00 14/07/2015 14:08
 Caste Gandolfo rivive grazie alla presenza di Benedetto XVI



La presenza del Papa emerito a Castel Gandolfo ha portato più turisti, come racconta il primo cittadino. "In questi quattrodici giorni - racconta Milvia Monachesi all’ Adnkrons- c'è stato molto più turismo a Castel Gandolfo. Il 30 giugno scorso, poi, al suo arrivo Ratzinger fece sostare la macchina nella piazza, raccogliendo l'affetto di tanti. Il fatto poi che il portone della residenza estiva sia rimasto aperto in questi giorni con la presenza dei gendarmi ha determinato grande interesse e affluenza e ci ha fatto capire che l'affetto per Benedetto XVI è  ancora molto grande".

Papa Benedetto è ritornato in Vaticano e ha salutato la città di Castelgandolfo che lo ringrazia con un un abbraccio di affetto. Il Papa ha inviato una lettera di ringraziamento ed un libro in dono al sindaco Milvia Monachesi.

"Gentilissima Signora Sindaco - scrive il Papa- non posso ritornare da Castel Gandolfo al mio Monastero a Roma senza aver comunicato a Lei una parola di sincero ringraziamento per il caloroso benvenuto che Lei mi ha trasmesso nel giorno del mio arrivo al Castello.

In queste due bellissime settimane di vacanze ho sentito confermato di nuovo quando avevo detto alcuni anni fa sulla bellezza naturale di Castel Gandolfo nella sintonia tra lago, montagne e mare e l’ospitalità della gente di questa piccola città. Mi sentivo in questi giorni portato dalla simpatia silenziosa degli abitanti di Castel Gandolfo.

Come segno concreto della mia gratitudine Le trasmetto un libro in occasione del X anniversario della mia elezione al soglio di San Pietro.

Con mi miei migliori auguri per Lei e la Sua città e con la mia benedizione". Il Sindaco Monachesi da parte sua ha risposto con una lettera di ringraziamento per le “parole inaspettate e graditissime, per la benedizione che ha voluto regalare a Castel Gandolfo ed ai suoi abitanti e per il prezioso libro di cui ha voluto farmi dono.

Siamo felici che Le sia giunta la nostra vicinanza silenziosa ma carica di affetto e  la nostra grande emozione per la Sua presenza. Il Suo saluto alla cittadinanza dalla macchina che ha fatto sostare sulla piazza, è stato per noi un grande dono e la conferma che di un legame profondo e duraturo. Nella certezza che la bellezza e la tranquillità dei luoghi.

L’abbiano aiutata a ritemprare il fisico e lo spirito, Le auguriamo un buon rientro a Roma, senza nasconderLe però il desiderio e la speranza di poterLa avere presto di nuovo con noi. Ci teniamo infine a farLe sapere, Santità, che ovunque sarà non Le mancherà mai la nostra preghiera e il nostro affetto. Ancora un sentitissimo grazie da tutta la comunità castellana".

Benedetto XVI aveva accettato l’invito di Papa Francesco a trascorrere un periodo nella residenza estiva dei Papi e si era recato il 30 giugno nella cittadina. Francesco, che avrebbe voluto accompagnarlo ma aveva avuto una udienza non prevista ai partecipanti al Convegno internazionale promosso dall’International Council of Christians and Jews, aveva salutato Papa Benedetto al Monastero Mater Ecclesiale.

La presenza del Papa emerito a Castel Gandolfo ha portato più turisti, come racconta il primo cittadino. "In questi quattrodici giorni - racconta Milvia Monachesi all’ Adnkrons- c'è stato molto più turismo a Castel Gandolfo. Il 30 giugno scorso, poi, al suo arrivo Ratzinger fece sostare la macchina nella piazza, raccogliendo l'affetto di tanti. Il fatto poi che il portone della residenza estiva sia rimasto aperto in questi giorni con la presenza dei gendarmi ha determinato grande interesse e affluenza e ci ha fatto capire che l'affetto per Benedetto XVI è  ancora molto grande".

Alla residenza estiva di Castel Gandolfo, gli abitanti continuano ad attendere con trepidazione anche papa Francesco. "Il 24 scorso - spiega il sindaco - sono stata in udienza in piazza San Pietro. Quando il Pontefice mi ha stretto la mano, simpaticamente si è lasciato andare ad una battuta: 'Lei è arrabbiata con me?', alludendo al fatto che da quando è stato eletto non ha mai fatto vacanze a Castello. "Io ho risposto che la speranza non muore mai e che lo aspettiamo".


   


“Le persone volevano, sì, vedere Benedetto XVI, ma lo volevano soprattutto ascoltare”.É questa la chiave del volume che la Libreria Editrice Vaticana in italiano ha edito per l’Istituto Papa Benedetto XVI di Ratisbona in collaborazione con la editrice Schnell & Steiner. E a dirlo è il segretario personale del Papa emerito, l’arcivescovo Georg Gänswein Prefetto della Casa Pontificia. Un libro che nasce per i dieci anni della elezione di Joseph Ratzinger al Soglio di Pietro. Si la chiave del pontificato del teologo tedesco contemporaneo più significativo è l’ascolto, la parola, il ragionamento cristallino e chiaro, le ampie vedute e la vastità degli argomenti trattati.

Il pensiero di Joseph Ratzinger non può essere rappresentato da una sola voce. Per questo il libro “Benedetto XVI servo di Dio e degli uomini” , che viene presentato oggi in vaticano, è un libro corale. Fatto non solo di voci di chi con lui ha lavorato e ancora lavora, come il cardinale Gerhard Müller che si occupa della edizione della Opera Omnia e che nel 2008 ha fondato l’ Istituto Papa Benedetto XVI. O come padre Stephan Otto Horn, anima dello Schulerkreis che nel libro si occupa delle catechesi incentrate sui Padri della Chiesa che Benedetto XVI ha proposto nelle catechesi del mercoledì. L’interpretazione teologica del Papa emerito si basa anche su una conoscenza approfondita degli scritti e della storia della Chiesa e del mondo. Le catechesi erano un invito ad avvicinarsi allo studio dei Padri e a riscoprirne l’importanza. Benedetto ha sviluppato il proprio pensiero dai Padri. Così come fondamentale è l’amore per la liturgia che lo accompagna ancora oggi nella sua vita quotidiana, frutto dell’interesse per il rinnovamento liturgico nato da teologi come Romano Guardini. E di questo scrive il vescovo Voderholzer.

Ma le voci sono tante. Anche se non tutte conosciute al grande pubblico (una piccola pecca non ci sono riferimenti biografici degli autori).A cominciare da quella di George Weigel, biografo di Giovanni Paolo II, che del legame tra San Giovanni Paolo II e il teologo del suo pontificato scrive definendo il rapporto tra i due “una collaborazione intellettuale straordinaria”. E c’è anche un ampio capitolo dedicato al rapporto tra Benedetto e Francesco. Lo scrive il curatore dell’intero volume dimostrando la grande stima di Papa Bergoglio per la sobrietà e la umiltà del suo predecessore.

Tra i cardinali che affrontano i diversi temi del pontificato, Kurt Koch illustra la conciliarità di Papa Benedetto, mentre Paul-Josef Cordes ha messo al centro il tema dei movimenti e le nuove realtà spirituali, e il cardinale Joachim Meisner mette in luce come le tre virtù teologali siano concretezza nel pensiero di Benedetto XVI: fede, speranza e carità.

Così come la fede del milioni di giovani che a Colonia alla GMG hanno adorato in silenzio il Sacramento sull’ altare invece di farsi stordire da canti e danze. Anche della “generazione Benedetto” si parla nel libro. Come si parla di ecumenismo grazie a Wolfgang Thönissen chetraccia il profilo di un ecumenismo che potrà portare davvero all’unità solo se l’orientamento è dettato da Cristo.

Tra gli autori anche alcuni di coloro che hanno ricevuto il Premio della Fondazione Ratzinger, comeL’abate Stefan Heim che mette al centro della sua riflessione la missione della Chiesa.

Non poteva mancare una lettura del “ Gesù di Nazaret”. Un’opera che Papa Francesco definito un “dono alla Chiesa, e a tutti gli uomini, di ciò che aveva di più prezioso: la sua conoscenza di Gesù, frutto di anni e anni di studio, di confronto teologico e di preghiera.”

Ed è al rabbino Teitelbaum che si deve il capitolo sul dialogo con i “fratelli maggiori di fede” : Fu lui durante la Giornata mondiale della gioventù di Colonia a ricevere il Papa in Sinagoga.

Del rapporto di Benedetto XVI con la politica scrive il cardinale Marx, ripercorrendo i grandi discorsi fatti del Papa nel suo viaggio in Germania, anticipazione di molti dei temi della attuale fase di riforma delle strutture ecclesiastiche.

Uno dei pregi del volume è che ogni testo è agile, snello, divulgative se pur profondo e accurato. 
Ma quello che non ti aspetti da un volume su un grande teologo è di trovare un grande libro fotografico. Sono le foto di un pontificato che in meno di otto anni ci ha raccontato tutto. Anche se mancano le didascalie le foto parlano:il Papa con i bambini, il Papa con i grandi della terra, il Papa con i giovani, il Papa con i poveri, il Papa con i sacerdoti. Foto suggestive e storiche. Come storica è la copia degli appunti di Joseph Ratzinger al Concilio Vaticano II.

Dagli scritti si comprende che Joseph Ratzinger non ha mai messo se stesso al centro delle proprie azioni, piuttosto il suo obiettivo è sempre stato quello di condurre gli uomini a Cristo con molta attenzione e delicatezza, cosa che avviene solo se si riesce a distogliere l’attenzione dalla propria persona, per puntare la luce sui fatti.

Il libro è una occasione per allontanare lo sguardo dalla quotidianità della cronaca, dalle polemiche mediatiche, dalla curiosità banali, per comprendere cosa sono stati questi ultimi dieci anni per la Chiesa. Una occasione per capire anche che cosa ci si aspetta dal futuro non di un Papa, ma del Papato.

  riguardo al libro lo trovate qui ancora in offerta 
http://www.libreriadelsanto.it/libri/9788820995249/benedetto-xvi-servo-di-dio-e-degli-uomini.html 





[Modificato da Caterina63 14/07/2015 15:14]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)