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SUL SALMO 51 (50)


ESPOSIZIONE di sant'Agostino


Discorso


La nostra vita buona mezzo efficace di emendamento per gli altri.

1. Non dobbiamo defraudare l'assiduità di questa folla, ma neppure dobbiamo stancare la sua debolezza. Cerchiamo il silenzio e la quiete, affinché la nostra voce, dopo la fatica di ieri, possa perseverare con un po' di vigore. È da credere che la vostra Carità sia convenuta oggi più numerosa unicamente allo scopo di pregare per coloro che sono assenti a causa dei loro sentimenti contrari e malvagi. Non parliamo infatti dei Pagani, e neppure dei Giudei, ma dei Cristiani; e neppure di coloro che sono ancora catecumeni, ma di quei molti battezzati, dai quali voi non siete affatto diversi quanto al battesimo, e dai quali tuttavia siete molto differenti quanto al cuore. Come sono infatti numerosi i nostri fratelli che oggi, piangendo, vediamo abbandonarsi alle vanità e alle menzognere follie 1, e trascurare ciò a cui sono chiamati! Costoro, se per caso, mentre sono nel circo, per qualche motivo si spaventano, subito si segnano, e portando in fronte quel segno restano lì, nel luogo da cui se ne andrebbero se quel segno avessero nel cuore. Dobbiamo scongiurare la misericordia di Dio affinché doni loro la capacità di condannare queste cose, la volontà per fuggirle, e pietà perché sian loro perdonate. Molto opportunamente, dunque, si è cantato oggi questo salmo di penitenza. Noi parliamo anche insieme a coloro che sono assenti: la vostra memoria sia per loro la nostra voce. Per non trascurare i feriti e gli ammalati, ma per guarirli più facilmente, voi dovete restare sani. Correggete con il rimprovero, consolate con la parola, offrite l'esempio vivendo bene, ed essi saranno assistiti da Colui che ha assistito anche voi. Non è spezzato infatti il ponte della misericordia di Dio per il fatto che voi avete già superato questi pericoli. Per dove voi siete venuti, essi verranno; per dove voi siete passati, essi passeranno. È certamente dannoso, molto pericoloso, anzi micidiale e sicuramente mortale il fatto che essi pecchino consapevolmente. Infatti, in un modo corre alle vanità del mondo colui che disprezza la voce di Cristo ed in un altro modo colui che non sa che cosa deve fuggire. Ma questo salmo ci mostra che non dobbiamo disperare neppure di costoro.


Esempio di David: timore per non cadere, fiducia per risorgere.

2. [vv 1.2.] Dice infatti il suo titolo: Salmo di David stesso, quando andò da lui il profeta Natan, dopo che era stato con Betsabea. Betsabea era una donna sposa di un altro. È con dolore e con tremito che diciamo queste cose, ma tuttavia Dio non vuole che sia taciuto ciò che ha voluto che fosse scritto. Dirò dunque non ciò che voglio, ma ciò che sono obbligato a dire; e dirò, non per esortarvi ad imitare, ma per istruirvi ad aver timore. Conquistato dalla bellezza di questa donna sposa di un altro, il re e profeta David, dalla cui discendenza secondo la carne sarebbe venuto il Signore 2, commise adulterio con lei. Di tale adulterio non leggiamo nel salmo, ma appare manifesto dal suo titolo; tuttavia nel libro dei Regni chiaramente se ne parla. Ambedue le Scritture sono Canoniche, e senza alcuna esitazione i cristiani debbono credere nell'una e nell'altra. L'adulterio fu commesso ed è stato trascritto. E inoltre David fece in modo che il marito di costei fosse ucciso in guerra; con l'omicidio aggravò l'adulterio. Dopo che tutto questo era accaduto, fu mandato a lui il profeta Natan, inviato dal Signore, per rimproverarlo del suo enorme crimine 3.


3. Abbiamo detto da che cosa debbono guardarsi gli uomini; ascoltiamo ora quel che debbono imitare se saranno caduti in peccato. Perché molti vogliono cadere con David, ma non vogliono risorgere con David. Non ti è certo suggerito l'esempio della sua caduta, ma l'esempio del suo risollevarsi, se sarai caduto. Stai attento, se non vuoi cadere. I più piccoli non trovino piacere nella caduta dei più grandi, ma la caduta dei maggiori sia causa di spavento per i piccoli. Per questo è proposto l'esempio, per questo il salmo è stato scritto, per questo nella Chiesa è spesso letto e cantato; lo ascoltino coloro che non sono caduti per non cadere, lo ascoltino coloro che sono caduti per risorgere. La colpa di un così grande uomo non è passata sotto silenzio, anzi è annunziata nella Chiesa. Lo odono coloro che ascoltano male e cercano per sé una difesa ai loro peccati; costoro prestano attenzione al salmo per scusare ciò che si sono preparati a commettere, non per guardarsi da ciò che non hanno ancora commesso, e dicono a se stessi: se lo ha fatto David, perché non lo farò anch'io? Ne consegue che si fa più ingiusta l'anima la quale, peccando perché David peccò, per tale motivo fa peggio di ciò che fece David. Se ne sarò capace dirò tutto questo in modo più chiaro. David non si era proposto di seguire l'esempio di nessuno, come invece fai tu: era caduto nella debolezza della concupiscenza, non nella salvaguardia della santità; tu ti proponi il suo esempio per peccare come se si trattasse di cosa santa; non imiti la sua santità, ma imiti la sua rovina. Ami in David ciò che David odiava in se stesso. Ti prepari a peccare, ti disponi al peccato. Per peccare guardi nel Libro di Dio; ascolti le Scritture di Dio per fare ciò che a Dio è sgradito. Così non fece David; per mezzo del profeta è stato corretto, non è caduto in colpa leggendo il profeta. Altri, invece, ascoltando per la loro salvezza, nella rovina del forte misurano la propria debolezza; e non volendo commettere ciò che Dio condanna, evitano di gettare sguardi audaci; non fissano gli occhi nella bellezza della carne altrui, e neppure si tranquillizzano con maligna semplicità, non dicono: ho guardato con animo buono, benevolmente ho guardato, a lungo ho fissato spinto dalla carità.

Si propongono infatti ad esempio la caduta di David, e si rendono conto che quel grande è caduto, perché i piccoli non trascurino di guardare in qual modo possono cadere. Vietano ai loro occhi gli sguardi petulanti, non si uniscono facilmente, non si accompagnano con le donne altrui, non levano con facilità i loro occhi ai balconi e alle terrazze degli altri. Perché da lontano vide David colei dalla quale fu sedotto. La donna era lontana, vicina la concupiscenza. Altrove era ciò che aveva visto, entro di lui il motivo della caduta. Dobbiamo dunque stare attenti a questa debolezza della carne, dobbiamo ricordare le parole dell'Apostolo: Non regni il peccato nel vostro corpo mortale 4. Non ha detto l'Apostolo: non sia, ma: Non regni. Il peccato è dentro di te, quando ne sei dilettato; regna se ad esso acconsenti. Il piacere carnale, soprattutto quando procede verso ciò che è illecito e altrui, deve essere frenato, non lasciato libero; deve essere dominato con il comando, non posto in luogo di comando. Stai tranquillo, se non c'è niente che ti fa vacillare. Ma tu rispondi: io sono forte. Sei forse tu più forte di David?

Utilità del dolore, pericolo della prosperità.

4. Anche con tale esempio ammonisce che nessuno si deve insuperbire nella prosperità. Molti infatti temono le avversità, ma non temono la prosperità. La prosperità è più pericolosa per l'animo, di quanto lo sono le avversità per il corpo. La prosperità dapprima corrompe, affinché le avversità trovino di che frantumare. Fratelli miei, è contro la felicità che si deve più attentamente vigilare. Per questo voi vedete come la parola di Dio sopprime la sicurezza nella nostra felicità. Sta scritto: Servite il Signore nel timore, e esultate a lui con tremore 5. Nell'esultanza, per ringraziarlo; ma nel tremore, per non cadere. Non commise questo peccato David, quando Saul lo perseguitava. Quando il santo David subiva l'ostilità di Saul, quando era tormentato dalle sue persecuzioni, quando fuggiva per vari luoghi per non cadere nelle sue mani 6, non desiderò la donna d'altri, e non uccise il marito della donna con cui aveva commesso adulterio. Nella miseria delle sue tribolazioni era tanto più zelante verso Dio quanto più appariva degno di compassione. Utile è dunque la tribolazione; utile è il ferro del medico, quanto la tentazione del diavolo. Divenne sicuro di sé quando ebbe vinto i nemici, quando le angustie vennero meno, e l'orgoglio crebbe. L'efficacia di questo esempio consiste dunque in questo, nell'indurci ad aver timore della felicità. Sta scritto: Ho trovato la tribolazione e il dolore, e ho invocato il nome del Signore 7.

Speranza del perdono.

5. Ma è accaduto; avrò detto tutte queste cose per coloro che non hanno commesso il peccato, affinché veglino e custodiscano la loro integrità, in modo che i piccoli abbiano timore mentre vedono che un grande è caduto. Ma se qualcuno che già è caduto ascolta quanto dico, e serba nella sua coscienza qualcosa di male, volga il suo sguardo alle parole di questo salmo; osservi la grandezza della ferita, ma non disperi della maestà del medico.
Il peccato unito alla disperazione, significa la morte certa. Nessuno dica dunque: ho fatto qualcosa di male e ormai sono degno di condanna; Dio non perdona simili colpe; e dunque perché non dovrei aggiungere peccati a peccati? Godrò in questo secolo nel piacere, nella lascivia, nelle passioni nefande; ormai ho perduto la speranza della riparazione, e abbia almeno ciò che vedo, se non posso avere ciò che credo. Orbene, questo salmo, come rende attenti coloro che non sono caduti, così non vuole che siano disperati quelli che sono caduti.
Chiunque tu sia che hai peccato e non sai se puoi far penitenza della tua colpa e disperi della tua salvezza, ascolta David che geme. Non è stato mandato a te il profeta Natan, a te è stato mandato lo stesso David. Ascoltalo mentre grida, e grida con lui; ascoltalo mentre geme, e gemi con lui; ascoltalo mentre piange, e alle sue aggiungi le tue lacrime; ascoltalo quando è corretto, e gioisci con lui. Se non hai potuto fare a meno del peccato, non vietarti la speranza del perdono. A questo grande uomo fu mandato il profeta Natan. Osserva l'umiltà del re. Non ha respinto le parole di colui che insegnava, non ha detto: come osi parlare a me che sono il re? Il re altissimo ha ascoltato il profeta; il suo umile popolo ascolti Cristo.

 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)