00 31/08/2014 17:12

ANGELUS


Piazza San Pietro
Domenica, 31 agosto 2014

Video

 

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Nell’itinerario domenicale con il Vangelo di Matteo, arriviamo oggi al punto cruciale in cui Gesù, dopo aver verificato che Pietro e gli altri undici avevano creduto in Lui come Messia e Figlio di Dio, «cominciò a spiegare [loro] che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto … , venire ucciso e risorgere il terzo giorno» (16,21). E’ un momento critico in cui emerge il contrasto tra il modo di pensare di Gesù e quello dei discepoli. Pietro addirittura si sente in dovere di rimproverare il Maestro, perché non può attribuire al Messia una fine così ignobile. Allora Gesù, a sua volta, rimprovera duramente Pietro, lo rimette “in riga”, perché non pensa «secondo Dio, ma secondo gli uomini» (v. 23) e senza accorgersene fa la parte di satana, il tentatore.

Su questo punto insiste, nella liturgia di questa domenica, anche l’apostolo Paolo, il quale, scrivendo ai cristiani di Roma, dice loro: «Non conformatevi a questo mondo - non entrare negli schemi di questo mondo - ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio» (Rm 12,2).

In effetti, noi cristiani viviamo nel mondo, pienamente inseriti nella realtà sociale e culturale del nostro tempo, ed è giusto così; ma questo comporta il rischio che diventiamo “mondani”, il rischio che “il sale perda il sapore”, come direbbe Gesù (cfr Mt 5,13), cioè che il cristiano si “annacqui”, perda la carica di novità che gli viene dal Signore e dallo Spirito Santo. Invece dovrebbe essere il contrario: quando nei cristiani rimane viva la forza del Vangelo, essa può trasformare «i criteri di giudizio, i valori determinanti, i punti di interesse, le linee di pensiero, le fonti ispiratrici e i modelli di vita» (Paolo VI, Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 19). E’ triste trovare cristiani “annacquati”, che sembrano il vino allungato, e non si sa se sono cristiani o mondani, come il vino allungato non si sa se è vino o acqua! E’ triste, questo. E’ triste trovare cristiani che non sono più il sale della terra, e sappiamo che quando il sale perde il suo sapore, non serve più a niente. Il loro sale ha perso il sapore perché si sono consegnati allo spirito del mondo, cioè sono diventati mondani.

Perciò è necessario rinnovarsi continuamente attingendo la linfa dal Vangelo. E come si può fare questo in pratica? Anzitutto proprio leggendo e meditando il Vangelo ogni giorno, così che la parola di Gesù sia sempre presente nella nostra vita. Ricordatevi: vi aiuterà portare sempre il Vangelo con voi: un piccolo Vangelo, in tasca, nella borsa, e leggerne durante il giorno un passo. Ma sempre con il Vangelo, perché è portare la Parola di Gesù, e poterla leggere. Inoltre partecipando alla Messa domenicale, dove incontriamo il Signore nella comunità, ascoltiamo la sua Parola e riceviamo l’Eucaristia che ci unisce a Lui e tra noi; e poi sono molto importanti per il rinnovamento spirituale le giornate di ritiro e di esercizi spirituali. Vangelo, Eucaristia e preghiera. Non dimenticare: Vangelo, Eucaristia, preghiera. Grazie a questi doni del Signore possiamo conformarci non al mondo, ma a Cristo, e seguirlo sulla sua via, la via del “perdere la propria vita” per ritrovarla (v. 25). “Perderla” nel senso di donarla, offrirla per amore e nell’amore – e questo comporta il sacrificio, anche la croce – per riceverla nuovamente purificata, liberata dall’egoismo e dall’ipoteca della morte, piena di eternità.

La Vergine Maria ci precede sempre in questo cammino; lasciamoci guidare e accompagnare da lei.


Dopo l'Angelus:

Cari fratelli e sorelle,

domani, in Italia, si celebra la Giornata per la custodia del creato, promossa dalla Conferenza Episcopale. Il tema di quest’anno è molto importante: «Educare alla custodia del creato, per la salute dei nostri paesi e delle nostre città». Auspico che si rafforzi l’impegno di tutti, istituzioni, associazioni e cittadini, affinché sia salvaguardata la vita e la salute delle persone anche rispettando l’ambiente e la natura.

Un saluto speciale rivolgo ai parlamentari cattolici, riuniti per il loro 5° incontro internazionale, e li incoraggio a vivere il delicato ruolo di rappresentanti del popolo in conformità ai valori evangelici.

Vi auguro una buona domenica, vi chiedo di pregare per me...




MEDITAZIONI MESE DI SETTEMBRE

 

ORAZIONE A SAN MICHELE ARCANGELO

da recitarsi durante tutto il mese di Settembre.

 

Onnipotente ed eterno Iddio, che, per la vostra grande clemenza verso l'uomo, avete eletto il gloriosissimo Arcangelo S. Michele a principe e difensore della vostra Chiesa, concedeteci la grazia che, con la sua validissima e salutare protezione, meritiamo d'esser qui difesi da tutti i nemici infernali, e d'andare affatto immuni dai loro assalti nell'ora della nostra morte, affinché egli possa presentarci tutti felicemente al cospetto della vostra suprema maestà. Per i meriti di Gesù Cristo Signor nostro. Così sia.

 

Santi protettori.

S. Maria Maddalena de' Pazzi, S. Michele, San Grabriele e San Raffaele, il Nome di Maria.

 

Lodato sempre sia il Nome di Gesù, Giuseppe e Maria.

 

Virtù da praticarsi.

La dolcezza con ogni sorta di persone.

 

1° Settembre               

IL GRAN MEZZO PER SALVARSI

 

1. Chi prega, si salva. Non è già che basti la preghiera senza la retta intenzione, senza i Sacramenti, senza opere buone, no; ma l'esperienza prova che un'anima, sebbene peccatrice, indolente, sviata dal bene, se conserva l'abitudine del pregare, presto o tardi si converte e si salva. Di qui il detto insistente di S. Alfonso; Chi prega si salva; di qui le astuzie del demonio che per trarre il giusto al male, prima lo disamora dalla preghiera. Sta cauto, non cessare mai di pregare.

 

2. Non si salva chi non prega. Un miracolo può certamente convertire anche i più grandi peccatori; ma il Signore non abbonda nei miracoli; e nessuno li può pretendere. Ma, con tante tentazioni, fra tanti pericoli, così incapaci al bene, così deboli a ogni urto di passioni, come resistere, come vincere, come salvarci? S. Alfonso scriveva: Se lascerete di pregare, sarà certa la vostra dannazione. — Chi non prega, si danna! Ecco un bel segno se sarai sì o no salvo : la preghiera.

 

3. Comando di Gesù. Nel Vangelo trovi frequentissimo l'invito e l'ordine di pregare: “Chiedete, e vi sarà dato; cercate, e troverete; picchiate, e vi sarà aperto; chi domanda, riceve, e chi cerca, trova; è necessario sempre pregare ne mai stancarsi; vegliate e pregate per non soccombere alla tentazione; tutto ciò che volete, domandatelo e vi sarà concesso”. Ma a che scopo tanta insistenza, di Gesù, se il pregare non fosse necessario per salvarsi? E tu preghi? Quanto preghi? Come preghi?

 

PRATICA. — Di' sempre le preghiere mattina e sera. Nelle tentazioni invoca l'aiuto di Dio.

 

2 Settembre

LA CHIAVE DEL CIELO

 

1. La preghiera apre il Cielo. Ammira la bontà di Dio che volle darci nelle mani le chiavi del suo Cuore, dei suoi tesori e del suo premio : Clavis caeli oratio (S. Agost.). Senza la perseveranza finale non si giunge al premio; ma tanta grazia infallibilmente la ottiene la preghiera frequente e costante, dice il Suarez. Senza la fuga dal peccato, non sei santo, ma è impossibile che cada in peccato grave chi prega Dio come si deve e di continuo: così il Crisostomo. Ci hai pensato finora? Preghi ogni di per la perseveranza finale?

 

2. La chiave dei tesori divini. Apri il Vangelo e cerca se vi fu mai grazia negata da Gesù a chi andò a Lui con la preghiera. Tutto si ottenne per l'anima e per il corpo. Considera, con la storia alla mano, se vi fu nei secoli grazia, privilegio, favore, miracolo, prodigio, che non si sia ottenuto con la preghiera! Questa fu detta onnipotente, e lo è per volere di Dio. Perché, dunque, ti lagni della tua povertà, della tua debolezza, della tua miseria? Prega, e otterrai.

 

3. La chiave del Cuore di Dio. Qual mistero! L'uomo, verme così piccolo, creatura così miserabile, come un nulla innanzi alla Maestà Divina, non appena prega, Dio già l'ascolta... Ricorri a me, ed io ti esaudirò... Come chiamare la preghiera che, appena fatta, frena l'ira di Dio, ne mitiga la giustizia, ne piega il Cuore, lo volge tutto per noi? O chiave d'oro, perché non ti apprezzo, perché non t'adopero, perché mi riesci noiosa e pesante?

 

PRATICA. — Recita oggi le preghiere, con particolare divozione.

 

3 Settembre              

LA PREGHIERA È CONFORTO

 

 1. Conforto nelle tribolazioni. Sotto i colpi della sventura, nell'amarezza delle lacrime, il mondano impreca e bestemmia, il giusto prega: chi ottiene maggior conforto? Il primo si dispera e accresce il peso che già l'opprime; il fedele si volge a Gesù, a Maria, al Santo protettore, prega e piange, e nel pregare sente una forza, una voce che sembra dirgli: Io sono con te nella tribolazione, Io ti salverò... La rassegnazione cristiana è un balsamo ristoratore. Chi me l'ottiene? La preghiera. Non l'hai mai provato?

 

2. Conforto nelle tentazioni. Sebbene fragili come canne, nell'imperversare della tentazione, nel timore di cadere, non abbiamo mai provato un coraggio inesprimibile nel solo invocare Gesù, Giuseppe e Maria, nel baciare la medaglia, nello stringere il Crocifisso? Pregando divieni rocca inespugnabile al nemico, dice il Crisostomo; contro il demonio impugna l’arma dell'orazione, soggiunge S. Ilario; e Gesù; Pregate e vegliate per non entrare in tentazione. Ricordatene.

 

3. Conforto in ogni bisogno. Nelle tante privazioni, sotto il peso d'una o più croci, chi apre il cuore alla speranza che cesseranno o si volgeranno in bene? Non è la preghiera? Nel timore di perderci per l'eternità, la preghiera ci tranquillizza, ci fa sentire: Sarai meco in paradiso. Nella paura del Giudizio, la preghiera ci suggerisce: Uomo di poca fede, perché dubiti? In qualunque bisogno, perché non ricorri prima a Dio? La preghiera non è il rimedio universale?

 

PRATICA. — Ripeti oggi: Deus, in adiutorium meum intende.

 

4 Settembre

DEVOZIONE NELLA PREGHIERA

 

1. Orazioni non esaudite. Iddio è infallibile nelle Sue promesse: se ci promise che ogni preghiera sarà esaudita, è impossibile che non lo sia. Eppure talvolta non lo è; perché non si prega bene, dice S. Giacomo. Si chiedono grazie di cose temporali che sarebbero la nostra rovina, si domandano grazie per l'anima, ma fuori tempo; si supplicano virtù di nostro capriccio, non secondo il volere di Dio; non esaudendoci, ci toglie, pietoso, di mano un'arma fatale. Ne sei convinto?

 

2. Orazioni disattente. Si pretendono grazie talora di primo ordine, di perseveranza, di santità, con cinque minuti di preghiera, e preghiera disattenta, fatta a fior di labbra! Che presunzione è mai questa! L'attenzione è l'anima dell'orazione, dicono i Padri. Val più una parola del Poter delta di cuore, che dirne molti in fretta, dice S. Teresa. Se però le distrazioni sono involontarie, non temiamo; noi non saremo soddisfatti, ma Iddio guarda alla disposizione del cuore.

 

3. Orazioni devote. Pregare è amare, dice S. Agostino. Chi ama poco, prega poco; chi ama molto, prega molto; i Santi più amanti non erano mai sazi di pregare; Gesù, il più santo, pernottava nelle orazioni Iddio vuole il cuore, la volontà, il fervore, l'amore; e ciò appunto forma la devozione. Anche quando il cuore è freddo, anche nel recitare preghiere che non intendi, ripeti desideri santi, affetti di fiducia, d'amore, e saliranno gradite al trono di Dio. Chi non può fare cosi?

 

PRATICA. — Recita adagio e di cuore le tue preghiere.-

 

5 Settembre                

UMILTÀ NEL PREGARE

 

1. L'umiltà essenziale nel pregare. Come oseresti porgere una supplica al re in un atteggiamento orgoglioso e con un tono di pretesa? Che otterrebbe da te un povero cencioso, se domandasse la carità con tono arrogante? Noi siamo i mendichi di Dio, dice sant'Agostino. Con tante miserie che, per ogni verso,  ti stringono nel corpo e nell'anima, per il tempo e per l'eternità, è somma grazia se il Signore t'ascolta! E tu in piedi, pieno di te stesso, quasi ti degni di pregare! Che superbia!

 

2. Gesù non esaudisce il superbo. Richiama alla mente la parabola del fariseo e del pubblicano. Questo, palesemente peccatore, ma umile; quello, adorno di apparenti virtù, ma superbo: quale fu esaudito? Chi si esalta, sarà umiliato! La preghiera dell'umile, dice l'Ecclesiastico, penetra i cieli, e di là non si parte se non esaudita. Agli umili vanno i favori di Dio, scrive S. Pietro. Quanti dalla preghiera tornano condannati per la superbia!

 

3. Gesù pregava umilmente. Considera l'atteggiamento Suo nell'orto di Getsemani. Gesù pregava umilmente: umile nella persona, in ginocchio o bocconi con la faccia in terra; umile nelle parole, dicendo:  Padre, se è possibile, passi da me il calice, ma si faccia la volontà tua, non la mia; umile nell'insistenza, non fece presente uno solo dei Suoi meriti per essere esaudito, e ne aveva tanti; umile nel non vedersi esaudito, non proferì un solo lamento. Se preghi umilmente, sarai esaudito. Dubiti forse della promessa di Gesù?

 

PRATICA. — Sta sempre umile di mente, e in una posizione incomoda nel tempo di qualche preghiera.

 

6 Settembre

FIDUCIA NELL'ORAZIONE

 

1. Il vero umile è fiducioso. Non è umiltà l'avvilimento, la diffidenza, la disperazione; anzi è giuoco d'amor proprio non soddisfatto e di schietta superbia. L'umile, riconoscendosi nulla da solo, si volge come povero al suo ricco Signore, e spera tutto. S. Paolo si confonde nel ricordo degli antichi peccati, teme, s'umilia, eppure esclama fiducioso: Tutto io posso in Colui che mi conforta. Se Iddio è tanto buono e misericordioso, è padre così tenero, perché non confidare in Lui?

 

2. Gesù vuole fiducia per esaudirci. Vennero a Lui bisognosi d'ogni sorta, ma premiò tutti per la fiducia e la richiese per consolarli. Così con il cieco di Gerico, con il Centurione, con la Samaritana, con la Cananea, con l'idropico, con Maria, con Giairo. Prima di compiere il miracolo disse: È grande la tua fede; non trovai tanta fede in Israele; va, e sia fatto come hai creduto. Chi esita, nulla riceverà da Dio, dice S. Giacomo. Non sarà questo un motivo per cui talvolta non sei esaudito?

 

3. Prodigi della confidenza. Tutto è possibile a chi ha fede e fiducia, diceva Gesù; qualunque cosa domandiate per mezzo della preghiera, abbiate fede e l'otterrete. Con la confidenza san Pietro camminò sulle acque, persone risorsero da morte al comando di san Paolo. Vi fu forse grazia di conversione, di vittoria sulle passioni, di santificazione che non abbia ottenuto una preghiera confidente? Spera tutto, e tutto otterrai.

 

PRATICA. — Chiedi la grazia più necessaria per te: insisti nel domandarla con la più illimitata confidenza.

 

7 Settembre                 

PERSEVERANZA NELLA PREGHIERA

 

1. La perseveranza vince ogni cuore. La perseveranza viene detta la più difficile delle virtù e la più grande delle grazie terrene. Nel male e nel bene, chi la dura la vince. Il demonio persevera nel tentarci dì e notte, e purtroppo la vince. Se una passione t'incalza costante, dopo dieci anni di combattimento, fr

raro che tu non ceda. Sai forse resistere a chi persevera a domandarti qualche cosa? La perseveranza la vince sempre.

 

2. La perseveranza trionfa di Dio. Dio stesso ce lo fece sapere con la parabola del giudice iniquo, che, per farla finita con le molestie perseveranti della donna, si arrese a farle giustizia; con la parabola dell'amico che bussa a mezzanotte in cerca di tre pani, e li ottiene con la perseveranza nel chiedere; e la Cananea a forza di gridare pietà costantemente dietro a Gesù, non venne esaudita? Fa tu come il mendico: che non si stanca di chiedere, ed è esaudito.

 

3. Perché Dio ritarda a consolarci? Egli promise di esaudirci, ma non disse né oggi né domani : la sua misura è il meglio per noi e la maggior gloria sua; dunque non stancarti, non dire inutile il pregare di più, non tacciare Iddio quasi sordo e non curante di te...; di' solo che non è il tuo meglio. Iddio differisce ad esaudirci, dice S. Agostino, per accendere i nostri desideri, per obbligarci a pregare di più e per consolarci in seguito con l'abbondanza dei suoi doni. Prometti di essere perseverante nelle tue preghiere, anche quando non sei esaudito.

 

PRATICA. — Nel Nome e per il Cuore di Gesù domanda oggi con istanza qualche grazia particolare.

 

  8 Settembre cliccare qui: LA NATIVITÀ DI MARIA VERGINE

 

1. La Celeste Bambina. Con l'animo ripieno di fede accostati alla culla ove riposa la Bambina Maria, guardane la celestiale bellezza; un non so che di angelico aleggia intorno a quel volto... Gli Angeli fissano quel cuore che, senza macchia originale, senza stimoli al male, anzi adorno delle grazie più scelte, li rapisce in ammirazione. Maria è il capolavoro della onnipotenza di Dio; ammirala, pregala, amala perché è tua madre.

 

2. Che diverrà questa Bambina? I vicini guardavano Maria senza penetrare che era l'Aurora del Sole. Gesù, ormai prossimo a spuntare; forse la madre sant'Anna ne capì qualcosa, e con qual amore e rispetto la tenne!... Questa Bambina è la prediletta da Dio Padre, e la Madre cara di Gesù, è la Sposa dello Spirito Santo; è Maria SS.; è la Regina degli Angeli e di tutti i Santi... Cara Bambina Celeste, sii la Regina del mio cuore, te lo dono per sempre!

 

3. Come onorare la nascila di Maria. Ai piedi della Bambina medita quelle parole di Gesù : Se non diverrete come bambini, non entrerete nel Regno dei cieli. Bambini, cioè piccoli per innocenza e più per umiltà; e fu appunto l'umiltà di Maria che piacque a Dio, dice S. Bernardo. E non sarà la tua alterigia, il tuo fasto, i tuoi modi orgogliosi che ti demeritano tante grazie da Maria e da Gesù? Domanda e pratica l'umiltà.

 

PRATICA, — Fu rivelato a S. Matilde di recitare oggi trenta Ave Maria, in ossequio alla Vergine Bambina.

 

9 Settembre                

IL “ PADRE NOSTRO ”

 

1. Sgorgò dal Cuore di Dio. Considera la bontà di Gesù che volle, Lui stesso, insegnarci come pregare, quasi dettando la supplica da presentare al Re del Cielo. Chi meglio di Lui poteva insegnarci il modo di toccare il cuore di Dio? Recitando il Pater, datoci da Gesù, il quale è l'oggetto delle compiacenze del Padre, è impossibile non essere esauditi. Ma di più : Gesù s'unisce a noi da. avvocato quando preghiamo; perciò la preghiera riesce sicura del suo effetto. E tu trovi troppo comune recitare il Pater?

 

1. Pregio di questa preghiera. Dobbiamo domandare a Dio due cose: 1° ci scampi dal vero male; 2° ci dia il vero bene; con il Pater domandi l’uno e l'altro. Ma il primo bene è quello di Dio, cioè il Suo onore, la Sua estrinseca glorificazione; a ciò provvediamo con le parole Sia santificato il Tuo Nome. Il 1° nostro bene, è il bene celeste, e diciamo Venga il Tuo Regno; il 2° è lo spirituale, e diciamo sia fatta la Tua volontà; il 3° è il temporale, e chiediamo il pane quotidiano. Quante cose abbraccia in poco!

 

3. Stima e uso di questa preghiera. Non sono da disprezzare le altre orazioni, ma nemmeno dobbiamo invaghircene perdutamente; il Pater nella sua concisa bellezza le sorpassa tutte, come il mare sorpassa tutti i fiumi; anzi, dice S. Agostino, a questa devono ridursi tutte le orazioni, se sono buone, contenendo questa tutto ciò che fa per noi. Tu lo reciti con devozione?

 

PRATICA. — Recita cinque Pater a Gesù con particolare attenzione; pensa a quello che domandi.

 

10 Settembre

SULLA PAROLA “ PADRE ”

 

1. Dio e Padre di tutti. Ogni persona, anche solo perché uscita dalle mani di Dio, con l'immagine di Dio scolpita sulla fronte, nell'anima e nel cuore, protetta, provveduta e nutrita ogni dì, ogni momento, con amore paterno, deve chiamare Iddio, Padre. Ma, nell'ordine della Grazia, noi Cristiani, figli adottivi o di predilezione, riconosciamo Iddio doppiamente Padre nostro, anche perché sacrificò per noi il Figlio Suo, ci perdona, ci ama, ci vuoi salvi e beati con Sé.

 

2. Dolcezza di questo Nome. Non ti rammenta in un baleno quanto v'ha di più tenero, di più soave, di più toccante al cuore? Non ti ricorda in compendio un numero immenso di benefizi? Padre, dice il povero, e rammenta la provvidenza di Dio; Padre, dice l'orfano, e sente che non è solo; Padre, invoca l'infermo, e la speranza lo rinfranca; Padre, dice ogni

sventurato, e in Dio vede il Giusto che lo premierà un giorno. O Padre mio, quante volte t'ho offeso!

 

3. Debiti verso Dio Padre. Il cuore dell'uomo abbisogna d'un Dio che s'abbassi sino a lui, pigli parte alle sue gioie e ai suoi dolori, che Io ami... Il nome di Padre che ci mette in bocca il nostro Dio ci è pegno che egli è veramente tale per noi. Ma su noi, figli di Dio, pesano vari debiti ricordatici dalla parola Padre, dovere cioè d'amarlo, d'onorarlo, d'obbedirlo, d'imitarlo, di sottometterci a Lui m tutto. Rammentalo.

 

PRATICA. — Sarai tu con Dio un figlio prodigo? Recita tre Pater al Cuor di Gesù per non divenirlo.

 

11 Settembre

SIGNIFICATI DEL NOME DI MARIA

 

1. Maria significa Signora. Così l'interpreta S. Pier Crisologo; ed è appunto la Signora del Cielo, ove siede Regina, ossequiata dagli Angeli e dai Santi; la Signora o Patrona della Chiesa, per volere di Gesù stesso; la Signora dell'Inferno, poiché Maria è lo spavento degli abissi; la Signora delle virtù, possedendole tutte; la Signora dei cuori cristiani, di cui riscuote l'affetto; la Signora di Dio, perché Madre a Gesù-Iddio. Non vorrai eleggerla a Signora o Patrona del tuo cuore?

 

2. Maria, stella del mare. Tale l'interpreta S. Bernardo, mentre voghiamo in cerca del porto dell'eterna patria, in tempo di calma. Maria c'illumina con lo splendore delle sue virtù, ci addolcisce le noie della vita; nelle tempeste delle tribolazioni, degli affanni, è la stella della speranza, il conforto di chi ricorre a Lei, Maria è la stella che guida al Cuore di Gesù, all'amore di Lui. alla vita interiore, al Paradiso... O cara stella, io confiderò sempre in te.

 

3. Maria, cioè amara. Così lo spiegano alcuni Dottori. La vita di Maria fu appunto amarezza grande più di qualunque altra; si paragona al mare di cui invano scandagli il fondo. Quante tribolazioni nella povertà, nei viaggi, nell'esilio; quante spade in quel cuore materno nella previsione della morte del suo Gesù! E sul Calvario, chi può spiegare l'amarezza del dolore di Maria? Nelle tribolazioni ricorda Maria Addolorata, pregala, e da Lei attingi pazienza.

 

PRATICA. — Recita i cinque Salmi del Nome di Maria, o almeno cinque Ave Maria.

 

12 Settembre

IL NOME DI MARIA

 

1. Amabilità del Nome di Maria. Ne fu inventore Iddio, scrive S. Girolamo; dopo il Nome di Gesù, nessun altro nome può dare maggior gloria a Dio; Nome ripieno di grazie e di benedizioni, dice S. Metodio; Nome sempre nuovo, dolce e amabile, scrive Alfonso de' Liguori; Nome che infiamma di Amore divino chi Lo nomina devotamente; Nome che è balsamo degli afflitti, conforto ai peccatori, flagello ai demoni... Quanto mi sei cara Maria!

 

2. Scolpiamo Maria nella mente. Come dimenticarla dopo tante prove d'affetto, di amore materno che mi porse? Le anime sante di Filippo, di Teresa, sospiravano, sempre, a Lei... Potessi anch'io invocarla ad ogni respiro! Tre grazie singolari, diceva santa Brigida, otterranno i devoti del nome di Maria: il perfetto dolore dei peccati, la loro soddisfazione, la forza di giungere alla perfezione. Invoca spesso Maria, specie nelle tentazioni.

 

3. Imprimiamo Maria nel cuore. Siamo figli di Maria, amiamola; il nostro cuore sia di Gesù e di Maria; non più del mondo, delle vanità, del peccato, del demonio. Imitiamola: insieme con il suo Nome, c'imprima Maria le sue virtù nel cuore, l'umiltà, la pazienza, la conformità al divino volere, il fervore nel divino servizio. Promoviamone la gloria: in noi, con il mostrarci veri suoi devoti; negli altri, propagandone la devozione. Voglio farlo, o Maria, perché sei e sarai sempre la dolce mamma mia.

 

PRATICA. — Ripeti sovente: Gesù, Maria (33 giorni d'indulgenza ogni volta): offri il tuo cuore in dono a Maria.



[Modificato da Caterina63 02/09/2014 13:10]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)