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Signori vescovi e cardinali, guai a sfuggire al martirio!



Supplichiamo i signori Vescovi e Cardinali a dare testimonianza di vero martirio, prima di ritrovarci a dover festeggiare “san Lutero, martire della Chiesa — brutta e cattiva — del passato”.

In una drammatica ed attenta ricostruzione degli ultimi fatti, Sandro Magister mette – nero su bianco, vedi qui – una escalation inquietante che vede anche in difficoltà gli alti prelati della Chiesa, incapaci o impossibilitati a far fronte alla deriva dottrinale che questo pontificato, alla fine della fiera, sta trascinando tutta la Chiesa, con il supporto delle maggiori testate giornalistiche e mediatiche. E’ chiaro quanto emerge: i Vescovi e Cardinali, in un primo momento incoraggiati ad intervenire, finiscono (o ne sono costretti) per scegliere l’anonimato, oppure per ritrattare, oppure a mitigare. Diamo atto al coraggioso recente intervento del cardinale Caffarra, ora emerito, ma che non crediamo possa avere buon esito, soprattutto se lasciato solo… vedi qui.

Magister fa osservare che nella famosa Lettera consegnata al Papa all’ultimo Sinodo c’era una frase che poi è stata cancellata: essi lo mettevano in guardia dal portare anche la Chiesa cattolica al “collasso delle chiese protestanti liberali nell’epoca moderna, accelerato dal loro abbandono di elementi chiave della fede e della pratica cristiana, in nome dell’adattamento pastorale“. E, specifica anche : “in extremis i tredici cancellarono queste due righe dalla lettera effettivamente messa nelle mani del papa. Ma oggi le riscriverebbero pari pari, visto l’idillio sempre più marcato che si sta sviluppando tra Francesco e i seguaci di Lutero…”

Così non può funzionare! Perché avendola tolta ieri, oggi la dovrebbero “riscrivere pari, pari”? Ciò che ieri era “idillio”, oggi non è altro che l’affermazione di una Chiesa sempre più sincretista, che sta rinunciando ai sacrifici contro il peccato, che ha trasformato il peccato soltanto nell’omissione della carità materiale, che ha tolto il peccato contro Dio, ed è sempre più piegata ad una nuova dottrina fangosa sostenuta da un Pontefice che pretende di imporre, ogni giorno che passa, la sua visione gesuitica di Chiesa. E chi non fosse d’accordo con lui, viene candidamente defenestrato, vedi qui: Chi non è d’accordo col “papa-re” può ritirarsi sul monte… profetizzando una vera “canonizzazione” di Lutero da parte di questa chiesa modernista.

L’uomo come “vitello d’oro” è una conseguenza dell’eresia di Lutero, eresia abilmente sfruttata poi da Karl Rahner e dai gesuiti degli anni 60-70, noi abbiamo trattato qui l’argomento, ma è anche una “dottrina” Pentecostale sostenuta da un certo “spirito” carismatico di cui Bergoglio fu “investito”, di cui egli è amico e difensore, ma nessuno ne parla. Forse in troppi hanno dimenticato la sua amicizia con il mondo pentecostale che, per certi versi, è anche più inquietante del luteranesimo storico di cui essi hanno tratto la nuova tradizione dei tre Sola e della Giustificazione, condannata esplicitamente dal concilio di Trento, di cui suggeriamo la profonda Lectio del teologo domenicano Padre Giovanni Cavalcoli,vedi qui.


_0045 pentecostali 2Mio fratello il pastore Giovanni ha incominciato parlando del centro della nostra vita: stare alla presenza di Gesù….” così esordiva nel saluto Papa Francesco in visita privata alla comunità pentecostale di Caserta, il28 luglio 2014, dopo aver umiliato e mortificato la comunità cattolica. Giovanni Traettino è un ex cattolico, ex militante comunista di Lotta Continua che ben comprese la fonte redditizia senza lavorare, nel fondare una comunità tutta sua, che si ponesse contro la dottrina cattolica. Non è un “convertito” a Cristo, ma è un cristiano che ha RINNEGATO LA CHIESA, la Presenza reale di Gesù nel Sacramento e la maternità divina di Maria.

Sarà certamente “suo fratello”, ma non certo “fratello” per molti cattolici e soprattutto è Traettino, che dalle pagine del suo sito, rifiuta e rinnega di essere “figlio di Maria Santissima”, nega che Maria sia la “Madre di Dio” (la Theotokos), definendola “solo” la Madre di Gesù Cristo. E questo è ovvio, la loro dottrina sulla Santissima Trinità non è quella Cattolica e non è quella dei concili di Efeso e di Nicea. Ma tutto questo a Papa Francesco non interessa, basta che l’amico e fratello Traettino, abbia “incominciato parlando del centro della nostra vita: stare alla presenza di Gesù….”, e poco importa se questa “presenza” sia per loro reale o spirituale, basta che se ne parli!


_0045 pentecostali 3Eppure, il 28 giugno 2014, un mese prima di incontrare il fratello Traettino, Papa Francesco ammoniva ai Catechisti e ai giovani con parole, oseremo dire, stupende e meravigliose:  Quando un cristiano mi dice, non che non ama la Madonna, ma che non gli viene di cercare la Madonna o di pregare la Madonna, io mi sento triste. Ricordo una volta, quasi 40 anni fa, ero in Belgio, in un convegno, e c’era una coppia di catechisti, professori universitari ambedue, con figli, una bella famiglia, e parlavano di Gesù Cristo tanto bene. E ad un certo punto ho detto: “E la devozione alla Madonna?” “Ma noi abbiamo superato questa tappa. Noi conosciamo tanto Gesù Cristo che non abbiamo bisogno della Madonna”. E quello che mi è venuto in mente e nel cuore è stato: “Mah… poveri orfani!”. E’ così, no? Perché un cristiano senza la Madonna è orfano. Anche un cristiano senza Chiesa è un orfano. Un cristiano ha bisogno di queste due donne, due donne madri, due donne vergini: la Chiesa e la Madonna. E per fare il “test” di una vocazione cristiana giusta, bisogna domandarsi: “Come va il mio rapporto con queste due Madri che ho?”, con la madre Chiesa e con la madre Maria. Questo non è un pensiero di “pietà”, no, è teologia pura. Questa è teologia. Come va il mio rapporto con la Chiesa, con la mia madre Chiesa, con la santa madre Chiesa gerarchica? E come va il mio rapporto con la Madonna, che è la mia Mamma, mia Madre?”

Perché queste cose, il Papa, non le ha dette al suo amico e fratello pentecostale? L’evangelizzazione non è forse “per tutti” o solo per alcuni? Non vale più il monito del Signore? Rinfreschiamoci la memoria: «Figlio dell’uomo, ti ho posto per sentinella alla casa d’Israele.  Quando sentirai dalla mia bocca una parola, tu dovrai avvertirli da parte mia.  Se io dico al malvagio: Tu morirai! e tu non lo avverti e non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta perversa e viva, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te.  Ma se tu ammonisci il malvagio ed egli non si allontana dalla sua malvagità e dalla sua perversa condotta, egli morirà per il suo peccato, ma tu ti sarai salvato. Così, se il giusto si allontana dalla sua giustizia e commette l’iniquità, io porrò un ostacolo davanti a lui ed egli morirà; poiché tu non l’avrai avvertito, morirà per il suo peccato e le opere giuste da lui compiute non saranno più ricordate; ma della morte di lui domanderò conto a te. Se tu invece avrai avvertito il giusto di non peccare ed egli non peccherà, egli vivrà, perché è stato avvertito e tu ti sarai salvato» (Ezech. 3,16-21)

Ma se andate a leggere il Discorso del Papa all’amico e fratello Traettino, nel parlare dell’Incarnazione di Dio, TACE SU MARIA, tace su Colei che l’ha generato per opera dello Spirito Santo, tace su “la Vergine”, in compenso ammonisce: ” non si capisce l’amore per il prossimo, non si capisce l’amore per il fratello, se non si capisce questo mistero dell’Incarnazione. Io amo il fratello perché anche lui è Cristo, è come Cristo, è la carne di Cristo…” Un mistero dell’Incarnazione SENZA LA MADRE. Interessante, per non dire catastrofico! Perché, e soprattutto, ci troviamo davanti alla nuova teologia dell’Incarnazione professata da Karl Rahner, un capovolgimento dell’antropologia nella quale è Dio ad essere l’immagine dell’uomo povero, carcerato, malato, ecc… lì si troverebbe il mistero dell’Incarnazione di Dio.


_0045 pentecostali 4In questo sito abbiamo trovato una interessantissima “Lettera di sant’Agostino ai Pentecostali” che vale la pena di riflettere. La Lettera originale, naturalmente, è indirizzata ai donatisti, ma come tutti gli scritti dei Padri, essi sono intramontabili e valgono davvero per ogni situazione e circostanza, perché la Parola di Dio non si adegua al mondo, è proprio il contrario.


Cari vescovi e cardinali, va di moda oggi dire che è più importante ciò che ci unisce e che non bisogna avanzare con le dispute dottrinali mentre, è proprio questa disputa, l’opera grandiosa dei Padri e grazie alla quale noi oggi possiamo dare davvero “la speranza che è in noi” (1Pt.3,15), con dolcezza, ma anche fermezza, come diceva sant’Agostino in questa Lettera ai donatisti, pentecostali oggi: ” Noi, invece, dobbiamo prima trovare e dimostrare le nostre accuse, per non essere accusati noi stessi, piuttosto, del gravissimo crimine di folle temerarietà. Certo, se essi per primi ci dimostrano che gli ipocriti siamo noi, noi non dobbiamo assolutamente rifiutarci di essere rimproverati e colpiti da queste parole delle sante Scritture; analogamente, se noi dimostriamo che lo sono loro, avremo eguale diritto di ferire, con questi rimproveri del Signore, quanti sono stati confutati e convinti… “

E non è grave ipocrisia – e grave eresia – deturpare, come fa Traettino – l’amico e fratello di Bergoglio – il volto della Santissima Madre di Dio, il suo ruolo e della Presenza reale del Signore nostro Gesù Cristo nella Eucaristia che lui rinnega e sconfessa? Una gravità che Papa Francesco non intende assolutamente correggere, all’amico e fratello errante. E sia ben chiaro che quando sant’Agostino usa il termine “ferire” non intende certo colpire la persona, ma umiliarne il pensiero eretico, umiliarne l’ipocrisia, la falsità dottrinale.


_0045 pentecostali 5Non era forse Gesù Cristo a dire «Vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre» (Lc 19,40)? Che cosa temete, cari vescovi e cardinali? Siete già stati tagliati fuori in questo Pontificato, cos’altro temete? Le carriere, un trasferimento, una lavata di testa? E cosa ve ne importa? Il colore del vostro abito parla chiaro, dovete darci testimonianza del martirio in difesa del Cristo vivo e vero, in difesa alla Sua Santissima Madre.

Vi ricordiamo la profezia di San Luigi M. Grignon de Montfort: « 114. Prevedo molte belve arrabbiate, che arriveranno con furia per strappare con i loro denti diabolici questo piccolo scritto e colui del quale lo Spirito Santo si è servito per scriverlo, o almeno per avvolgerlo nelle tenebre e nel silenzio di un baule, affinché non venga Lui conosciuto; costoro anzi attaccheranno e perseguiteranno quelli e quelle che lo leggeranno e cercheranno di metterlo in pratica. Ma non importa! Anzi, tanto meglio! Questa previsione mi incoraggia e mi fa sperare un grande successo, cioè una grande schiera di valorosi e coraggiosi soldati di Gesù e di Maria, dell’uno e dell’altro sesso, per combattere il mondo, il demonio e la natura corrotta, nei tempi difficili che sempre più si avvicinano! “Chi legge comprenda”. “Chi può capire, capisca”». (Trattato della Vera Devozione a Maria)

Di recente, il cardinale  Gerhard Ludwig Müller – Prefetto e forse ancora per poco, della CdF – ha detto: «Noi cattolici non abbiamo alcun motivo per festeggiare il 31 ottobre 1517, la data considerata l’inizio della Riforma che portò allo scisma della cristianità occidentale», ecco, cerchiamo allora di testimoniare, anche a costo del sangue e delle carriere, o delle comode scrivanie, che noi cattolici, proprio da questo ottobre 2016, festeggiamo il Centenario della Apparizioni di Fatima e supplichiamo la promessa del trionfo del Cuore Immacolato di Maria.






Un papa che non s'era mai visto. Un po' protestante

L'idillio tra Francesco e i seguaci di Lutero. L'allarme di cardinali e vescovi contro la "protestantizzazione" della Chiesa cattolica. Ma anche la diffidenza di autorevoli teologi luterani 

di Sandro Magister




ROMA, 22 luglio 2016 – Nell'allarmata lettera che tredici cardinali di cinque continenti si apprestavano a consegnare a papa Francesco all'inizio dell'ultimo sinodo, essi lo mettevano in guardia dal portare anche la Chiesa cattolica al "collasso delle chiese protestanti liberali nell’epoca moderna, accelerato dal loro abbandono di elementi chiave della fede e della pratica cristiana, in nome dell'adattamento pastorale":

> Tredici cardinali hanno scritto al papa. Ecco la lettera (12.10.2015)

Poi in extremis i tredici cancellarono queste due righe dalla lettera effettivamente messa nelle mani del papa. Ma oggi le riscriverebbero pari pari, visto l'idillio sempre più marcato che si sta sviluppando tra Francesco e i seguaci di Lutero.

Il 31 ottobre Jorge Mario Bergoglio volerà in Svezia, a Lund, accolto dalla locale vescovo donna, per festeggiare assieme alla Federazione luterana mondiale i cinquecento anni della Riforma protestante. E più s'avvicina quella data, più il papa manifesta simpatia per il grande eretico.

Nell'ultima delle sue conferenze stampa volanti, di ritorno dall'Armenia, ha tessuto l'elogio di Lutero. Ha detto che era animato dalle migliori intenzioni e che la sua riforma fu "una medicina per la Chiesa", sorvolando sulle divergenze dogmatiche essenziali che da cinque secoli contrappongono protestanti e cattolici, perché – sono sempre parole sue, questa volta dette nel tempio luterano di Roma – "la vita è più grande delle spiegazioni e interpretazioni":

> Conferenza stampa…

L'ecumenismo di Francesco è fatto così. Il primato è ai gesti, agli abbracci, a qualche atto caritatevole fatto assieme. I contrasti di dottrina, anche abissali, li lascia alle discussioni dei teologi, che confinerebbe volentieri "su un'isola deserta", come ama dire neanche troppo per scherzo.

La prova finora insuperata di questo suo approccio è stata, lo scorso 15 novembre durante la visita ai luterani di Roma, la risposta che diede a una protestante che gli chiedeva se poteva fare la comunione a messa, assieme al marito cattolico.

La risposta di Francesco fu una fantasmagorica girandola di sì, no, non so, fate voi. Ma non perché il papa non sapesse cosa dire. La "liquidità" espressiva era voluta. Era la sua maniera di rimettere tutto in discussione, rendendo tutto opinabile e quindi praticabile:

> Risposte del Santo Padre…

Puntualmente, è arrivata infatti "La Civiltà Cattolica", la rivista dei gesuiti di Roma che è ormai la passaparola di Casa Santa Marta, a confermare che sì, Francesco voleva far capire proprio questo: che anche i protestanti possono fare la comunione nella messa cattolica:

> Comunione per tutti, anche per i protestanti (1.7.2016)

Ha un bel dire il cardinale Gerhard L. Müller, prefetto della congregazione per la dottrina della fede, che "noi cattolici non abbiamo alcun motivo per festeggiare il 31 ottobre 1517, cioè l'inizio della Riforma che portò alla rottura della cristianità occidentale".

Papa Francesco neanche lo ascolta e la festa la fa, incurante che Müller – che era appunto uno dei tredici cardinali della memorabile lettera – la veda come un altro passo verso la "protestantizzazione" della Chiesa cattolica:

> Come il cardinale Müller rilegge il papa (29.3.2016)

Un papa come Bergoglio, in realtà, a un moderno Lutero non dispiacerebbe. Niente più indulgenze né purgatorio, che cinque secoli fa furono la scintilla della rottura. E invece una superlativa esaltazione della divina misericordia, che lava via gratis i peccati di tutti:

> Le indulgenze e il purgatorio? Francesco li ha messi in soffitta (19.12.2015)

Non è detto, però, che l'idillio sia ricambiato da tutti i protestanti. In Italia, il loro ceppo storico è costituito dalla minuscola ma vivace Chiesa valdese. E i suoi due più insigni teologi, Giorgio Tourn e Paolo Ricca – entrambi della stessa generazione di Bergoglio ed entrambi formati alla scuola del maggior teologo protestante del Novecento, Karl Barth –, sono molto critici della deriva secolarizzante sia della loro Chiesa, sia della Chiesa di papa Francesco.

"La malattia – ha detto Ricca in un recente dibattito a due su "Riforma" – è che siamo tutti volti al sociale, cosa sacrosanta, ma nel sociale esauriamo il discorso cristiano, e fuori da lì siamo muti".

E Tourn: "La politica di papa Bergoglio è un fare la carità. Ma è chiaro che la sola testimonianza dell'amore fraterno non porta automaticamente a conoscere Cristo. Non c'è oggi un silenzio di Dio, ma il silenzio nostro su Dio":

> Una Chiesa in torpore

Francesco però va avanti imperterrito e pochi giorni fa ha perfino nominato un teologo protestante suo amico, Marcelo Figueroa, direttore della nuova edizione argentina de "L'Osservatore Romano":

> Pope Francis and His Unofficial Spokespeople

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Questa nota è uscita su "L'Espresso" n. 30 del 2016, in edicola dal 22 luglio, nella pagina d'opinione dal titolo "Settimo cielo" affidata a Sandro Magister.

Ecco l'indice di tutte le precedenti note:

> "L'Espresso" al settimo cielo
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Qui di seguito, i rimandi a tre recenti commenti particolarmente acuti nell'individuare i caratteri essenziali del protestantesimo luterano e i loro effetti nella storia.

Il primo è di Antonio Livi, professore emerito di filosofia della conoscenza nella Pontificia Università Lateranense, studioso di fama internazionale:

> La giustificazione, Lutero, il sinodo sulla famiglia

Il secondo è di Ermanno Pavesi, segretario generale della federazione internazionale dei medici cattolici:

> Martin Lutero e il divorzio tra fede e ragione

Il terzo è del professor Rocco Pezzimenti, direttore del dipartimento di scienze economiche, politiche e delle lingue moderne alla Libera Università di Maria Santissima Assunta di Roma:

> I “semi” luterani nell'assolutismo e nel totalitarismo

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Malachi Martin - Il Concistoro - ROMANZO cattolico

Estratto del libro “Keys of This Blood” o “Las llaves de esta sangre”, anno 1991.

Novella? Fiction? Profezia?

Il capitolo finale di questo libro racconta un immaginario concistoro dei cardinali, in cui il Santo Padre (chiamato ora Papa Waleska) riunisce ai suoi 153 cardinali e fa un tremendo “mea culpa” per gli errori del suo governo, dopo aver descritto lo stato catastrofico della Chiesa Universale.

Immediatamente realizza l'annuncio di un "Piano Papale” di salvezza della Chiesa, per mezzo del quale destituisce tutta la Curia romana, dissolve le conferenze episcopali, espelle senza appello possibile a un numero di ecclesiastici dal seno della Chiesa Cattolica e ripristina la validità del rito tridentino insieme con il Novus Ordo in latino, convenientemente depurato dai suoi orientamenti luterani.

Annuncia la revisione dei testi conciliari e dà per invalide tutte le sanzioni ai movimenti tradizionalisti mentre chiede l'adesione del suo Collegio Cardinalizio all’impresa.

Poi si dirige verso l'altare maggiore della Basilica e aspetta in orazione. L’hanno seguito tutti i Cardinali, pero non con la stessa predisposizione. Lì, dopo lunghi minuti, un vecchio Cardinale cileno si avvicina al Papa, gli parla all'orecchio e crolla ai suoi piedi e gli bacia le scarpe e poi l’anello. Il gesto è così impressionante che un terzo dei cardinali lo imitano. Il resto si ritira senza prestare omaggio al Papa.

Le posizioni sono state definitivamente assolte. E i bandi chiaramente definiti. Ora arriva il compito della restaurazione….

 

Maggiori Informazioni in http://fidesetforma.blogspot.com





[Modificato da Caterina63 25/07/2016 13:47]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)