi hanno dato alcuna spiegazione».

Reynolds viene accusato di eresia, secondo il Canone 751 del diritto canonico, ovvero «l'ostinata negazione, dopo aver ricevuto il battesimo, di una qualche verità che si deve credere per fede divina e cattolica o il dubbio ostinato su di essa».

La decisione del Vaticano è definitiva e inappellabile, senza possibilità di ricorso. «Una scelta effettuata per il bene della Chiesa», si legge nella comunicazione a padre Greg Reynolds. Un segnale forte di Papa Bergoglio verso tutti coloro che vedono nell'operato del nuovo Pontefice un cambiamento di rotta nella dottrina della Chiesa. Che evidentemente non c'è.

Serena Sartini - Gio, 26/09/2013 da ilGiornale.it
http://www.ilgiornale.it/news/interni/laltra-faccia-francesco-scomunicato-prete-eretico-953457.html





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)