DIFENDERE LA VERA FEDE

OBBEDIRE E' COSA BUONA Adelaide Roncalli e le Apparizioni Madonna delle Ghiaie

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    Caterina63
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    00 28/08/2014 15:09

      Sì, obbedire è meglio. Ascoltate la piccola Adelaide

    di Raffaella Frullone27-08-2014

    La cappella delle apparizioni alle Ghiaie di Bonate

    Appena saputo della morte di Adelaide Roncalli, mi è balzato alla mente il titolo dell’ultimo libro di Costanza Miriano, Obbedire è meglio, solo che con una piccolissima postilla: il punto interrogativo. Ma obbedire è davvero meglio? Se anche tra molti cattolici il nome di Adelaide Roncalli è sconosciuto, è perché questa donna, ha vissuto così come è morta: nell’obbedienza più totale alla Chiesa, e saldamente ancorata alla verità che quella stessa Chiesa ancora oggi non riconosce. Com’è stato possibile?

    Quarta di otto figli, Adelaide viveva con la famiglia in località Torchio a Ghiaie di Bonate, a 10 chilometri da Bergamo.
    Una quotidianità umile, modesta, niente fuori dall’ordinario per quella provincia bergamasca dove quello che contava era lavorare per portare a casa il pane per la famiglia. Era il 13 maggio del 1944 e mentre l’Europa tremava sotto le bombe del secondo conflitto mondiale, Adelaide, una bimba di soli sette anni, andava per campi a raccogliere fiori di sambuco quando un incontro stravolse la sua vita, quella degli abitanti di Ghiaie di Bonate e di molti altri nel corso dei successivi 70 anni.
    Pur avvertendo la straordinarietà di quell’incontro, con genuinità di bambina, Adelaide racconterà di aver chiaramente visto una signora: «bella e maestosa, indossava un vestito bianco e un manto azzurro […] Al primo momento ebbi paura e feci per scappare, ma la Signora mi chiamò con voce delicata dicendomi: “Non scappare ché sono la Madonna!”. Allora mi fermai fissa a guardarla, ma con senso di paura. La Madonna mi guardò, poi aggiunse: “Devi essere buona, ubbidiente, rispettosa col prossimo e sincera: prega bene e ritorna in questo luogo per nove sere sempre a quest'ora”». 

    A questo primo episodio ne seguiranno altre 12, la Vergine apparirà infatti alla piccola ogni sera dal 13 al 21 maggio e poi dal 28 al 31, presentandosi come “Regina della Famiglia”. Nella visione la donna si mostra con una veste purpurea e un manto verde, tra le mani tiene due colombi, simbolo dell’unione dei coniugi e su un braccio la corona del Rosario. Durante le apparizioni sollecita a pregare molto e a offrire sacrifici, chiede penitenze e digiuni, promette protezione e guarigioni. 

    La voce delle apparizione si diffonde in men che non si dica in quel fazzoletto di terra che è Ghiaie di Bonate e, nonostante la guerra e i mezzi allora disponibili, un fiume di pellegrini comincia ad arrivare, prima cento persone, poi settecento, poi tremila, trentamila, fino a trecentomila persone: tutti vogliono vedere la bambina e chiedono insistentemente all’Adelaide notizie sulla guerra.
    «Se gli uomini faranno penitenza la guerra finirà fra due mesi, altrimenti poco meno di due anni», le dirà la Madonna, annunciando la fine esatta delle ostilità.
    Per chi conosce quelle strade e quei paesi, impressiona vedere i filmati dell’epoca: fiumi di ammalati trasportati in barella, pellegrini che si riversano alla stazione di Ponte San Pietro, distante pochi chilometri e che mai più verrà invasa così da una folla devota e a dire il vero da nessun altro tipo di folla.

    Il filmato del fotografo Vittorio Villa, realizzato con una rudimentale cinepresa, documenta anche i luoghi e le persone della quotidianità della piccola Adelaide: i sentieri di campagna, la vita contadina, le bambole, quotidianità che verrà stravolta non solo dalle apparizioni, ma dall’incontro con don Luigi Cortesi. Giovane e brillante professore del seminario di Bergamo, subito intuì la portata straordinaria dell’evento e si propose come figura di fiducia per la famiglia che non sapeva più come gestire la folla che si accalcava fuori casa e nemmeno cosa fare con la bambina.
    Con affabilità e malizia, senza il mandato ufficiale del vescovo, don Cortesi strappa la bambina dalla sua famiglia e, con il pretesto di indagare, nei mesi successivi sottopone Adelaide a fortissime pressioni psicologiche e minacce, analisi e indagini del tutto arbitrarie e invasive, nonché soprusi che lo stesso sacerdote riporterà nei suoi scritti, al fine di convincerla a ritrattare. Un’operazione non facile perché la bambina ribadiva di non avere mentito, si piega solo con la minaccia dell’inferno, ovvero quando il sacerdote le dice: «Fai peccato ad affermare di aver visto la Madonna».
    Era il 1945. Dopo le crescenti proteste di molte persone che ne avevano visto l’operato, il vescovo impedisce al Cortesi di avvicinarsi di nuovo alla bambina, ma era troppo tardi: l’abiura peserà come un macigno nel processo di riconoscimento delle apparizioni stesse. 

    L'anno successivo, finalmente liberata dall’oppressione di don Cortesi, la veggente dichiara che la ritrattazione era falsa e gli era stata estorta con pesantissime pressioni psicologiche e in totale isolamento. Il 18 aprile del 1948 la Chiesa di Bergamo si pronuncia con un decreto firmato dall’allora vescovo Adriano Bernareggi con un giudizio sospensivo «non consta della soprannaturalità», un giudizio che non nega le apparizioni, ma che per anni rappresenterà il punto di non ritorno per gran parte della clero bergamasco. «L’espressione “non consta della realtà”», spiegava Padre Angelo Maria Tentori, mariologo morto nel novembre scorso, «non ha un valore negativo, bensì un valore sospensivo e significa che in quel momento non c’erano elementi probativi sufficienti; il decreto quindi non chiude definitivamente il caso, altrimenti sarebbe stata utilizzata, la formula “consta che non”.

    Purtroppo dobbiamo registrare un forte equivoco, perché molti, anche nel campo ecclesiale, quindi anche da parte di sacerdoti, ritengono che quel giudizio sia da considerarsi negativo, ossia che significhi che le apparizioni non sono mai avvenute, e purtroppo questo equivoco porta molte persone che vanno a pregare alla Cappella a sentirsi in stato di disobbedienza. Non è così. La formula usata si limita a dire che l’autorità ecclesiastica non riconobbe sufficiente valore probativo agli argomenti portati a favore delle apparizioni. Il giudizio definitivo rimane in sospeso, in attesa di maggiore studio e valutazione dei fatti».

    Oggi sono in molti ad auspicare e richiedere una riapertura del caso: da quel maggio del 1944 il flusso di pellegrini al santuario dedicato alla Madonna della Famiglia non si è mai fermato, notte e giorno, sole o pioggia, c’è sempre qualcuno in preghiera. Molti invece ancora oggi non credono alle apparizioni e si dicono convinti che la devozione sia nata su una mistificazione. Nel corso degli anni la distanza fra queste due posizioni si è fatta contrapposizione a tratti: da un lato chi accusa senza mezzi termini la chiesa di Bergamo di aver colpevolmente negato la verità delle apparizioni e vergognosamente negato l’operato meschino di don Cortesi, dall’altro chi difende in modo indefesso la stessa chiesa, giustificando con zelo e insistenza l’operato di tutti i sacerdoti che, con diverso grado e responsabilità, si sono occupati della vicenda.

    E Adelaide? A 15 anni decide di consacrarsi con le suore Sacramentine di Bergamo, ma gli strascichi delle apparizioni le sono ancora di ostacolo tanto che è costretta a rinunciare. Così qualche anno dopo si sposa e decide di trasferirsi a Milano dove per una vita intera si dedica alla cura degli ammalati lavorando come infermiera. Per anni, mentre i pellegrini si riversavano a Ghiaie ottenendo guarigioni miracolose e grazie, mentre l’eco delle apparizioni esce dai confini della provincia e dell’Italia, pur nella sofferenza di non vedere confermate le sue parole, Adelaide vive in obbedienza alla Chiesa.
    Mai una rivendicazione, mai una presa di posizione contro, mai una parola fuori posto, un’accusa. Non solo: Adelaide non si concede a nessuna delle numerose richieste di intervista, per lei non ci sono apparizioni televisive, si sottrae ai riflettori e alle chiacchiere, non alle lusinghe di chi, col pretesto di farle raccontare le ingiustizie subite, voleva farne uno strumento contro la Chiesa, mai un moto di ribellione o anche solo di vanità.

    Ma obbedienza non significa totale remissione, non è la rinuncia cieca alla verità che Adelaide coraggiosamente continua ad affermare e a cui rimane sempre fedele. Mai più ha vacillato una volta liberata dall’ombra di don Cortesi, mai, nonostante il pronunciamento della Chiesa, ha ceduto di un centimetro. Non rinnega quelle parole nemmeno quando percepisce chiaramente di avere gran parte del clero cittadino ostile, o comunque non amico: resta saldamente ancorata alla verità.
    Era il febbraio del 1989 quando davanti ad un notaio scriveva: «Io sottoscritta Roncalli Adelaide nata a Ghiaie di Bonate Sopra (Bg) il 23 aprile 1937, nel quarantacinquesimo anniversario torno a dichiarare, come già più volte ho fatto in occasioni precedenti, che sono assolutamente convinta di aver avuto le apparizioni della Madonna a Ghiaie di Bonate dal 13 al 31 Maggio 1944 quando avevo sette anni. Le vicende da me dolorosamente vissute da allora, le offro a Dio e alla legittima autorità della Chiesa, alla quale sola appartiene di riconoscere o no quanto in tranquilla coscienza e in sicuro possesso delle mie facoltà mentali ritengo essere verità».

    Ma è davvero possibile stare in obbedienza alla Chiesa e nello stesso tempo difendere una verità che la Chiesa stessa non conferma, su una questione così rilevante?
    La vita di Adelaide ci dimostra di sì, i suoi 70 trascorsi da quel maggio delle apparizioni svelano il significato più autentico per un cristiano, dell’obbedienza alla Chiesa: l’affidamento è totale, anche quando il sacrificio è grande, anche quando sembra andare contro ragione, ma è vissuto nella libertà di figli per questo non può esserci timore nell’affermare il vero. «E chi non crede?», aveva chiesto la piccola alla Madonna che le risposte così: «Verranno anche quelli, molti si convertiranno ed io sarò riconosciuta dalla Chiesa». Poi ha aggiunto: «Medita queste parole ogni giorno della tua vita, fatti coraggio in tutte le pene. Mi rivedrai nell'ora della tua morte, ti terrò sotto il mio manto e ti porterò in cielo».


    APPARIZIONI MADONNA DELLE GHIAIE  -  vai al sito ufficiale 

     

       




    [Modificato da Caterina63 28/08/2014 15:15]
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
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    00 28/08/2014 15:21




    Oggi la famiglia è spesso incapace di assolvere ai compiti che le erano propri. Non c'è più comunicatività, ci sono molti conflitti tra coniugi, tra genitori e figli. Le idee e gli stili di vita sono presentati da una società violenta piena di permissivismo e di consumismo dove tutto viene dissacrato. I giovani, in balia delle idee, delle mode più distruttive che non li aiutano a distinguere il bene dal male, sono confusi e sfiduciati verso gli altri e verso se stessi.
    La famiglia di oggi non fa più da filtro e non propone i valori che le erano propri.

    Il matrimonio non è un'avventura, non è un'esperienza da prendere con leggerezza. È una grossa responsabilità verso Dio e verso il prossimo. Educare i figli, non è facile.

    Con i messaggi di Ghiaie di Bonate, la Madonna insegna ancora che non vi può essere santa famiglia senza vivere fiduciosi fra le mani materne della Madonna.

    1) L'unità e la santità della famiglia

    La visione di Adelaide, nella 9° apparizione, è emblematica e racchiude tutti gli insegnamenti circa la santità della famiglia evidenziandone le quattro virtù indispensabili: la pazienza, la fedeltà, la mitezza e il silenzio familiare. È un autentico capolavoro di divina bontà.
    La coppia di colombi rappresenta i due membri della famiglia, la Sacra Famiglia, l'esempio tipo per ogni famiglia. Il cavallo, o capo famiglia, dominato dalla tentazione, abbandona la preghiera, si alza, passa dietro le spalla della Madonna, infila la porta aperta (la libertà che Dio dona ad ogni creatura), e si dirige verso un campo di gigli che vuole calpestare.
    La pecora bianca, l'altro coniuge, resta nella chiesa, in preghiera con le due virtù: il cane macchiato (la fedeltà tradita), l'asino grigio (la pazienza penitente che devono esercitare i coniugi).
    La preghiera, il valore della fedeltà offesa e della pazienza penitente scuotono Dio che manda in aiuto San Giuseppe che va a sorprendere l'animale in fallo e a riportarlo con dolcezza al perdono e alla preghiera. Così si ricompone l'unità e la santità della famiglia.

    2) I doveri dei figli

    "Devi essere buona, ubbidiente, rispettosa con il prossimo e sincera: prega bene…" (1°)

    "Devi esser buona, ubbidiente, sincera e pregare bene, rispettosa verso il prossimo". (2°)

    Anche i figli devono collaborare al bene della famiglia. Nelle prime due apparizioni la Madonna stende per i bambini e i più grandi un programma concreto di vita familiare mettendo in evidenza
    i seguenti doveri: bontà, ubbidienza, rispetto verso il prossimo, sincerità e preghiera.

    3) La preghiera e la penitenza

    "Dì loro che se vogliono i figli guariti devono fare penitenza, pregare molto ed evitare certi peccati. Se gli uomini faranno penitenza la guerra finirà fra due mesi, altrimenti poco meno di due anni".(3°)

    "Prega per i poveri peccatori che hanno bisogno della preghiera dei bambini". (4°)

    "Preghiera e penitenza. Prega per i poveri peccatori più ostinati che stanno morendo in questo momento e che trafiggono il mio Cuore". (6°)

    "La preghiera a me più gradita è l'Ave Maria". (6°)

    "Prega pure per il Santo Padre che passa momenti brutti". (10°)

    "Prega molto per coloro che hanno l'anima ammalata; il figlio mio Gesù è morto sulla croce per salvarli. Molti non capiscono queste mie parole e per questo io soffro”. (11°)

    "Prega per il Papa e digli che faccia presto perché voglio essere premurosa per tutti in questo luogo. Qualunque cosa mi si chiederà lo intercederò presso mio Figlio." (13°)

    La Madonna si rivolge alle famiglie esortandole a pregare e a fare penitenza per la salvezza dell'istituzione familiare. Occorre pregare bene e far pregare i bambini perché la preghiera dell'innocenza, richiesta dalla Madonna, riscatterà i poveri peccatori. Anche la guerra è causa e frutto di tanti peccati ed esorta a fare penitenza e a pregare per la pace.

    4) La meditazione

    "Medita queste parole ogni giorni della tua vita, fatti coraggio in tutte le pene". (7°)

    "Domani sarà l'ultima volta che ti parlo poi per sette giorni ti lascio pensare bene quanto ti ho detto. Cerca di capirlo bene perché fatta più grandicella ti servirà molto se vorrai essere tutta mia". (8°)

    La Madonna invita anche noi a riflettere su quanto ha detto ad Adelaide. Maestra di vita spirituale, vuole che capiamo bene le cose che ci ha insegnato perché saranno molto utili per il nostro lungo cammino verso la salvezza.

    5) L'amore verso il prossimo

    "Devi essere buona, ubbidiente, rispettosa col prossimo e sincera: prega bene e ritorna in questo luogo per nove sere sempre a quest'ora". (1°)

    "Devi essere buona, ubbidiente, sincera e pregare bene, rispettosa verso il prossimo". (2°)

    "La pace non tarderà, ma al mio cuore preme quella pace mondiale nella quale tutti si amino come fratelli". (10°)

    6) La sofferenza

    La sofferenza della Madonna
    "Prega per i poveri peccatori più ostinati che stanno morendo in questo momento e che trafiggono il mio Cuore". (6°)

    "Prega per i peccatori ostinati che fanno soffrire il mio cuore perché non pensano alla morte" (10°).

    "Prega molto per coloro che hanno l'anima ammalata; il figlio mio Gesù è morto sulla croce per salvarli. Molti non capiscono queste mie parole e per questo io soffro". (11°)

    La sofferenza del Papa e della Chiesa
    "Prega pure per il Santo Padre che passa momenti brutti. Da tanti è maltrattato e molti attentano alla sua vita. Io lo proteggerò ed Egli non uscirà dal Vaticano. La pace non tarderà, ma al mio cuore preme quella pace mondiale nella quale tutti si amino come fratelli. Solo così il Papa avrà meno da soffrire". (10°)
    La sofferenza di Adelaide
    "Soffrirai molto, ma non piangere perché dopo verrai con me in Paradiso!". (2°)

    "Medita queste parole ogni giorni della tua vita, fatti coraggio in tutte le pene". (7°)
    "Cara bambina, tu sei tutta mia, ma pur essendo cara al mio cuore, domani ti lascerò in questa valle di pianto e di dolore. Mi rivedrai nell'ora della tua morte e avvolta nel mio manto ti porterò in cielo. Con te prenderò pure quelli che ti comprendono e soffrono". (12°)

    "Cara figliola, mi spiace doverti lasciare, ma la mia ora è passata, non sgomentarti se per un po' non mi vedrai. Pensa a quello che t'ho detto; nell'ora della tua morte verrò ancora. In questa valle di veri dolori sarai una piccola martire. Non scoraggiarti, desidero presto il mio trionfo". (13°)

    "Sarò la tua ricompensa se il tuo martirio sarà allegro. Queste mie parole ti saranno di conforto nella prova. Sopporta tutto con pazienza che verrai con me in paradiso. Sta allegra che ci rivedremo ancora piccola martire". (13°)

    La sofferenza degli ammalati
    "No, non è necessario che proprio tutti vengano qui, quelli che possono che vengano che secondo i loro sacrifici saranno guariti o rimarranno ammalati, però non si facciano più gravi peccati". (6°)

    "Gli ammalati che vogliono guarire devono avere maggior fiducia e santificare la loro sofferenza se vogliono guadagnare il paradiso. Se non faranno questo, non avranno premio e saranno severamente castigati. Spero che tutti quelli che conosceranno la mia parola faranno ogni sforzo per meritarsi il paradiso. Quelli che soffriranno senza lamento otterranno da me e dal Figlio mio qualunque cosa chiederanno". (11°)

    La sofferenza dell'anima

    "Prega molto per coloro che hanno l'anima ammalata; il figlio mio Gesù è morto sulla croce per salvarli. Molti non capiscono queste mie parole e per questo io soffro". (11°)

    7) La pace

    "Se gli uomini faranno penitenza la guerra finirà fra due mesi, altrimenti poco meno di due anni". (3°)

    "Prega pure per il Santo Padre che passa momenti brutti. Da tanti è maltrattato e molti attentano alla sua vita. Io lo proteggerò ed Egli non uscirà dal Vaticano. La pace non tarderà, ma al mio cuore preme quella pace mondiale nella quale tutti si amino come fratelli. Solo così il Papa avrà meno da soffrire".. (10°)

    8) No ai peccati gravi

    "Tante mamme hanno i bimbi disgraziati per i loro peccati gravi; non facciano più peccati e i bimbi guariranno". (4°)
    "Prega per i poveri peccatori più ostinati che stanno morendo in questo momento e che trafiggono il mio Cuore". (6°)

    "No, non è necessario che proprio tutti vengano qui, quelli che possono vengano che secondo i loro sacrifici saranno guariti o rimarranno ammalati, però non si facciano più gravi peccati". (7°)

    "Prega per i peccatori ostinati che fanno soffrire il mio cuore perché non pensano alla morte" (10°).

    "Prega molto per coloro che hanno l'anima ammalata; il figlio mio Gesù è morto sulla croce per salvarli. Molti non capiscono queste mie parole e per questo io soffro". (11°)

    Molta parte delle malattie dei bimbi è dovuta alle cattive inclinazioni dei genitori (droga, sesso, alcool, ...) ed è di queste cattive abitudini l'ereditarietà triste del castigo. I principi etici sono caduti e certi peccati (contraccezione, aborto procurato, divorzio, rapporti prematrimoniali ed extraconiugali) hanno ottenuto per legge piena cittadinanza. Ed ora, caduto ogni rispetto per la vita, è il turno dell'eutanasia sospinta dall'inesorabile logica dell'ateismo di una società inaridita. La Madonna ci aveva messo in guardia e ci aveva dato un messaggio premonitore!

    9) La conversione

    "… molti si convertiranno ed io sarò riconosciuta dalla Chiesa". (7°)

    10) Il trionfo

    "… ed io sarò riconosciuta dalla Chiesa". (7°)
    "Non scoraggiarti, desidero presto il mio trionfo. Prega per il Papa e digli che faccia presto perché voglio essere premurosa per tutti in questo luogo". (13°)

    11) Il pentimento e la riparazione

    "Quelli che volontariamente ti faranno soffrire non verranno in paradiso se prima non avranno riparato e si saranno pentiti profondamente." (13°)

    È un avvertimento grave che pesa su tutti e soprattutto su coloro che, dal 1944, di fronte a tante prove eclatanti, hanno volontariamente contribuito e contribuiscono ancora ad osteggiare quella che era l'innocenza di una bambina di sette anni. Le parole di ammonimento della Madonna pesano come un macigno su tutta la storia delle apparizioni di Ghiaie di Bonate.
    Meditiamole ancora e accogliamo questo invito al pentimento e alla riparazione.
    Miserere nostri Domine, Miserere nostri.







    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)