00 07/10/2014 18:14


  Sinodo. Card. Sgreccia: famiglie più salde se formate con continuità

Il card. Elio Sgreccia

07/10/2014

Vangelo della famiglia e legge naturale al centro questa mattina della riflessione dei Padri sinodali. In molti Paesi, sottolinea l’"Instrumentum laboris", i sistemi legislativi regolamentano situazioni contrarie alla legge naturale, il cui significato è spesso incompreso e frainteso.
Di qui, il suggerimento di trovare parole efficaci per comunicare in modo più comprensibile all’uomo di oggi l’ordine della creazione.
Al microfono del nostro inviato al Sinodo, Paolo Ondarza, la riflessione del cardinale Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita:

R. – Questa caduta del concetto spontaneo, diciamo, di legge naturale e morale è dovuta al fatto che è caduto, con la secolarizzazione, il concetto di "creazione": perché è Dio che crea le cose, è Dio che crea anche lo statuto fondamentale della nostra vita e se siamo liberi e siamo responsabili è perché c’è uno statuto che ce lo consente e che è nella nostra spiritualità, nella nostra anima strettamente unita al corpo. Anche l’unità corpo-spirito che fa parte della natura è un radicamento creazionistico. Allora, certamente, se si ignora questa origine della vita, questo essere iniziati con Dio nella creazione, riesce più faticoso e confuso comprendere il concetto di natura. Ognuno se la immagina come vuole.

D. – Di fronte a tutto ciò, quale deve essere la proposta pastorale? Come deve orientarsi?

R. – Serve una pastorale che illumini bene le grandezze, il fascino, la bellezza della vocazione cristiana alla famiglia, al matrimonio, come pienezza del proprio essere, compimento della persona nell’amore umano e nell’amore divino. Bisogna proporre una catechesi che non sia sbocconcellata durante l’infanzia e poi non più, ma una catechesi che continui, che sia continuativa. Credo sia l’ora di avviare questa novità: una evangelizzazione – diciamo meglio – che accompagni tutta la vita e conduca veramente alla maturità. Molti matrimoni si rompono prima di aver conosciuto che cosa sia il matrimonio, forse non c’è stata mai una vera e propria catechesi di presentazione del matrimonio...

D. – Questa catechesi  continuativa che lei suggerisce, probabilmente eviterebbe di ridursi all’ultimo, prima del matrimonio, a partecipare ai corsi pre-matrimoniali solo  per obbligo…

R. – Alle volte vengono fatti per obbligo, alle volte vengono fatti in fretta, alle volte sfugge l’aspetto più importante che è quello dell’aspetto soprannaturale: l’alleanza con Dio. Se non si arriva a questo, tutte le tattiche – anche psicologiche – descrittive delle difficoltà sociali non bastano. E’ il soprannaturale che è ignoto e che ha bisogno di essere illuminato da un’evangelizzazione forte. Ora, credo che questa si faccia raramente…

D. – Per trasmettere, comunicare il Vangelo della famiglia e la morale sessuale della Chiesa, che spesso non viene capita, secondo lei oltre al ruolo dei pastori è fondamentale un coinvolgimento del laicato…

R. – Oggi, ci vogliono delle persone complementari alla competenza del pastore. Il sacerdote è necessario perché non deve mancare per una guida spirituale, ma ci vuole anche il medico, perché alla fine la gente ascolta i medici nel momento in cui da alla vita un bambino, o vive una gravidanza difficile o affronta l’accoglienza di una nuova vita. Ci vogliono anche gli avvocati, gli psicologi, i pedagogisti: ci vuole attorno alla pastorale un laicato maturo. Questo non diminuisce certo il ruolo dei pastori, che danno luce, che danno sicurezza e che danno verifica. Occorre prestare attenzione alla preparazione di questi laici, come si fa con i ricercatori o con i professionisti.

 

- Radio Vaticana





Sinodo. Card. Filoni: grande esempio di forza e unità da famiglie irachene

Il cardinale Fernando Filoni

07/10/2014

Un messaggio di stima e incoraggiamento alle famiglie in Iraq, minacciate dallo sterminio perpetrato dal fanatismo islamico e costrette a fuggire per non rinunciare alla loro fede. I padri sinodali hanno approvato a maggioranza questa proposta lanciata in aula e sulla quale si sofferma ilcardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, inviato lo scorso mese di agosto da Papa Francesco in Iraq. L’intervista è di Paolo Ondarza:  

R. – Una delle realtà più drammatiche è proprio quella che avviene in Iraq, dove le famiglie sono dovute fuggire, perché messe di fronte ad un’alternativa: o rinunziare alla fede o andarsene. Mi pare che questa sia la testimonianza più bella da un punto di vista della fede. Loro, cioè, testimoniano la fede, nonostante i problemi di lasciare la casa, i propri beni e così via. La cosa che mi ha colpito, quand’ero in Iraq, è che queste famiglie rimangono unite e dovunque siano fuggite hanno sempre mantenuto l’unione. E’ molto bello, quindi, anche in questa sede del Sinodo poter dire che non solo la testimonianza di fede delle famiglie cristiane irachene è molto bella e vale per tutti, ma che esse continuano a rimanere unite pur nella difficoltà.

D. – Pensando alle situazioni irregolari, alle cosiddette coppie di fatto, lei ha detto: “Queste non sono situazioni inedite, c’erano già al tempo di Gesù”. Come si poneva, quindi, Gesù di fronte a queste situazioni?

R. – Sì, proprio nell’omelia di domenica scorsa il Papa ha detto di mettere al centro il mistero di Gesù, la sua vita, il suo comportamento, il suo dire. A me sembra che Gesù abbia affrontato già con molta chiarezza la tematica, che noi oggi ovviamente sotto tanti profili vediamo ancora attuale e anche, per certi aspetti, drammatica. Io mi domando: come Gesù avrebbe potuto rispondere, cosa avrebbe fatto di fronte alle problematiche attuali? C’è un prodromo in Giovanni Battista, lui è l’antesignano della missione di Gesù. Giovanni Battista fu ucciso esattamente, perché volle tenere fede a quello che era l’insegnamento di Dio, il progetto di Dio. Non era lecito ad Erode avere con sé la moglie di suo fratello e Giovanni Battista non ha trovato un “accomodamento” per questa situazione. Erode ha capito bene quale fosse la verità e Giovanni Battista ha pagato con la sua vita. Ma questo messaggio è quello di Gesù. La Chiesa ha la missione di Giovanni Battista: indicare Cristo e portare a Cristo. Qui c’è una coincidenza.

D. – Altra icona biblica, che lei ha citato come esempio di verità e di misericordia, è l’incontro tra Gesù e la Samaritana. Cristo ama e accoglie questa donna al pozzo di Sichem, ma non le nasconde la sua situazione di irregolarità...

R. – Dice la verità e in questa verità ha fatto una straordinaria opera di misericordia.

D. – Cosa chiede oggi il mondo alla Chiesa?

R. – La verità e la misericordia insieme, ma non c’è misericordia senza verità.


-Radio Vaticana


Sinodo Famiglie - intervista integrale al card. Grocholewski

Il card. Zenon GROCHOLEWSKI






Mentre è in svolgimento il Sinodo sulla famiglia voluto da Papa Francesco, monsignor Georg Gaenswein, prefetto della Casa pontificia e segretario personale del Papa Emerito Benedetto, in un'intervista al direttore del settimanale "Chi" Alfonso Signorini, sottolinea: "La Chiesa deve aver il coraggio di esprimere le sue convinzioni perché altrimenti non farebbe un servizio alla verità".

Sulla Comunione ai divorziati sottolinea: "E' una questione molto delicata, è in gioco il matrimonio sacramentale che secondo la dottrina cattolica è indissolubile, proprio come l'amore di Dio verso l'uomo. Chi avvia una nuova unione contraddice con la sua scelta quanto è indicato dallo stesso Signore. Certo, solo Dio scruta e conosce le coscienze di ciascuno. Per quanto io possa constatare, Papa Francesco segue la linea dei suoi predecessori il cui magistero sul matrimonio sacramentale è molto chiaro". E aggiunge: "Sul Sinodo recentemente si è letto molto e non sempre cose documentate. La tematica principale del Sinodo è la famiglia. La Chiesa non chiude gli occhi davanti alle difficoltà dei fedeli che vivono in situazioni delicate e spinose. Tuttavia la Chiesa deve offrire risposte sincere che si orientano non allo spirito dei tempi, ma al Vangelo, alla parola di Gesù Cristo, che è il figlio di Dio. Dio accoglie, perdona, questo è vero, ma è anche vero che chiede la conversione".

Anche sull'omosessualità monsignor Gaenswein resta in linea con la dottrina: "La Chiesa, appoggiandosi sulla Sacra Scrittura e la Tradizione, ha sempre dichiarato che gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati. Sono contrari alla legge naturale perché precludono all'atto sessuale il dono della vita" ma "devono essere accolti con rispetto, compassione e delicatezza. A loro riguardo si deve evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione".

Sulla lotta pedofilia il segretario di Ratzinger ricorda che "già Papa Benedetto, continuando la linea da lui stesso tracciata quando era cardinale prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, ha dato un'impronta decisiva nella lotta contro questa piaga. Papa Francesco - conclude - prosegue su questa strada".
   

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA 7 ottobre 2014






[Modificato da Caterina63 09/10/2014 00:39]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)