00 01/05/2014 20:36


  Il sale della Terra, giusto?

Sì!

Costruire la vita sulla roccia

Un altro manifesto con il volto sorridente della Kiessling.

Un altro manifesto con il volto sorridente della Kiessling.

Il tuo accenno mi fa tornare per un attimo alla tua storia personale: tu stessa sei stata letteralmente salvata dalla morte e risparmiata così dal supplizio. Quali pesi, però, ha dovuto sopportare il tuo cuore di bambina adottata? Quanto è stato difficile fare i conti con l’essere stata sottratta alla morte?

Quel che posso dire è che, crescendo da bambina consapevole di essere stata adottata, mi sentivo come una sciagura. Sul serio. E non perché ci sia qualcosa di instrinsecamente sbagliato nell’adottare, ma perché i miei genitori non mi davano delle fondamenta solide. Al contrario, mi parlavano della storia della loro infertilità e così pensavo che si riferissero a me come ad un’ultima spiaggia. Mi raccontarono anche che c’era un’altra coppia in attesa prima di loro che avrebbe dovuto adottarmi, ma quelli dissero che volevano un bambino e non una bambina. Ed allora i miei dissero: <<Beh, noi abbiamo già un bimbo: vada per la bambina!>>. Insomma, ora non solo sentivo di esser stata respinta dalla mia madre naturale, bensì di essere stata esclusa anche da un’altra coppia che non mi voleva per via del mio sesso.

Ecco perché ora penso sempre a come deve sentirsi un bambino che non ha idea di chi sia il proprio padre biologico, che è stato creato in laboratorio così che i propri genitori potessero sentirsi “normali” come chiunque altro. Queste non sono le fondamenta da dare ad un bambino. E’ sbagliato dire che si è adottato per sentire cosa si prova ad essere genitori. Non è questo il motivo per cui si adotta. Si adotta perché Dio ha un piano per quel bambino. L’adozione, così come la famiglia, dovrebbe essere incentrata su Dio, non sul bambino né sui genitori. A volte, l’essere genitori arriva ad incentrarsi sul bambino, ma di certo la decisione di aver bambini non ruota attorno ad essi, ma attorno ai genitori e sicuramente non attorno a Dio.

 Certamente, spesso in questo dibattito c’è sempre un invitato mancante, cioè il bambino. E, come dicevi, molte volte il desiderio dei genitori di avere figli è basato sul desiderio di diventare genitori e creare una famiglia. Paradossalmente, però, questa pretesa individualistica emerge in una cultura che ridicolizza continuamente l’istituzione familiare…

Voglio specificare: non condanno queste persone. Capisco che si tratta di questioni del cuore, spirituali, di visione del mondo. E capisco perché le persone pensino che mettere in piedi una famiglia possa aiutarli a dare senso alle proprie vite. Provo comprensione per loro, e per gli omosessuali e le lesbiche che intraprendono simili pratiche. Ma ci sono conseguenze per i bambini e per le società che devono essere considerate.

Quale America dopo Obama?

Sorride a tutti, ma non alla vita.

Sorride a tutti, ma non alla vita.

Tutto ciò di cui abbiamo discusso finora si condensa qui in America in un’icona intoccabile: Barack Obama. Protetto da un potenziale di fuoco mediatico che lo incensa come paladino libertario, una sorta di Martin Luther King, Jr. del Terzo millennio, il presidente è il sommo avvocato di tutte le istanze di quella cultura falsamente umanitaria che, invece, è cultura della morte spacciata come “libertà e diritto di scegliere”. Basti solo pensare al legame di assoluta e reciproca fedeltà tra il presidente e Planned Parenthood, allo HHS Mandate o al vergognoso silenzio mediatico sul recente processo Gosnell.

Che America sarà alla fine del secondo mandato obamiano nel 2016?

Obama ha certamente causato grandi danni. Per ogni presidente democratico che viene eletto, il successore repubblicano non è in grado di capovolgere i danni compiuti, perché non ne ha il coraggio. Ad esempio, Bill Clinton fu colui che, con una semplice lettera, vent’anni fa modificò l’emendamento Hyde affinché gli Stati potessero utilizzare fondi federali per finanziare i programmi Medicaid per aborto in caso di stupro, incesto e situazioni di rischio per la madre. Questa iniziativa ha provocato effetti raggelanti, se pensiamo che, viaggiando per il paese per incontrare i legislatori, mi dicevano che non possono approvare emendamenti contro l’aborto in quei casi, perché sotto l’emendamento Hyde sono costretti a finanziarlo. George W. Bush avrebbe potuto cambiare questa situazione, ma non l’ha fatto. Come dicevo: i democratici fanno danni, ma, quando subentrano, i repubblicani non vi pongono rimedio.

Perciò sono preoccupata che anche se ci saranno dei candidati pro-vita, essi non avranno il coraggio o, a volte, persino la competenza di ricomporre i guasti. Pensa a quando Romney ha dibattuto con Obama: non aveva nemmeno idea che Planned Parenthood non fornisce mammografie [il riferimento è ad una polemica del 2012 in cui gli attivisti pro-vita denunciarono la falsa pretesa dell'ente abortista di fornire tale servizio per edulcorare la preminenza della pratica feticida nelle proprie cliniche, n.d.a.]. Sono davvero preoccupata da questa mancanza di conoscenze.

Molti leader repubblicani, come Romney, sono impreparati sull'aborto nel dibattito con Obama

Molti leader repubblicani, come Romney, sono impreparati sull’aborto nel dibattito con Obama

Un altro problema è che i pro-lifers continuano a frazionare i voti nelle primarie repubblicane, per cui non c’è da addossare che ai conservatori la responsabilità della loro inefficacia. I leader conservatori non sostengono un unico candidato, perché se si guarda alle primarie e a come gli elettori hanno votato, il 70% hanno votato per un candidato pro-vita al 100%. Ben cinque candidati firmarono il compatto “Nessuna eccezione, nessun compromesso”, ma poi il voto si è frazionato, per cui tutto quello che un moderato può fare è attendere dietro le quinte che i conservatori suddividano i loro voti e poi scapparsene con la nomination. Ed ecco che alle presidenziali, gli elettori pro-vita non sono motivati a votare un “RINO” [acronimo che sta per “Repubblicano solo di nome”, n.d.a.]. Nel 2012, non diedi il mio endorsement a Romney e fui attaccata per questo. <<Ma come, vuoi che vinca Obama?>>. Votai per Romney, ma non gli diedi il mio endorsement perché aveva sostenuto l’eccezione in caso di stupro enfatizzando di non essere così “estremo”, cosa che trovai offensiva.

prolifeantiobama

Gli embrioni anti-Obama

A parte ciò, resta frustrante che i pro-lifers non sostengano tutti un solo candidato. Sono così schizzinosi che persino se Cristo tornasse, non si unirebbero per sostenerlo! Non ci sarà mai un candidato perfetto per i conservatori, ecco.

E allora che si fa?

Credo che dobbiamo continuare a fare ciò che è giusto. Gente come Ann Coulter ed altri opinionisti hanno detto [qui un articolo di Rebecca a riguardo, n.d.a.]: <<Dobbiamo metterci alle spalle il problema dell’aborto, non vale la pena perderci le elezioni. Sono cose da intransigenti, e queste intransigenze vanno superate>>. Ed anche in seguito a questo, l’anno scorso siamo riusciti a proporre e far approvare come mai prima leggi senza eccezione in caso di stupro su tutto il territorio nazionale. Questo mi dà speranza. Per questo conservatori e pro-lifers devono mettersi d’accordo e proporre un unico candidato, e solo uno forte e solidamente pro-vita può essere quello in grado di disfare i danni prodotti.

Pensi dunque che i danni che Obama sta provocando verranno un giorno sovvertiti? Questa guerrà verrà vinta negli USA?

I progressisti dicono di volere che il governo stia alla larga dalle loro camere da letto, ma poi pretendono che esso li sovvenzioni per ciò che fanno in camera da letto. Dicono di volere che il governo tenga la Chiesa fuori dalle loro camere da letto, ma poi pretendono che essa paghi per quello che ci fanno costringendola a finanziare l’aborto. Per cui, che dire? Quando Obama fu eletto, ricordo gente dire: <<Oh, speriamo che non faccia troppo>>. Al che io rispondevo: <<Scordatelo! Voglio che faccia una campagna “shock-and-awe” [“traumatizzare e sbalordire”, questo il significato dell'espressione, era il nome in codice della strategia bellica americana nella conquista dell'Iraq, n.d.a.]!>>. Volevo che buttasse tutte le carte sul tavolo, così da svegliare un gigante dormiente e poter vedere i credenti alzarsi e dire: <<Santo cielo! Come abbiamo potuto starcene tranquilli e permettere che accadesse?>>. Desideravo che Obama scatenasse questa campagna “shock-and-awe” e mostrasse tutto il peggio di cui è capace, così che, perdendo questa battaglia, ci avviassimo poi a vincere la guerra. Sono perciò speranzosa che vedremo una nuova generazione ergersi ed affermare: <<Dio è dalla nostra parte, possiamo farcela>>. Una generazione capace di rimboccarsi le maniche per trovare unità e sconfiggere il gigante.

 







Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)