00 01/05/2014 14:54


“Oggi insieme confermiamo che il Santo Rosario non è una pratica relegata al passato, come preghiera di altri tempi a cui pensare con nostalgia. Il Rosario sta invece conoscendo quasi una nuova primavera. Questo è senz’altro uno dei segni più eloquenti dell’amore che le giovani generazioni nutrono per Gesù e per la Madre sua Maria. Nel mondo attuale così dispersivo, questa preghiera aiuta a portare Cristo al centro, come faceva la Vergine, che meditava interiormente tutto ciò che si diceva del suo Figlio, e poi quello che Egli faceva e diceva”. 

 

Benedetto XVI invita al Rosario

3.5.2008 dalla Basilica di Santa Maria Maggiore

 

Nell’esperienza della mia generazione, le sere di maggio rievocano dolci ricordi legati agli appuntamenti vespertini per rendere omaggio alla Madonna. Come, infatti, dimenticare la preghiera del Rosario in parrocchia oppure nei cortili delle case e nelle contrade dei paesi?”

 

Benedetto XVI si è quindi soffermato sulla forza ancora viva del Santo Rosario e sulla sua dimensione di preghiera portatrice di pace:

“Oggi insieme confermiamo che il Santo Rosario non è una pratica relegata al passato, come preghiera di altri tempi a cui pensare con nostalgia. Il Rosario sta invece conoscendo quasi una nuova primavera. Questo è senz’altro uno dei segni più eloquenti dell’amore che le giovani generazioni nutrono per Gesù e per la Madre sua Maria. Nel mondo attuale così dispersivo, questa preghiera aiuta a portare Cristo al centro, come faceva la Vergine, che meditava interiormente tutto ciò che si diceva del suo Figlio, e poi quello che Egli faceva e diceva”. 
 
“Con Maria si orienta il cuore al mistero di Gesù”, ha aggiunto il Papa; ci aiuti la Beata Vergine ad accogliere in noi la grazia che promana dai misteri del Rosario, “affinché attraverso di noi possa “irrigare” la società, a partire dalle relazioni quotidiane, e purificarla da tante forze negative aprendola alla novità di Dio”. Perchè, ha continuato il Santo Padre, la potenza della preghiera mariana è proprio questa: 

Il Rosario, quando è pregato in modo autentico, non meccanico e superficiale ma profondo, reca infatti pace e riconciliazione. Contiene in sé la potenza risanatrice del Nome santissimo di Gesù, invocato con fede e con amore al centro di ogni Ave Maria”. 
 
Di qui, l’invito rivolto dal Pontefice a tutti i fedeli affinché, durante il mese mariano, si sentano “vicini e uniti nella preghiera”, così da formare, con l’aiuto della Madonna, “un cuore solo e un’anima sola”. E poi, una richiesta: 

“Vi affido le intenzioni più urgenti del mio ministero, le necessità della Chiesa, i grandi problemi dell’umanità: la pace nel mondo, l’unità dei cristiani, il dialogo fra tutte le culture. E pensando a Roma e all’Italia vi invito a pregare per gli obiettivi pastorali della Diocesi, e per lo sviluppo solidale di questo amato Paese”.

 

Vogliamo ricordare la preziosa Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae del Santo Padre Giovanni Paolo II

 

La bellissima Udienza agli Sposi di Pio XII: L'importanza del Rosario in famiglia

 

l'opportunità di imparare il Rosario in latino: Sanctum Rosarium latino e italiano

 

Il Rosario meditato con Benedetto XVI testo e audio

 

   

 


San Giovanni XXIII "Andemo a l'altar de la Nicopeia a ralegrarse"

 

Uno dei più bei racconti della vita di San Giovanni XXIII che sottolinea   la tenera filiale devozione dell'allora Card. Angelo Roncalli  per la Madonna Santissima ed il grande rispetto ed amore per la Santa Liturgia  " non  fatta da mani d'uomo " che " ci chiama tutti al servizio di Dio, per Dio e per gli uomini, nel quale non vogliamo mettere in mostra noi stessi, ma porci con umiltà dinanzi a Dio e renderci permeabili per la sua luce. " ( Benedetto XVI, 18 novembre 2006) 
 
La Pasqua del 1953 fu la prima che il Card. Angelo Giuseppe Roncalli trascorse a Venezia. Dopo il canto dei Vespri e la benedizione eucaristica, il Patriarca immaginò che non ci fosse nient'altro. 
Invece il coro dei seminaristi intonò le litanie lauretane sul ritmo affascinante delle melodie patriarcali. 
Sembrava che gli angeli e i santi, occhieggianti dai mosaici delle cupole dorate, si ridestassero in un tripudio di gioia. 
Il Cardinale domandò al suo assistente (l'anziano canonico Francesco Silvestrelli): "Che cosa c'è?". 
Il canonico rispose: "Eminenza, andemo a l'altar de la Nicopeia a ralegrarse con la siora Mare, perché so Fio xe ressusità!: Andiamo all'altare della Nicopeia (= immagine della Vergine veneratissima in San Marco) a complimentarci con la signora Madre, perché suo Figlio è risorto!". 
Quella pia consuetudine, seguita dai fedeli con acceso fervore, intenerì il Cardinale Roncalli fino alle lacrime. 
Divenuto poi Giovanni XXIII conservò un nostalgico ricordo fino al termine della sua vita di quel canto melodioso e di quella graziosa funzione in onore della Madonna in giorno di Pasqua. 
Amava raccontare le profonde impressioni di quella Pasqua e ripeteva: "Andiamo a complimentarci con la Madonna: perché Suo Figlio è risorto!".





 e se oggi Papa Giovanni avesse potuto aggiungerci qualcosa avrebbe detto: E SPEGNETE I CELLULARI non portate i tablet in Chiesa..... piuttosto venite in Chiesa con il ROSARIO e pregate.... lui diceva tre Rosari al giorno e ne andava fiero   







[Modificato da Caterina63 03/05/2014 11:28]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)