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Le 30 Messe Gregoriane e il Dies Irae


Dopo avervi offerto questa pagina:

Commemoratio omnium fidelium Defunctorum e Novissimi

vediamo ora di procedere con altre utili informazioni (e cliccare sulle immagini per ingrandirle).

L’opera più efficace per il suffragio dei cari Defunti è la Santa Messa accompagnata poi, naturalmente dalle opere di carità, che sono gesti concreti, e ricevere l'Eucaristia in uno stato di grazia, cioè, dopo essersi pentiti dei propri peccati e ben confessati.

Il perchè è presto detto: "Dio ha mandato nel mondo il suo unico Figlio, perché noi abbiamo la vita per mezzo di lui". (1Gv 4, 9)

Per alleviare le pene delle Anime sante del Purgatorio, è sufficiente quindi che noi facciamo alcune opere che a noi costano poco, ma a loro apportano un vantaggio immenso. La Messa apporta grande refrigerio a quelle povere anime.

Si legge che San Gregorio con una sola Messa liberò una volta tutte le Anime del Purgatorio. Ed è certo che ad ogni Messa un gran numero di quelle anime se ne salgono al cielo, diventando nostri intercessori.

Un secondo mezzo per suffragare le Anime del Purgatorio è la recita del santo Rosario. Quando noi recitiamo la corona di Maria Santissima per qualche anima, quell'anima sente quasi smorzare le ardenti fiamme che la circondano, e prova invece un refrigerio di Paradiso. Spesso, quando si dice il Rosario durante la veglia ad un moribondo, è stato raccontato da molti Santi che molte Anime - non macchiate di gravi peccati - attraverso il Rosario ricevevano persino una immediata santificazione in punto di morte. Affrettiamoci, dunque, a suffragare queste anime, specialmente le più abbandonate, dimenticate. Affrettiamoci, poiché quell'anima abbandonata potrebbe essere l'anima anche di qualche nostro caro defunto dimenticato (così insegnava sant'Annibale M. di Francia).

Le Anime del Purgatorio non possono pregare per se stesse (vedi qui). Ma possiamo farlo noi in loro favore. Se a loro non è permesso aiutarsi, a noi è imposto di soccorrerle.

È un dovere, è un obbligo di carità. Le Anime del Purgatorio sono nostro prossimo non meno di quanto erano in questa terra; e come nostro prossimo dobbiamo interessarci del loro stato e sollevarle. Cresce poi quest'obbligo quando si riflette sulla facilità con cui possiamo giovare alle Anime del Purgatorio.

Dunque, è la Santa Messa il suffragio più diretto e immediato.

Il perchè è comprensibile: Gesù vivo e vero viene donato al Padre nel Suo immenso Sacrificio, per la loro e nostra salvezza. Ogni Anima alla quale suffraghiamo per mezzo dell'Eucaristia non solo è un Anima che si beatifica, ma della cui beatificazione noi usufruiamo delle immense grazie.

Tutta la catechesi  della Chiesa è piena di fatti, racconti e storie che ci danno prova di questa realtà.

Gesù Cristo ha detto: «Con la misura con la quale misurate gli altri, sarete misurati anche voi» (Mt 7, 2).

Se oggi noi chiudiamo il cuore alla pietà, se oggi lasciamo in abbandono tante anime che aspettano i nostri suffragi, Dio, che è giusto, permetterà che anche noi siamo dimenticati. Provvediamo, dunque, ai nostri spirituali interessi. Il tempo passa rapidamente, la morte si avvicina. Ricordiamoci dei nostri antenati, dei nostri parenti; solleviamoli con preghiere, Messe, elemosine e opere buone.

Oltre alla Messa Ordinaria che possiamo (e dobbiamo) offrire in Suffragio delle Anime dei Defunti, c'è una pratica poco conosciuta, sempre appoggiata dalla Chiesa che vogliamo condividervi e proporvi.

 

LE SS. MESSE GREGORIANE

Tutti ne hanno sentito parlare, pochi sanno a chi rivolgersi per farle celebrare.

Si tratta della celebrazione ininterrotta di trenta SS. Messe a suffragio di un'Anima del Purgatorio.

La pia pratica è nata così.

Un monaco del Convento di S. Gregorio Magno aveva accettato, senza il consenso del superiore, tre scudi d'oro da un suo beneficato: mancanza gravissima contro il voto di povertà, professato dai monaci, per la quale era incorso nella pena di scomunica.

Essendo il monaco deceduto poco tempo dopo, S. Gregorio, per dare una lezione esemplare a tutta la Comunità monastica, non solo continuò a lasciarlo nella scomunica, ma lo fece seppellire fuori del Cimitero comune, gettando nella sua fossa i tre scudi d'oro. Qualche tempo dopo, preso da compassione, il Santo chiamò l'economo del monastero e gli disse: «Il nostro confratello è tormentato dalle pene del Purgatorio: incomincia subito per lui la celebrazione di trenta SS. Messe, senza interromperla».

Il monaco ubbidì; ma, per le troppe occupazioni, non pensò a contare i giorni. Una notte, gli apparve il monaco defunto e gli disse che se ne andava al Cielo, libero dalle sue pene. Si contò allora il numero delle SS. Messe celebrate in suo suffragio e si trovò che erano precisamente trenta.

D'allora invalse l'uso di far celebrare trenta SS. Messe per i Defunti, dette appunto Gregoriane dal nome di S. Gregorio Magno: uso che è tuttora in vigore nei monasteri benedettini e trappisti e che Dio con molte rivelazioni ha fatto conoscere essergli molto gradito (Dialoghi, IV, 10). Si può qui rispondere ad una critica facile a sentirsi: «Vedi, si dice, basta avere del denaro e te la cavi anche nell'altra vita. Certa gente fa di qua ciò che vuole e poi, con la celebrazione di Messe, si compra anche il Paradiso».

Sentite ora cosa risponde un'Anima del Purgatorio: «Delle preghiere della terra, in Purgatorio si riceve solo quel tanto che Dio vuole che ciascun'anima riceva secondo le disposizioni meritate. E' un nuovo dolore aggiunto agli altri per queste povere Anime: il vedere cioè che le preghiere che si fanno per la loro liberazione, vengono applicate a chi ne è più degno. Il sollievo di ciascun'anima dalle pene è proporzionato al suo merito.

Le une ricevono di più, le altre di meno, ma la giustizia stessa del Signore provvede che proprio attraverso la Messa in Suffragio per le Anime del Purgatorio, i suoi benefici possano raggiungere anche le Anime più dimenticate. Ma è sempre bene sfruttare il dono delle trenta Messe nominative le quali, contro quei trenta denari del tradimento, il Signore volle compiacersi di dare conforto e beatitudine alle Anime prigioniere: il Sacrificio perfetto dell'Amore contro la corruzione e l'avidità» (Manoscritto del Purgatorio).

Per chiedere le Trenta SS. Messe gregoriane, in Suffragio per l'anima di un Defunto, contattate Padre Mauro Persici O.P. info@sulrosario.org  al sitowww.sulrosario.org (vi ricordiamo che le offerte di queste 30 Messe sono usate per le opere di carità in alcune terre di missione dei PP. Domenicani e delle quale vi viene dato conto)

 

 

Perché riproporre il Dies iræ?

perché quest'inno è un simbolo potente della dimensione del giudizio di Dio.Ne risulta chiaro, a leggerlo con serietà, che è decisamente meglio evitare di giudicare, se non si vuole entrare a proprio grande rischio nella sfera terribile del giorno cum vix iustus sit securus (cfr. Matteo 7,1-2: «Non giudicate, per non essere giudicati. Infatti con il giudizio con il quale avrete giudicato sarete giudicati e con la misura onde avrete misurato si misurerà a voi»).

Il giudizio è una cosa seria, è un atto che spetta solo a Dio mentre a noi è dato di fare discernimento di ciò che è male per evitarlo, e di ciò che è bene per praticarlo.
Noi siamo chiamati a giudicare gli atti sbagliati, il peccato, a cominciare da noi stessi, dai nostri difetti, dai nostri peccati, ma nessuno può giudicare le intenzioni degli uomini, il cuore dell'uomo il quale, come rammenta San Paolo: " Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, finché venga il Signore. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio." (1Cor.4,5)

Il brano, infine, non è una invenzione della dottrina cattolica come alcuni pensano.
E' tratto dalla Scrittura, inizia con i versi del Libro di Sofonia 1,15-16 per poi dispiegare non solo il senso vero della giustizia che spetta solo a Dio, ma anche l'invocazione sincera alla Sua divina misericordia, così come conclude appunto l'inno: "Non sondo i tuoi decreti ma auspico per tutti il perdono, perché so bene che né io stesso né altri possiamo meritarlo. Così infine prevalga la tua misericordia..."

E' un Inno alla giustizia di Dio che richiama anche la pagine dell'Apocalisse: " Quando l'Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l'altare le anime di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio e della testimonianza che gli avevano resa. E gridarono a gran voce:
«Fino a quando, Sovrano,
tu che sei santo e verace,
non farai giustizia
e non vendicherai il nostro sangue
sopra gli abitanti della terra?». (Apoc. 6,9-10)

Purtroppo da dopo il Concilio, con la Riforma Liturgica, non si è capito perchè questo Inno non viene più cantato, nè insegnato, subendo così una rottura inaudita non semplicemente con la Tradizione viva della Chiesa nella Comunione dei Santi in cielo, in Purgatorio, ma soprattutto una rottura con il giusto rapporto con Dio che ogni persona dovrebbe maturare, una rottura con il sacro e reverenziale sacro timor di Dio che è uno dei Sette Doni dello Spirito Santo, eppure è il più dimenticato, il meno invocato, il meno vissuto.
Ma nessun Documento ufficiale della Chiesa, neppure la Sacrosanctum Concilium hanno mai inteso togliere questo Inno di verità, lode, supplica, amor di Dio, è anche per questo che lo riproponiamo con la speranza che venga riscoperto e se ne faccia uso ai funerali, nelle commemorazioni per i Defunti, nella preghiera dei Fedeli.





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)