00 20/12/2013 10:35

Fatti e persone.


QUEL TORMENTATO ISLAM
DEVOTO DELLA VERGINE MARIA

sommovimenti politici che stanno scuotendo, al momento in cui scriviamo, tutto il mondo musulmano del Nord Africa e Medio Oriente, spingendolo verso forme di democrazia, ci richiamano l'attenzione alle minoranze cristiane.

Vi è tutto un ambito mariano-islamico che un recente libro dell'arcivescovo di Trento, Luigi Bressan, già nunzio in vari Paesi arabi, ci permette di riscoprire (Maria nella devozione e nella pittura dell'islam, Jaca Book 2011, pp. 232, H 34,00).

Riprendiamo alcuni passi introduttivi. «È un fatto che molti musulmani, soprattutto donne, si soffermano davanti alle grotte innalzate nel mondo per onorare Maria, oppure, passandovi accanto, volgono a lei il pensiero e la invocano. È questo un fatto comune ad esempio in Pakistan, dove la statua della Vergine Maria è completamente velata secondo la cultura locale, mentre il grande pellegrinaggio nazionale di settembre a Mariamabad ("Villaggio di Maria"), riunisce centomila e talvolta oltre duecentomila pellegrini, tra cui moltissimi sono musulmani.

La devozione islamica verso la Madonna si riscontra in modo evidente a chi visiti il Santuario di Nostra Signora del Libano, sopra Beirut, ma essa è un fatto presente nel mondo intero e corrisponde all'eccezionalità della figura di Maryam secondo lo stesso Corano.

(foto GIULIANI).

Foto GIULIANI

Recentemente, cristiani e musulmani del Libano hanno proposto di proclamare il 25 marzo, festa dell'Annunciazione dell'arcangelo Gabriele a Maria, festa nazionale. L'idea è stata ufficialmente accolta dal primo ministro Saad Hariri, musulmano sunnita, e dichiarata, a partire dal 2010, ricorrenza festiva "nazionale islamo-cristiana"…

Dal 18 al 25 maggio ogni anno musulmani e cristiani celebrano in Egitto la nascita di Maria e si recano a centinaia di migliaia (raggiungendo anche i due milioni) al Santuario mariano sul monte Al-Tir (Samallut, provincia di Minya). Qui la "Sacra Famiglia" avrebbe soggiornato per tre notti durante l'esodo in Egitto che, secondo la tradizione musulmana, sarebbe durato 12 anni.

Altri motivi di incontro sono le "apparizioni" di Maria nelle periferie del Cairo: la prima sarebbe stata "fotografata" presso la chiesa copta nel quartiere di Zaytun, il 2 aprile 1968; la seconda sarebbe stata vista, anzitutto, da due meccanici musulmani il 25 marzo 1986 e quindi da molti altri a Shoubra, sempre al Cairo…

Un altro luogo dove si trovano donne in preghiera davanti alla statua di Maria è l'"Altare sabaudo" a Nostra Signora del rosario nella chiesa dei santi Pietro e Paolo a Istanbul (retta dai Domenicani).

Per quanto riguarda il Maghreb va notato che a Casablanca (Marocco) si incontrano molte donne musulmane davanti alla grotta di Nostra Signora di Lourdes al Rond-Point-d'Europe (parrocchia cattolica della città). Migliaia e migliaia di pellegrini musulmani si recano al Santuario di Notre- Dame d'Afrique ad Algeri, noto tra loro spesso come "Madame l'Afrique".

Per non dimenticare Fatima (Portogallo), centro mondiale di pellegrinaggi, che ai musulmani ricorda anche il nome della figlia di Maometto. Certe comunità di immigrati albanesi in Italia (cristiani e musulmani) si riuniscono attorno alla Madonna del buon consiglio, la cui icona, come è noto, si trova a Genazzano (Roma), ma proviene dall'Albania…».

PER «UNA SOCIETÀ ARMONIOSA» CON MARIA, AIUTO DEI CRISTIANI

«Carissimi pastori e fedeli tutti, il giorno 24 maggio, dedicato alla memoria liturgica della Beata Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani (Auxilium Christianorum) – la quale è venerata con tanta devozione nel Santuario mariano di Sheshan a Shanghai – diventi occasione per i cattolici di tutto il mondo di unirsi in preghiera con la Chiesa che è in Cina».

Sono parole di Benedetto XVI, che anche il dicembre scorso ha invitato a pregare per la Cina.

Benedetto XVI (foto FERRARI / ANSA).

Benedetto XVI (foto FERRARI / ANSA).

In un momento assai difficile, con l'ordinazione di vescovi non fedeli a Roma e imposti dal regime comunista, come è avvenuto a novembre, il Papa rinnova l'esortazione a «chiedere alla Beata Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani, di sostenere tutti i vescovi cinesi affinché testimonino la loro fede con coraggio, riponendo ogni speranza nel Salvatore».

E inoltre affida «alla Vergine tutti i cattolici di quell'amato Paese, perché, con la sua intercessione, possano realizzare un'autentica esistenza cristiana in comunione con la Chiesa universale, contribuendo così anche all'armonia e al bene comune del loro nobile popolo».

Benedetto XVI ricorda da una parte che non si può dare «una autentica esistenza cristiana» senza essere in comunione col Papa e dall'altra che non c'è contraddizione fra l'essere cattolici in piena comunione con Roma e l'essere buoni cittadini della Repubblica popolare cinese. E lo fa con una espressione che richiama quella usata frequentemente dal presidente cinese Hu Jintao quando invoca la necessità di costruire «una società armoniosa» (cf Avvenire, 2.10.2010)

FATIMA: «I TRIONFI DI MARIA SONO SILENZIOSI, MA REALI»

Nel libro-intervista Luce del mondo (Libreria Editrice Vaticana 2010, pp. 288, H 19,50) papa Benedetto XVI offre alcune indicazioni per comprendere Fatima e il suo messaggio.

L'intervistatore Peter Seewald ponendo le sue domande afferma: «Il famoso "Terzo segreto di Fatima" – come riportato da Lucia (nella foto), ndr – venne pubblicato solo nell'anno 2000 dal cardinale Joseph Ratzinger su disposizione di Giovanni Paolo II.

(foto ANSA)

(foto ANSA)

Il testo parla di un vescovo vestito di bianco, che cade a terra, ucciso da un gruppo di soldati che gli sparano vari colpi di arma da fuoco, scena questa che venne interpretata come prefigurazione dell'attentato subìto da Giovanni Paolo II.

Ora Lei dice: "Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa". Cosa intende? Significa che il messaggio di Fatima in realtà ancora non si è compiuto?». (Il Papa risponde). «Nel messaggio di Fatima bisogna tenere distinte due cose: vi è da un lato un preciso avvenimento, rappresentato in forma di visione, dall'altro la cosa fondamentale, della quale si tratta. Il punto non era soddisfare una curiosità. In questo caso avremmo dovuto pubblicare il testo molto prima. No, si tratta di accennare ad un punto critico, ad un momento critico nella storia: quello nel quale si scatena tutta la forza del male, che nel XX secolo si è cristallizzata nelle grandi dittature e che, in altra forma, agisce anche oggi. Si trattava poi della risposta a questa sfida. Questa risposta non consiste in grandi azioni politiche, ma in definitiva può giungere solo dalla trasformazione dei cuori: attraverso la fede, la speranza, l'amore e la penitenza. In questo senso il messaggio di Fatima non è concluso, anche se le due grandi dittature sono scomparse. Rimane la sofferenza della Chiesa, resta la minaccia agli uomini e con essa permane anche la questione della risposta; rimane perciò anche l'indicazione che ci ha dato Maria.

Anche ora vi sono tribolazioni. Anche oggi il potere minaccia di calpestare la fede in tutte le forme possibili. Anche oggi è perciò necessaria la risposta della quale la Madre di Dio ha parlato ai bambini… La Chiesa è sempre chiamata a fare ciò per cui Abramo pregò Dio, e cioè avere cura che vi siano abbastanza giusti per tenere a freno il male. Ho voluto dire che le forze del bene possono sempre crescere di nuovo. In questo senso i trionfi di Dio, i trionfi di Maria sono silenziosi, e tuttavia reali» (pp. 228ss).

Brevi

• «Non so quando esso verrà – il momento della morte, ndr – ma come tutto, anche questo momento depongo nelle mani della Madre del mio Maestro: Totus tuus. Nelle stesse mani materne lascio tutto e tutti coloro con i quali mi ha collegato la mia vita e la mia vocazione…».

Sono parole del Primo Testamento, del 3 marzo 1979, a cui farà seguito un testo più ampio del 1980. Karol Wojtyla diventerà papa otto mesi dopo. Qui è già tutto il cuore mariano del suo pontificato, che verrà espresso nell'enciclica Redemptoris Mater del 1987 e poi nella lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae del 2002. Lo ricordiamo come ideale apertura del mese di maggio 2011, giorno della beatificazione di Giovanni Paolo II.

Giovanni Paolo II (foto GIULIANI)

Giovanni Paolo II (foto GIULIANI)

• «Le scene della vita di Maria sono una vera e propria sciarada teologicospirituale. È tutto un brulicare di traduzioni pittoriche e simboliche delle litanie lauretane». Così il direttore dei Musei vaticani, Antonio Paolucci, descrive gli affreschi del Pomarancio (al secolo Cristoforo Roncalli) della Sala del Tesoro di Loreto (L'Osservatore Romano, 15.12.2010). Un dottissimo trattato di teologia mariana in 24m. x 14 dipinto quattro secoli fa, tra il 1605 e il 1610. A Padova Giotto, nella Cappella degli Scrovegni, ci aveva dato il "gotico" dei Vangeli dell'infanzia, qui a Loreto il Pomarancio ce ne ha dato la versione "manierista". Il 15 dicembre la Delegazione pontificia del Santuario e la Regione Marche hanno aperto la campagna per il restauro del grande complesso pittorico.

 «Preghiera e penitenza» chiese la Vergine, apparendo a Castelleone (Cremona) a Domenica Zanenga, l'11 maggio di 500 anni fa (1511). Ma nessuno credette alla veggente, che restò per questo muta e storpia. E così anche il sacerdote Giacomo Zoveni, che, dubitando, rimase menomato al braccio. Finalmente la gente comprese, accorse e credette. Il 13 maggio don Zoveni guarì e poi con lui anche la veggente. Altri eventi confermarono le apparizioni e il vescovo Nicolò Sfondrati, futuro Gregorio XIV, nel 1580 riconoscerà la soprannaturalità dei fatti. Le celebrazioni, aperte nel 2010 dal vescovo di Lourdes Jacques Perrier, saranno chiuse il 15 maggio 2011 dal Vescovo di Cremona.

Il cardinale di Hong Kong Joseph Zen (foto EPA / YM YIK)

Il cardinale di Hong Kong Joseph Zen (foto EPA / YM YIK)

 «Il vostro cuore dovrebbe essere nel Santuario mariano di Sheshan», dice Benedetto XVI al cardinale di Hong Kong Joseph Zen. E Zen, sorridendo: «Santità, dato che non posso essere a Sheshan, sono venuto qui». È il 13 maggio 2010. Sono battute di un dialogo, riportato da Asia News, in margine al pellegrinaggio a Fatima (Avvenire, 23.5.2010). Il Papa ricordava che il 24 maggio è la festa di Maria ausiliatrice, in cui tutti i cristiani del mondo pregano per la Cina. E il cardinale Joseph Zen rispondeva che, non potendo andare pellegrino al più importante Santuario del suo paese, la Cina, perché impedito dalle autorità comuniste, era venuto a Fatima a pregare.

 «La Comunione anglicana… nel contesto di una maggior unità tra le due comunità» (anglicana e cattolica) procederà a «studi ulteriori delle questioni sollevate dal documento su Maria e, in particolare, dell'autorità e dello status dei dogmi cattolici dell'Immacolata Concezione e dell'Assunzione…» (L'Osservatore Romano 11.2.2011). Sono soprattutto questi due dogmi mariani a fare problema. La dichiarazione è del vescovo ausiliare di Westminster, George Stack, e fa il punto sulla Dichiarazione di Seattle del 2004 su "Maria, grazia e speranza in Cristo". Dal 17 al 27 maggio riprenderanno i lavori del dialogo ecumenico nell'ambito della Commissione anglicano-cattolica (Arcic) presso il monastero di Bose (Italia).

Victo Hugo

Victo Hugo

 «Fra tutte è la più bella», scrisse Victor Hugo. Il gotico maturo diventa in questa Cattedrale la «summa di pietra, vetro (le vetrate), di fede e conoscenza dell'intero sapere medioevale ». E qui pulsa la storia di Francia: vi furono consacrati 32 re, sino al 1825. Qui Giovanna d'Arco assistette all'incoronazione di Carlo VII. Qui, dopo la seconda guerra mondiale, De Gaulle andò a Messa con Konrad Adenauer suggellando la pace. Dedicata a Notre-Dame come le coeve di Parigi e di Chartres, ha nel portale la "storia" di Maria, dall'Annunciazione all'Assunzione. Stiamo parlando della Cattedrale di Reims che il 6 maggio festeggerà i suoi 800 anni: la posa della prima pietra.

 «Andrò a Guadalupe, a ringraziare la Signora, per le nuove terre che mi ha concesso di scoprire». Sono parole scritte da Cristoforo Colombo nel diario di bordo di una caravella, nel 1493. Colombo aveva scoperto l'America l'anno prima. Guadalupe, il Santuario allora più venerato di Spagna, ricorda un'apparizione del primo '300 quando, in piena lotta contro i mori, la Vergine apparve a un giovane rincuorandolo: «No temas que yo soy la Madre de Dios». Considerata questa Madonna la "Reina de las Españas", ha dato il nome storicamente all'altra, oggi più nota, Guadalupe: cioè il Santuario del Messico, dove la Vergine apparve nel 1531. Nel Santuario spagnolo vennero battezzati i primi indigeni indios portati in Europa. In questa Guadalupe di Colombo si sta celebrando l'anno giubilare di tanta storia.

• Benedetto XVI il 7-8 maggio si recherà nell'antica sede del Patriarcato di Aquileia – che diede vita poi a quello di Venezia – e incontrerà l'Episcopato nella grandiosa Basilica di Santa Maria Assunta, situata a pochi chilometri dal Santuario della Madonna di Barbiana di Grado. Antichissimo centro mariano, sorto nel sec. VI, nell'omonima isoletta. Il Papa vi incontrerà i vescovi di ben 36 Diocesi (erano 56 nel medioevo), un tempo dipendenti dal Patriarcato: e cioè del Veneto, Friuli, Slovenia, Croazia, Austria. Mentre il 17 giugno, in visita nella Repubblica di San Marino, pellegrinerà al Santuario della Madonna delle grazie o della consolazione di Borgomaggiore.

San Francesco di Sales

San Francesco di Sales

• «Ricordatevi, o pietosissima Vergine Maria, che non si è mai inteso al mondo che alcuno ricorresse… e sia stato da voi abbandonato». Lesse la famosa preghiera di san Bernardo, trovata in fondo a una chiesa, e scoppiò in lacrime. Parliamo del futuro vescovo di Ginevra, san Francesco di Sales (1567-1622), che ancora giovane prete stava subendo una grave prova. «Come questo santo, patrono dei giornalisti e notissimo per opere di spiritualità, come la Filotea – ci dice il vescovo di La Spezia, Francesco Moraglia – possiamo anche noi fare grandi progetti e la Vergine sicuramente aiuterà a realizzarli» (Avvenire, 13.2.2011). Come suo solito, ogni primo sabato del mese – e le parole le abbiamo citate dal suo pellegrinaggio alla chiesa della Natività di Maria – Moraglia si reca a un santuario della Diocesi. Un chiaro esempio per vescovi e non.



 



Un testamento spirituale

«Con Maria a Cana ricomprendiamo l'autentico umanesimo e l'importanza di genuine relazioni».

'amore muove al servizio. Maria è madre sollecita nel promuovere la crescita della vita di Gesù in noi; è ausiliatrice che risveglia le risorse facendole convergere verso il servizio della comunione e della gioia, come testimonia l'episodio del banchetto di nozze a Cana di Galilea (cf Gv 2,1-12). L'icona di Cana figura nei misteri della luce, che arricchiscono la corona del rosario. ACana avviene la manifestazione di Gesù, favorita dalla Madre. Ma avviene anche la manifestazione di Maria: «Fate quello che egli vi dirà ». Questa è l'unica parola di Maria indirizzata a noi che i Vangeli ci riferiscono. È dunque quasi un testamento spirituale. La forza di questa parola nasce in Maria dall'esperienza personale. In lei il credere e l'obbedire sono atteggiamenti costanti di vita. È diventata madre perché ha creduto alla parola dell'Angelo. Esperta nel fidarsi della Parola, può ora aiutare gli altri a fare altrettanto.

Ignoto, Le nozze di Cana, miniatura araba del sec. XVII, Biblioteca palatina, Parma (foto LORES RIVA).

Ignoto, Le nozze di Cana, miniatura araba del sec. XVII, Biblioteca palatina, Parma (foto LORES RIVA).

'episodio delle nozze celebrate a Cana mi offre l'opportunità di sottolineare alcune dimensioni che ritengo fondamentali nella vita di ogni cristiano.

 Il discernimento. Con l'intelligenza del cuore Maria scorge il bisogno degli sposi prima che essi lo esprimano come disagio. La visione di Maria è quella del colpo d'occhio che sa focalizzare immediatamente quello che c'è e quello che manca sulla mensa degli sposi: «Non hanno più vino», dice a Gesù. Lo spirito contemplativo, che caratterizza tutta la vita di Maria, le permette di penetrare, di discernere, ossia di creare sintesi facendo memoria, ponendo a confronto elementi, avvenimenti, intuizioni, esperienze.

Il discernimento evidenzia la dimensione mistica della vita di ognuno di noi. Esso richiede la disponibilità a lasciarci convertire dallo Spirito per essere da lui abilitati alla lettura credente della realtà, a scelte evangeliche coerenti. Dinanzi alla complessità odierna, quale testimonianza credente possiamo offrire e quali spazi si aprono per la missione di evangelizzare educando? Abbiamo bisogno, come Maria, di rivolgerci a Gesù con volto implorante e fiducioso per indicare la mancanza di vino.

• Il coordinamento per la comunione. Maria non provvede direttamente alla mancanza di vino; semplicemente la pone in rilievo con una intercessione discreta ed essenziale. Non domanda nulla: si consegna totalmente a Gesù con la fiducia e la speranza che sgorgano dal suo silenzio orante. Dinanzi alla risposta enigmatica del Figlio, non cerca di comprendere a tutti i costi, ma ha la certezza che egli in qualche modo interverrà.

Alla scuola di Gesù, Maria ha imparato ad affidarsi alla volontà di Dio. Gesù è la via; Maria la indica. Conosce la strada per esperienza personale, per questo può aiutare gli altri a percorrerla suscitando il loro coinvolgimento. Lei coordina. Alla festa della vita tutti devono contribuire integrando i servizi: riempire le giare, portarle al maestro. Alla trasformazione dell'acqua in vino penserà Gesù. Tutti nella comunità ecclesiale abbiamo qualcosa da offrire e da integrare con l'apporto diversificato delle diverse vocazioni.

Dov'è Maria, là è la comunione, la valorizzazione delle risorse e l'aiuto a coordinarle per generare speranza.

 Il servizio alla vita e alla gioia. Le anfore vuote poste in disparte vengono richiamate alla loro funzione di essere portatrici di acqua, ad una vocazione di servizio. Ogni vocazione è sempre, misteriosamente, vocazione a prender parte in modo personale, anche costoso e sofferto, al ministero della salvezza.

La vocazione è sempre, infatti, una chiamata a servire e culmina nella scoperta del nome nuovo, pensato da Dio per ciascuno, nel quale è racchiusa la sua vera identità. Ma occorre superare le tentazioni dell'individualismo, scoprire il servizio come manifestazione di libertà e orizzonte per relazioni interpersonali ispirate alla reciprocità. La comunità ecclesiale è chiamata a prolungare la missione materna di Maria, ad essere ausiliatrice tra le giovani generazioni in un tempo di forte emergenza educativa, come ha dichiarato più volte Benedetto XVI.

Potremo farlo se rinnoviamo la passione per Dio e per l'umanità; se osiamo proporre ai giovani l'ideale della comunione che aiuta a superare i pregiudizi, la diffidenza e l'estraneità; libera e potenzia le risorse rendendole disponibili per un servizio alla vita e alla gioia.

A Cana c'era la Madre di Gesù. E avvenne il miracolo. Chiediamo che anche oggi lei sieda con noi a mensa, sia presente nelle nostre comunità, nei luoghi della missione. Si rinnoverà allora il miracolo dell'acqua cambiata in vino: il miracolo della comunione e della solidarietà, vie che costruiscono nuovi rapporti per un mondo di speranza e di pace.

Antonia Colombo, fma












Amici di Dio

di GIANNI MORALLI


Teresa, "l'analfabeta sapiente"

La sua spiritualità «si presenta centrata sulla solida base della pietà eucaristica, della vera devozione alla Madonna e della semplicità francescana».

Se la Chiesa ha ancora oggi il coraggio di parlare di santità e di elevare agli onori degli altari una giovane laica, analfabeta, proveniente da una famiglia numerosa – ben dodici figli! – che lavorava la terra, unica fonte di vita per le tante bocche da sfamare, ma dove «il timor di Dio, la preghiera, l'aiuto vicendevole, la carità, l'esempio» sono sempre vissuti e praticati, vuol dire che lo Spirito Santo alita ancora forte e dove si posa sbocciano "fiori" dai mille colori ed il loro profumo è sempre vivo e fragrante. Uno di questi "fiori" nel giardino della Chiesa è Teresa Manganiello, la cui vita è stata sottolineata da mons. Angelo Amato, sdb, prefetto della Congregazione delle cause dei santi e delegato dal Papa per il rito della sua beatificazione, il 22 maggio 2010, ad Avellino.

La morte di santa Chiara (1962), chiesa di santa Chiara, Villachiara (Brescia. Foto BONOTTO).

La morte di santa Chiara (1962), chiesa di santa Chiara, Villachiara (Brescia. Foto BONOTTO).

«Una vita intensa, profetica, seppure breve, ricordando le testimonianze che la tramandano come la monachella santa che metteva il bene nella testa di tutti. Oggi non si crede nell'inferno, ma si lavora perché la società diventi un inferno e Teresa operava per fare il paradiso in terra. Fu antesignana delle moderne forme di volontariato cristiano curando gli ammalati, accogliendo ed alleviando le sofferenze dei poveri, dei carcerati, degli orfani, dei diseredati. È la sua personalissima Pentecoste vissuta nel senso della preghiera, della penitenza, della carità...»

La beata Teresa Manganiello, prima terziaria francescana di Montefusco (foto WWW.SANTIEBEATI.IT).

La beata Teresa Manganiello, prima terziaria francescana di Montefusco (foto WWW.SANTIEBEATI.IT).

Nasce a Montefusco (Avellino) il 1° gennaio 1849, penultima di dodici figli, da Romualdo e Rosaria Lepore, modesti agricoltori, ma dove i princìpi cristiani erano ben radicati e, come la maggior parte dei bambini del Sud di quel tempo, la piccola Teresa non frequentò le scuole e visse all'ombra della casa colonica, nella semplicità, nella delicatezza, nell'umiltà di un'esistenza fatta di fatica in casa e nei campi, sempre con dedizione e generosità, ed invitava i fratelli ed i vicini di casa a coltivare purezza e amore verso Dio e carità verso il prossimo; la sua vita cresceva come un «fiore di campo». Specie con i bambini, si intratteneva a lungo ed a chi le chiedeva come facesse a tenerli docili fra le tante faccende rispondeva: «Me li quieta la Madonna».

Per i malati, che nella preghiera le strappavano lacrime di sofferenza, aveva allestito in casa sua una piccola "farmacia" con medicinali ricavati dalle erbe che lei stessa coltivava ed era il luogo per quella catechesi, lei analfabeta, per parlare del Signore, della Madonna che tanto amava, della famiglia, «Chiesa domestica », e del valore dei Novissimi, oggi purtroppo quasi dimenticati.

E lei stessa così facendo proseguiva quel cammino ascetico verso la santità eroica riconosciuta dalla Chiesa, approdando all'età di vent'anni al Terz'Ordine francescano, sotto la saggia guida di padre Lodovico Acernese che la condurrà ad essere apostola in una società sbandata e corrotta per la salvaguardia di quei valori che solo il Vangelo poteva offrire. Durante questo cammino di perfezione cristiana maturerà l'idea di fondare una congregazione per donare a tante anime di buona volontà un ideale nuovo di santità e di apostolato a servizio della Chiesa.

Uno scorcio di Montefusco. Foto GIULIANI).

Uno scorcio di Montefusco. Foto GIULIANI).

Teresa, però, non vedrà nascere l'Istituto sognato perché si spense il 4 novembre 1876, a Montefusco, a soli 27 anni, consumata dalla tubercolosi, epilogo di una vita di sacrifici, rinunce, penitenze, dopo «un'esistenza passata tutta a costruire il paradiso tra noi».

La Congregazione delle Suore francescane immacolatine, della quale fu l'ispiratrice, la "pietra angolare", la "matrice spirituale", la "madre", ormai estesa nel mondo con le sue missioni, si caratterizza per una spiritualità francescana e mariana nel carisma di Teresa con un'esistenza di penitenza e di preghiera per far sì che il Vangelo diventi il più possibile norma di vita nella scuola, nella parrocchia, nella famiglia.

"Immacolatine". «La spiritualità delle Suore francescane immacolatine, come già detto, deve dirsi mariana. Naturalmente il riferimento più vistoso all'Immacolata è dato soprattutto dal nome assunto – "Immacolatine" – quasi a sottolineare la specialissima presenza dell'immacolata Madre di Dio anche e particolarmente in ciascuno dei membri, oltre che genericamente nella vita della Congregazione – con l'intento di "praticare ogni giorno un atto novello di religione, in omaggio speciale all'immacolato concepimento di Maria" – come segno di riparazione al Signore per tutti i peccati.

Il mistero della concezione immacolata della Madonna è visto come l'anima stessa della Congregazione. La spiritualità francescana è di per sé già eminentemente mariana. I Francescani scopriranno Maria nella devozione ardente del loro serafico Padre, "folle" di amore per lei per aver reso Dio nostro "fratello" e per averla resa patrona e avvocata dell'Ordine, ma soprattutto nell'approfondimento del primato universale di Cristo. E la vedranno sua Madre immacolata, redenta per prima e in maniera tutta singolare.

Lo si sa, i Francescani si caratterizzeranno in maniera particolare come gli invitti cavalieri di tale sublime privilegio. Padre Lodovico e Teresa vorranno la Congregazione non solo mariana, ma votata, tutta, proprio al privilegio della concezione immacolata. Si ha qui il connubio di due grandi idee. L'amore all'Immacolata, derivato soprattutto dal francescano padre Lodovico, e la penitenza che, specie in Teresa, si estrinseca nelle tremende rinunce e riparazioni» (Antonio Maria Di Monda, ofm conv.).

*Invito all'approfondimento: L. Porsi, Una contadina maestra di vita, Teresa Manganiello, Città Nuova 1998, pp. 232, H 12,50.

Gianni Moralli








Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)