00 12/07/2014 11:41

  15 luglio.

IL PREZIOSISSIMO SANGUE NELLA FLAGELLAZIONE

Gesù è tra le mani dei suoi carnefici. Spogliato delle sue vesti è legato a una colonna e quei disgraziati, armati di flagelli, si danno il cambio nel percuotere il suo Corpo divino. In poco tempo è tutta una piaga, non ha più l’aspetto di un uomo.

Ecco avverate le parole del profeta Isaia: “Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia” (Is 53, 3).

E come non sentirci colpevoli se si ascoltano le altre parole di Isaia: “Per l’iniquità del mio popolo fu messo a morte” (Is 53, 8)? Dunque, anche per i miei peccati e per i tuoi peccati Gesù è morto!

Ognuno può dire: “Anch’io ho ucciso Gesù”!. I peccati non uccidono meno delle armi e delle mani.

Ma quali sono le colpe che il Signore ha voluto più espressamente espiare con la barbara flagellazione che ha subìto?

Sono i peccati che nascono da una disordinata sensualità. Con un diluvio di acqua Dio ha purificato il mondo da tante sozzure; così ora, con un diluvio di Sangue, il Sangue Preziosissimo di suo Figlio, oltre a riparare l’enormità delle colpe, ci mostra anche il rimedio pronto ed efficace per guarire dai nostri mali.

Quanto sono costati a Gesù i piaceri peccaminosi con cui noi ci siamo macchiati! Impariamo a mortificare la carne e a custodire i sensi. E laviamo le nostre colpe col Sangue di Cristo nella Confessione sacra­mentale.

Fioretto: Scegli liberamente una qualche mortificazione.

ESEMPIO La vista del Crocifisso è un grande incitamento a perdonare le offese. S. Filippo Neri, non riuscendo a convincere un giovane a perdonare una grave offesa che aveva ricevuto, prese un Crocifisso e, rivolto al penitente, gli disse: “Guarda e pensa quanto Sangue ha sparso il Signore per te e con quanta prontezza e generosità ha perdonato ai suoi crocifissori”. Toccato da quell’immagine di dolore del suo Salvatore e dalle convincenti parole di S. Filippo, quel giovane non oppose più alcuna resistenza e con animo sinceramente pentito disse al confessore: “Padre, sono pronto a perdonare qualunque torto subìto”.

16 luglio.

IL PREZIOSISSIMO SANGUE NELLA CORONAZIONE DI SPINE

Quei perfidi carnefici che straziarono il corpo di Gesù non furono contenti finché non ebbero esaurito tutti i mezzi per rendere il più dolorosa possibile la passione del Signore.

Gesù aveva detto che era re e che era venuto in questo mondo per impiantare il suo regno. “Orrenda bestemmia! – gridarono – Noi non abbiamo altro re che Cesare. Questo falso re va punito come merita”.

Intrecciarono perciò una corona di acutissime spine e tra bestemmie e derisioni si avvicinarono a Gesù e a viva forza gliela calarono sul capo premendola con violenza.

Altre ferite, altro dolore, altro Sangue, oltre a quello già versato. Gesù è scosso dalla testa ai piedi per la dolorosa agonia.

Ecco che cosa hanno fruttato al Signore Gesù i nostri pensieri peccaminosi!

Umiliamo la nostra superbia e purifichiamo la nostra mente da qualunque cattivo pensiero.

E sia per noi motivo di gioia se talvolta possiamo partecipare alle sue umiliazioni.

Rinunciamo al mondo. E come Gesù dal mondo fu odiato e deriso, così accettiamo anche noi le contraddizioni, le incomprensioni e il disprezzo che il mondo ci regala.

Fioretto: Ripeti più volte, oggi, questa giaculatoria: “Signore, donami l’umiltà del cuore e la serenità nelle umiliazioni”.

ESEMPIO S. Camillo de’ Lellis, il grande apostolo degli ammalati, per poter trovare conforto nella sua ultima agonia e affrontare serena­mente il giudizio di Dio, volle avere davanti agli occhi il ricordo della passione di Gesù e dei dolori di Maria. Fece perciò dipingere per tempo un Crocifisso dalle cui piaghe colava abbondante Sangue e ai piedi del quale stava la Vergine Madre che intercedeva a suo vantaggio. In quel quadro volle essere dipinto anche lui, prostrato a terra. Dalla sua bocca ha voluto che uscissero queste parole: “Signore, perdona al tuo servo che hai redento col tuo Preziosissimo Sangue”. E fu proprio contem­plando quel Sangue, versato per lui, e fonte di consolante fiducia, che rese l’anima a Dio.

17 luglio.

IL PREZIOSISSIMO SANGUE SULLA VIA DEL CALVARIO

Fin qui Gesù ha sparso il suo Sangue in alcuni luoghi precisi: l’orto del Getsemani, ai piedi della colonna dove è stato flagellato e nel pretorio dove fu coronato di spine.

Ora il Signore vuole estendere la presenza di quel Sangue a tutti i luoghi, perché tutti gli uomini possano godere dei mirabili benefici del suo contatto.

La strada percorsa da Gesù è tutta insanguinata.

I suoi santi piedi nudi inciampano e lasciano tracce di Sangue sulla terra: ne è intrisa la polvere e ne sono macchiate le pietre sulle quali passa.

La Veronica, mossa a compassione per tanto dolore, asciuga il volto di Gesù dal sudore e dal Sangue.

Gesù cade per ben tre volte e le ferite si riaprono.

Vedendo sua Madre, Gesù prova una stretta al cuore e il suo Sangue scorre più abbondante.

Tracce di Sangue vanno a finire sui soldati, sulla folla, sulle vie di Gerusalemme, sul sentiero del Calvario, sulla veste che indossa e sulla croce che porta.

Pensiamo alla generosità di quel Dio che versa il suo Sangue per salvare le anime e lo versa anche per quelle anime che non vogliono salvarsi! Gesù ha sparso il suo Sangue per la conversione dei peccatori, ma noi ne godremo il beneficio solo se sapremo corrispon­dere al suo amore col nostro impegno.

Fioretto: Fa la “Via Crucis” (anche in casa, se non ti è possibile in chiesa).

ESEMPIO La Beata Chiara di Montefalco ebbe fin da piccola una devozione così grande al Crocifisso e un grande desiderio di soffrire per amore suo, che a soli sei anni già si flagellava. La passione di Gesù era l’argomento su cui più frequentemente e più volentieri meditava. Spesso diceva: “Quando si è visto Gesù sulla croce, com’è possibile pensare ad altro?”. Ottenne dal Signore di partecipare alle amarezze della sua passione e che nel suo cuore si imprimessero sensibilmente tutti gli strumenti della passione, come fu possibile constatare dopo la sua morte.

LA VIA CRUCIS CON LA BEATA ALEXANDRINA DA BALASAR

PRIMA STAZIONE:

Gesù è condannato a morte. “Pilato lo diede nelle loro mani perché fosse crocifisso; presero dunque Gesù e lo condussero via” (Gv 19,16).

Vedo e odo la grande moltitudine che a una voce senza pietà per me grida chiedendo la mia crocifissione. Le mie orecchie odono scandire: Muoia! Muoia! Sia crocifisso! Muoia! Sia crocifisso! Quali urla, quelle della folla! Ricevo la sentenza di morte. Gloria al Padre.

SECONDA STAZIONE:

Gesù è caricato della croce. “Ed egli, portando su di sé la croce, uscì verso il luogo detto Cranio, in ebraico Golgota” (Gv 19,17).

E’ tale il peso che mi sento sprofondare sotto terra. Non porto solo la croce, ma il mondo intero: pochi amici, quasi solo nemici, quasi solo nemici! Gloria al Padre.

TERZA STAZIONE:

Gesù cade per la prima volta. “Guardai attorno e nessuno che mi aiutasse; attesi ansioso e nessuno che mi sostenesse” (Is 63,5).

Cado sotto il peso della croce. Mi sembra di perdere la vita. Perderla per dare la vita a tutti mi dà tanta forza: riprendo a camminare. Gloria al Padre.

QUARTA STAZIONE:

Gesù incontra sua Madre. “Gesù vide la Madre lì presente” (GV 19,26).

Mi viene incontro la mamma, ci guardiamo intensamente. Io cammino sempre. Con me ella pure cammina, guidata dal mio sguardo che le ha ferito il cuore e l’anima… Non trascino solo la croce, ma anche il dolore di lei. Gloria al Padre.

QUINTA STAZIONE:

Gesù è aiutato dal Cireneo. “Or mentre lo conducevano al patibolo, presero un certo Simone di Cirene e gli posero addosso la Croce” (LC 23,26).

Ad ogni passo mi sembra di spirare. Vogliono qualcuno che porti la Croce. C’è chi la porta, non per amore, ma forzato. Ma io gli dispenso tanto amore. Mi viene tolta la Croce, ma io sento come se ne portassi il peso. Gloria al Padre.

SESTA STAZIONE:

La Veronica asciuga il Volto di Cristo. “In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno dei più piccoli, l’avete fatta a me” (Mt 25,40).

Mi viene incontro una donna che ha compassione del mio dolore. Con quale delicatezza e amore mi pulisce il volto intriso di sudore, di sangue, di polvere! Il mio volto e l’amore del mio cuore restano impressi nella tela. Gloria al Padre.

SETTIMA STAZIONE:

Gesù cade per la seconda volta. “Consegnò la sua vita alla morte, e fu annoverato tra i malfattori” (Is 52,12).

A metà del cammino grave è la caduta. Le labbra mi si aprono sanguinanti e baciano la terra che, ingrata, mi ferisce. Gli sguardi dell’anima mia si estendono sull’umanità. Gloria al Padre.

OTTAVA STAZIONE:

Gesù parla alle donne piangenti. “Figlie di Gerusalemme, non piangete per me, ma piangete per voi stesse e per i vostri figli” (Lc 23,28).

Mi seguono alcune donne. Piangono amaramente. Le guardo con compassione e mormoro loro: “Non piangete per me, ma per voi. Le vostre colpe sono la causa dei miei dolori”. Gloria al Padre.

NONA STAZIONE:

Gesù cade per la terza volta. “Quasi esanime a terra mi ha ridotto; già mi vanno accerchiando i cani in frotta” (Sal 22,17).

E’ il mondo, è il cielo contro di me: cado. Di nuovo il furore degli aguzzini mi strascina con forza. Ma dal mio cuore, sgorga solo amore e solo compassione per loro. Gloria al Padre.

DECIMA STAZIONE:

Gesù viene spogliato delle vesti. “Divisero le sue vesti, tirarono a sorte la sua veste per sapere a chi di loro dovesse toccare” (Mt 15,24).

Mi spogliano con tanta furia da strapparmi brandelli di carne: quali dolori violenti! Esser spogliato in pubblico! Sono molte le risate di scherno! La mamma vuole coprirmi col suo manto. Gloria al Padre.

UNDICESIMA STAZIONE:

Gesù viene crocifisso. “Fu crocifisso insieme ai malfattori, uno alla sua destra e uno alla sua sinistra” (Lc 23,33).

Mi distendono sulla Croce. Porgo io mani e piedi per essere crocifisso. E’ un abbraccio eterno alla Croce, all’opera della redenzione. Gloria al Padrte.

DODICESIMA STAZIONE:

Gesù muore sulla Croce. “Quando Gesù ebbe preso l’aceto esclamò: Tutto è compiuto! Poi, chinato il capo, rese lo spirito” (Gv 19,30).

Si fa buio sul Calvario. “Padre, pedona loro, che non sanno ciò che fanno”. “Padre, Padre mio, persino Tu mi hai abbandonato? !” “Figli miei, ho sete di voi!””Madre mia, accetta il mondo, è tuo: è figlio del mio sangue, è figlio del tuo dolore”. “Tutto è compiuto” “Padre, a te consegno il mio spirito, è per te il mio ultimo sospiro”. Gloria al Padre.

TREDICESIMA STAZIONE:

Gesù viene deposto dalla Croce. “E Giuseppe d’Arimatea prese io corpoe lo avvolse in un bianco lenzuolo” (Mt 27,59).

La Madre, con Gesù morto tra le braccia! L’amore portò Gesù a dare la vita. La Mamma continua la missione, la stessa missione d’amore: amare noi come Gesù. Gloria al Padre.

QUATTORDICESIMA STAZIONE:

Gesù viene deposto nel sepolcro. “Giuseppe lo mise in un sepolcro scavato nella pietra, dove nessuno ancora era stato messo” (Lc 23,53).

L’amore unito alla grazia, unito alla vita divina, trionfò sul dolore e sulla morte. Fu un essere umano che soffrì, una vita divina che vinse. Gloria al Padre.

Preghiamo: sopra il popolo che ha commemorato la morte di Cristo tuo Figlio, nella speranza di risorgere con lui, scenda, Signore, l’abbondanza dei tuoi doni: venga il perdono e la consolazione, si accresca la fede e l’intima certezza della redenzione eterna. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiamo anche per le intenzioni del Papa: Pater, Ave, Gloria.

18 luglio.

IL PREZIOSISSIMO SANGUE NELLA CROCIFISSIONE

Gesù è giunto sul Calvario dopo un viaggio penoso col duro tronco della croce sulle spalle. Lo spogliano con sua grande umiliazione e dolore e lo inchiodano senza pietà su quel legno, squarciando le sue mani. Quindi innalzano quel palo a cui è fissato dai chiodi e lo posano sul paio verticale già piantato a terra in precedenza.

Per Gesù è una scossa violenta che moltiplica il dolore.

E’ poi la volta dei piedi, inchiodati come le mani con pochi colpi, senza pietà.

Le ferite si allargano, il Sangue scorre e bagna, per redimerla, questa terra di peccato.

Lì, ai piedi di quella croce, sta la Vergine Madre, straziata da un tormento troppo grande, eppure composta nel suo dolore. Piange in silenzio. Piange anche per colpa mia e tua. Soffre e offre il suo dolore, unito a quello del Figlio, perché il Padre perdoni le nostre colpe.

Lì, sotto quella croce, c’è anche Giovanni: non comprende fino in fondo il perché di quella morte, ma non si ribella. Soffre e adora. Il sole si oscura e Gesù, in un mare di dolore, offre il suo Sangue all’eterno Padre per la nostra salvezza.

Prostriamoci e adoriamo. Chiediamo a Gesù che il suo Sangue scenda sul nostro capo, non a nostra condanna, come sul capo degli Ebrei, ma a nostra salvezza.

Fioretto: Leggi su uno dei vangeli il racconto della crocifissione di Gesù.

ESEMPIO La Beata Cristina di Spoleto meditava un giorno sui dolori di Gesù. Giunta col pensiero alle orribili piaghe fatte dai chiodi nei piedi dei Signore, disse a se stessa: “Oh, ingrata! Ecco quanto soffre Gesù per te e quanto Sangue versa per amore tuo! E tu che cosa fai per amore suo e per ricambiare tanta bontà?” Detto questo, prese un grosso chiodo e si trafisse un piede da parte a parte, felice di poter rendere a Gesù sangue per Sangue.

Certo il Signore non vuole questo da noi, ma un po’ di mortificazione la chiede a tutti, in modo che senza causare danni al nostro corpo, possiamo trame vantaggi per l’anima..

Dal Vangelo secondo Giovanni Capitolo 19

L’«Hecce Homo».

Allora Pilato prese Gesù e lo flagellò.

Gesù viene flagellato

E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e lo avvolsero in una veste di porpora;

La corona di spine

poi, si avvicinavano a lui e dicevano: «Salute, o re dei Giudei!». E gli davano schiaffi.

Pilato uscì di nuovo e disse a loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, affinchè sappiate che io non trovo in lui nessuna colpa».

Uscì dunque Gesù, portando la corona di spine e il vestito di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!».

Quando i pontefici e le guardie lo videro, gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Pilato soggiunse: «Prendetelo voi e crocifiggetelo, perchè io non trovo in lui nessuna colpa».

Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una legge e secondo essa costui deve morire, perchè si è fatto Figliuol di Dio».

Udite queste parole Pilato s’impaurì maggiormente

e rientrato nel pretorio domandò a Gesù: «Donde sei tu?». Ma Gesù  non gli diede risposta.

Pilato gli disse: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di farti crocifiggere e il potere di liberarti?».

Gesù gli rispose: «Tu non avresti nessun potere su di me se non ti fosse dato dall’alto. Per questo colui che mi ha consegnato a te ha un peccato più grave».

Da quel momento Pilato cercava di liberarlo. Ma i Giudei gridavano dicendo: «Se lo liberi non sei amico di Cesare! Chi si fa re, si dichiara contrario a Cesare».

Pilato, inteso ciò, fece condurre fuori Gesù e si sedette in tribunale, nel luogo chiamato «Litostroto», e in ebraico «Gabbata».

Era [il giorno della] Parasceve della Pasqua e verso all’ora sesta. E disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!».

Ma essi gridarono: «Via, via, crocifiggilo!». Pilato domandò loro: «Debbo crocifiggere il vostro re?». I pontefici risposero: «Noi non abbiamo altro re che Cesare».

Cristo presentato alla folla

Allora lo consegnò a loro, perchè fosse crocifisso.

L’arrivo al Calvario

Gesù al Calvario.

Presero dunque Gesù e lo menarono via.

E portando egli la sua croce, si avviò verso il luogo detto «del Teschio», ma in ebraico «Golgota»;

dove lo crocifissero insieme con due altri, di qua e di là, e Gesù nel mezzo.

Cristo viene inchiodato alla croce

Pilato scrisse pure una tabella, e la mise sulla croce. E c’era scritto: «GESÙ IL NAZARENO RE DEI GIUDEI».

Ora, molti Giudei lessero questa tabella, perchè il luogo ove Gesù era stato crocifisso era vicino alla città, e l’iscrizione era in ebraico, in greco e in latino.

Ora i pontefici dei Giudei dissero a Pilato: «Non scrivere: “Re dei Giudei”, ma che egli ha detto: “Io sono il re dei Giudei”».

Pilato rispose: «Ciò che ho scritto, ho scritto».

I soldati poi, dopo aver crocifisso Gesù, ne presero le vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato; presero pure la tunica. Ora la tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo.

Perciò dissero tra loro: «Non la stracciamo, ma tiriamo a sorte a chi tocca». E ciò perchè si adempisse la Scrittura che dice: «Hanno diviso tra loro le mie vesti, e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». Questo dunque fecero i soldati.

Maria e Giovanni sotto la croce.

Presso la croce di Gesù stavano la madre e la sorella di sua madre, Maria di Cleofa, e Maria Maddalena.

Gesù, vedendo la madre e vicino a lei il discepolo ch’egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio».

Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre». E da quel momento il discepolo la prese con sè.

Agonia e morte di Gesù.

Dopo ciò, Gesù sapendo che tutto era compiuto, affinchè si adempisse la Scrittura, disse: «Ho sete».

C’era quivi un vaso pieno di aceto. Quelli, messa una spugna piena d’aceto su un issopo, gliel’accostarono alla bocca.

E Gesù quando ebbe preso l’aceto disse: «È finito». E chinato il capo, rese lo spirito.

Il colpo di lancia.

Allora i Giudei, perchè i corpi non restassero in croce durante il sabato, perchè era la Parasceve, e quel sabato era giorno solenne, chiesero a Pilato che si spezzassero loro le gambe e fossero rimossi.

I soldati perciò vennero, e spezzarono le gambe al primo e poi all’altro dei crocifissi con lui.

33  Ma venuti a Gesù, siccome videro che era già morto, non gli spezzarono le gambe;

ma uno dei soldati gli aperse il costato con una lancia, e subito ne uscì sangue ed acqua.

Chi vide ha attestato; la sua testimonianza è vera: ed egli sa di dire la verità, affinchè crediate anche voi.

Queste cose, infatti, avvennero affinchè si adempisse la Scrittura: «Nessun osso gli sarà spezzato»;

ed anche un’altra Scrittura che dice: «Vedranno chi hanno trafitto».

La sepoltura di Gesù.

Dopo ciò Giuseppe d’Arimatea, discepolo di Gesù, benchè occulto, per timore dei Giudei, pregò Pilato di prendere il corpo di Gesù, e Pilato glielo permise. Egli dunque venne a prendere il corpo di Gesù.

Nicodemo che era venuto la prima volta a Gesù di notte, venne anch’egli portando circa cento libbre d’una mistura di mirra e d’aloe.

Presero dunque il corpo di Gesù, e lo avvolsero in lenzuoli con aromi, secondo il modo di seppellire in uso presso i Giudei.

Il corpo di Gesù

Ora nel luogo ove egli era stato crocifisso, era un orto e nell’orto un sepolcro nuovo dove nessuno era stato ancora deposto.

La sepoltura di Cristo

Ivi deposero Gesù a causa della Parasceve dei Giudei, perchè il sepolcro era vicino.

19 luglio.

IL PREZIOSISSIMO SANGUE NELL’APERTUTA DEL COSTATO

Morto Gesù sulla croce, uno dei soldati romani che stavano sul Calvario impugna una lancia e scaglia un colpo spietato e violento contro il Costato dei Salvatore: lo squarcia, apre il Cuore e da quella ferita, come ci assicura l’apostolo ed evangelista S. Giovanni che era presente sotto la croce, scaturisce acqua e Sangue, simbolo, secondo l’interpretazione di S. Agostino, dei sacramenti che ci purificano e ci alimentano spiritual­mente.

Questo Cuore aperto è il riparo in cui sono chiamati a rifugiarsi sia i giusti che i peccatori; nel suo Cuore Gesù ci invita a nascon­derci per evitare il castigo meritato con le nostre colpe e per lavarci dai nostri peccati.

Accogliamo il suo invito, rifugiamoci nella piaga di quel Cuore che tanto ci ha amato.

Gesù ci assicura: “Io vi offro il mio Cuore, basta solo che voi mi doniate una lacrima, un atto di dolore per avermi offeso. Non è molto quello che vi chiedo: soltanto un po’ di amore in cambio dell’amore infinito che io vi ho donato e continuo a donarvi”.

Quanto poco basta per avere il perdono del Signore! Eppure, troppi negano al loro Dio anche questo poco. Tutto vogliono, tutto pretendono, ma non sanno dar nulla in cambio al loro Signore.

Cerchiamo di non far parte anche noi di questa folta schiera di approfittatori.

Fioretto: Recita cinque volte il “Padre nostro” in onore delle cinque piaghe di Gesù.

ESEMPIO La Beata Osanna da Cattaro, colpita un giorno da fortissima febbre, ha cominciato a lamentarsi per il brutto stato di salute in cui si trovava. Le apparve allora Gesù, tutto piagato e grondante Sangue e le disse. “Figlia mia, perché ti lamenti tanto per questo tuo piccolo male e non piuttosto per i grandi dolori che io ho sofferto per te?”.

La beata Osanna ne fu così colpita che da quel momento, a chi le esprimeva sentimenti di compassione, vedendola molto soffrire, rispon­deva: “Quanto ha sofferto Gesù! Come possiamo noi lamentarci per i nostri dolori?”.

PADRE NOSTRO:
Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.

20 luglio.

IL PREZIOSISSIMO SANGUE E IL BATTESIMO

Dal costato aperto di Gesù sgorgano le ultime gocce di Sangue miste ad acqua; è la porta della vita divina che si apre: da qui ricevono la loro efficacia i sacramenti. In quell’acqua è significato il sacramento dei Battesimo, che è quella fonte che ci lava dal peccato e ci genera alla vita della grazia.

Ma da dove l’acqua attinse e ottenne tanta potenza per la purificazio­ne delle nostre anime?

Risponde l’abate Ruperto: “Dal Sangue Preziosissimo che Gesù ha versato per noi”.

Dall’unione dell’acqua col Sangue del Redentore derivano gli effetti prodotti nell’anima dal Battesimo.

E questi sono gli effetti che il Battesimo produce in noi: ci genera alla vita di grazia, ci fa diventare figli adottivi di Dio, ci rende fratelli di Gesù, ci inserisce come membra vive nella Chiesa e ci fa eredi del paradiso.

Quanto è grande la bontà di Gesù! Quanto è efficace il suo Sangue divino!

Ma noi sappiamo mantenere quella vita di grazia che ci è stata donata nei Battesimo? O col peccato contaminiamo la nostra anima lavata dal Sangue di Gesù?

Ci ricordiamo in ogni situazione della grande dignità che abbiamo acquistato diventando figli di Dio?

Se siamo fratelli di Gesù, se siamo membra della sua Chiesa, se siamo eredi del paradiso… che cosa possiamo desiderare di più grande in questa vita?

Non attacchiamo perciò il nostro cuore alle povere cose di questo mondo, che tanto promettono e ben poco danno!

Fioretto: Rinnova le tue promesse battesimali.

ESEMPIO Il Beato Serafino da Ascoli, cappuccino, non contento di passare notti intere a meditare sulla passione di Gesù e intere setti­mane senza cibo per amore di Cristo, aggiungeva anche il sacrificio del proprio sangue. Per assomigliare di più al suo Signore, spesso si flagellava così duramente da rendere il suo corpo tutto una piaga.

21 luglio.

IL PREZIOSISSIMO SANGUE E LA CRESIMA

La vita dell’uomo sulla terra è una continua lotta e dobbiamo combat­tere con molta fortezza per ottenere la corona di gloria che il Signore ci ha promesso. Combattere contro il mondo ingannatore che con le sue molte vanità ci tende lacci da ogni parte, contro le passioni disordinate che ci portiamo dentro a causa del peccato originale, contro il demonio che – come dice S. Pietro – “come un leone ruggente va in giro cercando chi divorare” (1 Pt 5, 8).

Inoltre è necessario un continuo esercizio delle virtù per crescere nella perfezione.

Prevedendo il Signore tutti questi pericoli e conoscendo tutti i nostri bisogni, ha voluto fortificarci col sacramento della Cresima che ci dà le armi per combattere e vincere.

Questo sacramento riceve la sua efficacia dal Sangue potentissimo di Gesù ed è per questo che il vescovo, nell’amministrarlo, segna la fronte del cresimando con il segno della santa croce, già consacrata dal Sangue di Cristo.

Ma perchè talvolta siamo così deboli nella lotta?

E’ perchè ci dimentichiamo troppo spesso che anche Gesù ha combattuto contro le tentazioni del demonio e non ricorriamo più alle armi spirituali che il Signore ci ha consegnato col sacramento della Cresima.

Soprattutto non ricorriamo al Sangue di Gesù in cui è racchiusa la sorgente di ogni forza.

Fioretto: Testimonia la tua fede con semplicità, con spontaneità, ma anche con fermezza, in ogni situazione.

ESEMPIO La Beata Giovanna di Dio parve avere fin dalla prima infanzia la devozione alla passione di Gesù, tanto che al venerdì si asteneva dal prendere il latte dalla madre. Un giorno, contemplando il Sangue che scendeva dalle piaghe di Gesù, si lamentava perché non le era concesso di spargere almeno una parte del suo sangue per Colui che lo aveva sparso tutto per lei. Le apparve allora un angelo a consolarla dicendo: “Gesù accetta come fossero sangue le lacrime che si versano meditando sulla sua passione”.





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)