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                  Miracolo. Quanti cattolici in Norvegia, troppi



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Oslo


A nord delle Alpi il modello protestante delle Chiese di Stato ha influito parecchio sullo statuto pubblico della Chiesa cattolica. Nel bene e nel male.


Nel bene nel senso materiale che tale modello assicura alla Chiesa cattolica un gettito sicuro di denari da parte dello Stato, misurato sul numero dei suoi appartenenti.


Nel male nel senso che per consolidare o aumentare le erogazioni statali la Chiesa cattolica può cadere nella tentazione di manipolare i registri dei propri adepti.


È ciò che accade in Germania e in Norvegia.


Della Germania si sa e Settimo Cielo lo ha già spiegato.


Siccome un numero elevato di cattolici tedeschi dichiara ogni anno di non appartenere più alla Chiesa al fine di non pagare la Kirchensteuer, la relativa tassa obbligatoria per legge, i vescovi della Germania hanno emanato nel 2012 un decreto che commina ai dimissionari una serie micidiale di sanzioni canoniche, come fossero scomunicati e appestati, senza più sacramenti né sepoltura.


Tutto questo per scoraggiare l’esodo e preservare il bottino dei 5 miliardi di euro che lo Stato tedesco assegna ogni anno alla Chiesa cattolica, quella stessa Chiesa che su tante altre questioni di morale e di dogma si mostra di manica larghissima.


In Norvegia, invece, il problema non sono i fedeli che scappano, ma quelli che semplicemente non ci sono.


A fronte dei luterani e degli agnostici, i cattolici sono un’inezia. Dieci anni fa quelli registrati come tali erano 50 mila su 4 milioni e mezzo di abitanti. Cinque anni fa 70 mila, grazie a un po’ di immigrati.


Dopo di che sui registri i cattolici si sono miracolosamente moltiplicati, arrivando a 140 mila, quasi tutti nella diocesi di Oslo. Col risultato che alla Chiesa cattolica norvegese lo Stato ha versato tra il 2010 e il 2014 50 milioni di corone in più, in euro 5,7 milioni.


Lo scorso dicembre il giurista della diocesi mise in guardia il vescovo, Bernt Ivar Eidsvig, canonico agostiniano, sui dubbi di regolarità che sollevava tale aumento di fedeli.


Il vescovo fece orecchie da mercante, il giurista si dimise e a fine febbraio la polizia giudiziaria si presentò alla porta del vescovado con un avviso di indagine per frode.


L’accusa è di aver gonfiato il numero dei fedeli iscrivendo a loro insaputa nei registri decine di migliaia di nomi di nuovi immigrati, ricopiati dagli elenchi del telefono.


Il vescovo lo ha ammesso, specificando di aver fatto registrare i nomi dei soli provenienti da paesi cattolici.


La conferenza episcopale scandinava ha blandamente difeso il vescovo di Oslo. Ma a tanti suoi fedeli autentici l’affare non è affatto piaciuto e alcuni hanno inviato le loro proteste a Roma alla congregazione per i vescovi.





PER CORRETTEZZA SEGNALIAMO ANCHE IL CONTRADDITTORIO CHE TROVERETE CLICCANDO QUI



[Modificato da Caterina63 27/03/2015 22:13]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)