00 31/05/2015 12:14
una stupenda testimonianza della Comunione dei Santi che spesse volte ripetiamo, purtroppo, meccanicamente nel Credo ....
Che belle cose ci accadono! Quanta edificazione "ascoltare" due persone che si raccontano i meravigliosi progetti di Dio....




Un sacerdote risponde

Mentre ero a casa mi è venuto un desiderio incredibile di recitare una corona del Rosario ed ecco che cosa è successo

Quesito

Carissimo Padre Angelo,
Mi perdoni se la disturbo di nuovo ma devo raccontarle di un fatto bellissimo accaduto oggi. Mi pare si chiamino Dio-incidenze, ma non ne sono sicuro. Vado con ordine. Mentre ero a casa mi è venuto un desiderio incredibile di recitare una corona del Rosario. Ma non ci riuscivo perché c'era altra gente e volevo starmene un po' in pace da solo. Allora, avendo finito i compiti, ho deciso di fare una passeggiata tenendo una mano nella tasca col Rosario e pregando. Per concentrarmi meglio, però, dopo i primi misteri, avendo raggiunto il Santuario vicino a casa mia ho deciso di fermarmi lì per concludere la preghiera. All'interno ci saranno state 3 persone, sacerdote compreso. Mi sono seduto su una panca. Stavo benissimo, l'atmosfera era perfetta e mi sentivo in comunione con Gesù, nella pace totale. Verso la fine della recita, sono stato assalito da dubbi sulla mia Vocazione e quello che Dio volesse per me. Allora ho chiesto al Signore, mentre meditavo, di fare luce sul mio destino. Non ricordo esattamente le parole, ma deve essere stato qualcosa del genere: "Signore, sono pronto a servirti, farò qualsiasi cosa mi dirai". In quel momento ho girato il volto a sinistra e sono stato fulminato da un colpo di gioia ed entusiasmo! Sulla parete laterale c'era esattamente l'immagine che vi è sulla pagellina della Confraternita del Santo Rosario che lei mi ha inviato! Quella meravigliosa immagine sulla consegna del Rosario. Non una simile, proprio quella! Ora, non so se sia una copia o se sia un'immagine diffusa, ma in quell'istante ogni mio dubbio è svanito. Quanto è grande il Signore! Anche se fosse stata una semplice coincidenza, mi ha aiutato moltissimo. Sono sempre più convinto ormai che Egli mi voglia proprio nell'Ordine Domenicano. Ho riacquistato tutto il mio fervore e ne ho anche di più di quando ho scoperto la Vocazione.
Grazie Padre per le sue preghiere che mi sostengono sempre, sono più che felice di ricambiare almeno in parte con le mie. La ricordo sempre.
Che Dio la benedica!


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. la mail che mi hai inviato ieri coincideva col 26 settembre che quest’anno segna l’inizio della novena in preparazione alla festa della Madonna del Rosario che tradizionalmente si celebra la prima domenica di ottobre.
Ha voluto così San Pio V in ricordo della strepitosa vittoria riportata dalla flotta cristiana contro il pericolo ottomano che già dominava tutto il Mediterraneo e cercava il momento propizio per invadere l’Europa.
Che quanto mi hai narrato sia avvenuto proprio il giorno d’inizio della novena per la festa della Madonna del Rosario è una coincidenza alla quale forse non avevi pensato.
L’espressione Dio-incidenze non è un’espressione tecnica, ma è stata usata da un nostro visitatore e certamente intende sottolineare che in determinati momenti Dio interviene incidendo in modo particolare nella nostra vita.

2. Che dire di quello che ti è capitato?
Procedo con ordine commentando tutte le tue parole. 
Scrivi: “Mentre ero a casa mi è venuto un desiderio incredibile di recitare una corona del Rosario. Ma non ci riuscivo perché c'era altra gente e volevo starmene un po' in pace da solo”.
Si tratta evidentemente di un’ispirazione molto forte.
San Paolo dice: “È Dio infatti che suscita in voi il volere e l'operare secondo il suo disegno d'amore” (Fil 2,13).
Quel desiderio incredibile era la voce dello Spirito Santo che sempre secondo San Paolo “intercede con gemiti inesprimibili” (Rm 8,26).
San Tommaso dice che l’intercessione dello Spirito Santo non è altro che una spinta molto forte a pregare: “Domandare è proprio dell’inferiore… Perciò bisogna intendere intercedere nel senso di far domandare a noi, come del resto in Gn 22,12 si legge: “Ora conosci che tu temi il Signore” nel senso che ti hi fatto conoscere il timore del Signore” (Commento a Rm 8,26).

3. Grazie a Dio hai corrisposto a questa ispirazione e quante cose ne sono seguite!
Aveva ragione Giovanni XXIII a dire che quando si asseconda una grazia che il Signore ci vuole dare, ad essa ne seguono molte altre (Giornale dell’anima).

4. “Allora, avendo finito i compiti, ho deciso di fare una passeggiata tenendo una mano nella tasca col Rosario e pregando”.
“Avendo finiti i compiti”. Anche questo è importante, perché dobbiamo sottoporre a discernimento le varie ispirazioni ed esaminare se vengono da Dio o da qualche altra parte.
Orbene, qui avevi fatto il tuo dovere e nessuno in casa avrebbe potuto farti osservazione o dire qualcosa.
Portavi in tasca la corona del Rosario.
La corona benedetta del Rosario portata con sé è accompagnata da tante grazie anche perché spinge a prenderla in mano, a pregare e pertanto ad aprire la nostra anima a ricevere le grazie che Dio ha già decretato di darci.

5. “Per concentrarmi meglio, però, dopo i primi misteri, avendo raggiunto il Santuario vicino a casa mia ho deciso di fermarmi lì per concludere la preghiera”.
Sembra tutto calcolato. Non c’era modo migliore per raccoglierti e pregare bene che entrare nel Santuario che era proprio davanti a te.
Uscendo di casa forse non avevi pensato di entrare in Santuario. È stata un’ispirazione venuta sul momento. E anche a questa hai acconsentito.

6. “All'interno ci saranno state 3 persone, sacerdote compreso. Mi sono seduto su una panca. Stavo benissimo, l'atmosfera era perfetta e mi sentivo in comunione con Gesù, nella pace totale”.
Sarebbe già stato sufficiente aver sperimentato questa pace per essere contento. Avevi corrisposto prontamente ad un’ispirazione ed ecco ti sentivi in comunione con Gesù. Lo percepivi non soltanto davanti a te nel tabernacolo, ma anche e forte dentro di te.
Eri “nella pace totale”.
Davide dice nel Salmo 16,11: “Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra”.
Ecco il Signore ti aveva chiamato per colmarti della sua presenza e farti gustare la sua dolcezza senza fine.
E ne eri sazio.

7. “Verso la fine della recita, sono stato assalito da dubbi sulla mia Vocazione e quello che Dio volesse per me. Allora ho chiesto al Signore, mentre meditavo, di fare luce sul mio destino. Non ricordo esattamente le parole, ma deve essere stato qualcosa del genere: "Signore, sono pronto a servirti, farò qualsiasi cosa mi dirai". In quel momento ho girato il volto a sinistra e sono stato fulminato da un colpo di gioia ed entusiasmo! Sulla parete laterale c'era esattamente l'immagine che vi è sulla pagellina della Confraternita del Santo Rosario che lei mi ha inviato! Quella meravigliosa immagine sulla consegna del Rosario. Non una simile, proprio quella!”.
Era il giorno dell’inizio della novena in preparazione alla festa del Santo Rosario. 
Per un attimo erano affiorati dubbi sulla tua vocazione. Ma ti sei subito riconsegnato al Signore: “Qualunque cosa mi dirai, la farò”.
Ed ecco che ti giri e vedi san Domenico che riceve dalla Madonna la corona del Santo Rosario in un’immagine perfettamente conforme a quella della pagellina che invio in formato elettronico a chi chiede di far parte della confraternita del SS. Rosario.
Non ci poteva essere risposta più chiara ed eloquente.
È come se il Signore ti avesse voluto dire: “Ti voglio così”.
Chi non sarebbe “stato fulminato da un colpo di gioia ed entusiasmo” come sei stato fulminato tu in quel momento”!
Beninteso, la vocazione non si misura solo da questo. Sarebbe imprudente e superficiale.
Ma dopo aver fatto l’opportuno discernimento sui vari aspetti della tua vita e dopo aver capito che il Signore ti vuole sacerdote e domenicano, quell’immagine non potevi non sentirla se non come una conferma dolce e luminosa che ti veniva dal Cielo.

8. Infine con molta prudenza, quasi non volessi scomodare Dio a darti quel segno, scrivi: “ Anche se fosse stata una semplice coincidenza, mi ha aiutato moltissimo. Sono sempre più convinto ormai che Egli mi voglia proprio nell'Ordine Domenicano. Ho riacquistato tutto il mio fervore e ne ho anche di più di quando ho scoperto la Vocazione”.
Era proprio quello che il Signore ti voleva comunicare quando ti metteva quella spinta fortissima a pregare mentre eri in casa.

9. Voglio dirti infine un’altra cosa che riguarda me.
Proprio ieri, iniziando la novena in preparazione alla festa della Madonna del Rosario, ho chiesto come grazia particolare per la festa di quest’anno la confermazione e la perseveranza della tua vocazione nell’Ordine di san Domenico. 
Non potevo ricevere segno più bello, proprio nel giorno d’inizio della novena.
È anche questa una coincidenza casuale? Oppure, per usare il linguaggio di que nostro visitatore, una Dio-incidenza?

Ti ringrazio di avermi fatto partecipe di questa grazia. 
Penso che tanti visitatori saranno contenti della tua vocazione e di quanto ti è capitato. Anch’essi ringrazieranno il Signore e pregheranno per te, forse più di quanto non lo faccia io.

Ti benedico.
Padre Angelo



   




Un sacerdote risponde

Mi ha colpito l'affermazione secondo cui il predicatore, prima d’essere apostolo, deve essere asceta e contemplativo

Quesito

Caro padre Angelo,
grazie per aver risposto alla mia ultima mail. La pubblicazione spero possa aiutare quanti la leggeranno ad avvicinarsi alla fede cattolica.
Mi ha stupito e al contempo molto confortato che l'ordine domenicano è nato proprio per combattere l'eresia. Per evangelizzare, portare Cristo agli altri. Insomma richiamando il Vangelo, si potrebbe dire che sono i custodi della Parola seminata da Dio; strappano le erbacce dell'eresia che soffocano la piantina del regno dei cieli, seminata dal Padre. 
Il suo sottolineare le mie frasi mi ha fatto comprendere proprio che l'ordine domenicano ha nella sua spiritualità, l'evangelizzazione, il combattimento dell'eresia e la vita di preghiera e comunitaria. Mi viene da pensare appunto agli apostoli, e alle prime comunità cristiane di cui ci parlano gli Atti. Vivevano insieme, pregavano e lodavano e benedicevano Dio, evangelizzavano, e combattevano l'eresia e gli errori teologici di chi incontravano nel loro cammino. Non posso non pensare al povero Paolo, che insieme con Barnaba, ad Atene, cercando di spiegare che gli dei non esistono è stato scambiato per una divinità egli stesso: credo che sia il colmo per un predicatore. E qui non può non scapparmi una risata!

Leggo che in un approfondimento che ho trovato sul sito, riguardante l'ordine dei predicatori, che: Prima d’essere apostolo, il Frate Predicatore è dunque asceta e contemplativo
E' proprio la vita di preghiera, l'unione con Dio che è propulsore alla vita apostolica e di missione. La parola asceta mi fa pensare ad una vita in costante ricerca della purificazione, della conversione continua che cerca e tende alla santità. La contemplazione è invece scoprirsi immersi in Dio, essere in costante comunione con Lui.
L'apostolato scaturisce, direi quasi, automaticamente dalla contemplazione. Quando si è a contatto col mistero di Dio dentro di sé non si può tacere. Direi anche quando si è innamorati. Si deve parlare agli altri. E' una gioia che contenuta manderebbe il cuore in brandelli. 
Non conosco bene gli ordini religiosi. Ma dalla mia frase, da lei riportata sottolineata, intravedo che mi avvicino alla spiritualità domenicana; In effetti questa spiritualità insieme con quella della Compagnia di Gesù, la sento a me vicina.
Grazie per le preghiere al Sacro Cuore di Gesù. E la sua benedizione. Ricambio con la preghiera


Risposta del sacerdote

Caro Diego.
Sono contento di approfondire l’affermazione centrale della tua mail, che vale certamente per i domenicani ma anche per tutte le persone che intendono fare autentico apostolato.

1. Circa l’esercizio ascetico in ordine alla predicazione San Tommaso dice: “nessuno deve assumere l’ufficio della predicazione prima di essersi purificato e perfezionato nella virtù, come si legge anche di Cristo che "cominciò a fare e a insegnare" (At 1,1)” (“Nullus autem debet assumere praedicationis officium, nisi prius fuerit purgatus et in virtute perfectus”, S. Tommaso, Somma teologica, III, 41, 3, ad 1).
Ricordando le parole di San Paolo “Tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù perché non succeda che dopo aver predicato agli altri io stesso venga squalificato” (1 Cor 9,27) San Tommaso dice ancora: “Bisogna darsi alla predicazione solo dopo aver soggiogato la propria carne” (Ib.).

2. Sicché il padre Mariano Cordovani, un grande domenicano del secolo scorso che è stato maestro del Sacro Palazzo (oggi viene chiamato teologo della casa pontificia) ha potuto scrivere che “la predicazione può fare a meno di molte regolette ma non può fare a meno dell’esemplarità e della vita interiore del predicatore, dal quale sgorga come una preghiera e un canto” (Corso di predicazione, p. 92).
È veramente bella la predicazione che “sgorga come una preghiera e un canto” dal cuore del predicatore.
Se è così, la predicazione non può non conquistare. Non può non toccare i cuori.
Quello che il vero predicatore dice è stampato nella sua vita, nel suo modo di esprimersi e di parlare.

3. La contemplazione richiede una certa quies animi, che possiamo tradurre con serenità dello spirito.
Questa serenità dello spirito è il più bel frutto delle virtù morali, soprattutto della temperanza. 
San Tommaso dice che “la contemplazione viene impedita dalla violenza delle passioni e dai tumulti esteriori” (Somma Teologica, II-II, 180, 2) e che “le virtù morali predispongono alla vita contemplativa causando pace e purezza” (Ib., ad 2.). 
E aggiunge: “Ed è per questo che la virtù della castità è quella che più di ogni altra rende idonei alla contemplazione: poiché i piaceri venerei sono quelli che più immergono l’anima nelle realtà sensibili, come insegna S. Agostino (Solil. 1,10)” (Somma Teologica, II-II, 180, 2, ad 3).

4. Mi piace ricordare che il Santo Padre Domenico sul letto di morte ha voluto pronunziare una parola in particolare sulla purezza, sulla castità.
Disse: “Figli miei, la misericordia di Dio mi conservò fino ad oggi una carne pura e una verginità senza macchia.
È la custodia di questa virtù che rende il servo di Dio gradito a Cristo e che gli dà gloria e credito davanti agli uomini”.
Se è vero, come ha detto Nostro Signore che “ognuno parla dall’abbondanza del proprio cuore” (Mt 12,24) la parola che esce da un’anima pura ha un timbro tutto particolare.
Magari gli ascoltatori non sapranno ricondurla subito alla purezza, ma certo la collegano alla virtuosità di chi parla e facilmente sono indotti a dire: colui che parla in questo modo è diverso dagli altri e talvolta dicono pure che è un santo.
Ecco il “credito davanti agli uomini” di cui parlava il santo Padre Domenico.

5. “Sgorga come una preghiera e un canto”.
Sgorga come una preghiera e come un canto perché quella predicazione eleva.
Ed eleva perché esce da un cuore che in quel momento è elevato, vive l’unione con  Dio.
Di san Domenico si legge che “parlava con Dio o di Dio e voleva che i frati facessero altrettanto”.
Non ci meravigliamo che la sua predicazione portasse così grandi frutti. Dicono che abbia convertito 100.000 eretici nella lingua d’Oca (Francia meridionale) e centomila anche nell’Italia settentrionale.
Non capita spesso di sentire prediche che sgorgano dal cuore del predicatore come una preghiera e come un canto.
Ma sarebbe bello se tu, assecondando la chiamata del Signore, fossi così buono da accrescere il numero di questi predicatori.
Il mondo ne ha bisogno.

Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico. 
Padre Angelo





 Presto beatificati martiri uccisi in Spagna e Laos ed anche Madre Lalìa Fondatrice delle Suore Domenicane Missionarie di San Sisto Vecchio

I decreti autorizzati da Papa Francesco riconoscono inoltre le virtù eroiche di quattro personalità ecclesiali italiane:

(...)


la Serva di Dio Maria Antonia del Sacro Cuore di Gesù (al secolo: Rachele Lalia), Fondatrice della Congregazione delle Suore Domenicane Missionarie di San Sisto, nata a Misilmeri il 20 maggio 1839 e morta a Ceglie Messapica il 9 aprile 1914.   



(A cura di Alessandro De Carolis da Radio Vaticana)


 


[Modificato da Caterina63 07/06/2015 10:08]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)