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"Dio non solo ci ama con una profondità e intensità che difficilmente possiamo immaginare: egli ci invita a rispondere a questo amore.
Tutti voi sapete cosa accade quando incontrate qualcuno di interessante e attraente, come desideriate essere amici di quella persona.
Sperate sempre che quella persona vi trovi a sua volta interessanti ed attraenti e voglia fare amicizia con voi. Dio desidera la vostra amicizia. E, una volta che voi siete entrati in amicizia con Dio, ogni cosa nella vostra vita inizia a cambiare.
Mentre giungete a conoscerlo meglio, vi rendete conto di voler riflettere nella vostra stessa vita qualcosa della sua infinita bontà.
Siete attratti dalla pratica della virtù. Incominciate a vedere l’avidità e l’egoismo, e tutti gli altri peccati, per quello che realmente sono, tendenze distruttive e pericolose che causano profonda sofferenza e grande danno, e volete evitare di cadere voi stessi in quella trappola. Incominciate a provare compassione per quanti sono in difficoltà e desiderate fare qualcosa per aiutarli.
Desiderate venire in aiuto al povero e all’affamato, confortare il sofferente, essere buoni e generosi. Quando queste cose iniziano a starvi a cuore, siete già pienamente incamminati sulla via della santità."
- Benedetto XVI, Indirizzo agli Alunni, 17 settembre 2010.  


18 Agosto

LE PREGHIERE DELLA SERA

 

1. Sono l'ossequio del vero figlio. Quanti sono i figli ingrati che poco o nulla si curano dei loro genitori! Di tali figli farà giustizia Iddio. Il vero figlio coglie ogni occasione per ossequiare chi rispetta e ama. O cristiano, figlio di Dio, dopo tante ore spese per il mondo, tornando alla tua camera per il riposo, perché neanche con una preghiera fai, prima del sonno, un saluto al Padre celeste? Che ingrato! Hai sonno!... E se il Signore ti abbandona?

 

2. Sono uno stretto dovere. Da chi ti vennero i successi della giornata? Chi ti scampò da cento pericoli? Chi ti conservò in vita? Persino il cane fa festa al suo benefattore; e tu, creatura ragionevole, non senti il dovere della gratitudine? Ma durante la notte puoi incontrare pericoli d'anima e di corpo; puoi morire, puoi dannarti..., non senti il bisogno di chiamare aiuto? Nella giornata hai offeso Dio... Non senti il dovere d'invocare pietà e perdono?

 

3. Pregare male non è pregare. Per il lavoro, per i discorsi inutili, per il piacere, sei tutto attività; solo per la preghiera hai sonno... Per ciò che ami, per arricchirti, per sfoggio di vanità, sei tutto attenzione; solo per la preghiera ti permetti le cento distrazioni volontarie!... Per il divertimento, per il passeggio, per l'amico, sei tutto volontà e ardore; solo per la preghiera hai lo sbadiglio, la noia, e la lasci per un nonnulla!... Ciò non è pregare, ma disonorare Iddio. Ma con Dio non si scherza!!

 

PRATICA. — Persuadiamoci del gran dovere della preghiera; recitiamola sempre mattina e sera con fervore.

 

19 Agosto                

ESAME DELLA SERA

 

1. Esame del male. Anche i pagani ponevano a fondamento della sapienza, Conosci te stesso. Seneca diceva : Esaminatevi, accusatevi, riprendetevi, condannatevi. Per il cristiano tutta la giornata deve essere un esame continuo per non offendere Iddio. Almeno alla sera entra in te stesso, cerca i peccati e le cagioni di essi, studia il fine cattivo delle tue azioni. Non scusarti: innanzi a Dio chiedine perdono, prometti di emendarti.

 

2. Esame del bene. Quando, per grazia di Dio, nulla di grave ti rimprovera la coscienza, mantieniti umile, che domani puoi cadere gravemente. Esamina il bene che fai, con quale intenzione, con quale fervore lo compi; cerca quante ispirazioni hai disprezzato, quante mortificazioni omesso, quanto maggior bene Iddio potrebbe ripromettersi da te, studia quanto potresti, far di più secondo il tuo stato; riconosciti imperfetto, chiedi aiuto. A ciò bastano pochi minuti, purché tu lo voglia.

 

3. Esame sul nostro progresso. Poco vantaggio reca un esame generale l'atto senza pensare ai mezzi per emendarsi e per progredire. Volgi uno sguardo indietro, cerca se oggi fu meglio di ieri, se in quell’occasione hai saputo vincerti, se in quel pericolo rimanesti vittorioso, se nella tua vita spirituale vi ha progresso o regresso; fissa una penitenza volontaria per quella caduta giornaliera, proponi maggior vigilanza, più attenta preghiera. Lo fai così il tuo esame?

 

PRATICA. — Convinciti della necessità dell'esame; fallo sempre; recita il Veni Creator.

 

20 Agosto

GLI ULTIMI PENSIERI DEL GIORNO

 

1. Questa notte può essere l'ultima. Siamo come l'uccello sul ramo, dice il Sales: il piombo fatale può coglierci ad ogni istante! Dormiva il ricco Epulone, e non si svegliò più; tra i giovani e i vecchi, quante morti improvvise! E sotto tali fulmini, quante cadute nell'Inferno! Ci pensi quando vai a dormire? E puoi dormire tranquillo, con il peccato in cuore, senza un atto di contrizione, e senza proporre di confessarti al più presto?

 

2. Raccomandare lo spirito a Dio. Il mondano, nel coricarsi, pensa alle soffici piume su cui s'adagia, agli affari del domani; l'anima fedele, principiato il giorno con Dio, lo finisce con Lui. Il suo primo sospiro fu di dare il cuore a Dio, l'ultimo è di rimettere lo spirito in mano a Dio con le parole di Gesù moribondo : Nelle tue mani, o Signore, raccomando il mio spirito; o con quelle del levita Stefano: Signore Gesù. Ricevi il mio spirito. Ma lo fai tu?

 

3. Santificare il sonno. Il dormire, se non vi fosse necessità di ristorare le forze, sarebbe tempo perso. Il sonno assomiglia un po' alla morte; dormendo, diveniamo inutili per noi e per gli altri. Proponi di dormire solo quel tanto che è necessario; sette, al più otto ore di sonno, dice il moderatissimo Francesco di Sales. Offri il tuo sonno a gloria di Dio, intendendo fare con ogni respiro un atto d'amore di Dio. — Chiedi a te stesso come ti comporti a questo riguardo.

 

PRATICA. — Recita oggi e ogni sera le tre giaculatorie per invocare Gesù, Giuseppe e Maria.

 

21 Agosto                

LA LINGUA

 

1. I muti. Considera quant'è degno di compassione chi manca della facoltà di parlare: vorrebbe esprimersi e non può; vorrebbe confidare se stesso ad altri, ma invano tenta sciogliere la lingua, solo con segni può manifestare imperfettamente la sua volontà. Ma anche tu potevi nascere muto: come mai a te fu concesso il dono della parola, e ai muti no? Perché in te la natura, regolata da Dio, ebbe il suo compimento. Ringraziane il Signore.

 

2. Pregi della lingua. Tu parli e intanto la lingua risponde al tuo pensiero e palesa le cose più nascoste della tua mente: dipinge il dolore che ti amareggia il cuore, la gioia che t'allieta l'animo, e ciò così al vivo e con tutta la sveltezza che vuoi. Essa è obbediente alla tua volontà, e parli forte, piano, adagio, tutto come vuoi. È un miracolo permanente dell'onnipotenza di Dio. Se ci riflettessimo, non avremmo un motivo di pensare sempre a Dio e di amarlo?

 

3. Bene prodotto dalla lingua. Iddio disse un solo fiat ed il mondo fu creato; Maria pronunziò pur essa un fiat, e Gesù s'incarnò nel suo seno; alla parola degli Apostoli il mondo fu convertito; la sola parola: Io ti battezzo, io ti assolvo, nei Sacramenti, che profonda trasformazione, qual bene produce nelle anime! La parola nella preghiera, nelle prediche, nelle esortazioni che cosa non ottiene da Dio e dagli uomini! E tu che fai della lingua? Qual bene operi con essa?

 

PRATICA. — Non offendere Dio con la lingua: recita il Te Deum.

 

22 Agosto

BUON USO DELLA LINGUA

 

1. Ci fu data per pregare. Non solo il cuore e lo spirito devono adorare Iddio, anche il corpo deve congiungersi per dar gloria al suo Signore. La lingua è lo strumento per innalzare a Dio l'inno d'amore e di confidenza. Perciò la preghiera vocale accompagnata dall'attenzione del cuore è il nodo d'unione dell'anima e del corpo per adorare, benedire, e ringraziare Iddio creatore dell'uno e dell'altra. Pensaci: la lingua non ti fu data solo per parlare, non per peccare, ma per pregare... E tu che fai?

 

2. Non ci fu data per far male agli altri. La lingua parla come le detta il cuore; con essa dobbiamo manifestare le virtù dell'animo, e possiamo trarre gli altri al bene. Non adoperare dunque la lingua per ingannare gli altri con le bugie, o per scandalizzarli con le parole immodeste, con le detrazioni, con le mormorazioni, o per offenderli con le ingiurie, con parole aspre o pungenti, o per irritarli con parole dure, ciò è abuso, non già buon uso della lingua. Eppure chi non ne è reo?

 

3. Ci fu data per vantaggio nostro ed altrui. Con la lingua dobbiamo accusare i nostri peccati, domandare consigli, cercare l'istruzione spirituale per la salvezza dell'anima. A vantaggio altrui, con la lingua si adempie gran parte delle opere di carità spirituale; con essa possiamo correggere chi sbaglia ed esortare il prossimo al bene. Eppure quante volte si adopera a rovina nostra e degli altri! Che ti dice la coscienza?

 

PRATICA. — Evita le parole inutili; oggi fa del bene con la tua parola.

 

23 Agosto

LA BUGIA

 

1. Sempre illecita. Il mondano, e talvolta anche il fedele, si permettono la bugia come cosa da nulla, per evitare un qualche male, per risparmiare un rimprovero, sfuggire un castigo. La fede, basata sul comando di Dio, Non dire il falso, dice chiaro e netto che è illecita qualunque bugia, non solo la dannosa, che, per le conseguenze, può essere mortale, ma anche quella che si dice per convenienza, la quale, pur essendo veniale, è sempre peccato, cioè offesa di Dio. Qual è la tua morale sulla bugia?

 

2. L'abitudine di mentire. Creati per vivere in società, dotati della parola per l'aiuto vicendevole come fratelli d'origine e per Redenzione, chiamati a farci del bene l'un l'altro : la menzogna cambia la società in un mondo di frodi e d'inganni, i fratelli in traditori. Com'è ignobile aver miele in bocca e fiele in cuore! Per un nonnulla tradire superiori, eguali e inferiori! L'hai anche tu questa brutta abitudine?

 

3. La bugia odiata da tutti. Una persona, colta nella menzogna, arrossisce e si sente disonorata; la dice, e poi l'odia! Che dispetto nel vederci ingannati dalle bugie altrui! Si chiama animo vile, spirito abbietto chi mentisce. Ma ben più l'odia Dio, verità per essenza; egli non la stima lecita nemmeno per salvare tutto il mondo. Perirà chi parla menzognero; egli punì Anania e Zaffira di morte per una sola bugia; e nel Purgatorio qual castigo avranno le bugie!

 

PRATICA. — Prometti di fuggire sempre la bugia: passa qualche tempo in silenzio per mortificazione.

 

24 Agosto

LA MORMORAZIONE

 

1. Sua facilità. Chi non pecca con la lingua è perfetto, dice S. Giacomo (I, 5). Ogni volta che parlai con uomini, sempre ne ritornai uomo minore, cioè meno santo, dice l’Imitazione di Cristo: chi riesce a frenare la lingua? Si mormora per odio, per vendetta, per gelosia, per superbia, per farsi ammirare, per non sapere che dire, per malintesa volontà di correggere gli altri.. quasi non si sa parlare senza mormorazione. Studia il tuo modo di fare su questo punto...

 

2. Sua malizia. Un triplice male racchiude la mormorazione, quasi spada a tre tagli : il primo è il peccato contro la carità a carico del mormoratore stesso, mortale o veniale, secondo la gravezza della mormorazione; il secondo è di scandalo alla persona con cui si mormora, allettata anch'essa dalle nostre parole a dire male; il terzo è di furto all'onore e alla fama della persona di cui si mormora; malizia che grida vendetta a Dio. Chi pensa a un male così grave?

 

3. Riparazione del mormoratore. Se ognuno molto più delle ricchezze tiene cara la sua fama, chi ruba l'onore e la fama, è in obbligo di restituzione molto più del ladro comune. Ci pensi il mormoratore; né la Chiesa, né i Sacramenti ti dispensano, solo l'impossibilità te ne rende esente. Si ripara con la ritrattazione, con il divulgare le virtù della persona di cui si è mormorato, con il pregare per lei. Non hai tu nulla da riparare per le tue mormorazioni?

 

PRATICA. — Non mormorare mai; non assecondare i mormoratori.

 

25 Agosto               

GLI OCCHI

 

1. Sono le finestre dell'anima. Pensa alla bontà di Dio nel darti la vista con cui puoi scampare da cento pericoli, e con cui ti è dato di contemplare le bellezze della natura. Senz'occhi saresti persona quasi inutile per te, e di peso agli altri. E che sarebbe di te, se, come Tobia, perdessi d'un tratto la vista? Ringrazia il Signore di tanto benefizio; ma per gli occhi quanto male già venne all'anima tua! Che ingratitudine!

 

2. Abuso degli occhi. Il primo peccato d'Eva fu di guardare il pomo vietato. Davide e Salomone caddero nell'impurità, perché fissarono gli occhi illecitamente, La moglie di Lot, per la sua curiosità, venne tramutata in una statua di sale. Uno sguardo solo ad una persona, ad un libro, alla roba altrui, per noi divenne occasione d'innumerevoli colpe. Dietro l'occhio corre il pensiero, e poi... Quanto è necessaria la mortificazione per non cadere! Rifletti come ti comporti in questo.

 

3. Buon uso della vista. Più che per vantaggio del corpo o della società, più che per solo guardare, gli occhi ci vennero dati a vantaggio dell'anima. Per essi, contemplando la natura, puoi leggere le prove della potenza, della sapienza, della bontà di Dio; per essi, fissando il Crocifisso, leggi in un lampo la storia e le massime del Vangelo; per essi, con la quotidiana lettura spirituale puoi agevolmente avviarti alla virtù. Guardando il Cielo, non s'accende in te la speranza di giungervi?

 

PRATICA. — Paradiso, paradiso, esclamava S. Filippo Neri. Sii sempre modesto negli occhi.

 

26 Agosto

L'UDITO

 

1. Teniamo gli orecchi chiusi al male. Noi abusiamo di tutti i doni di Dio. Ci lamentiamo di Lui se ci nega la sanità, e se ce la dona, la usiamo per offenderlo. Gridiamo contro la Provvidenza se ci nega i frutti della terra, e se ce li concede, ne abusiamo per intemperanza. II vecchio si lagna della sordità, e noi adoperiamo l'udito nell'ascoltare mormorazioni, discorsi impuri, sollecitazioni al male. Non aprire l'orecchio ad ogni discorso, che basta una sola parola udita a farti perdere l'innocenza.

 

2. Apriamoli al bene. Li aprì la Maddalena alle prediche di Gesù e ne tornò convertita. Per l'udito la fede entra nel cuore, dice S. Paolo. E tu come ascolti lo prediche? Il Saverio li aprì ai sapienti consigli di un enùco, S. Ignazio, e riuscì un santo. E tu dagli amici, impari il bene od il male? Li aprirono un Andrea Corsini, un Agostino ai saggi rimproveri d'una madre, e si ravvidero. E tu come ascolti i parenti, i superiori, il confessore?

 

3. Le ispirazioni del cuore. II cuore ha pure il suo modo d'intendere e s'apre e si chiude. L'ispirazione e un linguaggio segreto con cui Dio parla all'anima, la rimprovera, la invita, la incalza. Una santa ispirazione assecondata mutò il cuore d'Ignazio; fu principio di santità sublime in santa Caterina da Genova. Giuda disprezzandole divenne un reprobo. E tu come le assecondi? Se stanchi la pazienza di Dio diverrai un tizzone d'Inferno.

 

PRATICA. — Custodisci l'udito da ogni discorso poco retto. Segui oggi le buone ispirazioni.

 

27 Agosto               

LA GOLA

 

1. La intemperanza. Quando si pensa ad un Adamo che, per un pomo, andò a perdersi nella fatale disobbedienza, a un Esaù che, per poche lenticchie, vendette la primogenitura, chi non sente compassione di essi? Eppure è proverbio antico, che la gola ne uccide più che la spada. Gran parte delle malattie hanno origine dall'intemperanza della gola. E noi, se non abbiamo a lamentare gravi colpe in questo, di quante leggere dovremo rendere conto al Signore!

 

2. Inutilità del piacere della gola. Che cosa è un boccone di cibo? Come presto si divora! Iddio si lamentava per il Profeta, come era mai possibile che il popolo suo, per un boccone di pane, l'offendesse... per si poca cosa che, trangugiata, se ne ricorda appena il gusto! La necessità degenera in un vile sfogo di passione! Ora rifletti a quante ghiottonerie e a quante voracità hai ceduto nel cibarti. Forse le leggi stesse della Chiesa furono violate per un misero boccone! Pensa se non hai motivi di rimproverarti.

 

3. Mortificazione della gola. Il sapiente mangia per vivere: lo stolto vive per mangiare. Vincenzo de' Paoli diceva : La mortificazione della gola è l’abbiccì della perfezione; chi vuole soddisfare al gusto, non giungerà mai alla perfezione. I Santi mangiavano per necessità, e sovente con ripugnanza; l'astinenza era continua per essi: così Luigi Gonzaga, Valfrè, Gherardo Maiella... Tu, almeno, non ingolfarti mai nel mangiare, osserva i digiuni e le astinenze prescritte, privati a volte di qualche ghiottoneria.

 

PRATICA. — Fa qualche astinenza nel cibo.

 

28 Agosto

SANT'AGOSTINO

 

1. La gioventù dì Agostino. A nulla gli valsero la scienza e l'ingegno senza l'umiltà: superbo di se medesimo e degli allori colti, cadde in tali errori con i Manichei che, in seguito, stupiva di se stesso. Anzi, come al superbo stanno preparate le più umilianti cadute, così Agostino si tuffò nell'impurità! Invano il cuore gli martellava e la madre lo rimproverava; egli si vedeva sulla mala via, ma sempre diceva domani... Non è forse il tuo caso?

 

2. La conversione di Agostino. Paziente, Iddio, lo attese trent'anni. Quanta bontà e che forte motivo di confidenza per noi! Ma Agostino, conosciuto il suo errore, s'umilia, piange. La sua conversione è così sincera, che egli non teme di rendere pubbliche le sue confessioni ad emendazione della sua superbia; è così costante che, fino allo scrupolo, fugge il peccato nel rimanente della vita... Quanto a te, dopo tanti peccati, qual è il tuo pentimento?

 

3. L'amore di Agostino. Solo nel più ardente amore, trovò uno sfogo al pentimento del cuore e un mezzo per compensare Iddìo degli anni perduti. Si lagnava d'un cuore troppo ristretto per amare di più; in Dio solo trovava la pace; per amore di Lui praticava digiuni, convertiva anime, infiammava d'amore i fratelli; e ogni giorno cominciando a fare di più, divenne un serafino d'amore. Quanto poco faccio io per amore di Dio! Come ci deve umiliare l'esempio dei Santi!

 

PRATICA. — Fa tutte le cose con grande amore per imitare il Santo; recita tre Pater a S. Agostino.

 

29 Agosto                

IRRADIAMENTO DELLA VIRTÙ

 

1. Il cristiano in chiesa. Considera come la chiesa viene paragonata a una vigna o a un giardino; ogni cristiano deve essere come un fiore che spanda intorno una soave fragranza e attragga gli altri ad imitarlo. Nel tempio di Dio, la devozione, la compostezza, il silenzio, il rispetto, il fervore, il raccoglimento nelle cose sante, stimolano chi ti vede al bene; e il tuo buon esempio quanto bene può produrre negli altri! Ma guai se li scandalizzi!

 

2. Il cristiano in casa. Il nostro occhio istintivamente si porta sugli altri; e l'altrui esempio buono o cattivo fa solco nel nostro cuore! Ognuno confessa, nella propria vita, la potenza dello stimolo altrui per il bene o per il male fatto. In casa, la dolcezza, la pazienza, l'affabilità, l'operosità, la rassegnazione nei quotidiani avvenimenti, rendono il cristiano oggetto d'ammirazione ai familiari. Se anche uno solo diventa migliore per mezzo tuo, hai guadagnato un'anima.

 

3. Il cristiano in società. Fuggi quanto puoi il mondo, se ami serbarti innocente e puro; tuttavia, qualche volta devi stare a contatto con gli altri. Nei primi secoli si conoscevano i cristiani nel fraterno amore, nella modestia del tratto, nella bontà generale dei costumi. Chi vedesse il tuo fare, chi udisse i tuoi discorsi, specialmente sul prossimo, potrebbe averne una buona impressione e riconoscere in te un fedele seguace della virtù di Gesù?

 

PRATICA. — Studia, con il buon esempio, di trarre altri al bene. Recita una preghiera per gli scandalizzati da te.

 

30 Agosto (1)

IL NOSTRO MAGGIORE NEMICO

 

1. È il nostro corpo. Abbiamo molti nemici a danno dell'anima nostra; il demonio che è tutto ingegno contro di noi, cerca, con ogni inganno, di rubarci la grazia, di perderci. Quanti ne seguono le perfide suggestioni! — Contro di noi il mondo spiega i suoi incantesimi di vanità, di piaceri, di gioie, e, con il loro fascino, quanti allaccia nel male! Ma il peggiore nostro nemico è il corpo, tentatore continuo che sempre ha sopravvento sullo spirito nostro. Non le ne accorgi?

 

2. La carne opposta allo spirito. Il cuore, lo spirito c'invitano al bene, a Dio; chi c'impedisce d'attendervi? E’ la pigrizia della carne; per carne qui intendiamo le passioni e i bassi istinti. Il cuore vorrebbe pregare, mortificarsi; chi lo distoglie? Non è forse la svogliatezza della carne che tutto dice molesto e difficile? Il cuore c'incalza a convertirci, a santificarci; chi ce ne allontana? Non è forse la carne che combatte contro lo spirito per nostra rovina? L'impurità dove si pasce? Non è nella carne?

 

3. Guerra alle passioni. Chi mai nutrirebbe in casa propria e delicatamente, un. serpente velenoso? Tu lo fai carezzando, nutrendo, secondando, con tutta premura, non solo i bisogni, ma ancora le indiscrete esigenze del tuo corpo. Tu lo nutrisci; ed esso ti paga d'intemperanza; tu lo corichi su molli piume, ed esso ti ricambia di pigrizia; tu gli risparmi ogni piccolo male, ed esso si rifiuta al minimo bene. Mortificalo coraggiosamente.

 

PRATICA. — Evita le mollezze, dannose anche alla robustezza fisica; frena le passioni.

 

(1) Novena della Natività di Maria Vergine.

 

31 Agosto               

DISTACCO DAL MONDO

 

1. Il mondo è un ingannatore. Tutto è vanità quaggiù, fuorché servire a Dio, dice l'Ecclesiaste. Quante volte si toccò con mano tale verità! Il mondo ci alletta con le ricchezze, ma queste non valgono a prolungarci di cinque minuti la vita; ci lusinga con i piaceri e con gli onori, ma questi, brevi e quasi sempre uniti ai peccati, ci rovinano il cuore invece di contentarlo. In punto di morte, quante disillusioni avremo, ma forse inutili! Pensiamoci ora!

 

2. Il mondo è un traditore. Ci tradisce, lungo la vita, con le sue massime opposte al Vangelo; ci consiglia l'orgoglio, la vanità, la vendetta, la propria soddisfazione, ci fa seguire il vizio invece della virtù. Ci tradisce in morte abbandonandoci con tutte le sue illusioni, o ingannandoci con la speranza che abbiamo tempo. Ci tradisce nell'eternità, perdendoci l'anima... E noi lo seguiamo! E noi lo temiamo, umili servi di lui!...

 

3. Distacco dal mondo. Quale premio si può sperare dal mondo? Che n'ebbe Gezabele con l'avvenenza di cui tanto abusò? Nabucodonosor con il suo orgoglio, Salomone con le sue ricchezze, Ario, Origene con il loro ingegno, Alessandro, Cesare, Napoleone I con la loro ambizione? L'appariscenza di questo mondo svanisce, dice l'Apostolo; cerchiamo l'oro della virtù, non il fango della terra; cerchiamo Iddio, il Cielo, la vera pace del cuore. Prendi serie risoluzioni-

 

PRATICA. — Staccati da qualche cosa a te cara. fanne elemosina.

     



[Modificato da Caterina63 18/08/2014 19:31]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)