00 22/07/2015 19:09





  Un sacerdote risponde

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L'uomo sarà sottoposto ad un doppio giudizio, particolare il primo (subito dopo la morte), universale il secondo (al ritorno di Gesù nella sua gloria)

Quesito

Stimato Padre Angelo,
potrebbe spiegare questo passo del credo: "e di nuovo verrà nella Gloria per giudicare i vivi e i morti e il suo regno non avrà fine". Se come spesso mi capita di leggere nel suo sito, dopo la morte saremo già giudicati, a quale venuta questa frase si riferisce? Giudica i corpi?
Pregherò anche per lei questa sera


Risposta del sacerdote

Carissimo, 
1. noi sappiamo che Cristo tornerà alla fine del mondo.
Verrà rivestito della gloria della sua risurrezione e con l’onnipotenza che come uomo ha acquisito nel giorno della sua Ascensione e del suo stare alla destra del Padre.
Gesù stesso l’ha detto: “Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri” (Mt 25,31-33).
L’aveva detto anche parlando della fine del mondo: “Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte.
Allora comparirà in cielo il segno del Figlio dell'uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria. Egli manderà i suoi angeli, con una grande tromba, ed essi raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all'altro dei cieli” (Mt 24, 29-31).

2. Lo ribadisce anche durante al processo davanti a Caifa: “Anzi io vi dico: d'ora innanzi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo” (Mt 26,64).

3. San Paolo fa riferimento a questo ritorno del Signore quando dice: “Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male” (2 Cor 5,10).
E dice anche che questo avverrà in un momento preciso: “Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell'arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore” (1 Ts 4, 16-17).

4. Al ritorno glorioso del Signore tutti gli uomini risorgeranno e gli compariranno davanti per il giudizio universale.
Qui cedo la parola al Catechismo Romano, che è il catechismo approntato per i parroci dopo il Concilio di Trento:
“La Scrittura ricorda due venute del Figlio di Dio: la prima, quando venne ad assumere la
natura umana per la nostra salvezza, facendosi uomo nel seno della Vergine; la seconda,
quando verrà, alla fine del mondo, a giudicare tutti gli uomini (CR 87).

5. “Questa seconda venuta è chiamata nella Scrittura il giorno del Signore.
Di essa san Paolo dice:
Come un ladro di notte, così verrà il giorno del Signore (1 Ts 5,2); e Gesù: Quanto a quel
giorno e a quell'ora, però, nessuno lo sa (Mt 24,36).
La verità di questo supremo giudizio
divino è affermata ancora da san Paolo: Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale
di Cristo, ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere compiute finché era nel corpo, sia
in bene che in male (2 Cor 5,10).
Sono innumerevoli i passi biblici in cui Dio conferma questa verità. A questo proposito si
impone una riflessione: come dal principio del mondo in poi il desiderio degli uomini si volse
ardente e tenace al giorno in cui il Signore avrebbe rivestito l’umana carne per liberare
l'umanità, così dopo la morte e l'ascensione del Figlio di Dio dobbiamo volgerci con lo stesso
ardente desiderio a quel secondo giorno del Signore nel quale, secondo la nostra santa
speranza, avverrà la manifestazione della gloria del nostro grande Dio” (CR 88).

6. “Ogni uomo dovrà comparire due volte davanti al suo Signore a rendere conto di tutti i suoi
pensieri, di tutte le sue opere e parole e per sentirsi intimare la sentenza del Giudice divino.
La prima volta, subito dopo la morte. il giudizio particolare durante il quale l'uomo subirà da
Dio il severissimo esame di tutto ciò che avrà operato, detto e pensato nel corso della sua vita.
La seconda volta, per il giudizio universale.
In un giorno e in un luogo stabiliti da Dio tutti gli uomini saranno riuniti dinanzi al tribunale divino affinché, alla presenza degli uomini di tutti i secoli, ciascuno conosca ciò che è stato stabilito e giudicato per Lui.
La sentenza così pronunciata sarà per gli empi una porzione non minima delle loro pene e dei loro supplizi; i giusti invece trarranno da essa grande gaudio, poiché a tutti sarà manifesta quale fu la vita di ciascuno” (CR 89).

7. “Sono molte le ragioni per cui, oltre al giudizio particolare dei singoli, sarà fatto anche il giudizio universale.
Avviene infatti che spesso sopravvivano ai genitori dei figli imitatori delle loro virtù o vizi, o ai maestri dei discepoli assertori delle loro dottrine, dei loro esempi e dei loro ammaestramenti; orbene è necessario che il premio o le pene di questi morti siano aumentati. L'influenza delle parole e delle azioni, sia in bene sia in male, si estende infatti da una generazione all'altra sino alla fine del mondo. È quindi logico che di queste opere e di questi insegnamenti, sia buoni che cattivi, si faccia un bilancio completo nel giudizio universale, di fronte a tutti gli interessati.
In secondo luogo, poiché il buon nome dei giusti è spesso vilipeso e quello degli empi esaltato, la giustizia di Dio vuole che i buoni recuperino la stima ingiustamente estorta loro in vita. E ciò dinanzi a tutti.
Inoltre nella vita terrena gli uomini, buoni e cattivi, svolgono le loro attività per mezzo del corpo; ne segue che anche il corpo partecipa di una certa responsabilità, in quanto strumento di opere buone o cattive. È logico perciò che anch'esso sia chiamato a partecipare insieme con l'anima al premio o alla pena, e ciò avviene attraverso la risurrezione finale dei corpi e il conseguente giudizio universale.
In ultimo: è chiaro che in tutte le circostanze prospere o avverse della vita nulla avviene che non sia disposto dalla infinita sapienza e giustizia divina. È necessario quindi non solo comminare pene e stabilire premi per gli uomini secondo la condotta da essi tenuta nella vita terrena, ma anche applicarli in un giudizio pubblico e generale, affinché a tutti siano manifeste la giustizia e la provvidenza del Signore; pure a coloro che nella vita terrena si sono spesso lamentati ingiustamente di Dio, vedendo gli empi ricolmi di ricchezze e di onori” (CR 90). (…).
E il lamento di molti, quaggiù. È bene quindi che sia indetto un giudizio universale, perché gli uomini non continuino a imprecare contro Dio (…).
E la fede cristiana rammenta esplicitamente questo dogma, affinché esso sia conferma efficace della provvidenza e della giustizia divina per tutti coloro che sono portati a dubitarne.
E poi il pensiero del giudizio universale deve servire di conforto ai buoni e di terrore ai peccatori, di modo che la prospettiva del trionfo finale della divina giustizia non scoraggi i buoni nelle difficoltà e induca i peccatori a rinsavire per timore dell'eterno supplizio” (CR 90).

Ti ringrazio per la preghiera che hai fatto per me. Ti esorto a continuarla. Mi fai un grosso piacere. 
La ricambio di cuore e ti benedico. 
Padre Angelo








Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)