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   Cercare la Chiesa nella Scrittura.


4. 7. Il Cristo totale è capo e corpo. Il capo è il Figlio unigenito di Dio, il suo corpo è la Chiesa: l'uno Sposo e l'altra Sposa; due in una sola carne 9. Chi è in disaccordo con le sante Scritture circa il Capo, se anche si trova in tutte le zone in cui la Chiesa è segnalata, non è nella Chiesa. E inoltre, chi è in armonia con le sante Scritture sulcapo, ma non è in comunione con l'unità della Chiesa, non è nella Chiesa, poiché circa il corpo di Cristo, che è la Chiesa, discorda con la testimonianza che ne ha dato Cristo stesso. Per esempio: quelli che non credono che Cristo è venuto nella carne dalla Vergine Maria, dalla stirpe di Davide, come afferma con grande chiarezza la Scrittura di Dio; oppure che non è risorto con quello stesso corpo, con cui era stato crocifisso e sepolto, sebbene si trovino in tutte le nazioni dov'è la Chiesa, sicuramente non sono nella Chiesa, perché non sono uniti al Capo della Chiesa, che è Cristo; e sbagliano non su qualche aspetto oscuro delle divine Scritture, ma si oppongono ai suoi testi più noti e chiari. Così, quanti credono che Gesù Cristo è venuto nella carne, come ho detto, e che in quella stessa carne, in cui è nato e ha sofferto, è risuscitato, e che egli è il Figlio di Dio, Dio presso Dio, una cosa sola con il Padre, Verbo immutabile del Padre, per mezzo del quale tutto è stato fatto 10, ma sono in disaccordo con il suo corpo che è la Chiesa, al punto da non essere in comunione con questa Chiesa sparsa dappertutto, bensì con qualche sua porzione separata, è evidente che non sono nella Chiesa cattolica. Perciò, visto che la nostra controversia con i Donatisti non verte sul capo ma sul corpo, cioè, non su Gesù Cristo Salvatore, ma sulla sua Chiesa, sia proprio il capo, sul quale siamo d'accordo, a mostrarci il suo corpo, sul quale siamo in disaccordo, affinché siano le sue stesse parole a far cessare, ormai, il disaccordo. Egli poi è il Figlio Unigenito e il Verbo di Dio, e quindi neppure i santi Profeti avrebbero potuto annunciare la verità, se la Verità stessa, che è il Verbo di Dio, non avesse rivelato loro le verità da dire, e ordinato di dirle. Ecco perché, all'inizio, la parola di Dio risuonò per bocca dei Profeti, poi per se stessa, quando il Verbo si fece carne e abitò tra noi 11, e infine, per mezzo degli Apostoli, che egli inviò a predicarlo 12, affinché fosse la salvezza fino all'estremità della terra. È in tutti questi, dunque, che va cercata la Chiesa.



Scegliere testi chiari ed evidenti.


5. 8. Ma poiché molte espressioni, dirette contro alcuni e per scopi diversi, spesso i maldicenti le rivolgono a loro piacimento contro altre persone e per altri scopi; e molte altre, espresse in linguaggio figurato e oscuro per esercitare le intelligenze, per la loro forma enigmatica o per l'ambiguità del doppio senso, talvolta sembrano sintonizzare e armonizzarsi con una falsa interpretazione, io premetto e propongo anche di scegliere testi chiari ed evidenti. Che se nelle sante Scritture questi non si trovassero, non vi sarebbe nessun'altra maniera per aprire quelli ermetici e per chiarire quelli oscuri. Per esempio, vedete come sia facile, a noi contro di loro e a loro contro di noi, ripetere quanto il Signore disse ai farisei: Siete simili ai sepolcri imbiancati, che dal di fuori appaiono belli agli uomini, dentro invece sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così voi: di fuori apparite giusti agli uomini, dentro invece siete pieni di ipocrisia e di iniquità 13. Ora, o che noi muoviamo contro di loro queste accuse o che essi le fanno a noi, se prima non si dimostra, con prove molto evidenti, chi sono questi che, essendo ingiusti, si fingono giusti, quale persona, dotata di un po' di buon senso, potrà ignorare che si è spinti a parlare dalla leggerezza che offende più che dalla verità che convince? Era ben altro lo spirito con cui il Signore diceva queste cose contro i farisei: egli parlava da conoscitore del cuore e da testimone e giudice di tutti i segreti degli uomini 14. Noi, invece, dobbiamo prima trovare e dimostrare le nostre accuse, per non essere accusati noi stessi, piuttosto, del gravissimo crimine di folle temerarietà. Certo, se essi per primi ci dimostrano che gli ipocriti siamo noi, noi non dobbiamo assolutamente rifiutarci di essere rimproverati e colpiti da queste parole delle sante Scritture; analogamente, se noi dimostriamo che lo sono loro, avremo eguale diritto di ferire, con questi rimproveri del Signore, quanti sono stati confutati e convinti.



Non scegliere testi oscuri e simbolici.


5. 9. Così, dobbiamo parimenti accantonare, per il momento, anche i testi oscuri e avvolti in veli di metafore: essi si prestano ad interpretazioni valide per noi e per loro. È certamente compito delle menti più acute discernerne e valutarne l'interpretazione più probabile, ma noi non vogliamo impegnare in dispute sottili la discusssione di un affare che interessa la gente. Noi siamo sicuri che nell'arca di Noè - ammessa la veridicità del fatto in cui si narra che, nella distruzione dei peccatori, la famiglia del giusto Noè è scampata al diluvio - è stata simboleggiata anche la Chiesa. E forse questa potrebbe sembrare una ingegnosa interpretazione dell'uomo, se non ne parlasse, in una sua lettera, l'apostolo Pietro 15. Però, ed è ciò che Pietro qui non ha detto, se uno di noi sostenesse che la presenza di tutte le specie di animali nell'arca preannunziava la futura diffusione della Chiesa in tutte le nazioni, forse i Donatisti potrebbero essere di diversa opinione ed esigere un'altra interpretazione. Analogamente, se essi un testo oscuro e ambiguo, lo interpretassero a favore della loro tesi, mentre per noi è evidente che vuol dire una cosa diversa e a favore nostro, dove si andrà a finire? Un certo loro vescovo, infatti, parlando qui ad Ippona davanti al popolo, come mi è stato riferito, ha sostenuto che l'arca di Noè era stata spalmata di bitume dentro, proprio per impedire che dall'interno uscisse acqua, e fuori, proprio per impedirne infiltrazioni dall'esterno. Certamente egli volle che questa interpretazione potesse impedire di credere che il battesimo può uscire fuori dalla Chiesa, oppure di accettare quello dato da fuori. Sembrò di dire una cosa importante; perciò venne applaudito da quanti lo ascoltavano con piacere, ma senza riflettere attentamente a quanto sentivano, per rendersi conto di una cosa tanto facile: è impossibile che una costruzione di legni lasci penetrare acqua dall'esterno, se non la lascia uscire dall'interno. Se, al contrario, esce l'acqua dall'interno, è logico che penetri anche dall'esterno. Ma, anche volendo ritenere esatta l'interpretazione di quel vescovo su questo legno ben compaginato, chi potrebbe impedirmi, se ne fossi capace, di darne una diversa circa quest'arca spalmata di bitume dentro e fuori? Non è assurdo infatti dire, anzi è molto più probabile, che con il bitume, colla molto forte e sostanza bruciante, sia stata significata la carità. Perché il salmo dice: La mia anima si è attaccata a te 16, se non per l'ardente carità? Visto che ci è stato comandato di avere questa carità, tra di noi e verso tutti, per questo l'arca è stata spalmata di bitume dentro e fuori. E poiché è scritto: La carità tutto sopporta 17, la forza della tolleranza che conserva l'unità è stata significata per mezzo del bitume, con cui l'arca è stata spalmata dentro e fuori, proprio perché i malvagi dobbiamo tollerarli dentro e fuori, per non distruggere la pace. Risparmiamoci, dunque, simili interpretazioni in questa nostra disputa e ricerchiamo qualche chiaro testo che ci manifesti la Chiesa.



Il messaggio di Iud 6, 34-36.


5. 10. In verità, nel libro dei Giudici è scritto: E Gedeone disse al Signore: Poiché tu salverai Israele per mia mano, come hai detto, ecco io stenderò un vello di lana sull'aia; e se si troverà rugiada soltanto sul vello, mentre il resto del terreno resterà al secco, saprò che tu salverai Israele per la mia mano, come hai detto. E così avvenne. L'indomani all'alba, Gedeone si alzò, strizzò il vello e ne fece scorrere la rugiada: un catino pieno d'acqua. E Gedeone disse al Signore: Non si adiri contro di me la tua collera, Signore: parlerò ancora una volta e ancora una volta riproverò con il vello. Resti al secco soltanto il vello, mentre sul resto della terra scenda la rugiada. E Dio fece così quella notte: soltanto il vello rimase al secco, mentre su tutto il terreno cadde la rugiada 18. Io non vi vedo altra figura ed altra profezia che intendere per l'aia, il mondo intero, e per il luogo in cui c'era il vello, il popolo di Israele. Noi sappiamo infatti che una volta questo popolo è stato irrorato dalla grazia del sacramento divino come da una rugiada celeste, mentre tutt'intorno, in nazioni prive di questo dono, vi era la siccità. Quel popolo, comunque, possedeva questo dono nel vello, come avvolto, cioè, in un velo e nella nube del mistero, perché ancora non era stato svelato. Ora invece vediamo che il mondo, svelatasi ormai la rugiada, si nutre del Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo, che allora era figurato nel vello; mentre il popolo d'Israele, perso il sacerdozio che aveva, per non avere riconosciuto il Cristo nelle Scritture, è rimasto come in un vello asciutto. Non in questi simboli, tuttavia, benché io non riesco a cogliervi altro significato, desidero che si cerchi la Chiesa. Insomma, i testi che richiedono una interpretazione, per adesso accantoniamoli: non perché siano false le soluzioni che questa interpretazione trae da essi come da un involucro, ma poiché richiedono almeno un interprete, io non voglio che le nostre intelligenze si confrontino su di esse, ma che la verità gridi con voce chiara, risplenda, irrompa nelle orecchie otturate, colpisca gli occhi di quanti fingono di non vedere - nessuno cerchi, nei suoi anfratti, un nascondiglio per la propria falsa opinione -, confonda essa ogni tentativo di contraddizione, abbatta ogni ostacolo di impudenza.



La promessa contenuta nella Gen 22, 16-18.


6. 11. O Donatisti, leggete la Genesi!. L'ho giurato per me stesso, dice il Signore: perché tu hai eseguito questo comando, e per me non hai risparmiato il tuo dilettissimo figlio, io ti benedirò con ogni benedizione e moltiplicherò senza fine la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare. E la tua discendenza possederà in eredità le città dei nemici; e saranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché hai obbedito alla mia voce 19. Che cosa replicate a questo testo? Volete forse discutere con noi animati dalla perversità dei Giudei, fino a dire che per discendenza di Abramo si deve intendere solo il popolo nato da Abramo secondo la carne? Ma almeno i Giudei non leggono, nelle loro Sinagoghe, l'apostolo Paolo, come invece fate voi nei vostri conciliaboli! Ascoltiamo, allora, quanto dice l'Apostolo - stiamo infatti cercando il senso dell'espressione " discendenza di Abramo " -. Egli disse: Fratelli, io parlo secondo gli uomini. Un testamento legittimo, benché ratificato solo da un uomo, nessuno lo può invalidare o farvi aggiunte. Ora, è ad Abramo e alla sua discendenza che sono state fatte le promesse. E non dice la Scrittura: " e ai tuoi discendenti ", come se si trattasse di molti, ma " e alla tua discendenza ", come a uno solo, cioè Cristo 20. Ecco in quale discendenza tutte le genti sono benedette, ecco il testamento di Dio. Aprite le orecchie: Un testamento legittimo, benché ratificato per mano di un uomo, nessuno lo può invalidare o farvi aggiunte. Perché voi dunque invalidate il testamento di Dio dicendo che esso non è stato eseguito in tutte le nazioni, ma anzi ha ormai perso il suo valore in quelle nazioni dove c'era la stirpe di Abramo? Perché vi inserite delle clausole dicendo che in nessun angolo della terra Cristo è ancora erede, se non là dove ha potuto avere come coerede Donato? Noi non invidiamo nessuno. Leggeteci voi queste stesse cose, nella Legge, nei Profeti, nei Salmi, nel Vangelo stesso e nelle Lettere degli Apostoli. Leggetecele, e noi vi crediamo; come noi vi leggiamo nellaGenesi e nell'Apostolo, che nella discendenza di Abramo, cioè Cristo, sono benedette tutte le nazioni.



Che cosa è stato promesso ad Isacco.


6. 12. Ed ora state a sentire questo stesso testamento, confermato ad Isacco, figlio di Abramo: Scoppiò poi una carestia nel paese oltre quella che v'era stata ai tempi di Abramo. Isacco andò da Abimelech, re dei Filistei, in Gerar. Gli apparve il Signore e gli disse: " Non scendere in Egitto, abita invece nel paese che io ti indicherò; rimani in questo paese e io sarò con te e ti benedirò. A te infatti e alla tua discendenza darò tutto questo territorio, e rinnoverò il giuramento che ho fatto ad Abramo tuo padre, e moltiplicherò la tua discendenza come le stelle del cielo e darò a te e alla tua discendenza tutto questo territorio. Tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua discendenza, poiché Abramo, tuo padre, ha obbedito alla mia voce ed ha osservato i miei comandamenti, i miei statuti, e le mie leggi " 21. Replicate a queste parole! La stirpe di Abramo è la stessa di Isacco, cioè Cristo. E come Cristo, dalla tribù di Giuda, venne nella carne per mezzo di una Vergine, chi, per quanto poco cristiano, lo ignora?



Che cosa a Giacobbe.


6. 13. Ed ascoltate anche questo stesso testamento, promesso a Giacobbe: Giacobbe se ne partì dal Pozzo del giuramento e si diresse verso Carran. Giunse in un certo luogo e qui decise di dormire, perché si era al tramonto del sole. Prese una pietra tra quelle che erano lì, vi appoggiò il capo e si addormentò in quel luogo. Ed ebbe una visione: ecco, una scala poggiava sulla terra e la sua cima raggiungeva il cielo; e gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa. E il Signore si sporgeva da essa, e disse: " Io sono il Signore, il Dio di Abramo tuo padre, il Dio di Isacco; non temere, la terra sulla quale tu sei coricato io la darò a te e alla tua discendenza. La tua discendenza sarà come la polvere della terra e si moltiplicherà al di là del mare, verso l'Africo, l'Aquilone, e l'Oriente. E in te e nella tua discendenza saranno benedette tutte le tribù della terra. Ed ecco, io sono con te e ti proteggerò nel cammino, ovunque tu andrai; e poi ti ricondurrò in questo paese, poiché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto ciò che ti ho detto " 22. Ecco a quale promessa vi opponete; ecco quale stabile testamento invalidate! Il Signore dice: Non ti abbandonerò senza avere fatto tutto ciò che vi ho detto, e voi lo contraddite, invitandoci piuttosto a credere alle accuse criminali che voi movete contro un mondo che ignorate e che vi ignora; mentre ci esortate a non credere a Dio che dice: Non vi abbandonerò senza che l'abbia fatto.



I Donatisti portino anche essi testi chiari per provare le loro accuse.


6. 14. Leggeteci dalle Scritture canoniche che i traditori dei Libri divini sono coloro che voi accusate per nome. Leggeteci testi chiari come quelli che vi abbiamo letto noi dal Genesi. Non vi chiediamo il significato di quella pietra sulla quale Giacobbe appoggiò il capo per dormire; della scala poggiata sulla terra la cui cima raggiungeva il cielo; degli angeli di Dio che salivano e scendevano su di essa. Facciano queste ricerche uomini più saggi e dotti e ne parlino ad un popolo in pace dove, non s'oda lo strepito di una opposizione ingiusta, che arma la propria impudenza dell'oscurità del mistero e della enigmaticità dei testi. Non mancano certo fedeli che hanno l'animo come quel tale di cui il Signore, nel Vangelo, dice: Vedendo l'Israelita nel quale non c'era inganno 23, perché Giacobbe, che vide questa scala, è chiamato, lui stesso, Israele. Non mancano dunque di questi fedeli, come quelli di cui parla qui il Signore. Veramente nel Vangelo egli dice: Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio scendere e salire sopra il Figlio dell'Uomo 24, cioè sopra la discendenza di Abramo nella quale sono benedette tutte le nazioni. Ma io non impongo, a chi le rifiuta, queste interpretazioni. Ascoltate questo ora: La tua discendenza sarà come la polvere della terra e si moltiplicherà al di là del mare, verso l'Africo, l'Aquilone e l'Oriente; in te e nella tua discendenza, saranno benedette tutte le tribù della terra 25. Datemi questa Chiesa, se c'è tra voi; mostratemi di essere in comunione con tutte le nazioni, che costatiamo già benedette in questa discendenza. Datemela questa Chiesa, o meglio, deposta la vostra ira, ricevetela, non da me però, ma da colui nel quale tutte le nazioni sono benedette. Penso che l'avere richiamato questi testi del primo libro della legge potrà bastarci; molti di più, certo, verranno alla luce per chi lo legge senza spirito di empia contraddizione e con religioso affetto.



Testimonianze dei Profeti sulla universalità della Chiesa futura.


7. 15. Che cosa leggiamo nei Profeti? Come sono numerose e chiare le testimonianze sulla diffusione della Chiesa tra tutte le nazioni della terra! Ne ricorderò solo alcune, lasciandone molte altre ai lettori timorati di Dio. Prendiamo le divine parole proclamate per bocca del santo Isaia e consultiamo i suoi responsi come oracoli di Dio. Tacciano gli animosi e dannosi scontri delle umane contese. Porgiamo l'orecchio alla parola di Dio; ci dica Isaia dove ha previsto, per rivelazione di Dio, la santa Chiesa; in modo da poter scorgere fin da ora, nelle parole di uno che annunzia il futuro, il presente: Tutta la terra - egli disse - è stata riempita della conoscenza del Signore, come la massa d'acqua copre il mare. In quel giorno spunterà la radice di Iesse, colui che sorgerà per avere il potere sui popoli. In lui i popoli riporranno la loro speranza 26. Che la radice di Iesse sia Cristo, nato dalla stirpe di Davide secondo la carne, nessun cristiano, per quanto poco lo sia, lo ignora. Se poi si tratta di un tipo litigioso, litighi pure con l'Apostolo che, nelle sue Lettere, fa uso di questo passo 27. Dice ancora Isaia: Germoglierà e fiorirà Israele, e tutto il mondo si riempirà dei suoi frutti 28. Israele, come sappiamo, era figlio di Isacco, nipote di Abramo, al quale venne promesso che nella sua discendenza sarebbero state benedette tutte le nazioni; e questa discendenza è, per l'Apostolo, Cristo. Ora, Cristo è venuto dalla stirpe di Abramo per mezzo di Isacco, per mezzo di Israele e così via, come troviamo nella genealogia della nascita di Cristo narrataci dall'evangelista 29. Chi dunque vuol sostenere il contrario, contraddica il Vangelo e neghi che dalla stirpe di Israele è venuto il Cristo, per poter negare queste parole di Isaia: Germoglierà e fiorirà Israele e il mondo si riempirà dei suoi frutti, e queste altre: Io sono Dio, il Primo, e sono anche in mezzo agli avvenimenti futuri. Le nazioni hanno visto e i confini della terra hanno tremato 30. E questo è ciò che altrove la Scrittura dice: Io sono il primo e l'ultimo 31; ossia egli è l'Alfa e l'Omega, le due lettere conosciute da tutti come simbolo di Cristo. Infatti, dove qui troviamo: Ultimo, in Isaia troviamo: E anche in mezzo agli avvenimenti futuri, io sono. È dunque a questa rivelazione che si oppongono quelli che non vogliono credere, anzi che non vogliono vedere il compimento delle parole seguenti: Hanno visto le nazioni e hanno tremato i confini della terra. Così poco dopo: Giacobbe è mio figlio, ed io lo accoglierò. Israele è il mio eletto, e la mia anima lo ha accolto. Ho posto il mio spirito su di lui: egli porterà la giustizia alle nazioni. Non griderà, né alzerà il tono, non si udirà fuori la sua voce. Non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà il lucignolo fumigante, ma proclamerà il giudizio con verità. Egli risplenderà e non sarà abbattuto, finché non avrà stabilito sulla terra la giustizia: e nel suo nome le nazioni troveranno speranza 32Questo testo va riferito a Cristo e lo ritroviamo nel Vangelo 33. Chi osa, lo contesti; chi invece non osa, si unisca alle nazioni per sperare in lui e non si separi dall'unità delle nazioni che sperano in lui; e se poi se ne è separato, ritorni per non perire.



Testo di Isaia sulla diffusione della Chiesa.


7. 16. Dice ancora Isaia: Ed ora ecco che cosa dice il Signore che mi ha plasmato suo servo nel grembo materno, per ricondurre a lui Giacobbe e Israele. Mi avvicinerò a lui e sarò onorato davanti al Signore, e il Dio mio sarà la mia forza. Egli mi ha detto: Questo sarà il tuo più grande onore: essere chiamato mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre la discendenza di Israele. Ti ho stabilito come Alleanza della razza, luce delle nazioni, perché tu sia la salvezza fino alle estremità della terra 34. E poco dopo: Così dice il Signore di Israele: Nel tempo più propizio ti ho ascoltato e nel giorno della salvezza ti ho aiutato35. Certo, citando queste parole, l'apostolo Paolo mostra che esse si sono realizzate solo nei cristiani.Infatti continua dicendo: Ecco ora il tempo propizio, ecco ora il giorno della salvezza 36. Ma sentiamo il seguito di Isaia: Ti ho posto come Alleanza delle nazioni per abitare la terra e possedere l'eredità devastata 37; e pochi righi dopo prosegue dicendo: Ecco, questi vengono da lontano e quelli dall'Aquilone e dal mare, e altri, poi, dal territorio dei Persi. Giubila, o cielo, e rallègrati, o terra. Prorompano le montagne in grida di gioia, perché Dio ha avuto pietà del suo popolo e ha consolato gli umili della sua nazione. Disse poi Sion: Il Signore mi ha abbandonata e Dio si è dimenticato. Si dimentica forse una donna del suo figlio o può succedere che non abbia compassione del frutto delle sue viscere? Ebbene: anche se essa si dimenticasse, io invece non ti dimenticherò mai, dice il Signore. Ecco, ho disegnato sulle palme delle mie mani le tue mura; sei davanti a me, sempre, e presto sarai ricostruita da quegli stessi che ti hanno distrutta 38. Ora, poiché la parola dell'Apostolo non ci consente di riferire questo testo al popolo giudaico, ma a quello cristiano, come interpreteremo le ultime parole di Isaia: E presto sarai riedificata da quelli stessi che ti hanno distrutta, se non che era stato predetto, tanto tempo prima, che i re della terra, i quali in un primo tempo perseguitavano la Chiesa, in seguito l'avrebbero aiutata? Ma poiché molti di loro sarebbero morti nei loro peccati, il profeta aggiunge dicendo: E quelli che ti hanno abbandonata, si allontaneranno da te 39. Poi prevedendo l'unione con la Chiesa di tutte le nazioni, prosegue dicendo: Alza i tuoi occhi intorno e vedi tutti costoro. Vivo io, dice il Signore. Ti vestirai di tutti loro e ne disporrai come l'ornamento di una sposa novella, poiché ciò che in te era deserto, devastazione e rovine, sarà ora una dimora troppo stretta per quelli che vi abitano. Lontano da te stiano coloro che ti divoravano. Diranno infatti ai tuoi orecchi i figli che tu hai perduti: troppo stretto è per noi questo luogo; fateci pertanto ancora un luogo in cui poter abitare. Ma tu dirai nel tuo cuore: chi mi ha generato costoro, ben sapendo di essere senza figli e vedova? Chi dunque mi ha allevato questi? Io infatti ero rimasta sola e costoro dove erano per me? Così dice il Signore: Alzerò le mie mani verso le nazioni e verso le isole il mio vessillo, e ricondurrò nel seno i tuoi figli; porteranno sulle spalle anche le tue figlie, e i re saranno i vostri tutori e le regine le vostre nutrici; chinando il volto verso la terra ti scongiureranno e baceranno le orme dei tuoi piedi; saprai che io sono il Signore e non arrossirai. E poco dopo aggiunge: Ascoltatemi, ascoltatemi, popolo mio, e voi re fate attenzione, poiché da me uscirà la legge e il mio giudizio sarà luce per le genti. Si avvicina, in fretta, la mia giustizia; la mia salvezza sta per partire e il mio braccio salverà le genti 40. Che significa questo " braccio "? Consultiamo gli scritti degli Apostoli. Quando infatti l'apostolo Paolo volle introdurre una testimonianza di questo stesso profeta circa l'infedeltà dei Giudei, per spiegare come mai Cristo non si era rivelato a loro, citò questo testo: Chi ha creduto alla nostra predicazione? E a chi si è manifestato il braccio del Signore? 41 Inoltre, Isaia aggiunge queste parole: Scoppiate di gioia, rovine di Gerusalemme, perché il Signore ha avuto pietà di lei: egli riscatta Gerusalemme e snuderà il suo braccio santo davanti a tutte le genti. E tutte le nazioni fino ai confini della terra vedranno la salvezza che viene da Dio 42. Ora, chi è tanto sordo, tanto folle, tanto accecato nello spirito da contraddire testimonianze così evidenti, se non chi non sa che cosa dire?


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)