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  NON E' UNO SPAURACCHIO.... NON CREDETE AI PRETI CHE DICONO CHE L'INFERNO NON C'è O E' VUOTO..... 

A Fatima il 13 luglio 1917 la Madonna fece vedere a Lucia, Francesco e Giacinta, l’Inferno e il demonio. Durante l’apparizione, aprì le mani, stese le braccia, la luce penetrò nella terra, i fanciulli si trovarono davanti ad un mare di fuoco. 
Immersi in quel fuoco, scrive Lucia si trovavano i demoni e le anime come se fossero braci trasparenti in forma umana, che fluttuavano nell’incendio sollevato dalle fiamme che si sprigionavano da loro stesse come nuvole di fumo e cadenti da ogni lato, simili a scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che suscitavano orrore e facevano tremare di paura. 
I demoni si distinguevano per le loro forme orribili e schifose di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti come dei carboni roventi. 
Spaventati, e come per chiedere aiuto, alzammo gli occhi alla Madonna, che ci disse con bontà e tristezza:
“Avete visto l’Inferno, dove cadono le anime dei poveri peccatori. 
Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. 
Se gli uomini faranno quello che io vi dico, molti si salveranno e avranno pace…”.

Santa Faustina nel Diario:

"Il peccatore sappia che col senso col quale pecca verrà torturato per tutta l'eternità.Scrivo questo per ordine di Dio, affinché nessun'anima si giustifichi dicendo che l'inferno non c'è, oppure che nessuno c'è mai stato e nessuno sa come sia.
Io, Suor Faustina, per ordine di Dio sono stata negli abissi dell'inferno, allo scopo di raccontarlo alle anime e testimoniare che l'inferno c'è. Ora non posso parlare di questo. Ho l'ordine da Dio di lasciarlo per iscritto. I demoni hanno dimostrato un grande odio contro di me, ma per ordine di Dio hanno dovuto ubbidirmi.
Quello che ho scritto è una debole ombra delle cose che ho visto.
Una cosa ho notato e cioè che la maggior parte delle anime che ci sono, sono anime che non credevano che ci fosse l'inferno.
"

L’INFERNO ESISTE!… GESU’ NE HA PARLATO MOLTISSIME VOLTE

Dal Catechismo della Chiesa Cattolica numeri: 1034-1035.

«Gesù parla ripetutamente della "Geenna", del "fuoco inestinguibile", [CfMt 5,22; Mt 5,29; Mt 13,42; Mt 13,50; Mc 9,43-48] che è riservato a chi sino alla fine della vita rifiuta di credere e di convertirsi, e dove possono perire sia l'anima che il corpo [Cf Mt 10,281. Gesù annunzia con parole severe che egli "manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno... tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente (Mt 13,41-42), e che pronunzierà la condanna: "Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno!" (Mt25,41).

La Chiesa nel suo insegnamento afferma l'esistenza dell'inferno e la sua eternità. Le anime di coloro che muoiono in stato di peccato mortale, dopo la morte discendono immediatamente nell'inferno, dove ne subiscono le pene meritate, "il fuoco eterno " [Cf Simbolo "Quicumque ". Denz -Schnórn_ 76: Sinodo di Costantinopoli: ibid., 409. 411; 2741. La pena principale dell'inferno consiste nella separazione eterna da Dio, nel quale soltanto l'uomo può avere la vita e la felicità per le quali è stato creato e alle quali aspira».



commento di Fra Crispino Lanzi

Scrive il noto scrittore Vittorio Messori: "Per ogni uomo, per me stesso, c'è la possibilità terribile e concreta del totale fallimento; questa possibilità è chiamata inferno".

Dio non vuole l'inferno: Dio è infi­nitamente buono e perciò come dice la Bibbia "vuole che tutti gli uomini si salvino" (1 Tim 2,4). Cristo Dio si è fatto uomo ed è morto in croce perché nessuno andasse dan­nato: Lui stesso ha detto: "Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi" (Lc 5,32). E S. Paolo esclama: "Questa parola è sicura e degna di essere da tutti accolta: Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi il primo sono io" (1 Tim 1,15).

Non è Dio a creare l'inferno. Scrive un celebre teologo Gesuita: L'inferno è frutto del peccato. È l'uomo a entrarvi di sua volontà (contro la volontà di Dio). "Il Cielo (il paradiso) è già iniziato per noi dal nostro battesimo, ma cominciamo a goderlo solo dal giorno della morte. La stessa cosa accade dell'inferno: nel momento in cui uno commette il peccato mortale, l'inferno già penetra in lui: l'inferno non è altro che la privazione di Dio. Col peccato io creo l'inferno... Se io prendo l'autobus per andare a uccidere qualcuno, nessuno dirà mai che l'autista è responsabile di un assassinio. Che cosa c'entra lui? Lui fa il suo dovere. Così, se io salgo sull'autobus del peccato, e non scendo alla stazione dell'attrizione con la confessione,          o della contrizione perfetta se non è possibile la confessione, l'effetto è questo: la morte eterna ossia l'inferno".

1. E’ NECESSARIO PARLARE DELL'INFERNO. Con dolce insistenza Paolo VI ci ha rivolto questo invito: "Parlate e meditate sulla scienza delle cose ultime che il Concilio Vaticano II chiama escatologia (dal greco éscatos che significa ultimo) e che comprende gli ultimi destini umani oltre la morte: quelli che il catechismo e la pre­dicazione chiamano i novissimi cioè morte, giudizio, inferno, paradiso. Dei novissimi pochi ne parlano e, quei pochi, ne parlano poco. Il Concilio però ci ricorda le solenni verità escatologiche che ci riguardano, compresa quella terribile d'un possibile eterno castigo che chia­miamo l'inferno".

Se tutti meditassero sull'inferno, innumerevoli peccatori e increduli farebbero il dialogo con l'anima, che fece l'anticlericale filosofo Diderot: "Anima mia, se tu continui a vivere così, non solo sarai infelice in questa vita, ma anche dopo morte, nell'inferno". E l'anima: "Ma chi ha detto che c'è l'inferno?". Il filosofo: "L'inferno è una cosa così orrenda, che anche solo il pensiero che ci possa essere, ti dovrebbe costringere a mettere giudizio". L'anima ardì rispon­dergli: "Io sono certa ... che l'inferito non c'è". Gridò il filosofo: "Ani­ma mia, non dir bugie! Dicendo questo tu sai di mentire".

Poveri Sacerdoti che credono di essere moderni facendo completo silenzio sui nuovissimi, sull'in­ferno! Si deve anche a questo colpevole silenzio se l'umanità di oggi, si è tanto allontanata da Dio e corre verso la catastrofe. Sono quanto mai attuali le parole di S. Caterina da Siena: "Ahimè! Non più tacere! Gridate con cento, con migliaia di lingue! Veggo che per tacere il mondo è guasto!".

Tutti i Padri e Dottori della Chiesa ne hanno parlato chiaramente. Sant'Agostino ci esorta: "Discendia­mo (con il pensiero) nell'inferno ora che siamo vivi affinché non abbiamo a discendervi quando saremo morti". E supplica il Signore che gli mandi su questa terra tutti i dolori immaginabili purché impedisca che vada dannato per sempre: "Qui brucia, qui taglia, qui non risparmiarmi nessuna sofferenza, purché tu mi abbia a salvare per l'eternità".

Lo Spirito Santo ci ammonisce: "In tutte le opere pensa alla tua fine". (ossia alle ultime realtà: morte, giudizio, inferno, paradiso) e non peccherai mai "(Sir 7,40).

E Gesù stesso ci ha comandato: "Andate e predicate il Vangelo ad ogni creatura". Ebbene, l'inferno e le altre verità taciute, sono parte essenziale del Vangelo. Anzi, come afferma un noto predicatore di Esercizi spirituali, "di nessun'altra cosa ha tanto parlato Cristo nel Vangelo come dell'inferno: più di 60 volte: trenta volte del fuoco (ossia di un tormento orribile) e trentasei volte della eternità. Su nessun'altra cosa ha insistito tanto, e noi non abbiamo il diritto di diminuire il contenuto del Vangelo ".

2. L'INFERNO ESISTE DAVVERO: Lo negano, dice Sant'A­gostino coloro che hanno interesse che non esista perchè se esiste è fatto per loro. Ma esiste; e per andarvi non è necessario credere alla sua esistenza, anzi, chi ostinatamente lo nega può ritenersi sicuro di precipitarvi.

Tutta la Sacra Scrittura ne parla, in modo esplicito o implicito, circa 600 volte.

Gesù, non solo ne ha parlato tante volte, ma ha pure usato delle parabole impressionanti, come, per esempio, le seguenti: Il ricco cattivo e il povero Lazzaro: quel ricco egoista, gaudente morì e precipitò "nell'inferno tra i tormenti" e invano, tra l'arsura e le torture delle fiamme, chiedeva una sola goccia d'acqua. Anche Lazzaro morì, ma la sua anima fu portata nel seno di Abramo", espressione ebraica che significa paradiso. (cfr Lc 16,19-31).

La zizzania seminata in mezzo al buon grano, al momento della mietitura, dovrà essere bruciata. "Così, dice Gesù, avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo (Cristo) manderà i suoi Angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori d'iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come sole nel regno del Padre loro" (cfr Mt 13,24-43).

Gesù per descriverci l'esistenza e l'orrore dell'inferno ha usato immagini violente e spietate: qualche esempio:

a) A coloro che usano i doni di Dio per offenderlo, grida: "Se la tua mano o il tuo piede ti è di scandalo, tagliali e gettali via da te: è meglio per te entrare nella vita con una sola mano e un solo piede, che avere due mani e due piedi e essere gettato nel fuoco. E se l'occhio tuo ti è di scandalo, cavalo e gettalo via: è meglio per te entrare nella vita con un occhio solo che avere due occhi ed essere gettato nel fuoco" (Mt 18,8), "dove il verme non muore e il fuoco non si spegne " (Mc 9,48).

b) Gesù a coloro che si dicono cristiani, ma vivono da pagani, dirà: "Non vi conosco" (Mt 25,12).

c) Gesù bollerà così ogni cristiano che non ha utilizzato i talenti ricevuti: "Servo malvagio e infingardo!... gettatelo fuori nelle tenebre, là sarà pianto e stridore di denti" (Mt 25,26­30).

d) Cristo, al giudizio universale "dirà a quelli che saranno alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, al fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi seguaci... E se ne andranno questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna" (Mt 25,41-45).

S. Giovanni, l'apostolo dell'amore, scrive: "Il fumo dei loro tormenti salirà per i secoli dei secoli" (Ap 14,11). 

3. L'INFERNO È ETERNO: l'eternità costituisce l'inferno dell'inferno: quando si sa che una atroce sofferenza avrà termine, si acquista coraggio, ma quando si è certi che non terminerà mai, non resta che la più cupa disperazione. Ebbene, l'inferno non terminerà mai, mai. La Bibbia parla molte volte di questa eternità disperata.

S. Bonaventura, Dottore della Chiesa, per darcene una pallida idea, usa la seguente immagine: Un uccello passa una volta ogni cento anni, toccando delicatamente, con la punta delle sue ali, una immensa palla di bronzo. Quando questa sarà comple­tamente consumata, sarà terminato l'inferno? No! Sarà appena al suo inizio, poiché incomincia sempre e non finisce mai.

S. Tommaso d'Aquino, una delle menti più alte del mondo, quando era ormai in fin di vita, fu chiesto: Tu che hai insegnato nelle più celebri cattedre d'Europa e che hai tanto predicato e tanto scritto, da che cosa, nella tua vita, sei rimasto più impressionato? Rispose: Ciò che più mi ha impres­sionato è questa triste realtà: che ci siano tanti cristiani i quali sono sicuri che Gesù è Dio e che Gesù ha parlato chiaramente dell'inferno e perciò sono certi ch'esso esiste, eppure vivono per un'ora nel peccato mortale: in quell'ora potrebbero morire all'improvviso correndo il rischio di precipitare per sempre nell'inferno". Che dire di molti cristiani che nel peccato mortale vivono non un'ora soltanto, ma intere giornate e notti e settimane e mesi?

Dante Alighieri: immagina scritte sulla porta dell'inferno queste parole: "Dinanzi a me non fur cose create/ se non eterne e io eterno duro:/ lasciate ogni speranza, voi ch'entrate " (Inf III, 7ss.).

Gesù ci ripete: "State preparati! Vegliate e pregate perchè non sapete né il giorno, né l'ora...; la morte viene come un ladro di notte. State preparati!" (Mt 24,42).

Se la morte ci sorprende in peccato grave, non resterà per noi altro che la disperazione eterna; mentre se ci trova preparati ossia in Grazia di Dio, ci spalancherà le porte della felicità senza fine.

ESEMPIO: La Madonna a Fatima nel 1917, per 6 volte è apparsa a tre pastorelli: Lucia, Francesco, Giacinta. Nella terza apparizione, il 13 luglio, dopo aver assicurato i tre fanciulli che li avrebbe accolti in paradiso, concesse a loro la spaventosa visione dell'inferno. Ecco le precise parole della veggente Lucia: "Quando la Signora disse: Fate sacrifici per i peccatori, aprì le mani. Il fascio di luce che ne scaturì sembrò penetrare nella terra, e noi vedemmo come un gran mare di fuoco, e in esso, immersi, neri, informe orribili e schifose, i demoni, e anime somiglianti a braci trasparenti che, trascinate in alto dalle fiamme, ricadevano giù da ogni parte, fra grida di disperazione che facevano inorridire e tremare per lo spavento".

La Madonna commentò: Questa è appena una pallida immagine dell'inferno. Molti vivono nel peccato mortale, e quindi sono in pericolo di andare dannati per sempre; pregate perchè i peccatori si convertano.

  1.  Riflettiamo seria­mente sull'accorato e drammatico appello della Madonna a Fatima: Molti vanno all'inferno perché i buoni non pregano e non offrono sacrifici e dolori e fatiche e non recitano ogni giorno il Santo Rosario per ottenere che i peccatori si convertano. Mettiamo in pratica, senza indugio, queste urgentissime richieste della Madre di misericordia e Rifugio dei peccatori.




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)