00 09/07/2014 20:40

oriana fallaci_gay_adozione

 

Oriana Fallaci spiegava già il perchè NO alle adozioni alle coppie omosessualiste

La compianta Oriana Fallaci ha spiegato con buon piglio ed un’ottima dose di buon senso la sua posizione lontana dall’essere omofoba, ma di totale contrarietà nei confronti dell’omosessualità che diviene ideologia e soprattutto contraria all’ipotesi di far adottare i bambini a coppie di gay.

L’omosessualità in sé non mi turba affatto. Non mi chiedo nemmeno da che cosa dipenda. Mi dà fastidio, invece, quando (come il femminismo) si trasforma in ideologia. In categoria, in partito, in lobby economico-cultural-sessuale. E grazie a ciò diventa uno strumento politico, un’arma di ricatto, un abuso Sexually Correct.

O-fai-quello-che-voglio-io-o-ti-faccio-perdere-le-elezioni.

Pensi al massiccio voto con cui in America ricattarono Clinton e con cui in Spagna hanno ricattato Zapatero. Sicché il primo provvedimento che Clinton prese appena eletto fu quello di inserire gli omosessuali nell’esercito e uno dei primi presi da Zapatero è stato quello di rovesciare il concetto biologico di famiglia nonché autorizzare il matrimonio e l’adozione gay.

Un essere umano nasce da due individui di sesso diverso. Un pesce, un uccello, un elefante, un insetto, lo stesso. Per essere concepiti, ci vuole un ovulo e uno spermatozoo. Che ci piaccia o no, su questo pianeta la vita funziona così. Bè, alcuni esperti di biogenetica sostengono che in futuro si potrà fare a meno dello spermatozoo.

Ma dell’ovulo no. Sia che si tratti di mammiferi sia che si tratti di ovipari, l’ovulo ci vorrà sempre. L’ovulo, l’uovo, che nel caso degli esseri umani sta dentro un ventre di donna e che fecondato si trasforma in una stilla di Vita poi in un germoglio di Vita, e attraverso il meraviglioso viaggio della gravidanza diventa un’altra Vita. Un altro essere umano. Infatti sono assolutamente convinta che a guidare l’innamoramento o il trasporto dei sensi sia l’istinto di sopravvivenza cioè la necessità di continuare la specie. Vivere anche quando siamo morti, continuare attraverso chi viene e verrà dopo di noi. E sono ossessionata dal concetto di maternità. Oh, non mi fraintenda: capisco anche il concetto di paternità. Lo vedrà nel mio romanzo, se farò in tempo a finirlo. Lo capisco così bene che parteggio con tutta l’anima pei padri divorziati che reclamano la custodia del figlio. Condanno i giudici che quel figlio lo affidano all’ex-moglie e basta, e ritengo che nella nostra società oggi si trovino più buoni padri che buone madri. (Segua la cronaca. Quando un padre impazzito ammazza un figlio, ammazza anche sé stesso. Quando una madre impazzita ammazza un figlio, non si ammazza affatto e va dal parrucchiere). Ma essendo donna, e in più una donna ferita dalla sfortuna di non esser riuscita ad avere figli, capisco meglio il concetto di maternità………Ma qualcun altro me lo chiederà.

Quindi ecco. Un omosessuale maschio l’ovulo non ce l’ha. Il ventre di donna, l’utero per trapiantarcelo, nemmeno. E non c’è biogenetica al mondo che possa risolvergli tale problema. Clonazione inclusa. L’omosessuale femmina, si, l’ovulo ce l’ha. Il ventre di donna necessario a fargli compiere il meraviglioso viaggio che porta una stilla di Vita a diventare un germoglio di Vita poi un’altra Vita, un altro essere umano, idem. Ma la sua partner non può fecondarla.

Sicché se non si unisce a un uomo o non chiede a un uomo per-favore-dammi-qualche-spermatozoo, si trova nelle stesse condizioni dell’omosessuale maschio. E a priori, non perché è sfortunata e i suoi bambini muoiono prima di nascere, non partecipa alla continuazione della sua specie. Al dovere di perpetuare la sua specie attraverso chi viene e verrà dopo di lei. Con quale diritto, dunque, una coppia di omosessuali (maschi o femmine) chiede d’adottare un bambino? Con quale diritto pretende d’allevare un bambino dentro una visione distorta della Vita cioè con due babbi o due mamme al posto del babbo o della mamma? E nel caso di due omosessuali maschi, con quale diritto la coppia si serve d’un ventre di donna per procurarsi un bambino e magari comprarselo come si compra un’automobile? Con quale diritto, insomma, ruba a una donna la pena e il miracolo della maternità? Il diritto che il signor Zapatero ha inventato per pagare il suo debito verso gli omosessuali che hanno votato per lui?!? Io quando parlano di adozione-gay mi sento derubata nel mio ventre di donna. Anche se non ho bambini mi sento usata, sfruttata, come una mucca che partorisce vitelli destinati al mattatoio. E nell’immagine di due uomini o di due donne che col neonato in mezzo recitano la commedia di Maria Vergine e San Giuseppe vedo qualcosa di mostruosamente sbagliato. Qualcosa che mi offende anzi mi umilia come donna, come mamma mancata, mamma sfortunata. E come cittadina. Sicché offesa e umiliata dico: mi indigna il silenzio, l’ipocrisia, la vigliaccheria, che circonda questa faccenda. Mi infuria la gente che tace, che ha paura di parlarne, di dire la verità. E la verità è che le leggi dello Stato non possono ignorare le leggi della Natura. Non possono falsare con l’ambiguità delle parole «genitori» e «coniugi» le Leggi della Vita.

Lo Stato non può consegnare un bambino, cioè una creatura indifesa e ignara, a genitori coi quali egli vivrà credendo che si nasce da due babbi o due mamme non da un babbo e una mamma. E a chi ricatta con la storia dei bambini senza cibo o senza casa (storia che oltretutto non regge in quanto la nostra società abbonda di coppie normali e pronte ad adottarli) rispondo: un bambino non è un cane o un gatto da nutrire e basta, alloggiare e basta. E’ un essere umano, un cittadino, con diritti inalienabili. Ben più inalienabili dei diritti o presunti diritti di due omosessuali con le smanie materne o paterne. E il primo di questi diritti è sapere come si nasce sul nostro pianeta, come funziona la Vita nella nostra specie. Cosa più che possibile con una madre senza marito. Del tutto impossibile con due «genitori» del medesimo sesso.

Oriana Fallaci




Alfano ordina: via i registri dei matrimoni gay. Era ora
di Luigi Santambrogio

08-10-2014
Matrimonio gay al Comune di Bologna

La bella notizia, oggi, è che non moriremo americani. Perlomeno, non subito.
E cioè: la pagliacciata arcobaleno dei registri dei matrimoni gay messa su da molti sindaci di sinistra è ufficialmente fuori legge e quei registri andranno subito stracciati. Fino a che legge non li autorizzerà. Il ministro dell’Interno c’è e finalmente ha battuto un colpo: l’Italia non sarà una contea yankee, almeno per quanto riguarda i sedicenti nuovi diritti.

Proprio nel giorno in cui la Corte Suprema degli Stati Uniti spianava la strada alle unioni omosessuali (clicca qui), Angelino Alfano fischiava lo stop alle registrazioni municipali delle nozze gay celebrate all’estero. Scritture e pandette prive di senso e valore legale, ma che molti sindaci in fascia arcobaleno si sono inventate al solo scopo di lisciare il pelo al movimento Lgbt. Ma da oggi (speriamo) la sceneggiata gay friendly dovrebbe essere finita e quei borgomastri ruffiani dovrebbero tornare a migliori occupazioni, magari ad amministrare meglio i loro Comuni.

La circolare anti-registri del Viminale sarà spedita a tutti i prefetti: «Dove risultino adottate queste direttive sindacali in materia di trascrizione delle unioni tra persone dello stesso sesso contratte all'estero e che vogliono essere registrate in Italia», annuncia Alfano, «dirò ai prefetti che si dovranno rivolgere ai sindaci rivolgendo loro un invito formale al ritiro di queste disposizioni e alla cancellazione, ove effettuate, delle trascrizioni, avvertendo anche che in caso di inerzia si procederà al successivo annullamento d'ufficio degli atti che sono stati illegittimamente adottati». E ancora: «a ogni evidenza le direttive che sono state date con provvedimenti dei sindaci, che prescrivono agli ufficiali di Stato civile di provvedere alla trascrizione dei matrimoni celebrati all'estero tra persone dello stesso sesso non sono conformi alle leggi italiane». Insomma, basta discussioni: o ci penseranno i sindaci o se questi continueranno a fare i pesci in barile, arriveranno i signori prefetti a portare al macero quei registri farlocchi.

Una bella spazzolata per quei borgomastri, diversamente sindaci, che si erano fatti fotografare sorridenti e felici nell’atto di porgere la penna a coppie in abito nuziale e armate di certificati in carta da bollo di paesi esteri. Tornino in riga Roma, Bologna, Firenze, Grosseto, Empoli, Napoli, tanto per citare i primi della lunga lista dei Comuni dei finti registri unisex. La scampa per un soffio Milano dove il sindaco rosso-arancione Giuliano Pisapia è stato proprio ieri invitato dalla sua maggioranza a procedere alle certificazioni. Fuori tempo massimo, battuto all’ultimo miglio dalla circolare di Alfano. Chissà come reagirà l’ex primo cittadino di Napoli, condannato e sospeso, Luigi De Magistris che ha promesso di fare il sindaco per strada: forse continuerà a raccogliere i nominativi on the road. O il bolognese Virginio Merola che aveva chiamato la città alle barricate contro il prefetto. Il Merola ha fatto sapere che lui non obbedirà al diktat di Alfano: in Piazza Grande vigili urbani e poliziotti in assetto anti sommossa sono pronti a venire alle mani.  

Fabrizio Marrazzo, il leader di Gay Center la butta invece sul ridere e candida Alfano a capo delle "Sentinelle in Piedi". Più dure, ma altrettanto comiche, le sparate delle senatrici piddine Monica Cirinnà e Valeria. «Il ministro dell'Interno dovrebbe ben sapere», dichiarano le due, «che l'apparato istituzionale italiano è fondato su un solido sistema delle autonomie locali che vanno rispettate dallo Stato centrale». Il ministro di certo lo sa, ma pure loro dovrebbero sapere che nessun Comune si può inventare una legge mai approvata dal Parlamento. Nel coro di proteste arcobaleno non poteva certo mancare il primo orecchino d’Italia, Nichi Vendola fantasioso governatore dalla effe arrotolata. E c’è pure il Codacons ma, come al solito, non si capisce perché.

Tutti contro Angelino e il braccio violento della legge, giacché per questi compagni la legge è solo una variabile dipendente. Soprattutto dai loro interessi politici ed elettorali. Con quei pochi operai ancora in giro, dove potrebbero andare a raccattare qualche voto in più? Bandiera arcobaleno la trionferà, per la gauche dei nuovi diritti il gioco delle coppie è ormai diventato un’ossessione a sesso unico. Una volta lottavano per realizzare il paradiso in terra, la rivoluzione degli uguali e la liberazione dal giogo delle classi e del capitale. Oggi più modestamente si accontentano dell’abolizione del genere e delle differenze di sesso e inscenano carnevalate per difendere un registro senza valore. Sono solo scartoffie ed elenchi fasulli che queste improbabili Marianne della nuova burocrazia Lgbt vorrebbero elevare a idoli sacri. Tigri di carta, direbbe Mao, come la loro bell’America, tutta Coca Cola e matrimoni gay. E allora, viva Angelino e yankee go home.










[Modificato da Caterina63 08/10/2014 22:48]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)