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  Cerchiamo i Donatisti come il pastore la pecora smarrita.


19. 52. Oppure voi dite ancora: " Se la Chiesa è presso di voi, perché ci costringete, perseguitandoci, ad entrare nella sua pace? E se siamo cattivi, perché ci cercate? Se siamo zizzania, lasciateci crescere fino alla mietitura "? Come se noi non ci preoccupassimo, con tutti i mezzi possibili, che non venga sradicato il frumento, separando, anzitempo, la zizzania 218. In effetti, tutti coloro che nell'eternità saranno buoni, anche se nel frattempo sono cattivi, nella prescienza di Dio non sono zizzania, ma grano. Ma voi ci accusate di cercarvi, se siete cattivi, come se voi non foste perduti proprio perché siete cattivi, e quindi siate da cercare, perché siete perduti; così che perduti siate cercati, cercati siate ritrovati, ritrovati siate richiamati; come la pecora dal pastore, come la dramma dalla donna, e come quel figlio che era morto e tornò vivo, era perduto e fu ritrovato 219. Vi cerca infatti colui che abita nei santi e ci ordina di cercarvi 220.



La persecuzione non è sempre riprovevole.


20. 53. Quanto poi alla persecuzione, le vostre lagnanze si calmeranno, se prima di tutto pensate e capite che non ogni persecuzione è riprovevole: diversamente non sarebbe stato lodevole dire: Chi calunnia il suo prossimo in segreto, io lo perseguiterò 221. Ogni giorno, infatti, vediamo un figlio lamentarsi del padre come di un suo persecutore, una moglie del marito, un servo del padrone, un colono del proprietario, un reo del giudice, un soldato o un governatore del capo o del re, quando questi spesso, usando del loro potere legittimo, cercano di impedire e distogliere i loro sudditi da mali più gravi infliggendo pene leggere, e spesso, invece, con minacce e sevizie, cercano di distoglierli dalla retta vita e dalle buone opere. Ora, quando li distolgono da ciò che è male e illecito, sono censori e consultori, quando invece li distolgono dal compiere ciò che è bene e onesto, sono persecutori e oppressori. Certo, sono colpevoli anche coloro che li trattengono dal male, se la misura della punizione eccede la gravità del peccato. Analogamente, è giusto dichiarare colpevoli quanti, in modo disordinato e illegale, si accaniscono nel reprimere quelli che non sono sottomessi a loro in forza di nessuna legge.



Va sempre riprovata una persecuzione illecita, anche dei cattivi.


20. 54. Noi quindi condanniamo, e giustamente, le sfrenate licenze e le folli prepotenze dei vostri Circoncellioni, anche quando sono violenti nei riguardi di alcuni pessimi criminali, poiché non è una buona cosa punire atti illeciti con mezzi illeciti e dissuadere da atti illeciti con mezzi illeciti. Quando poi essi perseguitano perfino degli innocenti, o per un motivo sconosciuto o per le più inique ostilità, chi non inorridisce della loro scelleratissima violenza? Ora, che voi avete ritenuto di reprimere la follia dei Massimianisti con le leggi dello Stato, per costringerli a riflettere sul loro crimine, una volta cacciati dalle basiliche che occupavano, con le ordinanze dei giudici, l'intervento dei funzionari e il sostegno della gente, noi non lo condanniamo, se non perché voi avete perseguitato in loro ciò che voi stessi avete fatto; anzi, essi lo hanno fatto con più moderazione di voi. Infatti, essi hanno eretto l'altare dello scisma sacrilego contro il partito di Donato, mentre voi lo avete eretto contro tutto il mondo e contro le parole di colui che ha assicurato che la sua Chiesa si sarebbe sparsa in tutte le genti, incominciando da Gerusalemme. Ora, se i Massimianisti, alle ingiunzioni dei giudici, sollecitate da voi contro di loro, si fossero duramente opposti con mezzi illegali, non sarebbero forse incorsi in quel giudizio dell'Apostolo, che dice: Chi si oppone all'autorità, si oppone all'ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono a lui, si attirano addosso la condanna, poiché i capi non sono temibili quando si fa il bene, ma quando si fa il male 222? Di fronte quindi ad una loro cattiva azione, che voi cercavate di reprimere per mezzo delle autorità legittime, se i Massimianisti per questa cattiva azione avessero voluto resistere alle leggi, commettendone una più grave, per colpa di chi avrebbero sofferto possibili punizioni, vostra o non piuttosto loro? Analogamente, se uno avesse bestemmiato il Dio di Sidrac, di Misac e di Abdenago e, in conformità all'editto del re, fosse stato trucidato con i suoi familiari 223, per colpa di chi avrebbe ricevuto questo eventuale danno: dei tre giovani scampati dal fuoco, la cui liberazione aveva stupito il re che aveva emanato quell'editto, del re stesso, o non piuttosto per colpa propria? Infine, se quei quaranta Giudei che avevano ordito una congiura per uccidere Paolo, avessero assalito i soldati che lo conducevano sotto regolare scorta 224, per colpa di chi sarebbero stati annientati? Dell'Apostolo, o non piuttosto per colpa loro che si erano opposti all'autorità?



I Donatisti giudicano la persecuzione secondo la loro convenienza.


20. 55. Anche voi, perciò, senza turbamento, senza sediziose contese e senza aspro odio, esaminate con attenzione le decisioni che gli imperatori della nostra comunione prendono contro di voi; vedete per quale motivo soffrite e se scoprirete di stare nella Chiesa di Cristo, rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli 225. Voi infatti sarete incoronati come martiri, mentre essi saranno giudicati persecutori dei martiri. Se invece voi avete eretto un altare contro la Chiesa di Cristo e, con uno scisma sacrilego, vi siete separati dall'unità cristiana diffusa in tutto il mondo e, per quanto potete, ribattezzando, calunniando e combattendo con ogni mezzo, vi siete messi contro il corpo di Cristo, che è la Chiesa diffusa in tutto il mondo, e la Scrittura santa e canonica ve lo dimostra, allora voi siete considerati empi e sacrileghi e quelli, invece, che per un crimine così grande decidono di dissuadervi e di reprimervi con pene molto lievi, cioè con la privazione delle abitazioni, degli onori, e del denaro, affinché, riflettendo sui motivi di queste punizioni e, riconosciuto il vostro sacrilegio, possiate fuggirlo e liberarvi dalla dannazione eterna, sono considerati governatori molto diligenti e consultori molto pii. È tale l'amore che vi debbono gli imperatori cristiani cattolici che, per la loro mitezza cristiana, decidono di punire i vostri sacrilegi non come meritate; per la loro sollecitudine cristiana non li lasciano del tutto impuniti. E questo lo opera in essi Dio, la cui misericordia voi non volete riconoscere anche in quei fastidi di cui vi lagnate. Noi, poi, per quanto è in noi, e per quanto il Signore ci concede e ci permette, non invochiamo contro di voi, neppure le leggi coercitive più miti, tranne che per difendere la libertà della Chiesa dalle vostre violenze, e la fragilità dei deboli, in modo che possano scegliere di seguire senza timore la loro fede. Così, se i vostri hanno compiuto qualche violenza contro i nostri, allora voi, che noi teniamo come ostaggi nelle campagne e nelle città, non subirete castighi come quelli che infliggono i vostri; ma come uomini soggetti alle leggi, sarete puniti, dopo un regolare giudizio, con una pena pecuniaria. Ma se questa vi sembra pesante, allora i vostri vi risparmino e si calmino. Se poi quelli che sono sotto di voi o sono con voi, invece di calmarsi, infieriscono contro di voi, non potete lamentarvi di noi che abbiamo dato a voi e ai vostri la possibilità di non subire nessun danno, anche restando nella vostra eresia, purché né voi e né i vostri procuriate violenze alla Cattolica. Se poi voi ne avete fatte subire alcune contro la vostra volontà, e senza che abbiate potuto impedirle, i castighi subiti vi insegnano, con misericordia e giustizia, che razza di peccatori avete, e credete che non vi contaminano. Tutto questo vi obbliga a capire quanto siano inconsistenti le accuse che voi fate alla Chiesa di Cristo, diffusa in tutto il mondo, e quindi a non accusare più noi di perseguitarvi, ma ad accusare i vostri, visto che questi preferiscono colpire noi con le loro violenze e abbattere voi, con le leggi dello Stato, piuttosto che placarsi dal loro persistente furore. Se poi è vero che da parte dei nostri, che non osservano la misura e il precetto della carità cristiana, voi subite punizioni odiose e dannose, dico subito che essi non sono nostri ma, o lo saranno, se si correggono, o dovranno essere separati alla fine, se perseverano nella loro malizia. Noi tuttavia non rompiamo le reti per colpa dei pesci cattivi 226 e né, per colpa dei vasi destinati ad usi ignobili, abbandoniamo la grande Casa 227. Ma se voi, usando lo stesso criterio, dite che non sono vostri quelli che infliggono alla Chiesa tali punizioni, allora purificate il vostro cuore, emendatevi dall'errore, abbracciate l'unità dello spirito nel vincolo della pace228. In effetti, se i nostri non contaminano noi e i vostri non contaminano voi, non rinfacciamoci reciprocamente i delitti altrui: cresciamo come frumento nell'unica carità e sopportiamo insieme la paglia fino alla vagliatura.



I Donatisti non hanno diritto a lamentarsi delle persecuzioni subite.


20. 56. Perciò, se non necessitano di interprete quei testi delle Scritture canoniche i quali dimostrano che la Chiesa consiste nella comunione universale; e se voi, a sostegno del vostro scisma creato in Africa, non riuscite a trovare, negli stessi Libri, nessuno di questi testi, non è giusto lamentarvi delle persecuzioni, poiché la Chiesa stessa ne subisce di più gravi, quanto più si estende, ma le sopporta tutte con fede, speranza e carità 229, e non solo quelle che i vostri Circoncellioni e i loro simili, infliggono, come possono, ai suoi membri, ma tutti gli scandali delle diverse ingiustizie, che si scatenano nel mondo e dei quali il Signore gridò: Guai al mondo per gli scandali! 230 È più grave, infatti, che un figlio faccia soffrire il padre, vivendo male, che il padre il figlio, castigandolo; fu più grave che la serva fece soffrire Sara, con la sua alterigia, che Sara, lei, con il meritato castigo 231; e fu più grave l'offesa che fecero al Signore, coloro, per i quali egli disse: Lo zelo della tua casa mi consuma 232, che non quella che egli fece a loro, quando rovesciò i loro tavoli e li scacciò dal tempio con i flagelli 233.



Come devono essere accolti nella Chiesa gli eretici.


21. 57. Che cosa avete da dire ancora? Volete forse che tiriamo in ballo l'ultima vostra obiezione? Eccola: " Sì, voi possedete la Chiesa, ma come ci accogliete se volessimo passare a voi? ". Rispondo brevemente: " Vi accogliamo come accoglie quella Chiesa che noi ritroviamo nei santi Libri canonici ". Deposto, quindi, lo spirito di contraddizione, di cui sono gonfi tutti quelli che non vogliono lasciarsi vincere dalla verità di Dio, ma si lasciano vincere dalla loro perversità, potete facilmente capire che i sacramenti divini sono nei buoni e nei cattivi: ma nei primi per la salvezza, nei secondi per la dannazione. E benché sia grande la differenza tra coloro che li praticano degnamente o indegnamente, essi sono sempre gli stessi: per i primi costituiscono un premio, per i secondi un giudizio.



Differenza tra il battesimo di Pietro, Giuda e Giovanni Battista.


21. 58. Perciò, quando il Signore battezzava più gente di Giovanni, com'è scritto nel Vangelo, dove però l'evangelista precisa: Benché non fosse proprio lui a battezzare, ma i suoi discepoli 234, sebbene ci fosse tanta differenza tra Pietro e Giuda, non ve n'era affatto tra il battesimo dato da Pietro e quello dato da Giuda. Il battesimo che davano era uno solo, anche se essi non erano uno solo; ed era il battesimo di Cristo; di essi invece, uno apparteneva alle membra di Cristo e l'altro al partito del diavolo. Al contrario, pur essendo Giovanni Battista e l'apostolo Paolo, uno solo, poiché l'uno e l'altro era amico dello Sposo 235, dato che non era lo stesso il battesimo dato da Giovanni e da Paolo, Paolo ordinò che si facessero ribattezzare col battesimo di Cristo quanti erano stati battezzati con il battesimo di Giovanni. E così questo si chiama battesimo di Giovanni e quello dato da Paolo, non si chiama battesimo di Paolo, ma: Ordinò - disse- che fossero battezzati in Cristo 236. Ecco, Giovanni e Paolo sono una sola cosa, ma non danno un solo battesimo; ecco, non sono una sola cosa Pietro e Giuda, e uno solo è il battesimo che danno; al contrario, Pietro e Paolo sono una sola cosa e danno un solo battesimo. Abramo e Cornelio, giustificati dalla fede, sono una sola cosa 237, ma non hanno ricevuto un unico sacramento; egualmente, Cornelio e Simon Mago non sono una sola cosa, ma hanno ricevuto un unico sacramento. Al contrario, Cornelio e l'eunuco, che Filippo battezzò lungo il viaggio, sono una sola cosa e hanno ricevuto un unico sacramento 238. Quando dunque il sacramento è unico, né i datori diversi né i recettori diversi fanno sì che non sia unico ciò che è unico.



Non ci sono tanti battesimi quanti ne sono i ministri.


21. 59. I Donatisti, invece, volendo che sia degli uomini ciò che è di Cristo, tentano di inculcare i più falsi e più assurdi insegnamenti, e arrivano a dire che vi sarebbero quasi tanti battesimi, quante sono le persone che li amministrano. Pertanto, quel detto del Signore sull'uomo e l'opera dell'uomo, un albero buono produce frutti buoni e un albero cattivo produce frutti cattivi 239, essi cercano di stravolgerlo in questo senso: chi è stato battezzato da un ministro buono, è buono, chi è stato battezzato da un ministro cattivo, è cattivo; di modo che, anche se non lo vogliono, secondo loro essere battezzati da un ministro più buono, è essere più buoni, ed essere battezzati da un ministro meno buono, è essere meno buoni. Se ne deduce che quanti, prima della passione del Signore, non li battezzava Gesù, ma i suoi discepoli, sarebbero rinati più santi se fossero stati battezzati da lui stesso. Chi, infatti, potrebbe anche solo immaginare quanta differenza c'era tra lui e i suoi discepoli che li battezzavano? Dunque ha privato di una nascita più santa, coloro che ha preferito che fossero battezzati, quando egli era qui in terra, dai suoi discepoli? Chi lo crede è un insensato. Che cosa, allora, il Signore si è degnato insegnarci con questo fatto, se non che il dono era suo, chiunque ne fosse il donatore, e che a battezzare era lui, del quale l'amico dello Sposo aveva detto: Questi è colui che battezza 240, di chiunque fosse la mano del ministro che avrebbe battezzato i credenti in lui? E Paolo dice: Rendo grazie a Dio, per non aver battezzato nessuno di voi, eccetto Crispo e Gaio, perché non si dica che io ho battezzato nel mio nome 241. Allora si dovrebbe credere che anche lui ha rifiutato alle persone una migliore santificazione se, quanto più era migliore, tanto meglio potevano essere battezzati quelli che fossero stati battezzati da lui? Ma no, anzi, su questo punto l'attenzione del prudentissimo e fedelissimo dispensatore fu vigile, proprio perché nessuno potesse credere di essere stato battezzato con un battesimo più santo, e attribuisse al servo ciò che era del Signore.



Solo i buoni formano la Chiesa.


21. 60. Visto, dunque, che il sacramento del battesimo lo danno e lo ricevono sia i buoni che i cattivi, ma che soltanto i buoni, spiritualmente rigenerati, sono insieme edificati nel corpo e nelle membra di Cristo242, è certamente nei buoni quella Chiesa a cui viene detto: Come il giglio tra le spine, così è la mia amica tra le fanciulle 243. Essa infatti è in quelli che edificano sulla pietra, che ascoltano, cioè, le parole di Cristo e le mettono in pratica; quando infatti Pietro lo confessò Figlio di Dio, disse: E su questa pietra edificherò la mia Chiesa 244. Dunque non è in coloro che edificano sulla sabbia; in coloro, cioè, che ascoltano le parole di Cristo e non le mettono in pratica. Cristo, infatti, ha detto: Chi ascolta queste mie parole e le mette in pratica, lo assomiglierò ad un uomo saggio che edifica la sua casa sulla pietra 245; e in questo stesso passo, subito dopo dice: Chi ascolta queste mie parole e non le pratica, lo assimilerò ad un uomo stolto che edifica la sua casa sulla sabbia 246. Tutti coloro, perciò, che mediante il vincolo della carità sono incorporati all'edificio fondato sulla pietra e uniti al giglio che biancheggia tra le spine possederanno certamente il regno di Dio. Coloro invece che edificano sulla sabbia o sono annoverati tra le spine, non possederanno il regno di Dio. Chi potrà dubitarne? Certo, a costoro non giova affatto il sacramento del battesimo; eppure, l'instabilità del loro fondamento e la loro sterile malvagità, non sono un motivo per ingiuriare anche il sacramento che hanno.



Chi è nella Chiesa.


22. 61. Quindi, nel seguente passo dell'Epistola dell'apostolo Paolo ai Galati, dovete rilevare, senza spirito di contesa, come sia giusto che gli eretici, che si correggono dal loro errore, se già hanno il sacramento che hanno dovuto avere, ricevano solo ciò che non c'era e che in essi non si riprovi e offenda ciò che c'era. Sono ben note - egli dice - le opere della carne: fornicazioni, impurità, lussurie, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordie, gelosie, dissensi, eresie, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già vi ho detto, che quanti le compiono non possederanno il regno di Dio 247. Tutti costoro non sono nel giglio, né sulla pietra; e tra essi si trovano anche gli eretici. Perché voi, quindi, per non dire altro, non battezzate dopo gli ubriaconi, i lussuriosi e gli invidiosi, che non possederanno il regno dei cieli e non sono sulla pietra e, poiché non sono sulla pietra, senza dubbio non vengono considerati nella Chiesa, dato che il Signore ha detto: Su questa pietra edificherò la mia Chiesa 248? E perché invece pretendete che noi battezziamo dopo gli eretici, che si trovano anch'essi tra le stesse spine e che non possederanno il regno di Dio. E che hanno gli stessi sacramenti, quando sono gli stessi ma non giovano, perché, mentre i sacramenti sono retti, essi sono deviati?.



Se l'eretico viene alla Chiesa si corregge solo nell'errore.


22. 62. Considerando e riflettendo, senza ostinazione, su queste cose, potete facilmente capire che in ciascuno va corretto ciò che è deviato e approvato ciò che è retto; e che gli va dato ciò che manca; ciò che invece c'è gli va riconosciuto. Pertanto, se un eretico viene a farsi cattolico, corregga il suo errore, non profani il sacramento di Cristo, riceva il vincolo della pace, che non aveva e senza il quale non poteva essergli fruttuoso il battesimo che aveva. Tutt'e due, infatti, sono necessari per conseguire il regno di Dio: il battesimo e la giustizia. Ora, in chi disprezza il battesimo di Cristo non può esservi la giustizia, mentre il battesimo può trovarsi anche in chi non ha la giustizia: però non può essere fruttuoso. Come infatti la Verità ha detto: Se qualcuno non rinascerà dall'acqua e dallo Spirito, non entrerà nel regno dei cieli 249; così la stessa Verità ha anche detto: Se la vostra giustizia non sarà maggiore di quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli 250; così che non è solo il battesimo a condurre al regno, ma anche la giustizia; e chi è privo di uno o di entrambi, non vi può giungere. Perciò, quando noi diciamo agli eretici: " È la giustizia che vi manca, e senza la carità e il vincolo della pace nessuno può averla "; e quando essi stessi riconoscono che molti hanno il battesimo senza la giustizia, e se non lo riconoscessero, li convincerebbe la divina Scrittura, mi stupisco poi che il nostro rifiuto di ribattezzare quelli che hanno un battesimo, che non è loro ma di Cristo, essi lo interpretino come se noi ritenessimo, ormai, che a loro non manca niente. E visto che nella Cattolica non viene loro ridato il battesimo, che essi scoprono di avere, mi stupisco che pensino di non ricevere nulla in essa, dove ricevono ciò senza di cui il battesimo che hanno serve per la loro rovina e non per la salvezza. Ma se non lo vogliono capire, a noi basta avere quella Chiesa di cui le Scritture sante e canoniche ci offrono chiarissime testimonianze.



Come accogliere un eretico che viene nella Chiesa.


22. 63. Mi dica, ora, un eretico: " Come mi accogli? ". Gli rispondo subito: " Come usa accogliere la Chiesa alla quale Cristo rende testimonianza. Credi di saperlo meglio tu, come devi essere accolto, del nostro Salvatore, medico della tua ferita? ". Ma forse tu mi dirai: " Leggimi, allora, come Cristo ha ordinato di accogliere quelli che dall'eresia intendono passare alla Chiesa ". Veramente, un ordine chiaro ed esplicito non lo leggo né io né tu. Se infatti Giovanni fosse stato un eretico ed avesse battezzato nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, dato che dopo il suo battesimo Paolo ordinò alle persone di farsi ribattezzare, otterresti la risposta che cerchi, ed io non avrei niente da replicare. Come pure, se Pietro fosse stato battezzato dagli eretici nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, lui, al quale il Signore disse: Chi si è lavato non ha più bisogno di lavarsi una seconda volta 251, io otterrei ciò che cerco, e tu non avresti niente da replicare. Ma ora, dato che nelle Scritture non incontriamo persone che sono passate dall'eresia alla Chiesa e sono state accolte come dico io o come dici tu, allora credo che se esistesse un saggio, al quale il Signore Cristo avesse reso testimonianza, e noi lo consultassimo su questo problema, non dovremmo affatto esitare a fare quanto egli dicesse, per non essere giudicati di opporci, non tanto a lui, quanto al Signore Cristo, della cui testimonianza egli si accredita. Ora, la testimonianza Cristo la rende alla sua Chiesa. Prendi il Vangelo; leggi dove dice: Era necessario che il Cristo patisse e risorgesse il terzo giorno, e nel suo nome fosse predicata la penitenza e la remissione dei peccati a tutte le genti, incominciando da Gerusalemme 252. Come dunque questa Chiesa accoglie in tutte le nazioni, a partire da Gerusalemme, senza esitazioni e senza indugi, così devi essere accolto tu. Se però ti rifiuti, non è né a me, né ad un'altra persona, che così ti accoglie, che tu resisti pericolosamente, ma al tuo stesso Salvatore e contro la tua salvezza, perché non vuoi credere di essere accolto come accoglie quella Chiesa, raccomandata dalla parola di colui, al quale, come tu stesso ammetti, è empio non credere.



Diversi modi di intendere l'acqua nella Scrittura.


23. 64. " Geremia però ha detto: È diventata per me come acqua ingannevole, di cui non ci si può fidare 253 ". Ma non è dell'acqua di cui tu pensi, che parlava il profeta; leggi attentamente: è la moltitudine degli uomini falsi, che egli ha chiamato acqua infida, secondo lo stile dei profeti che usano esprimersi nel linguaggio figurato.Del resto sappiamo che nell'Apocalisse le nazioni vengono chiamate acque 254. Geremia infatti ha detto: Perché coloro che mi riempiono di tristezza, prevalgono? La mia ferita è profonda: come guarirò? È diventata per me come un'acqua ingannevole, di cui non ci si può fidare 255. È la sua ferita che, a suo dire, è diventata per lui come acqua infida; ed egualmente chiamò sua ferita, quelli che lo rattristavano. Infatti, ciò che ha detto prima: Coloro che mi rattristano, è diventato poi: Mia ferita; e ciò che ha detto sopra: Prevarranno, è diventato poi: È profonda.



L'acqua con cui gli eretici sono battezzati è di Cristo.


23. 65. Altrettanto fate con quel testo in cui egli dice: Astieniti dall'acqua straniera e non bere da una sorgente straniera 256. Pensate infatti che sia stato detto del battesimo che si trova tra gli eretici e che l'acqua sia straniera, perché gli eretici non possederanno il regno dei cieli. Quasi che non sia così presso gli ubriachi, gli invidiosi e simili peccatori, di cui è stato egualmente detto: Non possederanno il regno dei cieli 257. Eppure, in tutti costoro, se sono stati battezzati secondo il Vangelo, c'è il battesimo di Cristo e non il loro. Di conseguenza, quell'acqua non è straniera, benché stranieri siano quelli ai quali egli dirà:Non vi conosco 258. Perché, piuttosto, non potrei intendere per acqua straniera e sorgente straniera la dottrina dello spirito maligno, dalla quale sono ingannati e sedotti quanti si sono estraniati da Dio per l'ignoranza, che è in loro a causa della cecità del loro cuore, visto che l'Apostolo raccomanda proprio questo: Lo Spirito dichiara apertamente che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede, per dedicarsi ai seduttori e alle dottrine dei demoni 259? È questa l'acqua straniera e la sorgente straniera! Se infatti l'acqua, nel senso buono, significa anche lo Spirito Santo, perché, nel senso cattivo, non dovrebbe significare anche lo spirito maligno? Non sempre, infatti, dove la Scrittura parla dell'acqua, vuole indicare il sacramento visibile del battesimo, ma a volte questo e a volte un'altra cosa. I discepoli del Signore avevano battezzato con questo sacramento visibile anche altra gente, prima che su di essi scendesse lo Spirito Santo, secondo la sua promessa; di lui tuttavia Gesù dice: Se uno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come dice la Scrittura, scorreranno dal suo ventre fiumi di acqua viva 260. Poi l'evangelista prosegue e spiega il senso di questo testo, dicendo: Questo egli diceva con riferimento allo Spirito che stavano per ricevere coloro che avrebbero creduto in lui: lo Spirito infatti non era stato ancora dato, perché Gesù non era stato ancora glorificato 261. Vedete? Chiama acqua lo Spirito che non era stato ancora dato, benché l'acqua del battesimo fosse già stata data a molti.



Battesimo visibile e grazia.


23. 66. C'è anche quest'altro passo, che voi ugualmente non capite: Bevi l'acqua dai tuoi recipienti e dalle sorgenti dei tuoi pozzi. E la sorgente della tua acqua sia di tua proprietà e nessun estraneo comunichi con te; e le tue acque non scorrano fuori e nelle tue piazze scorrano le tue acque 262. Esso non raccomanda il battesimo visibile, che possono avere anche gli estranei, coloro cioè che non possederanno il regno di Dio, ma il dono dello Spirito Santo, che hanno soltanto quelli che regneranno con Cristo per sempre, poiché la carità di Dio come dice l'Apostolo, è diffusa nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato 263. Infatti, la dilatazione stessa del cuore realizzata dalla carità, che egli vede diffusa e di cui parla così ai Corinti: La nostra bocca si apre a voi, o Corinti, il nostro cuore si è dilatato 264, è significata con il nome di " piazze ".



Anche gli estranei a Dio possono avere doni di Dio.


23. 67. Ciò che è esplicito nella frase: Non credete ad ogni spirito, ma sperimentate lo spirito che viene da Dio 265, è detto in forma figurata nell'altra: Astieniti dall'acqua straniera e non bere da una sorgente non tua 266. E ciò che è esplicito in quella: La carità di Dio è diffusa nei vostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che vi è stato dato 267, è detto in forma figurata in: La sorgente della tua acqua sia di tua proprietà e nessun estraneo vi partecipi con te 268. Molti doni di Dio, infatti, possono averli anche gli estranei. Non solo i doni che abbiamo in comune con le pietre e con le piante, come l'esistere e il vegetare; né solo quelli che abbiamo in comune con gli animali, come respirare e sentire, ma anche i doni più grandi, quelli propri degli uomini, come la ragione, la parola, le innumerevoli arti utili e molti altri. Dei doni stessi che ci sono stati dati per la casa di Dio, alcuni li hanno anche gli estranei, coloro cioè che non possederanno il regno di Dio e ai quali alla fine: Non vi conosco 269, sarà detto quand'anche dicessero: Nel tuo nome abbiamo profetizzato e abbiamo fatto molti prodigi 270. Paolo infatti dice: Se anche io avessi la profezia, e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza; e se avessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non ho la carità, sono niente 271. Questo dunque è il dono dello Spirito Santo, proprio dei santi, al quale nessun estraneo può partecipare. Esso manca a tutti i maligni e i figli della geenna, quantunque abbiano ricevuto il battesimo di Cristo, come Simon Mago. E manca anche agli eretici. Lo ricevono quando, convertitisi, vengono ed abbracciano sinceramente il vincolo della carità. Ma se non lo ricevessero, anche se hanno il battesimo di Cristo, non possederanno il regno di Cristo, poiché non erano entrati in quella sorgente riservata di acque, che scorrono nelle piazze dei santi e non defluiscono fuori. A quella sorgente che è la carità di Dio diffusa nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato 272. Smettetela dunque di citare quei testi che o non capite o capite che sono favorevoli a noi e contro di voi. Che se, poi, quelli ambigui si prestassero ad essere interpretati a favore vostro e nostro, certo non gioverebbero affatto alla vostra causa, perché anche noi, se volessimo farne uso, ne avremmo tantissimi, ma non gioverebbero affatto alla nostra causa. Per la verità, questi testi sostengono una causa cattiva, almeno ritardandola.



L'acqua uscì dal corpo del Signore, cioè la Chiesa.


24. 68. Dicono: " Ecco, dal corpo del Signore scaturì acqua 273 ". E a che ti giova, o eretico? " A molto - risponde - poiché significa che non c'è battesimo, se non nel corpo del Signore, cioè la Chiesa ". Potresti meglio dire: " Dal corpo del Signore, cioè dalla Chiesa ": sempre che si accerti che quest'acqua simboleggia il battesimo: cosa che forse necessita ancora di una ricerca più attenta. Anche noi, del resto, diciamo che il battesimo, che voi avete, scaturì dal corpo del Signore, cioè dalla Chiesa, anche se voi non siete in essa, come tutti quelli che non costruiscono sulla pietra, ma sulla sabbia. Tuttavia, perché non rifletti che l'acqua in cui tu vedi simboleggiato il battesimo, non solo era dentro il corpo del Signore, ma che uscì dal suo corpo, a causa della ferita aperta da un persecutore? Né gli eretici né altri peccatori avrebbero portato fuori con loro i sacramenti, se avessero conservata la piena unità nel corpo del Signore. Ma voi vedete quale profondo e impenetrabile mistero nasconda tutto questo!



Donato rivolge a suo favore tutti i testi della Scrittura.


24. 69. Ora basta; smettetela con questi testi. Tutte le citazioni di questo tipo, che voi potete fare, o sono a nostro favore o, a costo di diminuire molta forza alla nostra causa, non è chiaro per chi siano; voi però indugiate volentieri sui testi oscuri, per non essere costretti a riconoscere quelli chiari. Ecco la Chiesa; vi chiedo: che vi succede? Ecco la Chiesa: accreditata, manifestata, preannunziata e designata da molte ed evidenti testimonianze delle sante Scritture: Come abbiamo udito, così abbiamo visto 274. Perché cerchi scappatoie, chiedendo come saresti accolto? Perché rifiuti di essere accolto, come accoglie colei alla quale rende testimonianza colui che non poté mentire 275? Dimostraci che le Scritture canoniche hanno detto, apertamente, che va ribattezzato, nella Chiesa cattolica, chi è già stato battezzato presso gli eretici, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. E se non lo puoi dimostrare, mostraci che alla tua comunione, cioè al partito di Donato, dal quale l'hai appresa, le Scritture canoniche rendono una testimonianza chiara ed esplicita; ed allora ammetterò che, in forza di questa testimonianza, bisogna passare al tuo partito e che non bisogna accogliere gli eretici diversamente da come li accoglie la Chiesa nella quale tu stai. Perché ti agiti? Perché ti turbi? Sicuramente perché nelle Scritture canoniche non trovi quanto noi, giustamente, esigiamo da te. In effetti, il testo che spesso citate: Dove vai a pascolare, dove vai a riposare nel mezzogiorno? 276 tu vedi che significa e che non ti è favorevole. Non cercarne di simili. In verità, se il partito di Donato si trovasse nella regione Settentrionale, che è all'opposto della Meridionale, direbbe che di lui è stato scritto: I monti di Sion, nel cuore del Settentrione, sono la città del grande re 277. In realtà, la città del grande re non è che la Chiesa, e non c'è dubbio che questo testo proclama la Chiesa più dell'altro: Dove vai a pascolare, dove vai a riposare nel mezzogiorno? 278 .Ma forse di questo testo avrebbe potuto servirsi l'eretico Marcione, che, si dice, era originario del Ponto, che è una regione a Settentrione. D'altra parte, se il partito di Donato si trovasse in Occidente, direbbe che si riferisce a lui il testo: Camminate verso colui che sale all'Occidente; il suo nome è Signore 279. E forse direbbe che è più sublime salire verso l'Occidente, che riposare nel mezzogiorno. Questi sono testi misteriosi, oscuri, simbolici: noi ve ne sollecitiamo uno chiaro, che non richieda l'interprete.



Accogliamo gli eretici come fa tutta la Chiesa: non ribattezzandoli.


24. 70. Io quindi ti accolgo così come accoglie la stirpe di Abramo in cui sono benedette tutte le nazioni 280. Forse questo testo sarebbe oscuro se Paolo non ci avesse spiegato che la stirpe di Abramo è Cristo281. Ti accolgo come usa accogliere la donna sterile, i cui figli sono più numerosi della maritata 282. Anche questo testo sarebbe oscuro, se Paolo non avesse detto che la donna è la Chiesa, nostra madre 283, alla quale è stato detto: Il Signore che ti ha liberato, egli è il Dio di tutta la terra 284. E ancora: La tua terra è il mondo 285. Come usa accogliere la regina di cui il salmo dice: Siede la regina alla tua destra, e:Al posto dei padri ti sono nati i figli; li costituirai principi sopra tutta la terra 286. Infine, per evitare troppe citazioni, ti accolgo come accoglie la Chiesa in tutte le nazioni, a partire da Gerusalemme 287; come accoglie la Chiesa che testimonia Cristo in Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria, e fino a tutta la terra 288. È lui che ti accoglie: lui che ha predetto di lei questo futuro; lui che l'ha rivelata con parole chiare, perché nessuno possa dubitare di lei. Ti accolgo come accoglie il grano seminato nel campo e che cresce insieme alla zizzania fino alla mietitura. Il grano infatti sono i figli del regno, mentre il campo è il mondo, e la mietitura la fine dei tempi 289. Lo ha spiegato il Signore; è Vangelo; sono parole del Signore, sono chiare. Potrei risponderti: " Ti accolgo come anche voi avete accolto quelli che Pretestato e Feliciano, da voi condannati, hanno battezzato fuori della vostra comunione ", e a questo non avresti proprio nulla da replicare. Ma preferisco dirti ciò che possa valere invincibilmente anche contro gli stessi Massimianisti che, soprattutto in due testi, di cui siete soliti far uso con molta inesperienza, e tuttavia frequenza, hanno pienamente vinto, cioè circa il piccolo numero e il mezzogiorno. Vi dirò ciò che distrugga voi tutti che, come un tutt'uno vi scagliate contro di noi: " Vi accogliamo, se volete correggervi, così come accoglie la Chiesa che, secondo la parola del Signore, avrebbe avuto inizio da Gerusalemme, e negli Atti degli Apostoli leggiamo che è andata in molte nazioni, prima di venire in Africa, e andrà in tutte le nazioni prima della fine; poiché il Signore ha detto: Sarà predicato il Vangelo a tutte le nazioni, e allora verrà la fine 290 ". Ecco ora le sue impurità: Per l'abbondanza dell'iniquità, si raffredderà la carità di molti 291. Ecco il suo grano: Chi invece persevererà sino alla fine, sarà salvato 292. Dov'è menzionata, qui, l'Africa del partito di Donato? Ecco ancora il suo grano: Perché tu sappia - dice l'Apostolo - come devi comportarti nella casa di Dio, che è la Chiesa del Dio vivente, colonna e fondamento della verità. Senza dubbio, grande è il mistero della pietà che si è manifestato nella carne, è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli Angeli, è stato predicato ai Gentili, è stato creduto nel mondo, è stato assunto nella gloria 293. Ecco le sue impurità: Lo Spirito attesta chiaramente che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede, dando ascolto a spiriti seduttori e a dottrine demoniache 294 e cose simili. Dove è menzionata, anche qui, l'Africa del partito di Donato, per poter dire che è essa la colonna e il sostegno della verità e il mistero della pietà, dal quale avanza sino alla fine, tanto che Paolo disse: È stato predicato ai Gentili, è stato creduto nel mondo, è stato assunto nella gloria 295?



Chi vuole rispondere alla lettera legga la Scrittura.


24. 71. Perché trattenervi ancora? Chi pensa di rispondere a questa lettera, esamini bene le Scritture; dopo di che, o citi un testo chiaro sull'Africa, in cui si dica che solo in essa c'è il partito di Donato e solo da essa si diffonde - che non può citare, proprio perché la Scrittura non può contraddire a quelli tanto chiari, che sono stati da noi citati - oppure, se cerca seguaci pronti a credere ingenuamente ai loro sospetti, alle incriminazioni e alle calunnie, e li vuole condurre ad un altro Vangelo, ma non ve n'è un altro, e annunciarci verità diverse da quelle che abbiamo ricevute, anche se fosse un angelo del cielo, egli sarebbe anatema 296 Anche il diavolo, infatti, che precipitò dal cielo proprio perché non restò nella verità, se fosse stato anatema per l'uomo, quando gli annunciò una cosa diversa da quella ricevuta dal Signore Dio, i nostri progenitori carnali non sarebbero incorsi nella pena della morte, né sarebbero usciti dal luogo della felicità.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)