00 16/09/2014 18:57




  13 Settembre               

PADRE NOSTRO

 

1. Perché Padre nostro e non mio. Gesù pregando nel Getsemani disse: Padre mio; Egli era il vero, l'unico Figlio di Dio; noi siamo tutti insieme, per adozione, figli di Lui. Onde, è più appropriata la parola nostro, perché ricorda il benefizio comune. Mio, porta con se un suono tenero, ma isolato, esclusivo, nostro, dilata il pensiero e il cuore; mio esprime una sola persona che prega: nostro, ricorda una intera famiglia; questa sola parola nostro, che bell'atto di Fede è nella Provvidenza universale di Dio!

 

2. Fratellanza e carità. Siamo tutti eguali innanzi a Dio, ricchi e poveri, padroni e dipendenti, sapienti e ignoranti, e lo professiamo con la parola: Padre nostro. Siamo tutti fratelli di natura e di origine, fratelli in Gesù Cristo, fratelli qui in terra, fratelli della Patria Celeste; ce lo dice il Vangelo, ce lo ripete il Padre nostro. Questa parola risolverebbe tutte le questioni sociali, se tutti la dicessero di cuore.

 

3. Virtù della parola nostro. Questa parola ti congiunge a tutti i cuori che pregano quaggiù e a lutti i Santi che in Cielo invocano Dio. Ora puoi tu valutare la potenza, la virtù della tua preghiera, congiunta e corroborata da tanti meriti? Con la parola nostro fai alto continuo di carità, pregando per il prossimo, per tutti gli indigenti e tribolati di questo mondo o del Purgatorio. Con quanta devozione dovrai, dunque, dire: Padre nostro!

 

PRATICA. — Prima di recitare il Padre nostro, pensa Chi preghi. — Recitane alcuni per chi non prega.

 

14 Settembre

ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE

 

1. Il segno di Croce. È la bandiera, la tessera, il segno o distintivo del cristiano; è una brevissima preghiera che comprende la Fede, la Speranza e la Carità, e indirizza a Dio le nostre intenzioni. Con il segno di croce, s'invoca e si onora espressamente la SS. Trinità, e si protesta di credervi e far tutto per amore di Lei; s'invoca e onora Gesù, morto sulla Croce, e si professa che si crede e si spera tutto da Lui... E tu lo fai con tanta indifferenza'

 

2. Potenza del segno di Croce. La Chiesa lo adopera su noi, appena nati, per mettere in fuga il demonio e consacrarci a Gesù; lo adopera nei Sacramenti, per comunicarci la Grazia di Dio; principia e termina le sue cerimonie con esso, santificandole nel Nome di Dio; con esso benedice la nostra tomba, e su essa pone la Croce come a significare che per essa risorgeremo. Nelle tentazioni, S. Antonio, si segnava; nei patimenti, i martiri si segnavano, e vincevano; nel segno della Croce l'imperatore Costantino vinse i nemici della fede. Hai tu l'abitudine di segnarti, appena svegliato? Lo fai nelle tentazioni?

 

3. Uso di questo segno. Oggi, nel segnarti con frequenza, rifletti che le croci sono, per te, il pane quotidiano; ma, sopportate con pazienza e per amor di Gesù, esalteranno anche tè al Cielo. Medita inoltre, con quale devozione, con quale frequenza pratichi il segno di Croce e se non lo lasci mai per rispetto umano!... Nelle tentazioni munisciti del segno di Croce; ma sia fatto con Fede!

 

PRATICA. — Impara a farlo, e bene, prima delle orazioni e quando entri e esci di chiesa (50 giorni di Indulgenza per ogni volta; 100 con l'acqua santa).

 

15 Settembre               

I DOLORI DI MARIA VERGINE

 

1. I patimenti di Maria. Anima desolata e afflitta, medita la vita di Maria. Dall'età di tre anni circa, quando si separò dalle carezze materne, fino all'ultimo respiro, quanto sofferse! Sul Calvario, sotto la Croce, in quella scena di sangue e di morte, quale spada le trafisse il Cuore! Mirala pallida, desolata; persino i carnefici, nel vederla, esclamarono; a Povera madre! ”. E tu freddo, insensibile, non ti curi di Lei?

 

2. Perché soffre tanto. Un cuore sensibile, al vedere sua madre che languisce in un letto, può rimanere indifferente? Ma, se tua madre patisse per tua cagione, quante lacrime non avresti, quanto pentimento! Quanto non faresti per farle cessare o almeno per lenirle il dolore! — Orbene, sei tu con le tue colpe, che hai trafitto il cuore di Maria, crocifiggendo il suo Gesù. Invece di compatirla, di consolarla con opere virtuose, seguiti a rinnovarle il dolore con i peccati!

 

3. Mezzi di consolare Maria. Sii divoto dell'Addolorata. È dolce conforto per ima madre vedere i figli riconoscenti attorno al letto del dolore. Ma, mentre si consola Maria, nelle nostre afflizioni, che balsamo soave al cuore nel piangere e pregare ai piedi dell'Addolorata! Lo sperimentarono Pio VII e la Venerabile Clotilde. Sii paziente nelle tribolazioni, rassegnato; non lamentarti, per amore di Maria. Che nobile mezzo di consolarla imitandone le virtù! L'hai fatto finora?

 

PRATICA. — Soffri oggi senza lamenti, recita i sette Dolori di Maria.

 

16 Settembre

CHE SEI NEI CIELI

 

1. La presenza di Dio. Ch'egli sia dovunque, me lo dicono la ragione, il cuore, la Fede. Nei campi, sulle montagne, nei mari, nell'intimo dell'atomo come nell'universo, Egli è ovunque. Lo prego, m'ascolta; l'offendo, mi vede; Lo fuggo, mi segue; se mi nascondo, Dio mi circonda. Conosce le mie tentazioni appena m'assalgono, permette le mie tribolazioni, mi dona tutto ciò che ho, ogni istante; la mia vita e la mia morte dipendono da Lui. Che pensiero dolce e insieme terribile!

 

2. Dio è nei cieli. Dio è re universale del cielo e della terra; ma qui sta come sconosciuto; l'occhio non Lo vede; quaggiù riceve così pochi ossequi dovuti alla Maestà Sua, che si direbbe quasi che non vi sia. Il Cielo, ecco il trono del suo regno ove sfoggia tutta la sua magnificenza; è lì dove rende beate tante schiere d'Angeli, d'Arcangeli e d'anime elette; è lì dove si leva a Lui incessante i! cantico della riconoscenza e dell'amore; è lì che ti chiama. E tu Lo ascolti? Gli obbedisci?

 

3. La speranza dal Cielo. Quanta speranza infondono queste parole' Iddio te le mette in bocca; il Regno di Dio è la tua patria, la meta del tuo viaggio. Quaggiù abbiamo solo un'eco delle sue armonie, un riflesso della sua luce, una qualche stilla dei profumi del Cielo. Se combatti, se soffri, se ami ; il Dio che è nei Cieli, ti aspetta, quale Padre, nelle Sue braccia; anzi, sarà Lui la tua eredità. Mio Dio, potrò vederti in Cielo?... Quanto lo desidero! Rendimene degno.

 

PRATICA. — Pensa sovente che Dio ti vede. Recita cinque Pater per chi vive dimentico di Dio.

 

17 Settembre              

SIA SANTIFICATO IL TUO NOME

 

1. La gloria di Dio. Che cosa devi desiderare su questa terra? Cosa devi cercare e per che cosa devi pregare? Forse di star bene, o di essere ricco e felice? Forse d'avere l'anima ricca di grazie per soddisfare il tuo amor proprio? Non son queste le tue preghiere?

Il Pater ti ricorda che Iddio, come t'ha creato per la sua gloria, cioè per conoscerlo, amarlo e servirlo, così vuole che tu gliela domandi per prima cosa. Vada tutto, ma trionfi Iddio.

 

2. La santificazione di Dio. Santissimo com'è Iddio, giammai creatura potrà aggiungergli santità, intrinseca; certo, ma, fuori di sé, può ricevere maggior gloria. Tutto il creato, nel suo linguaggio, canta le lodi di Dio e gli da gloria. E tu, nella tua superbia, cerchi l'onore di Dio o il tuo? Il trionfo di Dio o quello dell'amor proprio? Sia santificato, cioè non più profanato, deriso, bestemmiato con le parole o con le opere, da me e dagli altri; sia da tutti conosciuto, adorato, amato in ogni luogo e in ogni momento. È questo il tuo desiderio?

 

3. Il tuo Nome. Non si dice: Sia santificato Iddio, ma piuttosto il suo nome, affinché rammenti che, se devi glorificare anche solo il nome, molto più la persona, la maestà di Dio. Rispetta il nome di Dio; perché lo ripeti tante volte solo per abitudine? Il nome di Dio è santo. Se ne comprendessi la grandezza e la amabilità, con che affetto diresti: Mio Dio! Quando intendi bestemmie contro Dio-Gesù, mostra la tua disapprovazione, dicendo, almeno mentalmente : sia lodato Gesù Cristo.

 

PRATICA. — Recita cinque Pater per i bestemmiatori.

 

18 Settembre

VENGA IL TUO REGNO

 

1. Il regno delle anime. Iddio regna sull'universo; volentieri o no, ogni cosa gli obbedisce, cielo, terra,  abissi. Ma felice l'anima in cui Dio regna con la sua grazia e con il suo amore; infelice per contrario, lo schiavo del demonio! U giogo di Dio è soave; la pace, la letizia del giusto sono inestimabili. II demonio è un tiranno; l'empio non ha mai pace. E tu chi servi? Chi è padrone del tuo cuore? Gesù ti ha redento a prezzo del suo sangue... O Gesù! venga il tuo Regno nel mio cuore.

 

2. Il regno della Chiesa. Gesù la fondò per il bene di tutti gli uomini, raccogliendo in essa i tesori delle sue grazie per santificare tutte le anime. Noi, privilegiati su tanti popoli per esser nati in grembo alla Chiesa, noi a cui riesce tanto facile trar profitto dai Sacramenti, e dalle Indulgenze, qual frutto ne facciamo? Non essere fra quei cristiani degeneri che disprezzano la loro madre. Prega che il regno di Dio trionfi in te, sui peccatori, sugl'infedeli.

 

3. Il regno dei Cielo. Paradiso, paradiso!... Tra le afflizioni, i guai, le miserie, le tentazioni, nel nulla di questa terra, io sospiro, anelo a te. Venga il regno tuo; in te, mio Dio, mi riposerò, in tè vivrò, amerò, godrò per sempre; venga presto il dì felice!... Metti tutte le tue energie per meritarlo. Solo una buona vita e una santa morte ti condurranno al Cielo. Un solo peccato mortale può privartene!

 

PRATICA. — Recita cinque Pater per la conversione degl'infedeli. Sospira con san Filippo: Paradiso!

 

19 Settembre                 

SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ

 

1. Troppo giusta è questa preghiera. Il sole, la luna, le stelle adempiono perfettamente la volontà di Dio; l'adempie ogni fil d'erba, ogni grano d'arena; anzi, non cade capello dal tuo capo se Dio non vuole. Ma le creature irragionevoli l'eseguono macchinalmente; tu, creatura ragionevole, sai che Dio è il tuo Creatore, il tuo Signore, e che la sua legge giusta, buona, santa, deve essere la regola della tua volontà; perché dunque segui il tuo capriccio e la tua passione? E osi ergerti contro Dio?

 

2. Dio sopra tutto. Che cosa deve trionfare al di sopra di ogni pensiero? Iddio. Il resto val nulla: onori, ricchezze, gloria, ambizione sono un nulla! Che devi tu perdere piuttosto che perdere Iddio? Tutto: beni, sanità, vita. Che vale tutto il mondo, se perdi l'anima?... A chi devi obbedire? A Dio piuttosto che agli uomini. Se ora non fai amorosamente la volontà di Dio, fa farai forzatamente per tutta l'eternità nell'inferno! Che ti conviene di più?

 

3. Balsamo di rassegnazione. Non hai gustato mai quanto è dolce il dire: Sia fatta la volontà di Dio? Nelle afflizioni, nelle tribolazioni, il pensare che Dio ci vede e vuole così per nostra prova, come conforta! Nella povertà, nelle privazioni, nella perdita dei cari, piangendo ai piedi di Gesù, dire: Sia fatta la volontà di Dio, come conforta e consola! Nelle tentazioni, nei timori dell'anima, come rinfranca dire: Tutto come vuoi tu, ma aiutami. — E tu ti disperi?

 

PRATICA. — Oggi ripeti in ogni contrarietà : Sia fatta la tua volontà.

 

20 Settembre

COME IN CIELO, COSÌ IN TERRA

 

1. La volontà di Dio in Cielo. Se contempli il cielo materiale, il sole, le stelle con i loro moti eguali, costanti, questo solo basterebbe ad ammaestrarti con qual esattezza e perseveranza devi adempiere la volontà e gli ordini di Dio. Tu vai a sbalzi: passi un giorno da santo, e l'altro da peccatore; oggi tutto fervore, domani tiepidezza; oggi diligenza, domani disordine. Se tale s la tua vita, devi sentir vergogna di te stesso. Guarda il sole: impara la costanza nel divino servizio

 

2. La volontà di Dio in Paradiso. Qual è l'occupazione dei Santi? Fanno la volontà di Dio. La loro volontà si trasforma talmente in quella di Dio, che non si distingue più. Contenti del proprio godimento, non invidiano l'altrui, anzi nemmeno possono desiderarlo, perché Dio vuole così. Non più volontà propria, ma solo la divina trionfa lassù; indi la quiete, la pace, l'armonia, la felicità del paradiso. Perché il tuo cuore non ha pace quaggiù? Perché in esso sta la propria volontà egoista.

 

3. Imitiamo gli Angeli. Se in terra non si può adempiere il volere di Dio perfettamente come in Cielo, almeno cerchiamo di approssimarci; è lo stesso Dio che ben se lo merita. Gli Angeli lo eseguiscono senza discutere, prontissimamente. E tu con quanta ripugnanza lo fai?... Quante volte trasgredisci gli ordini di Dio e dei superiori? Gli Angeli lo fanno per puro amor di Dio. E tu lo fai per vanagloria, per capriccio, per interesse!

 

PRATICA. — Sii oggi obbedientissimo a Dio ed agli uomini, per amore di Dio; recita tre Angele Dei.

 

21 Settembre                

DACCI OGGI IL PANE

 

1. Pane del corpo. Su questa terra, non basta chi pianta o chi irriga: solo Dio sostiene, nutrisce ogni cosa. La pianta ricava ogni dì dall'aria e dalla terra il suo nutrimento; l'uccelletto, senza granaio, trova il suo granellino per vivere. Quanto all'uomo, chi fa maturare le sue messi? Chi sostiene le sue imprese?... Tu credi ciò frutto della tua attività, dei tuoi talenti; persuaditi che dipende in tutto dalla Provvidenza : guai se Iddio ti nega il pane quotidiano! Chiedilo con umiltà.

 

2. Pane dell'anima. Non di solo pane vive l'uomo; l'anima, povera di virtù, debole di forze, incapace a resistere all'urto delle passioni quotidiane, cieca fra tante tenebre di questo mondo, abbisogna ogni dì della parola di Dio che la rinfranchi, necessita di stimoli al bene, di luce, di forza, di grazia, senza di che languisce e viene meno. Iddio ti dice di chiederlo ogni giorno; e tu come confidi nel Signore, come ricorri a lui?... Se non ti rivolgi a Lui, non lamentarti se cadi.

 

3. Pane Eucaristico. Questo Sacramento è il pane disceso dal Cielo, è il vero pane di vita; chi se ne nutre, non perirà in eterno. Chiedine la conservazione nei nostri paesi; l'Eucaristia è il centro della fede cattolica; e guai se la fede tramonta ed esula da noi. Chiedi le delizie del Sacramento; chi lo gusta, non ha più sete dei piaceri del mondo. Chiedi un'anima preparata a riceverlo ogni giorno... Ma tu come t'impegni a disporti?

 

PRATICA. — Se non puoi accostarti alla Comunione, fatta almeno spirituale; recita tre Pater per i protestanti.

 

22 Settembre

DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO

 

1. Il pane d'oggi. Iddio per toglierli l'eccessiva sollecitudine del futuro, la paura del domani, il timore che ti manchi il necessario, ti comanda di chiedere ogni dì il pane, rimettendoti a lui per il necessario nell'avvenire. Basta ad ogni dì la sua pena. Chi sa dirti se domani sarai vivo? Sai bene d'esser polvere che un soffio di vento disperde. Sei tu dunque sollecito per l'anima come lo sei per il corpo, per le sostanze?

 

2. Il nostro pane. Domandi non il tuo, ma il nostro. il che accenna alla fraternità cristiana; sì chiede il pane per tutti; e, se il Signore abbonda con il ricco, si rammenti questi che il pane non è suo ma nostro, indi l'obbligo di dividerlo con il poverello. Si chiede il nostro pane non la roba altrui che tanti desiderano e cercano con ogni mezzo! SÌ chiede pane, non lusso, non sensualità, non abuso dei doni di Dio. Non ti lagni tu del tuo stato? Non invidii l'altrui?

 

3. Il pane quotidiano, ma con il lavoro. Non sono proibite le ricchezze, bensì l'attacco ad esse. Sei in obbligo di lavorare non aspettando miracoli senza necessità; ma, quando hai fatto il possibile, perché non ti affidi alla Provvidenza? Mancò forse un sol giorno la manna agli ebrei nei 40 anni del deserto? Quanta confidenza dimostra a Dio chi per il corpo e per l'anima si rimette a lui in tutto, chiedendo soltanto per oggi il necessario! L'hai tu tale fiducia?

 

PRATICA. — Impara a vivere alla giornata; non stare ozioso; nel resto: Mio Dio, fate voi.

 

23 Settembre                

RIMETTI A N01 I NOSTRI DEBITI (I)

 

1. Debiti di natura. Considera e pesa i tuoi debiti verso Dio. Un giorno tu non vivevi; ora esisti per grazia di Dio che ti volle creare. Tu da lunghi anni vivi, mentre i pericoli ti circondano da ogni parte; sappi che la conservazione è una creazione d'ogni istante. Le qualità di corpo e di spirito che porti con te, le ricchezze od il lavoro che li accompagnano, la sanità, sono doni di Dio che t'obbligano alla gratitudine. E tu come puoi soddisfare a tanti debiti? Non è forse con la riconoscenza?

 

2. Debiti di grazia. Qual altro fonte immenso di debiti ti apre la Fede! Tu fosti prescelto a nascere in paesi cattolici, da genitori cristiani, educato alla scuola di Cristo, partecipe dei Sacramenti, fornito di mille grazie generali e particolari, con tante ispirazioni, stimoli, buoni esempi, con tanti aiuti al bene... Che cosa mai ti fece privilegiato su tanti eretici ed infedeli? La bontà di Dio. Quanto amore gli devi!... Come ne lo ripaghi?

 

3. Debiti di peccato. Che cos'è un peccato, anche solo veniale? È un atto di ingratitudine, dì ribellione a Dio, di disprezzo della sua giusta ed amabile volontà; è un'azione degna dell'odio di Dio! Tutti i Santi, con milioni di sacrifizi, di penitenze, non valgono ad onorare Dio tanto quanto lo disonora un solo peccato veniale. E tu quanti peccati hai commessi, e forse mortali? Qual debito enorme! Impegna tutte le riserve del tuo spirito per non accrescerlo.

 

PRATICA. — Recita il Te Deum per i benefìzi: e fa un atto di contrizione per i peccati commessi.

 

24 Settembre

RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI (II)

 

1. Incapacità di ringraziare Iddio. Il Signore non deve nulla a nessuno; e se Egli, per tutta sua bontà, ti concede anche un solo benefizio, potrai ringraziarlo degnamente?,.. E se non uno, ma milioni di benefizi ti largisce per l'anima e per il corpo, per la vita e per l'eternità, sebbene tu avessi tante lingue quante sono le arene del mare, non basterebbero a rendergli grazie sufficienti. O Padre, rimettimi il debito: non valgo a soddisfarlo. Deo gratias, ripetevano i Santi, specialmente il Cottolengo.

 

2. Remissione dei peccati. Dopo tante colpe in cui cadi ogni dì, puoi ancora sperare il perdono? Vorrà Iddio condonarti l'enorme debito che, senza, il prezzo del Sangue di Gesù, non potresti mai soddisfare? Confida: Gesù stesso ti fa dire ogni momento: Rimetti i nostri debiti, perché anela di perdonarti. Ma forse tu abusi di tanta facilità per maggiormente peccare! Forse credi Iddio non curante delle tue colpe! Convertiti: se no, lo vedrai un di giudice tremendo.

 

3. Remissione della pena dei peccati. L'enormità del debito della pena che segue la colpa, solo si capisce da chi geme nel Purgatorio o nell'Inferno, dove tutto si deve pagare con il fuoco punitore! A te pare gran cosa un po' di penitenza, e di rado forse pratichi qualche mortificazione; ma che è ciò in confronto di quello che devi? Prega di cuore il Padre a rimetterti questo debito della pena; e pensa che, a soddisfare per te, Gesù volle sacrificare su una croce la sua vita.

 

  1. Pratica una penitenza; recita cinque Pater.

 

25 Settembre               

COME N01 RIMETTIAMO

 

1. Condizione del perdono. Il Signore volle mettere in tuo potere, il giudizio che si dovrà fare di te, dice il Crisostomo. La stessa misura usata con gli altri servirà per voi; subirà giudizio senza misericordia chi ha il cuore spietato; chi non ha carità con il prossimo, non la speri da Dio ; — sono tutte sentenze del Vangelo. Tu lo sai che, se non perdoni, non sarai perdonato; eppure, quanti odi, quante avversioni e freddezze nutri per il prossimo!

 

2. Diversità dei debiti. I nostri debiti con Dio a paragone dei debiti che noi possiamo condonare al nostro prossimo, non sono forse dieci mila talenti rispetto a cento danari, come dice la parabola? Iddio perdona subito; e tu lo fai con tanta difficoltà! Iddio lo fa con piacere, e tu con tanta ripugnanza! Iddio lo fa con tale liberalità che cancella le nostre iniquità; e tu con tale ristrettezza che sempre ci pensi, e a mala pena, ti freni!

 

3. O perdonare o mentire. Conservando l'astio, la collera, l'animosità, la rabbia in cuore, come mai osi dire il Pater? Non hai paura che il demonio ti getti in volto un vergognoso: Tu mentisci? Vuoi perdono, e tu non lo dai da tanti mesi? Non pronunzi, così, la tua condanna di non meritarti il perdono? — Sarà dunque meglio non più dire il Pater? Il cielo te ne guardi: domanda, con esso, la forza di cambiare presto il cuore. Non tramonti il sole sulla vostra collera. dice S. Paolo.

 

PRATICA. — Se provi qualche rancore quest'oggi e sempre, reprimilo; recita tre Pater per i tuoi nemici.

 

26 Settembre

RIMETTIAMO AI NOSTRI DEBITORI

 

I. Perdono dei nemici. Le massime del mondo e del Vangelo sono diametralmente opposte su questo punto. Il mondo chiama disonore, viltà, bassezza di animo, il perdono; la superbia dice impossibile il sentire l'ingiuria e il tollerarla con indifferenza! Gesù dice: Rendi bene per male; a chi ti schiaffeggia, porgi l'altra guancia: anche il gentile sa rendere bene ai benefattori, tu fallo ai tuoi nemici. E tu ascolti Cristo o il mondo?

 

2. Il perdono è grandezza d'animo. Che il perdonare tutto a tutti e sempre, riesca duro e difficile alla superbia del cuore, nessuno lo nega; ma più sarà aspra la difficoltà, più sarà grande e meritorio il sacrifizio. Anche il leone e la tigre sanno vendicarsi; la vera grandezza d'animo sta nel vincere se medesimo. Perdonare non è per niente abbassarsi dinanzi ad un uomo; anzi, è sollevarsi sopra di lui con una nobile generosità. La vendetta è sempre vile! E tu non l'hai mai fatta?

 

3. Comando di Gesù. Sebbene ti sembri duro il perdonare, il dimenticare, il ricambiare con bene il nemico, tuttavia non ti basta uno sguardo alla culla, alla vita, alla croce, alle parole di Gesù, per trovare meno difficile il perdono? Sei ancora seguace di Gesù che muore perdonando agli stessi crocifissori, se non perdoni? Rammenta i tuoi debiti, dice Gesù: Io te li rimetto, se tu perdoni; se no, non avrai più un padre per le in Cielo; il mio Sangue griderà contro di te. Se vi pensi, puoi nutrire alcun odio?

 

PRATICA. — Perdona per amore di Dio a tutti; recita tre Poter per chi t'offese.

 

27 Settembre               

NON C'INDURRE IN TENTAZIONE (I)

 

1. Tentazioni della carne. La nostra vita è tentazione. scriveva Giobbe. Eccetto Maria, non vi fu santo, che, piangendo come S. Paolo, non abbia esclamato: “Me infelice, chi mi libererà da questo corpo di morte?”. La carne lusinga, alletta: da ogni piccola scintilla piglia fiamma a tentarci, incitandoci al male, ritraendoci dal bene. Forse anche tu piangi per tante tentazioni, temendo di cadere! Grida forte: Padre, non c'indurre in tentazione!

 

2. Tentazioni dei mondo. Tutto è malignità nel mondo, pericolo, invito al male; il mondo ora t'invita a godere: e tu, ingannato dalle fallaci promesse, cedi; ora ti ritira dal bene con la paura del rispetto umano, delle ciance altrui: e tu, timido, t'adatti ai suoi voleri; ora ti perseguita, ti calunnia e t'induce al male... È tuo dovere fuggire il mondo e le occasioni prossime del peccato, per non cadere; ma non basta: devi pregare Iddio a non lasciarti cadere in tentazione.

 

3. Tentazioni del demonio. S. Antonio nella Tebaide, S. Girolamo in Betlemme, S. Francesco di Sales. S. Teresa, quali tentazioni sopportarono dal nemico, che sempre è qual leone, in cerca di preda! Chi tenta con tanto impeto l'anima tua, di notte e di giorno, solo o in compagnia? Chi ti rende pericolose le cose più semplici, le occasioni più innocenti? — Il demonio che sempre macchina la tua rovina. Anima debole, prega Iddio a non lasciarti acconsentire alla tentazione.

 

PRATICA. — In ogni tentazione volgi lo sguardo fiducioso a Dio; recita tre Pater per gli agonizzanti

 

28 Settembre

 

NON C'INDURRE IN TENTAZIONE (II)

1. Dio permette le tentazioni. 1° Perché vuole che anche da noi dipenda la nostra salvezza; e ciò non sarebbe possibile senza tentazioni che formano il campo di battaglia, ove sta in nostro potere vincere o essere vinti. 2° Perché ci sono utili, potendone ricavare meriti di umiltà, di confidenza e di vittoria sulle tentazioni. 3° Perché è conveniente che la corona si conceda a chi combatte, e vince. E tu mormori contro Dio?

 

2. Non c'indurre. Medita che, con questa parola, non devi chiedere d'andare esente da qualunque tentazione: questo sarebbe pregare inutilmente, mentre prima hai detto già: “Si faccia la tua volontà ” ; oltre che sarebbe preghiera da soldato poco valoroso che fugge la lotta, e ti tornerebbe nocivo nell'acquisto di meriti. Solo devi domandare, che o non permetta la tentazione in cui prevede che cadresti, o permettendola, ti dia grazia a non consentirvi. Tu non diffidi di Dio nelle tentazioni?

 

3. Tentazioni volontarie. Che vale pregare il Signore a non t'indurre in tentazione, se tu le cerchi per curiosità, per capriccio, per passatempo? Chi compatisce a chi va a stuzzicare il vespaio? Se ti metti nell'occasione o per obbligo d'ufficio o per disposizione dell'ubbidienza o per legge di carità, non temere, Dio è con te: Giuditta vinse Oloferne. Ma guai se tu pretendi di stare accanto al fuoco, e non bruciare!... Sta scritto: Non tenterai Iddio tuo Signore. Li fuggì tu i pericoli?

 

PRATICA. — Esamina se quella persona, quel luogo, non è per te tentazione volontaria... Troncala presto.

 

29 Settembre      SAN MICHELE ARCANGELO

 

1. La superbia di Lucifero. La superbia non venne tollerata neppure tra gli Angeli, creature così belle, così perfette, formanti la corte di Dio. Non appena Lucifero alzò bandiera contro Iddio, non volendo assoggettarsi a Lui, non vi fu più posto per lui in Cielo. Una terza parte, forse, degli spiriti angelici sedotti da Lucifero, ammisero un solo pensiero di superbia, ma bastò per la loro prevaricazione. E tu che pensi della tua superbia?

 

2. Chi è come Dio? Così Si spiega la parola Michele; e questi, principe della milizia celeste, impugnata non già la spada materiale, bensì quella della fortezza di Dio, s'avventò al grido di chi è come Dio? contro i ribelli; e, vintili e sbalzatili nell'inferno, li incatenò con l'onnipotenza divina nelle fiamme e nei tormenti. Che castigo per un solo peccato di superbia! Che umiliazione per quegli Angeli! Lo stesso sarà di chi è superbo!... Pensaci bene.

 

3. S. Michele nostro difensore. S'egli fu scelto da Dio stesso a vincere il demonio, non possiamo sperare che aiuterà anche noi a vincerlo se lo prenderemo a difensore? In vita e in punto di morte, quali vantaggi non ci può recare l'aiuto suo contro il nemico infernale! Nelle tentazioni di superbia, di vanagloria, di vanità, il solo pensare chi è come Dio? varrà a frenare la nostra superbia. Ricordalo.

 

PRATICA. — Recita nove Angele Dei a S. Michele. Detesta la tua superbia.

 

 

30 Settembre

LIBERACI DAL MALE

 

1. Mali del corpo. Iddio non li vieta di domandare la liberazione dai mali terreni, come infermità, contraddizioni, ignoranza, guerre, persecuzioni, anzi da ogni male; ma non affannarti se Iddio non t'esaudisce subito. La maggior gloria di Dio e il tuo meglio debbono superare i tuoi desideri e vincere i tuoi capricci. Chiedi pure ciò che vuoi, ma prima umiliati innanzi a Dio per ottenere il meglio per l'anima tua.

 

2. Mali dell'anima. Questi sono i veri mali da cui ci protegga Iddio. Ci scampi dal peccato che è l'unico e il vero male del mondo, per evitare il quale nulla è troppo, fosse necessaria pure la vita; dal peccato, sia veniale, sia mortale, che è sempre offesa, disgusto di Dio, ingratitudine al Padre celeste. Ci liberi Iddio dal male della sua inimicizia, del suo abbandono, del negarci le grazie generali e speciali; ci liberi dalla sua ira, ben meritata da noi. Nel pregare, ti sta più a cuore l'anima o il corpo?

 

3. Male dell'Inferno. Questo è il male sommo in cui l'essenza di tutti gli altri sta raccolta; qui, con la privazione eterna della vista e del godimento di Dio, l'anima è sprofondata in un mare di guai, di pene, di tormenti! La Fede ci dice che un solo peccato mortale basta a precipitarci nell'Inferno. Se è così facile cadervi, con quanto ardore dobbiamo supplicare il Signore di liberarcene! Se, riflettendovi, ne tremi, perché poi vivi in modo da cadervi?

 

PRATICA. — In quale stato è l'anima tua? Cinque Pater a Gesù che ti scampi dall'Inferno.

     







[Modificato da Caterina63 17/09/2014 09:30]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)