DIFENDERE LA VERA FEDE

Il Catechismo della Chiesa Cattolica quale strumento di vero dialogo ed insegnamento

  • Messaggi
  • OFFLINE
    Caterina63
    Post: 39.988
    Sesso: Femminile
    00 10/03/2015 09:32

    GIOVANNI PAOLO II



    ANGELUS


    Domenica, 15 novembre 1992


    Una foto davvero eccezionale... il 7, l'8 e il 9 dicembre 1992 furono tre giorni dedicati alla consegna del Catechismo della Chiesa Cattolica, in questa immagine il primo incontro, liturgico, nella Basilica di Santa Maria Maggiore per l'Immacolata alla quale il Papa consegnò il Catechismo. Notare l'uso del Trono petrino - che poi userà anche Benedetto XVI - che è stabile nella Basilica, con lo stemma di Pio XII

     

    Carissimi fratelli e sorelle!

    1. Vorrei quest'oggi farvi partecipi di un avvenimento di grande rilievo, per la vita della Chiesa. Si tratta della pubblicazione del "Catechismo della Chiesa Cattolica", da me già approvato nel giugno scorso. Essa sarà accompagnata da una presentazione ufficiale, articolata in un momento celebrativo, il 7 dicembre prossimo, e in un momento liturgico, il giorno 8, a cui seguirà una conferenza stampa, il 9 dicembre.

    Sarà un evento di portata storica, perché il Nuovo Catechismo non è uno dei tanti volumi di teologia o di catechesi, ma un testo di generale riferimento per l'attività catechetica nell'intero popolo di Dio. L'orizzonte in cui esso si colloca è quello disegnato dal Concilio Ecumenico Vaticano II, quando la Chiesa volle mettersi "in religioso ascolto della Parola di Dio" (Dei Verbum, n. 1), per comprendere sempre meglio se stessa e porsi in dialogo con gli uomini del nostro tempo. Nella splendida primavera conciliare, sotto l'azione dello Spirito, la Chiesa trasse così dal suo tesoro "cose nuove e cose antiche" (Mt 13, 52).
    Il nuovo Catechismo rappresenta appunto uno strumento qualificato e autorevole per la mediazione di tale rinnovata autocoscienza della Chiesa, fortemente ancorata all'unica ed immutabile verità del Vangelo, ma anche attenta ai "segni dei tempi" e proiettata con tutta se stessa nell'evangelizzazione e nella promozione dell'uomo.

    2. Sono certo che la pubblicazione del Nuovo Catechismo costituirà per i fedeli un'occasione preziosa per ravvivare la fede e per rinsaldare lo spirito missionario, favorendo in tal modo l'autentico rinnovamento ecclesiale. La fede, infatti, esige che ci si metta in ascolto della Parola di Dio, autorevolmente annunciata dagli Apostoli e dai loro Successori. Essa non è un atteggiamento soggettivo e vago, ma l'adesione della mente e del cuore alla Verità rivelata, anzi a Cristo stesso, "via, verità e vita" (Gv 14, 6). Dalla fede accolta e vissuta si sprigiona poi, nei credenti, la spinta ad annunciare e testimoniare la "buona novella" del Vangelo a tutti gli uomini. Mentre si avvicina, a grandi passi, il terzo Millennio dell'Era cristiana, la Chiesa si sente più che mai interpellata dal mandato missionario di Gesù: "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni" (Mt 28, 19). Il "Catechismo della Chiesa Cattolica" intende porsi al servizio di tale rinnovamento della fede e della missionarietà dei credenti, impegnati a vivere il loro battesimo nel mondo contemporaneo.

    3. Con la recita dell'Angelus invochiamo Maria, Madre della Chiesa e "Stella dell'Evangelizzazione", perché ottenga a tutta la Comunità cristiana la grazia di un'accoglienza docile, cordiale ed operosa di questo nuovo strumento della fede, dal quale auspichiamo frutti abbondanti per la maturazione del popolo di Dio e l'evangelizzazione del mondo.




     

    GIOVANNI PAOLO II

    ANGELUS

    Domenica, 29 novembre 1992

     

    Carissimi fratelli e sorelle!

    1. Comincia oggi il tempo liturgico dell'Avvento, durante il quale ci prepariamo a rivivere il mistero della nascita del Redentore: evento così antico e pur sempre misteriosamente nuovo. E' antico, perché affonda le sue radici nell'eterno disegno di Dio, che, anche se realizzato storicamente circa due millenni or sono, è stato preparato fin dall'alba della creazione. E', al tempo stesso, evento sempre nuovo, perché sprigiona, di generazione in generazione, la sua inesauribile energia redentrice nell'attesa del ritorno di Cristo nella gloria. Alla luce di tale mistero, la storia umana, al di là delle quotidiane traversìe, manifesta una profonda unità, e l'uomo è chiamato a costruirla in un responsabile e attivo dialogo con la Provvidenza divina. Auspico di cuore che l'Avvento, tempo di attesa, di ascolto e di speranza, costituisca per tutti i credenti un'occasione propizia per ravvivare la loro fede e corroborare l'impegno di una coerente testimonianza di vita cristiana.

    2. In questa prospettiva di rinnovamento spirituale si colloca anche la pubblicazione del nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica. Esso è il frutto della feconda collaborazione tra i Pastori diocesani di tutti i Continenti, in stretta comunione col Successore di Pietro. Il punto di partenza fu una raccomandazione dell'Assemblea del Sinodo dei Vescovi nel 1985. Molti Padri sinodali espressero allora il desiderio di un compendio della dottrina cattolica, che rappresentasse un punto di riferimento per i catechismi preparati nelle diverse regioni (cfr. Relatio finalis, II, B, 4). Provvido suggerimento, che accolsi volentieri costituendo un'apposita Commissione che ne curasse la realizzazione. I Presuli del mondo intero hanno potuto così attivamente contribuire alla redazione del testo definitivo, che il 25 giugno di quest'anno ho avuto la gioia di approvare, ed ho poi promulgato l'11 ottobre scorso, nel trentesimo anniversario dell'apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II.

    3. Guardando al cammino percorso, rendo grazie al Signore per la stupenda "sinfonia" della fede, che ancora una volta si è manifestata ed esprimo l'auspicio che il nuovo Catechismo porti frutti abbondanti in tutta la Chiesa.

    A Maria Vergine Immacolata, modello sublime del popolo di Dio nella "peregrinazione della fede" (LG, 58; cfr. Redemptoris Mater, 2), che ben conosce le difficoltà e le tentazioni a cui le Comunità ecclesiali sono sottoposte nel nostro tempo, affido questo prezioso strumento della nuova evangelizzazione.

    Ci ottenga Maria, con la sua materna intercessione, la grazia di un rinnovato slancio nel rendere ragione di fronte al mondo della speranza che è in noi (cfr. 1 Pt 3, 15).

    Maria, Aiuto dei Cristiani, prega per noi!


     




    GIOVANNI PAOLO II

    ANGELUS

    Domenica, 13 dicembre 1992

     

    Carissimi fratelli e sorelle!

    1. Mentre è ancora viva l'eco suscitata dalla presentazione ufficiale del Catechismo della Chiesa Cattolica, sento il bisogno di elevare al Signore un fervido ringraziamento insieme con tutta la Chiesa, che anche in questa circostanza ha sperimentato l'azione efficace dello Spirito divino. L'interesse suscitato dal nuovo testo anche oltre i confini delle Comunità cattoliche si è rivelato di tali proporzioni, da essere difficilmente riconducibile a ragioni di pura curiosità. La Chiesa è lieta di aver avuto l'opportunità, anche in questa circostanza che ben a ragione potremmo dire storica, di testimoniare la grande e meravigliosa "Notizia" incentrata nel nome di Gesù, Redentore dell'uomo. Di tale "Notizia" e del suo annuncio la Comunità ecclesiale si sente perennemente responsabile. Con umile coraggio, nonostante il peso della sua fragilità, essa si assume il compito di farsene eco davanti all'intera umanità.

    2. In tale prospettiva, pertanto, la promulgazione del nuovo Catechismo non è solo un atto di regolamentazione dottrinale, ma assume il calore di un appello, rivolto a tutti i credenti, ad un più intenso impegno per la nuova evangelizzazione. Siamo ormai allo scorcio del secolo ventesimo, testimoni di una storia complessa, tante volte drammatica, che farà sentire a lungo il peso della sua eredità. Ma questo nostro mondo, con le sue luci ed ombre, quali che siano gli sviluppi delle vicende storiche, continuerà ad essere oggetto dell'Amore e della Provvidenza di Dio. Esso avrà bisogno più che mai di amore, di speranza, di pace, di solidarietà tra i popoli, di giustizia vera per gli oppressi, nel contesto di un ritrovato equilibrio dell'uomo con la natura ed il cosmo.

    3. Il cristianesimo coglie la sorgente e il "segreto" di tutte queste realtà, che formano la nostalgia perenne del cuore umano, nell'azione redentrice del Verbo incarnato, di cui proprio in questo periodo di Avvento, che ci prepara al Natale, la liturgia ci invita a meditare e rivivere il primo manifestarsi. Alla proclamazione gioiosa e ardita di tale esaltante "segreto" è destinato pure il nuovo Catechismo, posto a servizio della Parola di Dio, insieme con gli altri analoghi strumenti formativi elaborati dalle Chiese locali di ogni parte della terra.

    Carissimi fratelli e sorelle, Maria ci accompagni in questo nuovo Avvento dell'annuncio cristiano. Ella, che conosce i tempi di Dio, convoca la Chiesa del nostro tempo ad un rinnovato impegno di preghiera e di azione alle soglie del terzo millennio cristiano.

    Con Lei noi eleviamo la nostra implorazione allo Spirito di Dio, il protagonista, della nuova evangelizzazione, perché il mondo veda la gloria del Salvatore.


     

    Tantissimi bambini romani, accompagnati dai genitori e dagli insegnanti, si ritrovano in Piazza San Pietro per offrire alla benedizione del Papa le statuine del Bambinello che deporranno nei loro presepi. L’attesa dei fanciulli, giunti da diverse zone della città, è scandita dalle note dei canti tradizionali natalizi. Dopo la recita dell’Angelus, Giovanni Paolo II si rivolge a loro con queste parole.  

    Carissimi fanciulli!

    Siamo ormai vicini al santo Natale e io sono lieto di vedervi presenti così numerosi e pieni di gioia a quest’ormai tradizionale appuntamento. Tra poco benedirò, come ogni anno, le piccole statue di Gesù, Maria, Giuseppe e degli altri personaggi che con tanto amore e devozione voi deporrete nel Presepio, per commemorare il più grande avvenimento della storia umana: la nascita del divin Redentore. Insieme con i vostri genitori e parenti, potrete rivivere in famiglia quanto avvenne a Betlemme circa duemila anni or sono. Riuniti attorno al Presepio potrete adorare il Bambino Gesù, accogliere la sua parola di verità e di salvezza, offrirgli i vostri propositi di impegno e di bontà. Vi sentirete a Lui più vicini e sarete stimolati ad essere più gentili e generosi verso il prossimo, soprattutto verso i poveri e i sofferenti.

    Augurandovi di trascorrere un sereno e santo Natale, ora con affetto benedico voi e le piccole statue che portate con voi.  

    Dopo la benedizione dei Bambinelli, il Santo Padre si rivolge ancora ai numerosi fanciulli presenti in Piazza San Pietro con queste parole.  

    Grazie a tutti per la vostra visita. Un grazie specialissimo per i bambini. Avete cantato molto bene. Tantissimi auguri per il Santo Natale. Con questo canto avete già invitato Gesù a venire a noi nella notte di Natale.





    [Modificato da Caterina63 11/03/2015 13:54]
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
  • OFFLINE
    Caterina63
    Post: 39.988
    Sesso: Femminile
    00 10/03/2015 20:16
     SCARICA QUI IL CCC IN AUDIO..........



    IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO

     

    Abbiamo iniziato a realizzare l'audio del Catechismo della Chiesa Cattolica con il testo integrale in mp3 per dare a chiunque la possibilità di ascoltarlo anche in determinati momenti della giornata (in auto, con l'iPod, con lettore mp3 ecc.)
    Questo ascolto può essere molto utile per coloro che desiderano approfondire la retta dottrina della Chiesa.

                        SEZIONE PRIMA:
                  "IO CREDO" - "NOI CREDIAMO" 

    CAPITOLO PRIMO : L'UOMO E' CAPACE DI DIO (da pag.27 a pag. 31)

    fileDBicn_mp3 picture
    01cat.mp3


    CAPITOLO SECONDO : DIO VIENE INCONTRO ALL'UOMO 

    articolo 1:LA RIVELAZIONE DI DIO (da pag.32 a pag.36)
    fileDBicn_mp3 picture
    02cat.mp3


    articolo 2: LA TRASMISSIONE DELLA RIVELAZIONE DIVINA (da pag.37 a pag.42)
    fileDBicn_mp3 picture
    03cat.mp3


    articolo 3: LA SACRA SCRITTURA (da pag 43 a pag.50)
    fileDBicn_mp3 picture
    04cat.mp3


    CAPITOLO TERZO : LA RISPOSTA DELL'UOMO A DIO 


    articolo 1: IO CREDO - articolo 2: NOI CREDIAMO   (da pag.51 a pag.59)
    fileDBicn_mp3 picture
    05cat.mp3

     



       continua a scaricare qui 



    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
  • OFFLINE
    Caterina63
    Post: 39.988
    Sesso: Femminile
    00 11/03/2015 10:47

    DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II 
    ALLA PONTIFICIA COMMISSIONE PER IL CATECHISMO

    Sabato, 15 novembre 1986

     

    1. È per me motivo di particolare gioia salutarvi, venerati e cari fratelli, membri della Commissione pontificia per la redazione del progettato catechismo per la Chiesa universale, che iniziate oggi le vostre riunioni sotto la presidenza del card. Ratzinger.

    “La catechesi - come ben sapete - è stata sempre considerata dalla Chiesa come uno dei suoi fondamentali doveri” (Catechesi Tradendae, 1), perché è parte essenziale dell’evangelizzazione, della diffusione cioè di quella “potenza di Dio per la salvezza di tutti i credenti” che è il Vangelo (Rm 1, 16). Anche nei nostri giorni, dopo il Concilio Vaticano II, due assemblee del Sinodo dei vescovi hanno riflettuto sull’evangelizzazione e sulla catechesi nella missione della Chiesa nel mondo d’oggi; frutto di esse sono state le esortazioni apostoliche Evangelii Nuntiandi e Catechesi Tradendae, che illustrano lo stretto rapporto della catechesi con l’evangelizzazione, e mostrano qual è la loro funzione propria.

    Quando l’assemblea straordinaria del Sinodo dei vescovi suggerì, nel dicembre dell’anno scorso, la pubblicazione di “un catechismo o compendio di tutta la dottrina cattolica per quanto riguarda sia la fede che la morale, perché sia un punto di riferimento per i catechismi o compendi che vengono preparati nelle diverse regioni” (SYNODI EXTRAORDINARIAE EPISCOPORUM Relatio Finalis, II, B, a), aveva certamente presente il notevole sforzo fatto dalla catechesi negli ultimi anni, con i molti suoi pregi ma anche con i suoi limiti e deficienze, che “devono suscitare un’attenta revisione dei mezzi impiegati e della dottrina trasmessa” (Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VIII [1985/1], p. 110).

    2. È in questa prospettiva di rinnovamento e progresso della catechesi, che voi siete chiamati a presiedere al difficile ma importantissimo compito di elaborare un progetto di catechismo per la Chiesa universale. Certamente il catechismo non è la catechesi, ma ne è soltanto un mezzo o strumento. (IOANNIS PAULI PP. II Catechesi Tradendae, 28) Infatti, mentre il catechismo è un compendio della dottrina della Chiesa, la catechesi, “essendo quell’azione ecclesiale che conduce le comunità e i singoli cristiani alla maturità nella fede” (Congregazione per il Clero, Direttorio Catechistico Generale, 21) trasmette questa dottrina - con i metodi adatti all’età, alla cultura e alle circostanze delle persone - affinché la verità cristiana diventi, con la grazia dello Spirito Santo, vita dei credenti (Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VIII [1985/1], pp. 38-39). E tuttavia l’importanza del catechismo nella catechesi è grande come è ampiamente dimostrato dall’esperienza multisecolare della Chiesa. Se infatti anche il genere “catechismo”, così come oggi lo intendiamo, divenne d’uso comune soltanto al tempo della Riforma, la sua essenza quale struttura fondamentale della trasmissione della fede è tanto antica quanto il catecumenato, vale a dire antica quanto la Chiesa e, nella sua sostanza, è irrinunciabile.

    Il catechismo, che siete chiamati a elaborare, si colloca dunque nel solco della grande tradizione della Chiesa, non per sostituirsi ai catechismi diocesani o nazionali, ma al fine di essere per essi “punto di riferimento”. Non vuol essere quindi uno strumento di piatta “uniformità”, ma un importante aiuto per garantire “l’unità nella fede”, che è una dimensione essenziale di quell’unità della Chiesa che “scaturisce dall’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” (S. Cipriano, De oratione dominica, 23: PL 4, 553).

    3. Com’è naturale, questo progetto di catechismo, a sua volta, dovrà avere come costante punto di riferimento gli insegnamenti del Concilio Vaticano II, considerati nella loro continuità e complementarietà con tutto il magistero precedente della Chiesa. È questa un’esigenza fondamentale affinché il catechismo, nel dovuto rispetto per la gerarchia delle verità cristiane, sia veramente “completo”, e risulti perciò valido strumento per una catechesi che “cerca di adattare il suo insegnamento alla capacità di coloro che lo ricevono, ma non si attribuisce il diritto di velare o di sopprimere una parte della verità che Dio stesso ha voluto comunicare agli uomini”. In questo senso, il Sinodo dei vescovi ha augurato che, nel catechismo, la presentazione della dottrina sia “biblica e liturgica”. La catechesi è uno dei modi della trasmissione della rivelazione nella Chiesa e, di conseguenza, deve necessariamente essere regolata, nei contenuti e nei metodi, “dalla struttura propria di tale trasmissione, la quale comporta la connessione inscindibile tra Sacra Scrittura, Tradizione e Magistero (cf. Dei Verbum, 10)” (Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VIII, 1 (1985) 111).

    4. Il servizio che vi accingete a compiere alla Chiesa universale non è privo di difficoltà. Ma so che siete anche profondamente consapevoli che nel vostro lavoro potete contare sull’aiuto costante dello Spirito di Verità, che anima e dirige ogni sforzo veramente ecclesiale per la fedele trasmissione della parola di Dio.

    Ringraziandovi a nome dell’intero popolo di Dio per l’impegno da voi generosamente assunto, mi è particolarmente caro affidare il vostro lavoro alla protezione di Maria, Madre della Chiesa, e di accompagnarvi con la mia benedizione.






    GIOVANNI PAOLO II

    PRESENTAZIONE UFFICIALE E SOLENNE DEL 
    CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA

    Lunedì, 7 dicembre 1992


     

    Signori Cardinali,
    Venerati Fratelli,
    Rappresentanti dei Popoli,
    Carissimi fedeli,
    Autorità e cittadini di ogni parte del mondo!

    1. La Santa Chiesa di Dio oggi gioisce perché, per singolare dono della Provvidenza divina, può solennemente celebrare la promulgazione del nuovo “Catechismo”, presentandolo in modo ufficiale ai fedeli di tutto il mondo. Rendo vivamente grazie al Dio del cielo e della terra perché mi concede di vivere insieme con Voi un tale evento di incomparabile ricchezza e importanza.

    Motivo di profonda letizia per la Chiesa universale è questo dono che oggi il Padre Celeste fa ai suoi figli, offrendo loro, con tale testo, la possibilità di conoscere meglio, nella luce del suo Spirito, “l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Cristo” (Ef 3, 19).

    Benedicamus Domino!

    2. Sono profondamente grato a tutti coloro che hanno collaborato in qualunque modo alla redazione del “Catechismo della Chiesa Cattolica”. In particolare non posso non compiacermi e rallegrarmi con i componenti della Commissione e del Comitato di redazione, che nel corso di questi sei anni hanno operato, in unità di sentimenti e di propositi, sotto la sapiente guida del loro Presidente, il Signor Cardinale Joseph Ratzinger. Vi ringrazio tutti singolarmente di vero cuore.

    La vostra sollecitudine nell’esporre i contenuti della fede in modo conforme alla verità biblica, alla genuina tradizione della Chiesa e in particolare agli insegnamenti del Concilio Vaticano II; lo sforzo di porre in evidenza ciò che nell’annuncio cristiano è fondamentale ed essenziale; l’impegno di riesprimere, con un linguaggio più rispondente alle esigenze del mondo d’oggi, la verità cattolica perenne, sono oggi coronati da successo.

    Il vostro indefesso lavoro, sostenuto dalla Carità di Cristo, che “urget nos” (2Cor 5,14) ad essere testimoni fedeli e coraggiosi della sua Parola, ha reso possibile un’impresa, che, all’inizio ed ancora durante il cammino, non pochi ritenevano addirittura impossibile.

    3. Avviai a suo tempo tale lavoro, accogliendo ben volentieri la richiesta dei padri Sinodali, convocati nel 1985 per celebrare il XX anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II. Riconobbi, infatti, in tale richiesta la volontà di attualizzare ancora una volta, in modo rinnovato, il comando perenne del Cristo: “Euntes ergo, docete omnes gentes... docentes eos servare omnia quaecumque mandavi vobis” (Mt 28, 19-20).

    Il “Catechismo della Chiesa Cattolica” è uno strumento qualificato e autorevole, che i Pastori della Chiesa hanno voluto innanzitutto per se stessi come valido ausilio nell’adempimento della missione, ricevuta da Cristo, di annunciare e testimoniare la “buona novella” a tutti gli uomini.

    4. La pubblicazione del testo deve senz’altro annoverarsi tra i maggiori eventi della storia recente della Chiesa. Esso costituisce un dono prezioso, perché ripropone fedelmente la dottrina cristiana di sempre: un dono ricco, per gli argomenti trattati con cura e profondità; un dono opportuno, attese le esigenze e necessità dell’epoca moderna.

    Soprattutto, esso è un dono “veritiero”, un dono cioè che presenta la Verità rivelata da Dio in Cristo e da Lui affidata alla sua Chiesa. Il Catechismo espone questa Verità, alla luce del Concilio Vaticano, così com’essa è creduta, celebrata, vissuta e pregata dalla Chiesa e lo fa nell’intento di favorire l’adesione indefettibile alla Persona di Cristo.

    Un tale servizio alla Verità riempie la Chiesa di gratitudine e di gioia, e le infonde rinnovato coraggio per attuare la sua missione nel mondo.

    5. Il Catechismo è, inoltre, un dono profondamente radicato nel passato. Attingendo abbondantemente alla Sacra Scrittura ed all’inesauribile Tradizione apostolica, esso raccoglie, sintetizza e trasmette quella ricchezza incomparabile, che, lungo venti secoli di storia, nonostante difficoltà ed anche contrasti, è divenuta patrimonio, sempre antico e sempre nuovo, della Chiesa. Si attua così ancora una volta la missione della Sposa di Cristo di custodire gelosamente e di far diligentemente fruttificare il tesoro prezioso che le viene dall’Alto. Nulla cambia della dottrina cattolica di sempre. Ciò che vi era di fondamentale e di essenziale, resta.

    E, tuttavia, il tesoro vivo del passato viene chiarito e formulato in modo nuovo, in vista di una maggiore fedeltà alla verità integrale di Dio e dell’uomo, nella consapevolezza che “altro è il deposito o le verità di fede, e altro è il modo con cui vengono enunciate, rimanendo pur sempre uguali il significato e il senso profondo” (Concilio Vaticano I, Costituzione dogmatica, Dei Filius, cap. 4).

    Un dono privilegiato, dunque, questo Compendio della fede e della morale cattolica, nel quale converge e si raccoglie in armoniosa sintesi il passato della Chiesa, con la sua tradizione, la sua storia di ascolto-annuncio-celebrazione-testimonianza della Parola, con i suoi Concili, i suoi Dottori, i suoi Santi.

    Attraverso le successive generazioni risuona in tal modo, perenne e sempre attuale, l’evangelico magistero di Cristo, da venti secoli luce dell’umanità.

    6. Il Catechismo è un dono per l’oggi della Chiesa. Il legame con ciò che di essenziale e di venerabile la Chiesa ha nel suo passato, le consente di svolgere la sua missione nell’oggi dell’umanità.

    In questo testo autorevole la Chiesa presenta ai suoi figli, con una rinnovata autocoscienza grazie alla luce dello Spirito, il mistero di Cristo, nel quale si riflette lo splendore del Padre.

    È la Chiesa che esprime ed attua, anche mediante questo strumento qualificato, il suo costante desiderio e la sua indefessa ricerca di ringiovanire il proprio volto, perché appaia sempre meglio, in tutta la sua infinita bellezza, il volto di Colui che è l’eternamente giovane: il Cristo.

    Essa adempie in tal modo la sua missione di conoscere sempre più approfonditamente, per meglio testimoniare nella sua organica armonia, l’insondabile ricchezza di quella parola che essa “serve, insegnando soltanto ciò che è stato trasmesso, in quanto, per divino mandato e con l’assistenza dello Spirito Santo, piamente ascolta, santamente custodisce e fedelmente espone quella Parola, e da questo unico deposito della fede attinge tutto ciò che propone da credere come rivelato da Dio” (Dei Verbum, 10).

    7. Il Catechismo, infine, è un dono rivolto all’avvenire. Dalla meditata riflessione sul mistero di Cristo zampilla un insegnamento coraggioso e generoso, che la Chiesa indirizza al domani, aperto sul terzo millennio.

    Quali sviluppi avrà questo Catechismo non è facile prevedere. Ma è certo che, con la grazia di Dio e la buona volontà dei Pastori e dei fedeli, esso potrà costituire una strumento valido e fecondo di ulteriori approfondimenti conoscitivi e di un autentico rinnovamento, spirituale e morale.

    La consapevole adesione alla genuina e completa dottrina rivelata, che il Catechismo sinteticamente presenta, non mancherà di favorire il progressivo compiersi del disegno di Dio, il quale vuole che “tutti gli uomini siano salvi e giungano alla cognizione della verità” (1 Tm 2, 4).

    8. Unità nella verità: ecco la missione affidata da Cristo alla sua Chiesa, per la quale essa si adopera attivamente, invocandola anzitutto da Colui che tutto può e che per primo, nell’imminenza della sua Morte e Risurrezione, pregò il Padre affinché i credenti fossero “una cosa sola” (Gv 17, 21).

    Ancora una volta, anche mediante il dono di questo Catechismo, si rende chiaro che questa misteriosa e visibile unione non si può perseguire senza l’identità della fede, la condivisione della vita sacramentale, la conseguente coerenza della vita morale, la continua e fervida preghiera personale e comunitaria.

    Tracciando le linee della identità dottrinale cattolica, il Catechismo può costituire un amoroso appello anche per quanti non fanno parte della comunità cattolica. Possano essi comprendere che tale strumento non restringe, ma allarga l’ambito della pluriforme unità, offrendo nuovo slancio al cammino verso quella pienezza della comunione, che riflette e in qualche modo anticipa la totale unità della Città celeste, “in cui regna la verità, è legge la carità, l’estensione è l’eternità” (Sant’Agostino, Epistola 138,3).

    9. Un dono per tutti: questo vuol essere il nuovo Catechismo! Nei confronti di tale testo, nessuno si deve sentire estraneo, escluso o lontano. Esso infatti si indirizza a tutti perché chiama in causa il Signore di tutti, Gesù Cristo, Colui che annuncia ed è annunciato, l’Atteso, il Maestro e il Modello di ogni annuncio. Esso cerca di dare una risposta soddisfacente alle esigenze di tutti coloro che nella loro sete, cosciente o incosciente, di verità e di certezza, cercano Dio e “si sforzano di trovarlo come a tastoni, quantunque non sia lontano da ciascuno di noi” (At 17, 27).

    Gli uomini, di oggi e di sempre, hanno bisogno di Cristo: attraverso molteplici, talvolta incomprensibili vie, lo cercano insistentemente, lo invocano costantemente, lo desiderano ardentemente.

    Possano essi incontrarlo guidati dallo Spirito, grazie anche a questo strumento del Catechismo!

    10. Perché ciò avvenga è necessaria anche la collaborazione di tutti noi, in particolare di noi Pastori del Popolo Santo di Dio.

    Come è stata fondamentale, per l’elaborazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, l’ampia e feconda cooperazione dell’Episcopato, così per il suo utilizzo, la sua attualizzazione e la sua efficacia è e sarà indispensabile soprattutto l’apporto dei Vescovi, Maestri di fede nella Chiesa.

    Sì, il Catechismo è un dono affidato a noi Vescovi in particolare.

    In Voi, Venerati Fratelli, responsabili delle Commissioni dottrinali delle Conferenze Episcopali sparse nel mondo, qui riuniti presso il sepolcro di Pietro, si manifesta la gioia dei vostri Confratelli e dei figli della Chiesa, che Voi rappresentate: essi sono grati a Dio di poter disporre di questo strumento per l’annuncio e la testimonianza della loro fede. Al tempo stesso, la vostra partecipazione a questo solenne incontro esprime la ferma volontà di utilizzare, nei pluriformi contesti ecclesiali e culturali, tale documento, che – come ebbi già modo di dire in altre occasioni (Insegnamenti di Giovanni Paolo II, IX/1 [1986], 1953ss.; Ivi, XV/1 [1992], 1948) –, deve costituire il “punto di riferimento”, la “magna carta” dell’annuncio profetico, e soprattutto catechistico, in particolare attraverso l’approntamento di catechismi locali, nazionali e diocesani, la cui mediazione è da considerare indispensabile.

    Di tali vostri sentimenti e volontà si è già fatto, del resto, interprete anche il vostro rappresentante, il Signor Cardinale Bernard Francis Law, che saluto cordialmente e ringrazio di cuore.

    11. Ora, prima di concludere, desidero elevare il mio pensiero, con sentimenti di filiale amore e devota riconoscenza, a Colei che ha accolto, meditato, donato la Parola del Padre all’umanità.

    Torna alla mente, in questa solenne circostanza, l’esortazione del grande Sant’Ambrogio: “Sit in singulis Mariae anima ut magnificet Dominum; sit in singulis Spiritus Mariae ut exultet in Deo” (Sant’Ambrogio, Expositio in Lucam, II, 26: PL 15,1642).

    La Vergine Santa, di cui celebreremo domani la Concezione Immacolata, ci aiuti ad accogliere e ad apprezzare questo prezioso dono e sia per noi modello e sostegno nel donare agli altri quella Parola divina che il “Catechismo della Chiesa Cattolica” presenta ai fedeli e al mondo intero.

       



    [Modificato da Caterina63 11/03/2015 10:49]
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
  • OFFLINE
    Caterina63
    Post: 39.988
    Sesso: Femminile
    00 11/03/2015 10:58

    LETTERA DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
     ALL’EM.MO CARD. JOSEPH RATZINGER
     PER LA PREPARAZIONE DI UN COMPENDIO 
    DEL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA

     

     

    Al venerato Fratello
    il Sig. Card. JOSEPH RATZINGER
    Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede

    Il 7 dicembre scorso si sono compiuti 10 anni dalla promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC), un decennio che ha mostrato l’importanza di questo testo, auspicato e suggerito dal Sinodo dei Vescovi del 1985. Come ebbi a dire ai partecipanti al Congresso Catechistico Internazionale convocato nell’ottobre scorso proprio per commemorare la decennale ricorrenza, il Catechismo mantiene inalterata la sua realtà di dono privilegiato, posto a disposizione dell'intera Chiesa Cattolica. E' dono offerto ad ogni uomo e ad ogni donna che domandino ai cattolici ragione della speranza che è in loro, perché interessati a conoscere ciò che la Chiesa crede. L'ampia diffusione del testo nelle varie regioni del mondo costituisce un’evidente prova della sua utilità e della sua attualità. Specialmente negli anni più recenti, sono state approntate non poche sintesi del Catechismo in diverse lingue e in numerosi Paesi. Ciò testimonia quanto ampia e sentita sia l’esigenza di un breve compendio, che contenga tutti gli elementi fondamentali della fede e della morale cattolica formulati in maniera semplice e chiara. L'esperienza prova, tuttavia, che non è facile, in queste sintesi, salvaguardare sempre e appieno la completezza e l’integrità del contenuto della fede cattolica.

    Nel Congresso menzionato è emersa l'urgenza di avere a disposizione un Catechismo breve per tutti i fedeli, e molti hanno sollecitato la redazione di questa sintesi autorevole, sicura e completa. E' indispensabile, infatti, che tale testo rispecchi fedelmente il Catechismo della Chiesa Cattolica quanto agli aspetti essenziali della fede e della morale cristiana.

    Ritengo anch’io opportuna la proposta avanzata, e per questo chiedo a Lei, Signor Cardinale, di voler costituire, d’intesa con la Segreteria di Stato, una Commissione Speciale con il compito di approntare un Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica. A tale Commissione, che Ella presiederà, verrà affiancato un apposito Comitato di Redazione.

    Il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica dovrà contenere, in modo conciso, i contenuti essenziali e fondamentali della fede della Chiesa, rispettandone la completezza e l’integrità dottrinale, sì da costituire una sorta di ‘vademecum’, che consenta alle persone, credenti e non, di abbracciare, in uno sguardo d’insieme, l’intero panorama della fede cattolica. Esso avrà come fonte, modello e punto di riferimento costante l’attuale Catechismo della Chiesa Cattolica, che, mantenendo intatta la sua autorevolezza e importanza, potrà trovare, in tale sintesi, uno stimolo ad essere meglio approfondito, e, più in generale, un ulteriore strumento di educazione alla fede.

    Prima di essere approvato, il Compendio sarà sottoposto alla valutazione di tutti gli Em.mi Cardinali e dei Presidenti delle Conferenze Episcopali.

    Sono consapevole che questa nuova opera comporterà una non lieve fatica, ma, confidando nell’aiuto di Dio e conoscendo la capacità e la laboriosità di Lei, Signor Cardinale, come pure dei Suoi collaboratori, sono sicuro che verrà portata a termine in un tempo relativamente breve.

    Nel ringraziarLa per la costante dedizione che caratterizza il servizio che Ella rende alla Sede Apostolica, come pure per la disponibilità dimostrata in questa occasione, invoco su di Lei e su quanti collaboreranno alla realizzazione del Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica la materna protezione di Maria SS.ma, Madre del Verbo incarnato, e di cuore imparto a tutti una speciale Benedizione Apostolica.

    Dal Vaticano, 2 Febbraio 2003

    IOANNES PAULUS II







    INTRODUZIONE DEL CARDINALE JOSEPH RATZINGER
    AL COMPENDIO DEL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA 

     

    1. L'11 ottobre del 1992, Papa Giovanni Paolo II consegnava ai fedeli di tutto il mondo il Catechismo della Chiesa Cattolica, presentandolo come «testo di riferimento»1 per una catechesi rinnovata alle vive sorgenti della fede. A trent'anni dall'apertura del Concilio Vaticano II (1962-1965), veniva così portato a felice compimento l'auspicio espresso nel 1985 dall'Assemblea Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, perché venisse composto un catechismo di tutta la dottrina cattolica sia per la fede che per la morale.

    Cinque anni dopo, il 15 agosto del 1997, promulgando l'editio typica del Catechismus Catholicae Ecclesiae, il Sommo Pontefice confermava la finalità fondamentale dell'opera: «Porsi come esposizione completa e integra della dottrina cattolica, che consente a tutti di conoscere ciò che la Chiesa stessa professa, celebra, vive, prega nella sua vita quotidiana»2.

    2. Per una maggiore valorizzazione del Catechismo e per venire incontro a una richiesta emersa nel Congresso Catechistico Internazionale del 2002, Giovanni Paolo II istituiva nel 2003 una Commissione speciale, presieduta dal Card. Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, con il compito di elaborare un Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, contenente una formulazione più sintetica dei medesimi contenuti di fede. Dopo due anni di lavoro, fu preparato un progetto di compendio, che fu inviato per la consultazione ai Cardinali e ai Presidenti delle Conferenze Episcopali. Il progetto, nel suo complesso, ha avuto una valutazione positiva da parte della maggioranza assoluta di quanti hanno risposto. La Commissione ha, pertanto, proceduto alla revisione del suddetto progetto, e, tenendo conto delle proposte di miglioramento pervenute, ha approntato il testo finale dell'opera.

    3. Sono tre le caratteristiche principali del Compendio: la stretta dipendenza dal Catechismo della Chiesa Cattolica; il genere dialogico; l'utilizzo delle immagini nella catechesi.

    Anzitutto, il Compendio non è un'opera a sé stante e non intende in alcun modo sostituire il Catechismo della Chiesa Cattolica: piuttosto, rinvia continuamente ad esso sia con la puntuale indicazione dei numeri di riferimento sia col continuo richiamo alla sua struttura, al suo sviluppo e ai suoi contenuti. Il Compendio, inoltre, intende risvegliare un rinnovato interesse e fervore per il Catechismo, che, con la sua sapienza espositiva e con la sua unzione spirituale, resta pur sempre il testo di base della catechesi ecclesiale oggi.

    Come il Catechismo, anche il Compendio si articola in quattro parti, in corrispondenza delle leggi fondamentali della vita in Cristo.

    La prima parte, intitolata «La professione della fede», contiene un'opportuna sintesi della lex credendi, e cioè della fede professata dalla Chiesa Cattolica, ricavata dal Simbolo Apostolico, illustrato con il Simbolo niceno-costantinopolitano, la cui costante proclamazione nelle assemblee cristiane mantiene viva la memoria delle principali verità della fede.

    La seconda parte, intitolata «La celebrazione del mistero cristiano», presenta gli elementi essenziali della lex celebrandi. L'annuncio del Vangelo trova, infatti, la sua risposta privilegiata nella vita sacramentale. In essa i fedeli sperimentano e testimoniano in ogni momento della loro esistenza l'efficacia salvifica del mistero pasquale, per mezzo del quale Cristo ha compiuto l'opera della nostra redenzione.

    La terza parte, intitolata «La vita in Cristo», richiama la lex vivendi e cioè l'impegno che i battezzati hanno di manifestare nei loro comportamenti e nelle loro scelte etiche la fedeltà alla fede professata e celebrata. I fedeli, infatti, sono chiamati dal Signore Gesù a compiere le opere che si addicono alla loro dignità di figli del Padre nella carità dello Spirito Santo.

    La quarta parte, intitolata «La preghiera cristiana», offre una sintesi della lex orandi e cioè della vita di preghiera. Sull'esempio di Gesù, il modello perfetto di orante, anche il cristiano è chiamato al dialogo con Dio nella preghiera, una cui espressione privilegiata è il Padre nostro, la preghiera insegnataci da Gesù stesso.

    4. Una seconda caratteristica del Compendio è la sua forma dialogica, che riprende un antico genere letterario catechistico, fatto di domande e risposte. Si tratta di riproporre un dialogo ideale tra il maestro e il discepolo, mediante una sequenza incalzante di interrogativi, che coinvolgono il lettore invitandolo a proseguire nella scoperta dei sempre nuovi aspetti della verità della sua fede. Il genere dialogico concorre anche ad abbreviare notevolmente il testo, riducendolo all'essenziale. Ciò potrebbe favorire l'assimilazione e l'eventuale memorizzazione dei contenuti.

    5. Una terza caratteristica è data dalla presenza di alcune immagini, che scandiscono l'articolazione del Compendio. Esse provengono dal ricchissimo patrimonio dell'iconografia cristiana. Dalla secolare tradizione conciliare apprendiamo che anche l'immagine è predicazione evangelica. Gli artisti di ogni tempo hanno offerto alla contemplazione e allo stupore dei fedeli i fatti salienti del mistero della salvezza, presentandoli nello splendore del colore e nella perfezione della bellezza. È un indizio questo, di come oggi più che mai, nella civiltà dell'immagine, l'immagine sacra possa esprimere molto di più della stessa parola, dal momento che è oltremodo efficace il suo dinamismo di comunicazione e di trasmissione del messaggio evangelico.

    6. A quarant'anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II e nell'anno dell'Eucaristia, il Compendio può rappresentare un ulteriore sussidio per soddisfare sia la fame di verità dei fedeli di tutte le età e condizioni, sia anche il bisogno di quanti, senza essere fedeli, hanno sete di verità e di giustizia. La sua pubblicazione avverrà nella solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, colonne della Chiesa universale ed evangelizzatori esemplari del Vangelo nel mondo antico. Questi apostoli hanno visto ciò che hanno predicato e hanno testimoniato la verità di Cristo fino al martirio. Imitiamoli nel loro slancio missionario e preghiamo il Signore affinché la Chiesa segua sempre l'insegnamento degli Apostoli, dai quali ha ricevuto il primo gioioso annunzio della fede.

    20 marzo 2005, Domenica delle Palme.

    Joseph Card. Ratzinger
    Presidente della Commissione speciale


    GIOVANNI PAOLO II, Cost. ap. Fidei depositum, 11 ottobre 1992.

    2 GIOVANNI PAOLO II, Lett. Ap. Laetamur magnoepre, 15 agosto 1997.















    PRESENTAZIONE DEL COMPENDIO
    DEL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA

    DISCORSO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI

    Martedì, 28 giugno 2005

     

     

    Carissimi Fratelli e amici,

     

    1. «Possa Egli davvero illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi » (Ef 1,18).

    E’ questo l’auspicio che san Paolo innalza al Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, nel brano della lettera agli Efesini appena proclamata.

    Non ringrazieremo mai abbastanza Dio, nostro Padre, per questo immenso tesoro di speranza e di gloria, che Egli nel Suo Figlio Gesù ci ha regalato. Nostro impegno costante è di lasciarci continuamente illuminare da Lui per conoscere sempre più profondamente questo Suo misterioso dono.

    Il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, che oggi ho la grande gioia di presentare alla Chiesa e al mondo, in questa Celebrazione orante, può e deve costituire uno strumento privilegiato per farci crescere nella conoscenza e nell’accoglienza gioiosa di tale dono divino.

     

    2. Esso vede la luce dopo la pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, avvenuta nel 1992. Da allora era divenuta sempre più diffusa e insistente l’esigenza di un catechismo in sintesi, breve, che contenesse tutti e soli gli elementi essenziali e fondamentali della fede e della morale cattolica, formulati in una maniera semplice, accessibile a tutti, chiara e sintetica. Ed è proprio venendo incontro a tale esigenza, che in questo ultimo ventennio sono stati effettuati, in diverse lingue e paesi, numerosi tentativi, più o meno riusciti, di sintesi del suddetto Catechismo, che hanno presentato vari problemi, riguardo non solo alla fedeltà e al rispetto della sua struttura e dei suoi contenuti, ma anche alla completezza e all’integrità della dottrina cattolica.

    Si avvertiva pertanto sempre più la necessità di un testo autorevole, sicuro, completo circa gli aspetti essenziali della fede della Chiesa, in piena armonia col citato Catechismo, approvato dal Papa e destinato a tutta la Chiesa.

     

    3. Di tale diffusa esigenza si erano fatti interpreti in particolare, nell’ottobre 2002, i partecipanti al Congresso Catechistico internazionale, i quali avevano presentato un’esplicita richiesta in tal senso al servo di Dio Giovanni Paolo II.

    Sono trascorsi poco più di due anni da quando il mio Venerato Predecessore aveva deciso, nel febbraio 2003, la preparazione di tale Compendio, riconoscendolo corrispondente al bene non solo della Chiesa universale e delle Chiese particolari, ma anche del mondo d’oggi, assetato di verità. Sono stati due anni d’intenso e proficuo lavoro, che ha visto il coinvolgimento anche di tutti i Cardinali e i Presidenti delle Conferenze Episcopali, i quali, interpellati su uno degli ultimi progetti del Compendio, hanno espresso, a larghissima maggioranza, una valutazione molto positiva.

     

    4. Oggi, in questa vigilia della Solennità dei SS. Pietro e Paolo, a quarant’anni dalla conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II, provo grande gioia nel consegnare questo Compendio, da me approvato, non solo a tutti i membri della Chiesa, qui significativamente rappresentati, nelle varie componenti, da tutti Voi che partecipate a questo solenne incontro. Ma, attraverso di Voi - Venerati Fratelli Cardinali, Vescovi, sacerdoti, catechisti e fedeli laici - desidero consegnare idealmente questo Compendioanche ad ogni persona di buona volontà, che desideri conoscere le insondabili ricchezze del mistero salvifico di Gesù Cristo.

    Non si tratta certamente di un nuovo Catechismo, ma del Compendio che rispecchia fedelmente il Catechismo della Chiesa Cattolica, il quale rimane pertanto sia la fonte, da cui attingere per comprendere meglio il Compendio stesso, sia il modello, a cui guardare incessantemente per ritrovare l’esposizione armoniosa e autentica della fede e della morale cattolica, e sia il punto di riferimento, che deve stimolare l’annuncio della fede e l’elaborazione dei catechismi locali. Il Catechismo della Chiesa Cattolicamantiene, pertanto, intatta tutta la sua autorevolezza e importanza, e potrà trovare, in tale sintesi, un prezioso incoraggiamento ad essere meglio conosciuto e utilizzato come fondamentale strumento di educazione alla fede.

     

    5. Questo Compendio è un rinnovato annuncio del Vangelo oggi. Anche per mezzo di questo testo autorevole e sicuro, la "fede che abbiamo ricevuto dalla Chiesa – come anche afferma S. Ireneo, di cui oggi celebriamo la memoria liturgica – la conserviamo con cura, perché sotto l’azione dello Spirito di Dio, essa, come un deposito di grande valore, chiuso in un vaso prezioso, continuamente ringiovanisce e fa ringiovanire anche il vaso che lo contiene" (1).

    E’ la fede della Chiesa in Cristo Gesù, che il Compendio presenta. Seguendo la struttura quadripartita del Catechismo della Chiesa Cattolica, esso presenta, infatti, Cristo professato quale Figlio Unigenito del Padre, come perfetto Rivelatore della verità di Dio e come definitivo Salvatore del mondo; Cristo celebrato nei sacramenti, come fonte e sostegno della vita della Chiesa; Cristo ascoltato e seguito nell’obbedienza ai suoi comandamenti, come sorgente di esistenza nuova nella carità e nella concordia; Cristo imitato nella preghiera, come modello e maestro del nostro atteggiamento orante nei confronti del Padre.

     

    6. Tale fede viene esposta, nel Compendio, in forma dialogica. Si intende in tal modo "riproporre – come ho scritto nell’introduzione al Compendio - un dialogo ideale tra il maestro e il discepolo, mediante una sequenza incalzante di interrogativi, che coinvolgono il lettore invitandolo a proseguire nella scoperta dei sempre nuovi aspetti della verità della sua fede. Il genere dialogico, inoltre, concorre anche ad abbreviare notevolmente il testo, riducendolo all'essenziale. Ciò potrebbe favorire l'assimilazione e l'eventuale memorizzazione dei contenuti". La brevità delle risposte favorisce la sintesi essenziale e la chiarezza della comunicazione.

     

    7. Nel testo sono anche inserite delle immagini all’inizio della rispettiva parte o sezione. Questa scelta è finalizzata a illustrare il contenuto dottrinale del Compendio: le immagini, infatti "proclamano lo stesso messaggio che la Sacra Scrittura trasmette attraverso la parola, e aiutano a risvegliare e a nutrire la fede dei credenti" (Compendio, n. 240).

    Immagine e parola s'illuminano così a vicenda. L’arte «parla» sempre, almeno implicitamente, del divino, della bellezza infinita di Dio, riflessa nell’Icona per eccellenza: Cristo Signore, Immagine del Dio invisibile.

    Le immagini sacre, con la loro bellezza, sono anch’esse annuncio evangelico ed esprimono lo splendore della verità cattolica, mostrando la suprema armonia tra il buono e il bello, tra la via veritatis e la via pulchritudinis. Mentre testimoniano la secolare e feconda tradizione dell’arte cristiana, sollecitano tutti, credenti e non, alla scoperta e alla contemplazione del fascino inesauribile del mistero della Redenzione, dando sempre nuovo impulso al vivace processo della sua inculturazione nel tempo.

    Le stesse immagini si ritrovano nelle varie traduzioni del Compendio. Sarà questo anche un modo per identificare facilmente e riconoscere tale testo nella varietà delle lingue: l’unica fede viene professata da ciascun fedele nella molteplicità dei contesti ecclesiali e culturali.

     

    8. Il testo alla fine comprende anche un’Appendice, costituita da alcune preghiere comuni per la Chiesa universale e da alcune formule catechistiche della fede cattolica.

    La scelta opportuna di aggiungere alla fine del Compendio alcune preghiere invita a ritrovare nella Chiesa un comune modo di pregare, non solo a livello personale, ma anche a livello comunitario.

    In ognuna delle traduzioni, la maggior parte delle preghiere saranno presentate anche nella lingua latina. Il loro apprendimento, anche in questa lingua, faciliterà il pregare insieme da parte dei fedeli cristiani appartenenti a lingue diverse, specialmente quando si incontreranno insieme per particolari circostanze. Come già dissi, nel 1997, in occasione della presentazione al mio Venerato Predecessore dell’edizione tipica latina del Catechismo della Chiesa Cattolica, "proprio nella molteplicità delle lingue e delle culture, il latino, per tanti secoli veicolo e strumento della cultura cristiana, garantisce non solo la continuità con le nostre radici, ma rimane quanto mai rilevante per rinsaldare i legami dell'unità della fede nella comunione della Chiesa".

     

    9. Ringrazio di vero cuore tutti coloro che hanno lavorato alla realizzazione di questa importante opera, in particolare i Cardinali membri della speciale Commissione, i redattori, gli esperti: tutti hanno collaborato con grande dedizione e competenza. Il Signore Dio, che vede ogni cosa, li ricompensi e li benedica nella Sua infinita benevolenza.

    Questo Compendio, frutto della loro fatica ma soprattutto dono che Dio fa alla Chiesa in questo terzo millennio, dia nuovo slancio all’evangelizzazione e alla catechesi, da cui dipendono "non solo l’estensione geografica e l’aumento numerico, ma anche, e più ancora, la crescita interiore della Chiesa, la sua corrispondenza al disegno divino" (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 7).

    Maria Ss.ma e i Santi Apostoli Pietro e Paolo sostengano con la loro intercessione questo auspicio per il bene della Chiesa e dell’umanità.

    E a tutti Voi imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica.


    (1) Ireneo di Lione, Adversus haereses, 1,10,2: Sc 264,158-160

     


    [Modificato da Caterina63 11/03/2015 11:01]
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)