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  Maria, Madre e accompagnatrice del Signore



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Il 10 dicembre la Chiesa celebra la festa della Madonna di Loreto. Nella cittadina marchigiana il santuario che custodisce le mura della casa di Nazaret si illumina per le celebrazioni. In particolare la sera prima, il 9, con l’accensione di fuochi in tutta la campagna circostante si celebra ” la venuta” , l’arrivo miracoloso della “Santa Casa”. Anche a Roma si festeggia in modo speciale questo evento. Nella Chiesa di San Salvatore in Lauro, sede da secoli del Pio Sodalizio dei Piceni, si accendono le candele della Macchina barocca dell’ altare maggiore che circondano la immagine lauretana.


Quest’anno a celebrare la Santa Messa è stato il Prefetto della casa Pontificia e segretario particolare del Papa emerito Benedetto XVI l’arcivescovo Georg Gänswein legato alle Marche dal suo titolo: Urbisaglia.Per l’occasione ha pronunciato una omelia dedicata a Maria, Madre e accompagnatrice del Signore.


Ecco il testo completo della omelia: 


Celebriamo oggi la Festa della Madonna di Loreto. È un’ottima occasione per ricordare il ruolo di Maria come accompagnatrice del Signore. I teologi insegnano che una sana cristologia è sempre accompagnata da una sana mariologia. Per conoscere il Signore dobbiamo conoscere anche sua Madre. L’incarnazione di Dio in Gesù Cristo si manifesta nella maternità divina di Maria. Perciò chi vuole essere cristiano, e chi vuole rimanere cristiano, deve guardare alla Madre del Signore, Maria Santissima. Tutte le sue azioni, dal momento dell’annunciazione attraverso l’Angelo, sono orientate verso Cristo. Maria non solo ha dato la vita terrena a Gesù, lo ha anche seguito e lo ha accompagnato nel suo cammino.


Maria è il prototipo di ogni vocazione cristiana, di ogni chiamata a partecipare all’opera che Dio si aspetta dagli uomini. Maria è imparentata con noi perché intercede per noi presso il suo Figlio. Tutto ciò che fa’, lo fa in vista di Cristo.


Maria introduce Gesù nella vita terrena. Ma non si limita a questo. Lei stessa è la sua prima accompagnatrice. Nascosta, senza nessun rumore, senza cercare applausi e meriti, lo accompagna nella vita. Quanto più silenziosamente lo fa’, tanto più forte e percettibile diventa la sua parola e la sua azione.


Maria, da prima, ha imparato che il Verbo eterno del Padre abita nel silenzio, non nel rumore. Perciò Maria conserva e medita silenziosamente nel suo cuore tutto ciò che ha percepito dal Verbo incarnato. Lei sa: all’inizio era il Verbo, la Parola e non le chiacchiere; e alla fine non ci saranno le parole vane, ma di nuovo il Verbo. Grazie alla sua contemplazione, la sua attività non diventa una attività vuota ma un’azione poderosa e efficace. Perciò non soltanto la sua parola, ma anche il suo agire ha una importanza esemplare per tutti coloro che vogliono seguire suo Figlio.


Maria ci fa vedere e comprendere una importante regola cristiana: “La parola che ti aiuta, tu non la puoi dire da te stesso”, essa viene dall’alto.


Maria chiede all’Angelo, dopo che ha ascoltato il suo messaggio incredibile: “Come potrà avvenire questo, se io non conosco uomo?” (Lc 1,34).


La risposta è: “Lo Spirito Santo scenderà su di te” (Lc 1,35).


La parola che aiuta Maria, la dice l’Angelo. Memore di questa esperienza dirà anni dopo ai servitori alle nozze di Cana: “Fate tutto quello che egli vi dirà” (Gv 2,5). Anche loro non possono dire a se stessi la parola che li aiuta. È detta a loro da Maria.


Cari fratelli e sorelle!


Maria è come Giovanni il Battista, Precursore di Cristo sulla sua via nel mondo. Maria questo lo sa bene. Nelle grandi Icone di Cristo, nelle Chiese Orientali, il Signore rappresentato viene accompagnato sempre da Maria e da Giovanni il Battista. Ma Maria e Giovanni sono solo il suono, non la Parola. Tutti e due lasciano risuonare a modo loro la “Parola”. Affinché la parola di Cristo non diventi muta, andiamo da Maria. Non dimentichiamo: “La parola che ti aiuta, tu non la puoi dire da te stesso”. E la parola che aiuta la nostra società e la nostra Chiesa, non la possiamo dire da noi stessi. Ma d’altra parte, come Maria, tutti noi siamo chiamati a non rimanere muti, là dove sia necessario dire la parola che aiuta, cioè confessare coraggiosamente la nostra fede.


Maria accompagna Gesù nella sua vita terrena. In tutta la sua vita Lei è con Lui, per Lui e accanto a Lui. Maria è la prima con–pellegrina sulle strade del mondo. Ciò non è una passeggiata priva di significato per il Paese della Cuccagna, ma un coraggioso camminare con il Signore per accompagnarlo fino alla croce. Perché il suo Figlio è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto. Maria accompagna Gesù nella povertà della grotta di Betlemme, lo accompagna quando è ancora un bambino nel Tempio di Gerusalemme, e poi nella fuga in Egitto. Poi lo accompagna alle nozze di Cana e lì si comporta come serva, attenta a che non manchi il necessario per la festa di nozze.


Cari fratelli e sorelle!


Il camminare di Maria accanto al Signore fa scuola. Dopo poco tempo anche altre donne e altri uomini accompagnano Gesù per servirlo sulle vie della Galilea e della Giudea. Il Signore si lascia aiutare nel cercare e salvare ciò che era perduto. Gesù ha dato anche a tutti noi una responsabilità grande per la salvezza di tanti uomini. Come i primi discepoli, accanto a Maria, anche noi vogliamo accompagnare il Signore per le vie del mondo.


Come al tempo di Gesù, anche oggi ci sono uomini che abbandonano la compagnia del Signore. Dopo il discorso sul pane della vita l’Evangelista annota: “Da allora molti dei suoi discepoli si ritrassero e non andavano più con lui.” (Gv 6,66). Oggi come allora ci sono uomini e donne che abbandonano la compagnia di Gesù. Di Giuda è scritto: “Egli, preso il boccone, uscì subito”. (Gv 13,30). Giuda era uno dei dodici, ma è andato via da Gesù verso la rovina! Abbandonare, lasciare, andare via sono purtroppo parole chiave del nostro tempo presente, nella Chiesa di oggi.


Gesù abbandonato non è frutto di una fervida immaginazione, o di una pietà esagerata, ma è una realtà seria. Maria è andata fino al Calvario per accompagnare Gesù. Come Maria, fedelmente, la Chiesa accompagna il suo Maestro per tutti i secoli e lo porta a tutti i popoli. La storia ci insegna che il Signore ha dovuto “emigrare” dove i discepoli lo hanno abbandonato. Tanti paesi e tante regioni fiorenti sono andate perdute nella Chiesa, in Europa, in Asia, in Africa, nel Medio Oriente nell’ottavo e nel nono secolo.


Chi accompagna Gesù fino alla fine, viene assunto da lui sul Golgota, ma così partecipa anche alla sua vittoria pasquale. Maria, la con-pellegrina sulle vie del Signore, diventa, nello stesso tempo, Madre dolorosa e vittoriosa. La Madonna ha preso con sé sempre altri uomini e li ha portati a Cristo: Giuseppe, Elisabetta, Zaccaria, Simeone, Anna, gli Apostoli, i suoi parenti e i suoi amici. Maria non vuole ammiratori, ma conpellegrini, accompagnatori di Gesù.


Maria segue il suo Figlio. Il seguire diventa un passaggio dal Credere al Vedere, ma anche dal Vedere al Credere. Elisabetta le dice: “Beata sei tu perché hai creduto”. In seguito il Verbo diventa Carne. Maria la vede, la tocca, la porta, sente la Parola diventata carne. Maria fa il passo dal Credere al Vedere. Ciò si manifesta in occasione del pellegrinaggio al Tempio di Giuseppe e Maria con Gesù dodicenne. Maria e Giuseppe fanno un pellegrinaggio a Gerusalemme accompagnati da Gesù. Sono pellegrini tutti e tre insieme. Al loro ritorno Gesù rimane indietro. Maria e Giuseppe vanno incontro a Gesù, cercandolo per tre giorni. Adesso il Figlio non è più accanto a loro, ma davanti a loro. È diventato la meta comune della loro via. Il Verbo si nasconde a Maria. Non i vincoli del sangue sono decisivi ma i vincoli dello Spirito Santo: “Non sapevate che io mi devo occupare di quanto riguarda mio Padre?” Non la parentela biologica con Gesù garantisce la salvezza, ma la fede in Lui: “Beata sei tu perché hai creduto.” Seguire Cristo per Maria è la via dal Vedere al Credere, dal suo Figlio verso il Figlio del Dio vivente, dalla casa di Nazareth verso la Chiesa di Cristo. Perciò, sulla croce, il Signore volge lo sguardo di Maria via da sé, e lo rivolge verso il discepolo, e volge lo sguardo del discepolo che ama, via da sé, e lo rivolge verso Maria: “Ecco tua Madre!”


Il Signore crea un nuovo legame, una nuova alleanza: la Chiesa. A Pentecoste dona alla Chiesa lo Spirito Santo, e lo Spirito Santo copre la Chiesa con la sua ombra, come a Nazareth ha coperto Maria. Così Maria è diventata, prima, la Madre di Gesù e, poi, la Madre della Chiesa.


Come noi percorriamo la nostra via nella fede, così Maria ci ha preceduto in questa via nella fede. Maria da accompagnatrice, maestra e guida invita tutti a metterci insieme in cammino verso Cristo, la luce del mondo. Amen.


   

ANGELUS

Piazza San Pietro
III Domenica di Avvento "Gaudete", 14 dicembre 2014

[Multimedia]



 

Cari fratelli e sorelle, cari bambini, cari ragazzi, buongiorno!

Già da due settimane il Tempo di Avvento ci ha invitato alla vigilanza spirituale per preparare la strada al Signore che viene. In questa terza domenica la liturgia ci propone un altro atteggiamento interiore con cui vivere questa attesa del Signore, cioè la gioia. La gioia di Gesù, come dice quel cartello: “Con Gesù la gioia è di casa”. Ecco, ci propone la gioia di Gesù!

Il cuore dell’uomo desidera la gioia. Tutti desideriamo la gioia, ogni famiglia, ogni popolo aspira alla felicità. Ma qual è la gioia che il cristiano è chiamato a vivere e a testimoniare? E’ quella che viene dalla vicinanza di Dio, dalla sua presenza nella nostra vita. Da quando Gesù è entrato nella storia, con la sua nascita a Betlemme, l’umanità ha ricevuto il germe del Regno di Dio, come un terreno che riceve il seme, promessa del futuro raccolto. Non occorre più cercare altrove! Gesù è venuto a portare la gioia a tutti e per sempre. Non si tratta di una gioia soltanto sperata o rinviata al paradiso: qui sulla terra siamo tristi ma in paradiso saremo gioiosi. No! Non è questa ma una gioia già reale e sperimentabile ora, perché Gesù stesso è la nostra gioia, e con Gesù la gioia di casa, come dice quel vostro cartello: con Gesù la gioia è di casa. Tutti, diciamolo: “Con Gesù la gioia è di casa”. Un’altra volta: “Con Gesù la gioia è di casa”. E senza Gesù c’è la gioia? No! Bravi! Lui è vivo, è il Risorto, e opera in noi e tra noi specialmente con la Parola e i Sacramenti.

Tutti noi battezzati, figli della Chiesa, siamo chiamati ad accogliere sempre nuovamente la presenza di Dio in mezzo a noi e ad aiutare gli altri a scoprirla, o a riscoprirla qualora l’avessero dimenticata. Si tratta di una missione bellissima, simile a quella di Giovanni Battista: orientare la gente a Cristo – non a noi stessi! – perché è Lui la meta a cui tende il cuore dell’uomo quando cerca la gioia e la felicità.

Ancora san Paolo, nella liturgia di oggi, indica le condizioni per essere “missionari della gioia”: pregare con perseveranza, rendere sempre grazie a Dio, assecondare il suo Spirito, cercare il bene ed evitare il male (cfr 1 Ts 5,17-22). Se questo sarà il nostro stile di vita, allora la Buona Novella potrà entrare in tante case e aiutare le persone e le famiglie a riscoprire che in Gesù c’è la salvezza. In Lui è possibile trovare la pace interiore e la forza per affrontare ogni giorno le diverse situazioni della vita, anche quelle più pesanti e difficili. Non si è mai sentito di un santo triste o di una santa con la faccia funebre. Mai si è sentito questo! Sarebbe un controsenso. Il cristiano è una persona che ha il cuore ricolmo di pace perché sa porre la sua gioia nel Signore anche quando attraversa i momenti difficili della vita. Avere fede non significa non avere momenti difficili ma avere la forza di affrontarli sapendo che non siamo soli. E questa è la pace che Dio dona ai suoi figli.

Con lo sguardo rivolto al Natale ormai vicino, la Chiesa ci invita a testimoniare che Gesù non è un personaggio del passato; Egli è la Parola di Dio che oggi continua ad illuminare il cammino dell’uomo; i suoi gesti – i Sacramenti – sono la manifestazione della tenerezza, della consolazione e dell’amore del Padre verso ogni essere umano. La Vergine Maria, “Causa della nostra gioia”, ci renda sempre lieti nel Signore, che viene a liberarci da tante schiavitù interiori ed esteriori.


Dopo l'Angelus:

Cari fratelli e sorelle, io ho dimenticato com’era quella frase. Ecco, vediamo: “Con Gesù la gioia è di casa”. Tutti insieme: “Con Gesù la gioia è di casa”.

Saluto tutti voi, famiglie, gruppi parrocchiali e associazioni, che siete venuti da Roma, dall’Italia e da tante parti del mondo.

E ora saluto con affetto i bambini venuti per la benedizione dei “Bambinelli”, organizzata dal Centro Oratori Romani. Complimenti! Voi siete stati bravi, siete stati gioiosi qui in piazza, complimenti! E adesso portate il presepio benedetto. Cari bambini, vi ringrazio della vostra presenza e vi auguro buon Natale! Quando pregherete a casa, davanti al vostro presepe, ricordatevi anche di pregare per me, come io mi ricordo di voi. La preghiera è il respiro dell’anima: è importante trovare dei momenti nella giornata per aprire il cuore a Dio, anche con le semplici e brevi preghiere del popolo cristiano. Per questo, oggi ho pensato di fare un regalo a tutti voi che siete qui in piazza, una sorpresa, un regalo: vi darò un piccolo libretto tascabile che raccoglie alcune preghiere, per i vari momenti della giornata e per le diverse situazioni della vita. E’ questo. Alcuni volontari lo distribuiranno. Prendetene uno ciascuno e portatelo sempre con voi, come aiuto a vivere tutta la giornata con Dio. E perché non dimentichiamo quel messaggio tanto bello che voi avete fatto qui con il cartello: “Con Gesù la gioia è di casa”. Un’altra volta: “Con Gesù la gioia è di casa”. Bravi!

A tutti voi un cordiale augurio di buona domenica e  Non dimenticate, per favore, di pregare per me. Arrivederci! E tanta gioia!





   

 

[Modificato da Caterina63 14/12/2014 14:25]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)