00 08/10/2014 19:41

Synod14 - 5ª Congregazione generale: "Le sfide pastorali sulla famiglia (II parte, cap. 2)", 08.10.2014




 

Introduzione del Presidente delegato, Card. Raymundo Damasceno Assis

 

Alle ore 9 di oggi si tiene nell’Aula del Sinodo in Vaticano la quinta Congregazione generale del Sinodo straordinario sulla famiglia, per la continuazione del dibattito generale, che segue un ordine tematico in corrispondenza con le parti e i capitoli dell’Instrumentum laboris.

Questa sessione tematica è focalizzata sul capitolo 2 della II Parte: Le sfide pastorali sulla famiglia e riguarda 4 temi: a) La crisi della fede e la vita familiare; b) Situazioni critiche interne alla famiglia; c) Pressioni esterne alla famiglia; d) Alcune situazioni particolari.

I lavori si sono aperti con una breve presentazione del Presidente delegato di turno, il Card Raymundo Damasceno Assis, Arcivescovo di Aparecida (Brasile), che ha introdotto la testimonianza della Sig.ra Jeannette TOURÉ, Presidente Nazionale dell’Associazione Donne Cattoliche in Costa d'Avorio [AFEC] (Costa d'Avorio), sposata con un musulmano, presente al Sinodo come Uditrice.
Ne riportiamo di seguito i testi:

 

Introduzione del Presidente delegato, Card. Raymundo Damasceno Assis

 

 

Questa Congregazione Generale sarà dedicata alla tematica delle sfide pastorali sulla famiglia, argomento presentato nella II Parte dell’Instrumentum laboris. In particolare, si focalizzerà l’attenzione sul Cap. 2, che riguarda 4 temi ben definiti.

In primo luogo, la crisi della fede e la vita familiare (62-63). In una Chiesa che il Santo Padre non ha esitato a paragonare con un "ospedale da campo dopo una battaglia" (La Civiltà Cattolica, agosto 2013), vogliamo uscire come Pastori all’incontro di tante famiglie in crisi per dare una risposta ispirata al Vangelo della misericordia.

In secondo luogo, non possiamo ignorare le tante situazioni critiche della vita familiare, dovute sia a fattori interni che esterni. L’Instrumentum laboris elenca tra quelli interni: la difficoltà di relazione e di comunicazione tra i membri della famiglia (n. 64), tra i coniugi, tra genitori e figli e tra fratelli; la frammentazione e disgregazione (n. 65), provocata sia dal divorzio o dalla separazione dei coniugi, sia da altre situazioni critiche, che vanno dalle realtà familiari allargate con molteplici relazioni invasive alle unioni di fatto, e tante altre situazioni che richiedono la nostra attenzione e carità pastorale; le diverse forme si violenza e abuso a livello psicologico, fisico e sessuale in detrimento delle donne e soprattutto dei bambini, che interpellano fortemente non solo la società ma anche la Chiesa stessa (nn. 66-67); le diverse dipendenze (droga, alcool, gioco d’azzardo), i media e il social network (nn. 68-69). A tutte queste realtà la Chiesa vuole dare una risposta adeguata ai tempi di oggi.

In terzo luogo, non vogliamo che si spenga la gioia di vivere per la mancanza di rispetto e per la violenza, (cf. EG 52) provocate da quelle pressioni esterne alla famiglia quali l’incidenza dell’attività lavorativa sulla famiglia (70-71), il fenomeno migratorio (72), la povertà e la lotta per la sussistenza (73), il consumismo e l’individualismo (74), le contro-testimonianze nella Chiesa (75).

Infine, non possiamo dimenticarci di alte situazioni particolari, accennate nell’Instrumentum laboris, tra cui il peso delle aspettative sociali sull’individuo (76), l’impatto delle guerre (77); la disparità di culto (78) e altre realtà (79).

Attenti ai segni dei tempi, vogliamo ascoltare la testimonianza della Sig.ra Jeannette TOURÉ, Presidente Nazionale dell'Associazione Donne Cattoliche in Costa d'Avorio. Proprio dall’Africa, questo grande Continente, nel quale vive una parte significativa del Popolo di Dio, si leva la voce dei poveri e noi, guidati dal Vangelo della misericordia e dall’amore verso l’altro, vogliamo ascoltare il grido di coloro che cercano la giustizia.




Synod14 - 4a Congregazione generale: Sintesi non ufficiale del dibattito generale (7 ottobre 2014, pomeriggio), 08.10.2014


 

 

 

Sintesi in lingua italiana

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua francese

Sintesi in lingua italiana

Quarta Congregazione generale: Sintesi non ufficiale del dibattito generale

 

Santo Padre: presente
Padri Sinodali: 182

 

Nella quarta Congregazione generale è proseguito il dibattito generale, secondo l’ordine dell’Instrumentum laboris. Il tema era: "La pastorale della famiglia: le varie proposte in atto" (II parte, cap. 1).

In primo luogo, è stato sottolineato il legame tra crisi della fede e crisi della famiglia: la prima genera la seconda, si è detto. Questo perché la fede viene vista perlopiù come un insieme di contributi dottrinali, mentre essa è anzitutto un atto libero con cui ci si affida a Dio. Di qui, fra l’altro, il suggerimento di pensare ad un "Vademecum" dedicato alla catechesi sulla famiglia, così che possa rafforzare la sua missione evangelizzatrice. E’ stata sottolineata, inoltre, la debolezza di fede di molti battezzati, che spesso porta al matrimonio senza che i coniugi ne abbiano la giusta consapevolezza.

In secondo luogo, è stata evidenziata una grande sfida che oggi la famiglia deve affrontare, ovvero la "dittatura del pensiero unico" che mira ad introdurre nella società quei controvalori che distorcono la visione del matrimonio come unione tra uomo e donna. La crisi di valori, il secolarismo ateo, l’edonismo, l’ambizione del potere oggi distruggono la famiglia, la snaturano, indeboliscono le persone e, di conseguenza, rendono fragile anche la società. E’ importante, allora, recuperare nei fedeli la consapevolezza di appartenere alla Chiesa, perché la Chiesa cresce per attrazione e sono le famiglie della Chiesa che attraggono le altre famiglie.

Dal suo canto, la Chiesa, esperta di umanità, deve sottolineare la bellezza e la necessità che ciascuno ha della famiglia, poiché essa è insostituibile. Bisogna risvegliare nell’uomo il senso di appartenenza al nucleo familiare. Non solo: in quanto riflesso dell’amore di Dio, che non è mai un amore isolato, la famiglia apre ai rapporti ed alle relazioni con gli altri, divenendo fondamento della società.

Si è anche ricordata l’importanza del legame tra sacerdoti e famiglie: essi accompagnano le famiglie in tutte le tappe più importanti della vita, condividendone gioie e difficoltà; le famiglie, a loro volta, aiutano i sacerdoti a vivere il celibato come affettività piena, equilibrata, e non come rinuncia. Non solo: la famiglia è stata definita "culla di vocazioni" perché è proprio tra le mura domestiche, nella preghiera vissuta in comune, che nasce frequentemente la chiamata al sacerdozio.

Un ulteriore legame che è stato sottolineato è quello tra il battesimo ed il matrimonio: senza una iniziazione cristiana seria ed approfondita il significato del sacramento coniugale viene sminuito. Di qui, il richiamo al fatto che il matrimonio cristiano non può essere solo una tradizione culturale o un’esigenza sociale, ma deve essere inteso come una decisione vocazionale, intrapresa con la dovuta preparazione, che non può essere improvvisata in pochi incontri, ma va avviata per tempo.

Quindi, si è riflettuto su come il lavoro si ripercuota sulle dinamiche familiari: si tratta di due dimensioni che necessitano di essere conciliate – è stato detto – anche a causa di orari lavorativi sempre più flessibili, nuovi modelli contrattuali, distanze geografiche tra abitazione e luogo di lavoro. Non solo: la tecnologia porta il lavoro nelle case, rendendo difficile il dialogo familiare.

Numerosi interventi, in particolare relativi all’Africa, hanno richiamato l’attenzione sulle tante sfide che devono affrontare le famiglie in questo continente: poligamia, levirato, sètte, guerra, povertà, il doloroso dramma della migrazione, la pressione internazionale per il controllo delle nascite. Si tratta di problemi che minano la stabilità familiare, mettendola in crisi. Di fronte a tali sfide, è necessario rispondere con: un’evangelizzazione approfondita, capace di promuovere i valori della pace, della giustizia e dell’amore; una adeguata promozione del ruolo della donna nella società; un’accurata educazione dei bambini e la tutela dei diritti per tutte le vittime di violenza.

Nell’ora dedicata agli interventi liberi – tra le 18.00 e le 19.00 – si è tornati a parlare dell’esigenza di un nuovo linguaggio nell’annuncio del Vangelo, con particolare riferimento alle nuove tecnologie mediatiche. Quanto all’indissolubilità del matrimonio, è stato evidenziato che oggi sembra che la legge si contrapponga al bene della persona. In realtà, la verità del legame coniugale e della sua stabilità è iscritta nella persona stessa, quindi non si tratta di contrapporre legge e persona, ma di comprendere come aiutare a non tradire la propria verità.

E’ stata suggerita, inoltre, una riflessione sulle famiglie che non hanno avuto il dono dei figli pur desiderandolo, così come su quelle delle regioni colpite dal virus Ebola.

Infine, è stata richiamata l’immagine della Chiesa come luce, con l’auspicio che essa non sia solo la luce di un faro, che rimane fermo ed illumina da lontano, ma sia fiaccola, ovvero "luce gentile" che accompagna gli uomini nel loro cammino, passo dopo passo.

Il Pontificio Consiglio per la Famiglia ha fatto dono ai membri del Sinodo di una copia del voluminoso Enchiridion sulla famiglia.

[03025-01.01] [Testo originale: Italiano]





Synod14 - 5a Congregazione generale: Sintesi non ufficiale del dibattito generale (8 ottobre 2014, mattina), 08.10.2014


 

 

 

Sintesi in lingua italiana

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua francese

Sintesi in lingua italiana

Quinta Congregazione generale: Sintesi non ufficiale del dibattito generale

 

Santo Padre: assente (Udienza generale)
Padri Sinodali: 182

 

Nella quinta Congregazione generale, il dibattito generale è proseguito sui temi previsti dall’Instrumentum laboris: "Le sfide pastorali sulla famiglia (II parte, cap. 2). La crisi della fede e la vita familiare/ Situazioni critiche interne alla famiglia. Pressioni esterne alla famiglia/Alcune situazioni particolari".

Innanzitutto, il dibattito si è soffermato sulla Chiesa del Medioriente e dell’Africa del Nord: entrambe vivono in contesti politici, economici e religiosi difficili, con gravi ripercussioni sulle famiglie. Là dove, infatti, le leggi impediscono le riunificazioni familiari, la povertà spinge alla migrazione, dove vi è fondamentalismo religioso e i cristiani non hanno parità di diritti con i cittadini musulmani, si pongono spesso difficili problemi per le famiglie che risultano da matrimoni misti.

In questi contesti, infatti, sono presenti ed in aumento i casi di matrimoni interreligiosi, i così detti "matrimoni misti". La sfida della Chiesa, allora – si è detto – è quella di capire quale catechesi si può offrire ai figli nati da tale unioni e come si possa rispondere all’incognita di quei cattolici che, uniti in matrimonio misto, vogliono continuare a praticare la loro fede. Tali coniugi – si è detto – non possono essere trascurati e la Chiesa deve continuare ad occuparsi di loro. Un’ulteriore sfida è rappresentata anche da quei cristiani che si convertono all’Islam per sposarsi: anche in questo caso, è necessaria una riflessione adeguata.

La questione non è soltanto interreligiosa, ma talvolta anche ecumenica: ci sono casi in cui, poiché un cattolico che ha contratto matrimonio canonico non riesce ad ottenere la dichiarazione di nullità, passa ad un’altra confessione cristiana, sposandosi nuovamente in una Chiesa che lo permette. In ogni caso, fermo restando il patrimonio di fede condiviso, è stata sottolineata la necessità di incamminarsi sulla via della misericordia per le situazioni difficili.

Quanto alla questione dei divorziati risposati, è stato evidenziato che la strada sinodale dovrà certamente occuparsene, con la prudenza richiesta per le grandi cause, ma anche coniugando l’obiettività della verità con la misericordia per la persona e la sua sofferenza. Bisogna ricordare che numerosi fedeli si trovano in questa situazione non per colpa loro.

E’ stato ricordato l’impegno della Santa Sede che non cessa di far sentire la sua voce in difesa della famiglia a tutti i livelli – internazionali, nazionali e regionali – con l’obiettivo di risaltarne la dignità, richiamarne i diritti ed i doveri, e sempre evidenziando che, come diceva Benedetto XVI, i suoi "no" sono, in realtà, i "sì" alla vita. Per questo, è stato sottolineato che la Chiesa deve combattere il silenzio educativo e religioso nelle famiglie, perché non c’è posto per le esitazioni: è necessario un maggiore impegno nella testimonianza del Vangelo. E’ sempre necessaria la creatività nella pastorale.

Si è inoltre riflettuto sull’apporto insostituibile dei fedeli laici all’annuncio del Vangelo della famiglia: soprattutto i giovani, i movimenti ecclesiali e le nuove comunità compiono un servizio di vitale importanza, portando avanti una missione profetica e controcorrente rispetto all’epoca contemporanea. Ascoltare e credere di più nei laici, dunque, risulta essenziale, poiché è in loro e con loro che la Chiesa può trovare le risposte ai problemi delle famiglie.

Altro tema affrontato è stato quello della precarietà del lavoro e della disoccupazione: l’angoscia per la mancanza di un impiego sicuro crea difficoltà nelle famiglie, così come la povertà economica che spesso non permette di avere un’abitazione. Non solo: la mancanza di denaro talvolta fa sì che esso venga "divinizzato" e che le famiglie siano sacrificate sull’altare del profitto. E’ necessario, invece ribadire che il denaro deve servire e non governare.

Ancora: si è tornati a riflettere sulla necessità di una maggiore preparazione al matrimonio, anche con un’attenzione specifica all’educazione affettiva e sessuale, incoraggiando una vera mistica familiare della sessualità. Quindi, è stato ricordato il grande contributo dei nonni alla trasmissione della fede in famiglia e, sempre in riferimento agli anziani, è stato evidenziato quanto sia importante che il nucleo familiare accolga, con solidarietà, cura e tenerezza, le persone della terza età. Uguale sollecitudine deve essere riservata agli ammalati, per vincere quella "cultura dello scarto", da cui spesso Papa Francesco mette in guardia.

[03026-01.01] [Testo originale: Italiano]




Synod14 - 6ª Congregazione generale: "Le situazioni pastorali difficili (II parte, cap. 3)", 08.10.2014


 

Introduzione del Presidente delegato, Card. Raymundo Damasceno Assis

Testimonianza dei coniugi Stephen e Sandra Conway, Responsabili regionali per l’Africa di Retrouvailles (Sud Africa)

Alle ore 16.30 di oggi, alla presenza del Santo Padre, si tiene nell’Aula del Sinodo in Vaticano la sesta Congregazione generale del Sinodo straordinario sulla famiglia, per la continuazione del dibattito generale, che segue un ordine tematico in corrispondenza con le parti e i capitoli dell’Instrumentum laboris.

La sessione di questo pomeriggio - "Le situazioni pastorali difficili" (II parte, Cap. 3) - pone l’attenzione nello specifico sui punti: a)Situazioni familiari; b) Circa le unioni tra persone dello stesso sesso.

Il Presidente delegato di turno, Card. Raymundo Damasceno Assis, Arcivescovo di Aparecida (Brasile), ha introdotto la testimonianza dei coniugi Sig. Stephen e Sig.ra Sandra Conway, provenienti dal Sud Africa, Responsabili regionali per l’Africa di Retrouvailles e presenti al Sinodo come Uditori. Ne riportiamo di seguito i testi:

 

Introduzione del Presidente delegato, Card. Raymundo Damasceno Assis

 

In questa Congregazione Generale affronteremo la complessa tematica presentata nel Cap. III della II Parte dell’Instrumentum laboris, ovvero le situazioni pastorali difficili. Esse riguardano due tipi di realtà: da una parte le situazioni familiari difficili, dall’altra le unioni tra persone dello stesso sesso.

Sono situazioni che esigono un accompagnamento da parte della Chiesa nei confronti delle persone coinvolte che vivono le loro esperienze come profonde ferite nella propria umanità, nel rapporto con gli altri e con Dio. Rispondendo all’appello di Papa Francesco vogliamo imparare insieme l’arte dell’accompagnamento, per "dare al nostro cammino il ritmo salutare della prossimità, con uno sguardo rispettoso e pieno di compassione ma che nel medesimo tempo sani, liberi e incoraggi a maturare nella vita cristiana" (EG169).

Riguardo alle situazioni familiari difficili che richiedono un’urgente risposta pastorale l’Instrumentum laboris accenna alle seguenti realtà: le convivenze (n. 81); le unioni di fatto (n. 83); la situazione dei separati, dei divorziati e dei divorziati risposati (n. 86); i figli e coloro che restano soli (n. 87); le ragazze madri (n. 88); le situazioni di irregolarità canonica (n. 89); l’accesso ai sacramenti in tutti questi casi (nn. 93-95); altre richieste (n. 96); la situazione particolare dei separati e divorziati (n. 97); la semplificazione delle cause matrimoniali (nn. 98-102); la cura pastorale delle situazioni difficili (nn. 103-104); la richiesta del sacramento del matrimonio da parte dei non praticanti e dei non credenti (nn. 105-109).

In relazione alle unioni tra persone dello stesso sesso, la discussione si apre ai seguenti temi: il riconoscimento civile di tali unioni (nn. 110-112); la valutazione che ne fanno le Chiese particolari (nn. 113-115); alcune indicazioni pastorali in proposito (nn. 116-120).

Lungi dal chiuderci in uno sguardo legalista, vogliamo dunque calarci nel profondo di queste situazioni difficili per accogliere tutti coloro che vi sono coinvolti e per far si che la Chiesa sia la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa. Ringraziamo vivamente la testimonianza dei coniugi Conway, Stephen e Sandra, che provengono dal Sud Africa e sono Responsabili regionali per l’Africa del movimento Retrouvailles, e ascoltiamoli con attenzione e con quell’apertura di mente e di cuore che deve caratterizzare il nostro ministero pastorale nel mondo odierno.



Sinodo, mons. Menichelli: aiutare a vivere il Matrimonio è la vera sfida per la Chiesa

Mons. Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo, tra i partecipanti al prossimo Sinodo sulla famiglia

16/09/2014

"Una testimonianza di quanto il Santo Padre goda del suo impegno di Pastore della Chiesa di Roma e quindi della Chiesa universale". Così,mons. Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancora- Osimo, fra i partecipanti al prossimo Sinodo straordinario sulla famiglia, commenta la scelta del Papa di celebrare il Matrimonio di 20 coppie della diocesi di roma, domenica 14 settembre, nella Basilica Vaticana. "Francesco - spiega il presule - ha voluto dare un attestato di quanto sia vicino agli sposi e di quanto lui desideri che il sacramento del matrimonio sia ben accolto, capito, celebrato e vissuto".

Nell'omelia il Papa ha affermato, tra l'altro, che "il Matrimonio è simbolo della vita reale e non è una fiction". "L'amore non è una parola - commenta mons. Menichelli - ma è sempre un fatto. Anzi, per noi l'amore è una persona, è Gesù Cristo. Allora, tutto quello che, per così dire, 'gira' intorno all'amore deve avere la capacità di essere il segno dell'amore di Cristo. Gesù ci ha insegnato che l'amore è toccabile. Non per niente lui si è incarnato. Quindi la parola del Santo Padre risuona molto utile perché viviamo in un tempo in cui l'amore più che essere un fatto, un avvenimento, una persona, un'incarnazione, viene celebrato e raccontato come sentimento, come passione o peggio come piacere. Ma l'amore vissuto in Gesù Cristo è un'altra cosa. Perciò il Papa fa bene a ricordarci che il Matrimonio è dentro la vita e non è una fiction".

La circostanza che tra le 20 coppie unite in Matrimonio dal vescovo di Roma ci fossero persone di età e cammini di vita diversi e anche persone risposate dopo che la precedente unione era stata riconosciuta nulla dalla Chiesa, può essere letta come un'indicazione pastorale? "La Chiesa ha sempre accolto tutti", precisa l'arcivescovo di Ancona-Osimo. "Non è che questo matrimonio celebrato dal Papa sia l'unico. Ormai, nelle nostre realtà diocesane, queste situazioni di persone che convivono o hanno ferite alle spalle o persone che hanno avuto esperienze matrimoniali fallite, per un verso, ma sanate alla luce della fede, e giungono al matrimonio, si ripetono spesso". "Dobbiamo sempre ricordarci che noi siamo pastori e in quanto tali dobbiamo essere vicini a tutti". "Ma pastore - precisa mons. Menichelli - non significa accontentare tutti, ma educare, accogliere, accompagnare e invitare alla conversione profonda del cuore". "Credo - aggiunge Menichelli -  che nel gesto del Papa tutto questo ci sia in pienezza".   

L'arcivescovo di Ancona-Osimo è stato inserito tra i membri di nomina pontificia nell'elenco dei 253 partecipanti al prossimo Sinodo straordinario dedicato alla famiglia, in programma in Vaticano dal 5 al 19 ottobre. "Sono molto onorato della scelta del Papa e vorrei dire fin da adesso a me stesso e a tutta la mia diocesi di pregare per noi padri sinodali, affinché possiamo diventare docili alle indicazioni dello spirito, sereni nella valutazione e capaci di offrire alla nostra gente parole di consolazione e di conversione". "Il problema centrale del Sinodo - precisa mons. Menichelli - non è 'comunione no o comunione sì a una certa categoria di persone'. Il problema è come noi aiutiamo le persone a celebrare e a vivere il Matrimonio. E' questo l'elemento più importante che siamo chiamati ad approfondire ed è necessario pregare perché lo Spirito ci illumini e renda docili i nostri cuori e le nostre menti alle sue sollecitazioni. In obbedienza alla Verità e nell'esercizio della Misericordia". 



[Modificato da Caterina63 08/10/2014 21:10]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)