00 20/12/2013 09:35

  Un nuovo modo di essere

«Ho trovato il mio Cielo sulla terra, perché il Cielo è Dio e Dio è nell'anima mia» (beata Elisabetta della Trinità).

Chissà quanti sono i devoti della Madonna delle grazie! Diciamo che sono certamente tantissimi. «Maria, fammi la grazia di incontrare un bravo giovane». «Che la mia famiglia non si disgreghi». «La grazia di star promosso». «Che mio figlio non prenda una cattiva strada». «Fammi capire la mia vocazione ». «Fa' che riesca bene l'operazione alla mamma». «Fammi vittorioso nella mia purezza ». «Fammi uscire da questa balorda abitudine ». «Dammi un po' di salute». Ecc., ecc.

Ecco, sono alcune delle tantissime grazie per cui ci rivolgiamo alla Madonna delle grazie. Magari accendendo una candela. O con un mazzo di fiori. O facendo quella promessa o quel voto. Certo, sono tutte cose buone quelle che chiediamo. E facciamo bene a ricorrere a questa mamma che «fa le grazie».

Anche Dante lo dice alla Madonna: «Donna, se' tanto grande e tanto vali, / che qual vuol grazia ed a te non ricorre / sua disianza vuol volar sanz'ali». Però… Forse (diciamo così) sono meno numerosi i devoti della Madonna della grazia.

E le Litanie lauretane ci fanno pregare: «Madre della divina grazia, prega per noi». Mentre non accennano a «Madre delle grazie ». Perché, se le grazie sono cose buone ed utili, la grazia è cosa divina e necessaria.

La Madonna è una mamma lieta di ottenere grazie ai figli. Ma ci tiene soprattutto che nei figli ci sia la grazia. E che questa grazia cresca e trionfi. Questa grazia, che viene da Gesù e per la quale la Madonna ha offerto tutta la sua cooperazione quale serva del Signore. Questa grazia, che è la vita divina arrivataci da Gesù, nell'incontro con lui nel Battesimo e che ci ha fatti figli di Dio, veri fratelli tra noi ed eredi del cielo.

Cos'è il tralcio staccato dalla vite? Niente. Destinato a seccare. Unito alla vite, è tutto. È vita. È pampini, fiori e frutti. Perché, unito alla vite, riceve dalla vite la vita.

Dice il Catechismo degli adulti (n. 649): «Tutti i sacramenti, a chi non pone ostacolo con l'attaccamento volontario al peccato, conferiscono la grazia santificante, cioè una partecipazione alla vita divina, che eleva intimamente nell'essere e nell'agire, e abilita al dialogo con le Persone divine nella carità».

La grazia santificante, quindi, è la grazia da avere, da conservare, da accrescere, da far fruttificare, da evangelizzare e diffondere e favorirne l'arrivo ad ogni anima. È il tesoro prezioso, la perla preziosa (cf Mt 13,45-46). È il «Regno di Dio», per cui vale la pena di vendere tutto per possedere questo tesoro, questa perla preziosa. Perciò è cosa buona chiedere alla Madonna le grazie. Ma se chiediamo la grazia, la grazia santificante, noi chiediamo il «Regno di Dio». E, come ci insegna Gesù, chiedendo il «Regno di Dio», le grazie ci saranno date in sovrappiù (cf Mt 6,33).

Barolo (Cuneo): il castello ed i celebri vigneti (foto MARCATO).

Barolo (Cuneo): il castello ed i celebri vigneti (foto MARCATO).

Era seduto sul ciglio di una strada. Addosso, i suoi cenci da mendicante. A fianco, il suo logoro tascapane. E, tra le mani, un tozzo di pane datogli in elemosina. Ed ecco giungere alcune distinte ragazze. Quando si accorgono del poveraccio, affrettano il passo. E una: «Povero disgraziato!». Ma il mendicante ha sentito. Si alza di scatto e: «Signorine, vi sbagliate. Io non sono un disgraziato. Ho con me il Signore. Il vero disgraziato è chi è senza la grazia di Dio».

Quel mendicante si chiamava Benedetto Giuseppe Labre, morto a Roma nel 1703 e canonizzato nel 1883. Era nato in Francia, a Saint-Sulpice d'Amettes, nei pressi di Arras, nel 1748. Aveva ragione il santo mendicante. Le disgrazie sono tante. E le disgrazie sono disgrazie. Ognuna con il suo carico di dolore, di dramma e di tragedia. Però la vera disgrazia è essere senza la grazia. Senza la grazia di Dio.

can. Fiorino Triverio
da Madre di Dio aprile 2011






Fatti e persone:

KAROL WOJTYLA E "IL LIBRICCINO
DEL MONTFORT INTRISO DI SODA"

La beatificazione di Giovanni Paolo II, il 1° maggio, ci richiama al famoso Totus tuus. Cioè ai princìpi mariani di san Luigi Maria Grignion de Montfort, che ispirarono tutta la vita del grande Pontefice.

La beatificazione di Giovanni Paolo II, (foto BRAMBATTI / ANSA).

La beatificazione di Giovanni Paolo II, (foto BRAMBATTI / ANSA).

Il giovane operaio-seminarista Wojtyla, crescendo spiritualmente, sperimentò una specie di "notte" della sua devozione mariana. Anche se questa devozione l'aveva avuta da bambino, da scolaro, da universitario.

«…Ci fu un momento – scrisse lui stesso – in cui misi in qualche modo in discussione la mia devozione mariana ritenendo che essa è posta, in maniera esagerata, prima del culto dovuto a Cristo» (Dar i Tajemnica, pag. 38).

«…Mi era sembrato di dovermi allontanare un po' dalla devozione mariana dell'infanzia, in favore del cristocentrismo» (Varcare la soglia della speranza, pag. 131).

Con il timore «che la devozione mariana facesse da schermo a Cristo», Karol visse per un certo periodo. Grazie al suo direttore spirituale che gli consigliò di meditare sul Trattato della vera devozione del Montfort, il seminarista Wojtyla troverà risposta alle sue perplessità. Doveva, però, percorrere un laborioso cammino.

Molti anni più tardi, da cardinale, durante il pellegrinaggio dell'immagine di Jasna Gora a Borek Falê cki, Karol Wojtyla confessò: «Spesso vedo davanti ai miei occhi un piccolo libriccino con la copertina celeste. Quando ero operaio della Solvay lo portavo con me, insieme con un pezzo di pane… Quel piccolo libriccino, simile a un libretto da Messa, mi servì da lettura per molti giorni e molte settimane. Non solo lo leggevo e lo conservavo. Lo leggevo, se così si può dire, da cima a fondo, e di nuovo da capo… L'ho letto tanto, che tutto, dentro e fuori, era intriso di soda» (Omelia a Jasna Gora, 8.11.1968).

«Il libro è rimasto macchiato di soda – commenta René Laurentin – ma il cuore di Karol illuminato» (Préface à la Mère du Rédempteur, 1987, pag. VIII). Quella lettura, studiata a fondo, aiutò Wojtyla nel suo itinerario spirituale e dottrinale.

In molte occasioni lo testimonierà con tutta chiarezza: «Da questo libriccino ho imparato cosa significa la devozione alla Madonna… Il senso e la profondità di questa devozione me lo ha insegnato questo libriccino» (Omelia a Jasna Gora, 8.11.1968).

«In esso trovai la risposta alle mie perplessità e da esso trassi un grande aiuto» (Lettera ai Monfortani, 8.12.2003).

«La lettura di quel libro ha segnato nella mia vita una svolta decisiva – (dirà ad André Frossard; cf Non abbiate paura, 1982, pag. 36). Mi sono ben presto accorto che al di là della forma barocca del libro, si trattava di qualcosa di fondamentale… Una devozione venuta dal più profondo della mia fede, come dal cuore stesso della realtà trinitaria e cristologica… Alla luce del Trattato di Grignion de Montfort compresi che il nostro rapporto interiore con la Madre di Dio consegue organicamente dal nostro legame col mistero di Cristo. Non c'è pericolo dunque che l'uno impedisca l'altro. Grignion de Montfort mi è parso come il modo migliore di partecipare con frutto ed efficacia a quella realtà, per attingervi e per condividerne con gli altri le ricchezze inesprimibili» (cf K. Mroczek, Totus tuus, Mimep-Docete 2007, pp. 176, H 9,00).

«PERCORRETE LA VIA DELLA BELLEZZA, OVVERO LA "VIA PULCHRITUDINIS"»

Nel messaggio inviato al card. Gianfranco Ravasi per la XV seduta pubblica delle pontificie Accademie romane, Benedetto XVI – rilevando che tale seduta era stata preparata dalla Pontificia Accademia mariana internazionale e dalla Pontificia Accademia dell'Immacolata, «le quali molto opportunamente hanno voluto che in questa solenne adunanza fosse ricordato il 60° anniversario della proclamazione del dogma dell'Assunzione di Maria» – ha evidenziato che «il tema proposto è l'Assunzione di Maria, segno di consolazione e di sicura speranza. Il 1° novembre 1950, infatti, durante un memorabile giubileo, il venerabile Pio XII, promulgando la costituzione apostolicaMunificentissimus Deus, proclamava solennemente, in piazza San Pietro, tale dogma.

Benedetto XVI.

Benedetto XVI (foto ONORATI / ANSA).

Qualche anno prima, nel 1946, padre Carlo Baliæ , ofm, aveva fondato l'Accademia mariana internazionale proprio per sostenere e coordinare il movimento assunzionista… Percorrendo quella via pulchritudinis che il servo di Dio Paolo VI indicò come fecondo itinerario di ricerca teologica e mariologica, vorrei notare la profonda sintonia tra il pensiero teologico e mistico, la liturgia, la devozione mariana e le opere d'arte, che, con lo splendore dei colori e delle forme, cantano il mistero dell'Assunzione di Maria e la sua gloria celeste accanto al Figlio… Colgo, pertanto, questa occasione per invitare gli studiosi di teologia e di mariologia a percorrere la via pulchritudinis ed auspico che, anche ai nostri giorni, grazie a una maggiore collaborazione tra teologi, liturgisti e artisti, si possano offrire all'ammirazione e alla contemplazione di tutti messaggi incisivi, profondi ed efficaci…» (L'Osservatore Romano, 17.12.2010).

«SIA IL ROSARIO IN CIASCUNA GIORNATA DEL SACERDOTE»

«coronamento di quel dono di grazia che l'Anno sacerdotale è stato – scrive il card. Mauro Piacenza, prefetto della Congregazione per il clero – l'11 giugno del 2010, circa diciassettemila sacerdoti provenienti dai cinque continenti si sono riuniti a Roma, attorno al Papa, per la Concelebrazione eucaristica più grande della storia.

Al termine Benedetto XVI ha affidato e consacrato tutti i sacerdoti, presenti e del mondo, alla Beata Vergine Maria, venerata con il titolo di Salus populi romani… Ricordo che l'ultima luminosa testimonianza del rosario quale via ad Iesum per Mariam ci è stata offerta dal prossimo beato Giovanni Paolo II nella lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae.

Egli, sulla scorta dei principali insegnamenti di spiritualità mariana, ha indicato, nel proprio motto episcopale, la consacrazione a Maria come la via più sicura ed efficace per la conformazione del discepolo a Cristo Signore: Totus tuus.

Come non riconoscere, soprattutto nella vita ed in ciascuna giornata del sacerdote, la preziosità del rosario, quale memoria della salvezza, o come educazione del cuore all'atto di fede nel definitivo ingresso di Dio nella storia? Prima di ogni altra considerazione, è necessario riconoscere come la preghiera del rosario alimenti la nostra stessa identità sacerdotale.

Se, infatti, nel renderci partecipi del suo sacerdozio – come il Papa ha autorevolmente insegnato (cf Veglia in occasione dell'Incontro internazionale dei sacerdoti, 10.6.2010) – Cristo ci tira dentro di sé e così ci permette di usare il suo stesso "Io", è nella contemplazione dei misteri della sua vita, tramite gli occhi ed il cuore immacolato di Maria, che possiamo conoscerlo di più, apprendere i suoi sentimenti, accogliere la grazia che ci dona nella quotidiana Celebrazione eucaristica e renderci sempre più disponibili a quanto egli dispone per noi» (L'Osservatore Romano, 30.9.2010).

 

Brevi

• «Desidero affidare all'amorosa protezione della Madre di Dio, invocata "Rosa d'aprile", "Madre della mercede", tutti voi… e coloro che con parole ed opere, con il silenzio e la preghiera, hanno reso possibile questo miracolo architettonico». Sono parole di Benedetto XVI alla consacrazione della Sagrada Familia di Barcellona il 7 novembre. In quell'occasione, dell'opera e dell'architetto Gaudì si è detto tutto… Ma nessuno ha ricordato che la Sagrada in origine fu ispirata al Santuario della Madonna di Loreto. Avrebbe dovuto avere anche una riproduzione della Santa Casa. Gaudì però modificò il progetto: non la Santa Casa, ma chi vi abitava, la Sacra Famiglia (Il messaggio della Santa Casa, gennaio 2011)..

La consacrawzione della Sagrada Familia.

La consacrawzione della Sagrada Familia.

• Forse la più grande immagine venerata in un santuario (m. 4,3x2,10) è quella di Montevergine (Avellino). La Madonna, in trono col Bambino e circondata da angeli, risale al sec. XIII ed è attribuita a Montano d'Arezzo. Negli anni '60, con la costruzione del nuovo Santuario e la ricollocazione in esso dell'immagine, i fedeli hanno sentito "lontana" la loro Madonna. È questo un problema di altri santuari come Guadalupe, Aparecida… Se la nuova Basilica era necessaria per «le esigenze liturgiche » dei pellegrinaggi, non lo era «per quelle devozionali» (Il Santuario di Montevergine, dicembre 2010). Gli occhi della Vergine che per secoli «hanno avvinto col loro fascino i fedeli» ora si son fatti nuovamente vicini con il ritorno (e restauro) dell'immagine nel vecchio Santuario.

 Adorare Dio in spirito e verità – Adorazione come accoglienza e impegno" è il tema del primo Simposio internazionale dei sette anni (2011-2017) di preparazione al centenario delle apparizioni di Fatima, che si terrà il 24-26 giugno. Il logo ufficiale di tutte le manifestazioni presenta al centro, stilizzato, il disegno della Basilica. A lato di essa le date: 1917 a sinistra e 2017 a destra. Al posto del secondo 1 del 1917 vi è una croce: per «salientar o caracter cristão », si è spiegato. Sotto il tutto le parole: Centenário das aparições de Fátima. È stato attivato anche un sito per richieste di informazioni in varie lingue: www.fatima2017.org.

• Nuestra Señora de Altagracia è il titolo della patrona di Santo Domingo (Centro America), dove si celebra il quinto centenario dell'erezione di questa Diocesi. La prima del continente. L'immagine di Altagracia fu portata dalla Spagna da due fratelli navigatori di Plasencia. Per le celebrazioni il card. Gianfranco Ravasi ha benedetto a Roma (l'11.1.2011) una copia del quadro della Vergine nella chiesa di San Giovanni dei Fiorentini. Sempre nel Centro America, nella vicina Cuba, per la festa della Vergine della carità, il card. Jaime Lucas Ortega ha richiamato con forza il Governo castrista per un ritorno alla libertà religiosa.

Nuestra Señora de Altagracia

Nuestra Señora de Altagracia

• «Giocata sull'intimità tenera e giocosa tra la Vergine, intenta a cucire e il suo bambino che l'aiuta, porgendole il filo dal rocchetto…» è la scena – descritta da Elena de Filippis (La Stampa, 31.1.2011) – di uno dei quadri di Vitale da Bologna, detto "Vitale delle Madonne". È esposto quasi l'intero corpus delle sue Madonne. Questo nel Museo civico medievale di Bologna, mentre nel Castello del Buon Consiglio di Trento, sino al 1° maggio, si tiene la mostra Antiche Madonne d'Abruzzo (dal XII al XIV sec.). Capolavori d'arte e di fede salvati dal terremoto del 2009. E, al museo San Domenico di Forlì nell'esposizione nazionale dedicata a Melozzo (1438-1494), si può finalmente ammirare la famosa Madonna di Senigallia, di Piero della Francesca (1416-1492), appena restaurata.

 «Avevamo constatato problemi di instabilità della roccia…». La "roccia" è quella di Massabielle, a Lourdes, dove "si posò" la Vergine nel 1858 e la "constatazione" è dell'ufficio nazionale Imsrn di Francia. «Faglie d'acqua e gelo fanno cedere verso nord» la parete sovrastante l'attuale statua della Madonna. Dal 4 gennaio all'8 febbraio si è operato per un primo consolidamento. Più a Sud nell'Esplanade – terminato l'Anno del Segno della Croce (il 2011 invece è l'Anno del Padre nostro) – le croci portate a Lourdes nei pellegrinaggi resteranno attorno alla monumentale croce del Calvario bretone. Lo ha stabilito il vescovo di Lourdes, mons. Jacques Perrier. L'idea è venuta dopo un pellegrinaggio a Vilnius (Lituania), dove si trova il famoso "Calvario di croci", creato in opposizione al comunismo..

La "roccia" di Massabielle, a Lourdes.

La "roccia" di Massabielle, a Lourdes (foto Marcato).

 «L'Europa è nata in pellegrinaggio e la sua lingua materna è il cristianesimo». Per molti, che l'hanno dimenticato nelle sedi d'Europa a Bruxelles, lo ricorda Johann Wolfgang Goethe. Lo slogan ha aleggiato alla presentazione del primo volume dei Santuari d'Italia. Lazio (De Luca Editori d'Arte 2010, pp. 304, H 80,00). Roma seguirà a parte. In Italia i santuari sono circa 4 mila, di cui ben due terzi mariani. Dopo lunga gestazione, in collaborazione tra università, Beni culturali dello Stato (www.santuaricristiani. ind.beniculturali.it) e Pontificia Commissione per i beni culturali della Chiesa, vedranno ora la luce i singoli volumi, regione per regione (L'Osservatore Romano, 7.10.2010).

Johann Wolfgang Goethe

Johann Wolfgang Goethe (foto WWW.WIKIPEDIA.ORG).

• «Proprio qui, nella chiesa della Madonna Granda di Treviso, per ben quarant'anni è stato sacrista». Così il patriarca di Venezia Albino Luciani, futuro Giovanni Paolo I, si esprimeva il 6 ottobre 1973 nella sua visita in ricordo di fratel Righetto (Federico) Cionchi (1857-1923), religioso somasco. Il Cionchi però era originario di San Luca di Montefalco (Perugia) ed è qui che a cinque anni (1862) ebbe delle apparizioni della Madonna. Esemplari le parole della Vergine da Righetto sempre ripetute: «Righetto, sii buono!» (Vita somasca, 4/2010). L'apparizione è all'origine del noto Santuario umbro di Santa Maria della Stella. I Somaschi celebrano quest'anno il quinto centenario della liberazione di san Girolamo Emiliani (1486-1537) e introducono le celebrazioni del 150° delle apparizioni (1862-2012).

• Nell'aprile 2010, un anno fa, in queste pagine richiamavamo l'attenzione sulla Spagna.Non solo per la Gmg – cioè il raduno mondiale dei giovani a Madrid il 16-21 agosto, che sarà presieduto da Benedetto XVI – ma perché il 2011 in Spagna è anche anno mariano 250 anni fa infatti il re di Spagna Carlo III il 16 gennaio 1761 firmava il decreto di proclamazione della Vergine quale patrona della nazione, ponendo sotto l'«universal patronato de Nuestra Señora en la Inmaculada Concepción en todos los reinos de España e Indias» (cf Sol de Fatima, Madrid, enero-febrero 2011).


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)